31 agosto 2012

Quasi tutto ok.

E' stata una lunga estate, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Parafrasando lo slogan della pubblicità di un famoso amaro, la Samp conclude la sua sessione estiva di mercato in maniera soddisfacente. Di sicuro, ci sono stati dei progressi in entrata, mentre in uscita Sensibile ha saputo fare delle buone cose, non riuscendo a liberarsi però del personaggio più discusso, ovvero l'ex capitano Angelo Palombo, che rimane alla Sampdoria nonostante sia evidentemente fuori dal progetto di Ciro Ferrara.

Edoardo Garrone, 51 anni, e Pasquale Sensibile, 40, a colloquio.


MOVIMENTI IN ENTRATA:
Berni (p, svincolato)
S. Poulsen (d, svincolato)
Costa (d, Reggina - riscatto a un milione di euro)
Castellini (d, Parma - nell'operazione Biabiany)
De Silvestri (d, Fiorentina - prestito oneroso a 250mila euro per un riscatto di quattro milioni)
Maresca (c, svincolato)
Tissone (c, Maiorca - fine prestito)
Poli (c, Inter - fine prestito)
Renan (c, Cluj - riscatto a 3,2 milioni di euro)
Palombo (c, Inter - fine prestito)
Estigarribia (c, Deportivo Maldonado - prestito con diritto di riscatto a cinque milioni di euro)
Eder (a, Empoli - riscatto a 3,5 milioni di euro)
Corazza (a, Portogruaro)
Maxi Lopez (a, Catania - prestito oneroso a 2,5 milioni di euro per un riscatto di sei milioni)

Diversi i movimenti in entrata, con gli acquisti che sono stati buoni e sullo stesso tenore del mercato invernale di quest'anno. Partiamo dai botti: sicuramente l'acquisto di Maxi Lopez è importante. Il ragazzo ha 28 anni, cercava una sistemazione e l'ha trovata a Genova, dove spero possa contribuire alla nostra salvezza. Personalmente, ritengo la cifra un po' alta, dato che le sue due ultime stagioni non sono stati esaltanti come la prima a Catania.. ma evidentemente ci credono in corte Lambruschini. Poi ci sono stati gli acquisti di Estigarribia e De Silvestri: se il paraguaiano veniva da una buona annata con la Juventus campione d'Italia, l'ex Under 21 ha vissuto un periodo negativo a Firenze negli ultimi tempi. La Samp potrebbe essere una piattaforma di rilancio. In ogni caso, per entrambi, il riscatto è alto, quindi bisogna sperare che i due possano veramente fare la differenza.
I riscatti di Costa, Renan e Eder sono una sorta di premio per la promozione ottenuta a Giugno. Quasi otto milioni totali per l'acquisizione dei cartellini dei tre giocatori, fondamentali nella rincorsa alla Serie A. Costa e Eder saranno utili a Ferrara, che li ha già schierati a Milano. Probabilmente ci sarà meno campo per il brasiliano, che è diventato uno dei beniamini del pubblico, ma che l'ex C.T. dell'Under 21 non vede molto. Berni è una mossa per tappare la falla lasciata da Da Costa, squalificato fino ad Ottobre per il calcio-scommesse. Castellini è una mossa incomprensibile, ma finché non metterà piede in campo potrà essere utile con la sua esperienza; anche se tenere Laczko piuttosto che l'ex Parma non sarebbe stata una cattiva idea..
Tissone è tornato da Maiorca dopo una buona annata: il suo gioco preciso, ma compassato è più che adatto al calcio spagnolo. Tuttavia, il club iberico non poteva permettersi il riscatto fissato a cinque milioni (!) di euro, perciò l'argentino è tornato alla Samp ed è diventato - almeno per ora - un perno nel modulo di Ferrara. Poli è stato prima conteso da Fiorentina e Juventus per poi rientrare nel progetto del nuovo allenatore della Samp. Non sono convintissimo sulla sua voglia di restare, ma a Milano è sembrato sul pezzo. Palombo era in uscita ed è rimasto tale, non è mai stato parte integrante della rosa. Corazza è un giovane che è stato subito girato alla squadra da cui proveniva, sebbene si fosse messo in luce durante il ritiro estivo. Infine Poulsen e Maresca, che sono i tasselli che servivano per completare la squadra: un terzino sinistro ed un centrocampista/regista d'esperienza.
A mio modo di vedere manca numericamente un esterno, ma proveremo a resistere così fino a Gennaio.

Voto 7.5

Maxi Lopez, 28 anni, qui al Gamper: il suo acquisto servirà alla salvezza della Samp?


MOVIMENTI IN USCITA:
Padelli (p, Udinese)
Fiorillo (p, Livorno - prestito con diritto di riscatto e controriscatto)
Rispoli (d, Parma - fine prestito)
Bastrini (d, Vicenza)
Bianco (d, Avellino)
Celjak (d, Grosseto - prestito)
Volta (d, Levante - prestito)
Cacciatore (d, Verona - prestito)
Foggia (c, Lazio - fine prestito)
Gentsoglou (c, Livorno - prestito con diritto di riscatto della metà e controriscatto)
Pellé (a, Parma - fine prestito)
Fornaroli (a, Panathinaikos)
Biabiany (a, Parma - comproprietà per 3,5 milioni di euro)
Corazza (a, Portogruaro - prestito)
Testardi (a, Lanciano - prestito)
Zaza (a, Ascoli - prestito)
Maccarone (a, Empoli - prestito)

Le operazioni in uscita sono state molte e non tutte sono andate a termine. Un gruppo di giocatori esclusi dal progetto di Ferrara - i cosiddetti "esodati" - si è allenato a parte in quel di Bogliasco. Padelli è stato acquistato a titolo definitivo dall'Udinese, dove era già stato il secondo l'anno passato. Fiorillo cerca gloria in quel di Livorno con un prestito, ma almeno per ora parte dalla panca: spero possa dimostrare il suo valore. Rispoli è tornato giustamente a Parma, dato che il suo rendimento è stato altalenante; ottimo nel finale, ma decisamente mediocre durante tutto il resto della stagione. Bianco e Bastrini hanno salutato la compagnia, dimostrando come i giovani primavera che vinsero il campionato nel 2008 non sono (o non saranno) dei campioncini come speravamo.
Celjak è partito per un nuovo prestito, dopo un buon campionato in Lega Pro con la maglia del Pergocrema. Cacciatore non ha ancora trovato la piazza ideale, nonostante la buona stagione a Varese, e riparte da una favorita alla promozione in Serie A come il Verona. Volta avrà opportunità di rivalutarsi e fare una nuova esperienza in quel di Valencia, dove ad attenderlo c'è il Levante, che giocherà anche l'Europa League. Foggia è partito dopo un campionato nel quale è stato utile, ma troppo discontinuo. E di fronte al riscatto fissato a quattro milioni di euro, la Samp ha opportunamente scelto di non esercitarlo.
Gentsoglou ha raggiunto Fiorillo a Livorno, per verificare se il suo acquisto è stato inutile o meno. Pellé è tornato a Parma, per poi ripartire nuovamente verso l'Olanda. Fornaroli ha definitivamente lasciato la Samp e vedremo se ci saranno dei rimpianti o se molti rimarranno contenti della sua cessione, dopo quattro anni di dubbi e di rimpianti.
Biabiany è stato riscattato - per la metà del suo cartellino - dal Parma, contento del campionato disputato dal francese. Corazza è ripartito nuovamente per il Portogruaro, mentre Testardi e Zaza proveranno ad imporsi in Serie B con le maglie di Virtus Lanciano ed Ascoli. Infine, uno dei casi più complicati è stato sbrogliato: Maccarone torna ancora ad Empoli, dopo i sei mesi dell'ultimo anno. Nuovamente in prestito, ma il suo contratto scadrà nel Giugno 2013 e quindi il suo caso è risolto una volta per tutte.
Il mercato in uscita è stato meno soddisfacente di quello in entrata. Non tutti gli esodati sono partiti, sopratutto Palombo è rimasto a Genova, rifiutando Parma, Bologna, Torino, incassando il "no" del Milan e scartando la destinazione Rubin Kazan (ricca e con l'Europa League, ma lontana). Il suo caso sembra quello di un giocatore desideroso di tenersi stretto il suo milione e mezzo d'ingaggio fino al 2015. Rimasti a Genova anche Semioli (sembrava fatta con la Pro Vercelli, poi è saltato tutto), Padalino e Foti (che sperava di trovare una squadra di B pronta ad investire su di lui). Personalmente, speravo anche nel prestito di Juan Antonio - che non è adattissimo al 4-3-3 di Ferrara e che rischia di bruciarsi - e nella cessione di uno/due centrocampisti, dato che si è in otto lì in mezzo per tre posti. Decisamente troppi.

Voto 6.5

Angelo Palombo, 30 anni: l'ex capitano è rimasto a Genova nonostante le richieste.


Il mercato è stato di medio livello. Speriamo lo possa essere anche il nostro campionato, con salvezza inclusa.

30 agosto 2012

Un grande rimpianto.

Siamo agli ultimi giorni di mercato e c'è ancora tanto lavoro per Pasquale Sensibile. Nonostante un buon mercato in entrata, quasi concluso dopo gli acquisti di Poulsen e Maresca, adesso tocca concentrarsi sul mercato in uscita, dove diverse situazioni devono essere risolte. Prima su tutte il caso Palombo: un milione e mezzo d'euro di ingaggio, nessuna squadra disposta per ora ad accollarsi un impegno così grande e la risaputa scelta della Samp, che non lo considera nel progetto tecnico di Ferrara. A questo, si devono aggiungere le situazioni di Maccarone, forse di ritorno ad Empoli), di Cacciatore (anche lui potrebbe tornare a Varese), di Foti (in attesa di sistemazione in Serie B, per lanciarsi definitivamente), di Padalino (disposto a scendere in B pur di ricominciare) e di Bianco. Ma c'è una situazione sulle altre che passa inosservata e che, al tempo stesso, fa un po' rabbia. Se i nomi precedentemente nominati non possono dare più nulla alla Samp, né tecnicamente né a livello motivazionale, c'è un uomo che avrebbe potuto. Ma che, a causa dei suoi infortuni ricorrenti, non è stato utile alla Samp quanto si sperava. E' Franco Semioli, per il quale si sta parlando di una rescissione del contratto.

L'esteno nel 2009: è appena arrivato alla Samp da Firenze per cinque milioni di euro.

Franco Semioli nasce 20 Giugno 1980 a Cirié, un piccolo comune situato nella provincia di Torino. Ed è proprio nel capoluogo piemontese che Semioli muove i primi passi calcistici, fino a far parte delle giovanili del Torino. Con la squadra granata, la giovane ala fa l'esordio in Serie B nella stagione 1998/1999; dopo un prestito alla Salernitana, torna alla base ed aiuta la squadra granata a raggiungere la promozione nella Serie B 2000/2001. Esplode definitivamente a Vicenza, sotto la guida del mister Andrea Mandorlini, dopo un girovagare tra la casa madre e Terni, dove aveva ben impressionato, ma non abbastanza per salvare la squadra umbra.
La cosa curiosa è che, nel frattempo, l'Inter ha acquistato la sua metà per volere dell'allora allenatore Marcello Lippi. Ed i nerazzurri condivideranno la comproprietà di Semioli con il Chievo Verona dalla stagione 2003/2004, nella quale l'ala raggiunge i gialloblu e trova finalmente la continuità giusta anche in Serie A. Il gioco di Delneri lo mette a suo agio e così il Chievo riscatta anche l'altra metà del cartellino dall'Inter, facendo di Franco uno dei punti fermi della squadra. Tanto che, con la vicenda Calciopoli, il Chievo arriva anche in Champions League, sebbene i preliminari lo vedano eliminato dal Levski Sofia. I clivensi, già privatisi di Amauri (partito per Palermo), tengono Semioli per un'altra stagione. Sarà però un dramma: la squadra gialloblu retrocede incredibilmente all'ultima giornata ed il Chievo è costretto alla cessione di Semioli, desideroso di riprovare la corsa alle coppe europee, nelle quali ha esordito proprio quell'anno con la maglia dei veneti. Inoltre, restare in B non aiuterebbe nel tenere il posto in nazionale, che Semioli ha iniziato ad intravedere con tre presenze (che rimarranno tali).
La Fiorentina diventa la sua meta successiva: la squadra di Prandelli si piazza ogni anno in Europa e allora il giocatore cede. Sette i milioni che servono al suo trasferimento e a consegnare a Prandelli un'ottima ala, funzionale per il suo 4-2-3-1. Le presenze di Semioli non saranno tantissime (43 in due stagioni) a causa degli infortuni che cominciano a tormentarlo e di una concorrenza che si amplia quando la Fiorentina raggiunge l'agognata Champions League. Ma Franco continua a sfruttare bene i minuti che gioca ed è utile alla squadra viola per mantenere certi standard di rendimento.

Semioli con la maglia viola: per lui, due campionati dignitosi.

Ma la pazienza non è infinita. E così Semioli decide di andarsene, desideroso di guadagnare più spazio in campo. Delneri si è accasato alla Sampdoria e chiede immediatamente l'ex Chievo per il suo 4-4-2, nel quale Semioli aveva già giocato ai tempi di Verona. La Fiorentina lo cede alla Sampdoria per ben cinque milioni di euro, che molti giudicano un esborso troppo grande per un giocatore che, a 29 anni, è già bersagliato dagli infortuni e non può essere utile per un'intera stagione. Ma la scelta è giusta, almeno dal punto di vista squisitamente tecnico.
Il campionato 2009/2010 lo conferma. Nella striscia di vittorie collezionata ad inizio campionato, Semioli è fondamentale. Purtroppo comincia subito il calvario del buon Franco, che si fa male alla quarta giornata contro il Siena: dopo 45' di gioco, è costretto ad uscire per un dolore alla spalla. A Novembre 2009 sembra pronto al rientro per il derby, invece si fa di nuovo male in allenamento con una distorsione della caviglia. Torna a Gennaio ed è fondamentale per la riscossa sampdoriana: difatti, il numero 77 segna il gol del 3-2 nella trasferta di Udine, quella che rilancia le speranze blucerchiate per l'Europa. Che poi si trasformeranno in Champions League grazie ai 67 punti finali. E Franco trova anche il tempo di fare il gol dell'ex nel 2-0 casalingo alla Fiorentina in Febbraio.
Insomma, il ragazzo non ha giocato molto (26 presenze) ma è stato fondamentale, poiché tatticamente è troppo importante per il modulo delneriano. Peccato che Delneri decida di lasciare la Sampdoria dopo questo straordinario risultato e così Semioli viene gradualmente messo da parte. Mimmo Di Carlo, nuovo tecnico blucerchiato, predilige il 4-3-1-2 con il cosiddetto "finto trequartista" ed il numero 77, in questo modulo, può essere impiegato solo come mezz'ala destra, snaturando così del tutto la sua natura tattica. Mettiamoci anche l'operazione alla spalla a Maggio 2010 che mette a rischio la sua partecipazione ai preliminari. Ma Franco recupera e disputa un ottimo preliminare, seppur snaturato in quella posizione, piazzando l'assist per il 3-0 delle illusioni di Cassano, nel ritorno maledetto di Champions contro il Werder.
L'esperimento continua in campionato, ma ci si accorge presto che non è fattibile: il ragazzo è un'ala, inutile fargli fare la mezz'ala se non è in grado. Purtroppo, l'alto numero di centrocampisti centrali non permette un cambio di modulo e si va avanti così, mentre Semioli viene messo da parte. Il suo rendimento cala, inoltre un infortunio alla caviglia prima lo ferma ai box, poi lo mette fuori gioco per l'intera stagione 2010/2011. A pensarci, chissà se sarebbe stato utile nello spettacolo orrendo che è stata la stagione della retrocessione. Fatto sta che Franco recupera ed è pronto per la preparazione estiva dell'annata successiva, con mister Atzori deciso a puntare sul 3-4-1-2. La sfida per il posto di esterno destro è proprio fra Semioli e Padalino, entrambi infortunati di lungo corso ed entrambi con difetti che non li renderebbero adatti ad occupare tale posizione. Se sono sicuramente più gravi quelli dello svizzero, che pecca a livello difensivo, il numero 77 non ce la fa a fare tutta la fascia per novanta minuti. Per fare una comparazione che rendi, non è certo come Maggio, in grado di fare lo stantuffo per tutta la partita. Così, Semioli fa fatica, finché non c'è il passaggio al 4-4-2, nel quale l'ex Fiorentina da il bianco, con la partita di Empoli come manifesto della sua superiorità in B: 3-1 e due assist a Pozzi. Poi l'assist a Costa contro il Torino ed il rigore guadagnato in quel di Verona. Sembra la quadratura del cerchio. Purtroppo il calo della Samp nel periodo autunnale e l'ennesimo infortunio tagliano le gambe a Semioli, che torna a Marzo del 2012, quando il modulo è cambiato, l'allenatore pure (Iachini per Atzori) e le gerarchie anche. Il massimo per Semioli saranno un paio di presenze nel finale di campionato, come subentrato e fuori ruolo; saranno invece 18 quelle a fine anno.

Semioli durante il preliminare di Champions League 2010/2011 contro il Werder Brema.

Ora la fine è vicina: da un paio di settimane la società sta discutendo la rescissione con il 32enne esterno destro. Ma siamo sicuri che un Semioli in forma non possa essere utile a questa Samp? Del resto, a ben guardare, l'unico tassello mancante al Doria 2012/2013 è un vice-Estigarribia. Poteva essere Franco. Dico "poteva", perché a ben vedere la Samp non ha torto: su Semioli non si può fare affidamento dal punto di vista fisico e questo, purtroppo, è un problema insanabile. La società preferisce separarsi dall'ala piemontese. Personalmente, lo ritengo un peccato. Quei cinque milioni di euro sono stati spesi bene per quel che si è visto in campo di Franco Semioli. Purtroppo, si è visto troppo poco in queste tre stagioni e questo è un grande rimpianto.

Semioli, 32 anni, vicino alla fine della sua avventura a Genova.

27 agosto 2012

Buona la prima.

Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà un campionato molto interessante quest'anno. La Samp sbanca San Siro con tanta abnegazione ed un po' di fortuna (che non guasta mai), riuscendo a cancellare subito la penalizzazione dovuta al caso del calcio-scommesse. L'1-0 finale maturato contro il Milan è forse troppo generoso per la nostra beneamata, ma fatto sta che la Samp ha giocato una gara attenta e buona, sopratutto nei primi 45'. Il gol di Costa e qualche episodio fortunoso hanno fatto il resto. E tutto questo pur avendo Pozzi squalificato e Maxi Lopez in cattive condizioni..

La Samp si presenta all'inizio della nuova stagione con un 4-3-3 che in realtà è un 4-5-1 mascherato. Già, perché Pozzi squalificato e Maxi Lopez in difficoltà fisica costringono Ferrara a ridisegnare l'assetto della squadra. Con Romero tra i pali, trova spazio Berardi al posto di De Silvestri; a centrocampo, Tissone fa da perno con Poli e Obiang ai suoi lati; davanti, Krsticic ed Estigarribia sono le ali che accompagneranno l'unica punta Eder, nel ruolo inedito di centravanti. Il Milan, contestato dal pubblico ed accompagnato da poco tifo in quel di San Siro, è pronto comunque a dare battaglia e a dimostrare che la stagione sarà positiva anche senza due fenomeni come Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic. 4-3-3 per la squadra di Allegri, con De Sciglio in campo al posto di Abate, il nuovo arrivato Montolivo a centrocampo e davanti il trio Boateng-El Shaarawy-Robinho.
Si parte subito con un destro alto di Boateng dalla distanza. La posizione del ghanese sarà motivo di dissenso tra i tifosi, dato che è un trequartista con licenza d'inserimento e, invece, contro la Samp gioca praticamente da esterno, perdendo molto della sua potenza. L'occasione migliore del primo tempo la costruisce la Samp al 9': lancio lungo per Eder, ma Bonera sembra in vantaggio. Purtroppo per l'ex Parma, il numero 23 blucerchiato riesce a rubargli il pallone vicino al calcio d'angolo e s'invola verso la porta. Ma, quando sta per calciare, Eder viene contrato dal ritorno dello stesso Bonera e l'azione sfuma. Dopo una sfuriata milanista di dieci minuti, la Samp prende campo e controllo il match, senza però creare grandissime occasioni. D'altro canto, il Milan non riesce a costruire più di un paio di innocui pericoli con Robinho: l'asso brasiliano prima tira dalla distanza con parata di Romero, poi su punizione sfiora il palo senza creare grossi problemi al portiere argentino della Samp. I blucerchiati si limitano a tenere palla, anche se Obiang e ancora Eder riescono a creare altri grattacapi ad Abbiati.
Il secondo tempo si apre con un Milan sempre sterile, ma più volenteroso: nei primi dieci minuti della ripresa, Robinho va al tiro più volte cercando di impensierire Romero. Ma il numero 7 del Milan sembra essere l'unico ad avere un po' di vivacità lì davanti. Finché non arriva il minuto 59: calcio d'angolo per la Samp, cross di Tissone e zuccata vincente di Costa, che segna l'1-0. Da non crederci, ma c'era da aspettarselo. In una partita così sterile dal punto di vista delle occasioni, giusto un episodio poteva condannare l'una o l'altra squadra. E l'episodio lo trova la Samp, con il primo gol di Costa con la maglia blucerchiata in Serie A.
La reazione del Milan non si fa attendere. Allegri si gioca le carte Pazzini e Emanuelson per un invisibile El Shaarawy e Flamini. Calcio d'angolo al 65' di De Sciglio, colpo di testa a botta sicura di Yepes, ma Romero è mostruoso e - con l'aiuto del palo - salva la porta blucerchiata. Qui si vede la differenza: l'episodio c'è per la Samp, ma non per il Milan, che comunque continua a spingere, seppur non trovi sbocchi negli ultimi 20 metri. Proprio i rossoneri inseriscono anche Constant per Nocerino, mentre la Samp esaurisce i suoi tre cambi facendo entrare Maxi Lopez; Soriano e Munari per Estigarribia, Eder e Poli. I blucerchiati arretrano terribilmente il baricentro e si costringono a soffrire nel finale, subendo un casuale, ma arrembante tiro al bersaglio del Milan. Prima è Constant a impensierire Romero, poi è Boateng dalla distanza a colpire il palo, con la deviazione di Munari che aveva messo fuori gioco il numero 22 blucerchiato. Infine, nel finale, Boateng colpisce di testa verso la porta di Romero, che controlla sicuro. L'ultimo brivido lo gioca Flamini, che tira a colpo sicuro da 5 metri, ma trova la respinta di Gastaldello sulla linea. Finisce così, senza il pareggio finale: la Samp sbanca San Siro dopo quattro anni e si regala un pomeriggio di gloria, seppur contro un Milan spuntato.

Romero 8 | E meno male che ha deciso di cominciare soft questo campionato. Il "treccina" para tutto, tranne il destro di Boateng. Lì ci pensa il palo a salvare la sua porta. Speriamo continui così.
Berardi 6 | Soffre un po' lì a sinistra nel primo tempo, dove agisce Robinho, ma controlla abilmente nel secondo tempo.
Gastaldello 7 | Anche lui è ripartito alla grande, da dove aveva lasciato. In B era uno dei centrali migliori, in A sembra potersi ripetere a quei livelli. Il salvataggio sulla linea al 94' vale come un gol.
J. Rossini 6.5 | Alla prima presenza in A, non mostra paura per San Siro e marca benissimo Pazzini, l'ex di turno da cui tutto s'aspettano un gol. Spero che gli continui ad essere data fiducia come centrale, crescerà bene.
Costa 6.5 | Partita sufficiente, viene impreziosita dal gol della vittoria. Ha sofferto un po' De Sciglio nella ripresa, ma ci può stare, vista la grande intraprendenza del giovane esterno rossonero.
Tissone 6 | Nessuno spunto particolare, si limita al compitino.
Poli 6.5 | L'ho visto bene, resistente a differenza del passato. Deve essere meno molle in certe situazione, ma per ora va bene così.
Obiang 7.5 | Un mostro. San Siro sta a guardare un giovane che avrà un futuro roseo e non ci sono dubbi a riguardo. La Serie A lo imparerà ad apprezzare.
Krsticic 6 | All'esordio in A, sgaloppa sulla fascia senza particolari spunti, ma aiutando la Samp in fase difensiva. Continuo a dirlo: Nenad non può fare l'ala, viene depotenziato del suo talento.. a centrocampo farebbe faville.
Estigarribia 5.5 | Il peggiore forse, non riesce ad incidere come avrebbe potuto.
Eder 6 | In condizioni pessime e fuori ruolo, fa il suo e per poco non segna dopo dieci minuti dal ritorno in A.

Maxi Lopez 6 | Sportellate con Bonera per cercare di tenere su la squadra.
Soriano s.v. | Si vede poco.
Munari s.v. | Si vede ancora meno. L'unica volta che lo si vede è quando devia il pallone calciato da Boateng sul palo.

Ora si attende domenica prossima, dove ci sarà l'esordio casalingo contro il Siena di Serse Cosmi. Bisognerà sfruttare la zavorra che i toscani hanno sulle spalle del -5 dovuto sempre al calcio-scommesse. E' una squadra tignosa, non dotata però di grossa fantasia. Bisognerà fare il massimo contro i bianconeri e, con la squadra al completo e l'atteggiamento di San Siro, nulla è impossibile. Però, intanto, buona la prima!

Andrea Costa, 26 anni, esulta dopo il gol segnato a San Siro contro il Milan.

24 agosto 2012

Il giramondo ed il danese.

Passata la sbornia del Gamper, la Sampdoria si prepara ad affrontare nuovamente il campionato di Serie A, dopo la serie Bwin dell'anno scorso. E l'esordio è di quello da far tremare i polsi: lo scenario sarà il Meazza di Milano, l'avversario i rossoneri vice-campioni d'Italia. Che non se la passano benissimo, ma che restano comunque una compagine da temere, sebbene l'aria di smobilitazione e le operazioni di mercato in uscita stia deprimendo l'ambiente milanista. Ma ieri Edoardo Garrone, vice-presidente vicario, è intervenuto alla trasmissione "E' Sempre Calciomercato" su SKY Sport e ha dichiarato che le operazioni per portare Enzo Maresca e Simon Poulsen in blucerchiato sono in dirittura d'arrivo. Bisogna solo attendere di sfoltire meglio la rosa, con molti "esodati" che ancora si allenano a parte in quel di Bogliasco. Ma è meglio prevenire che curare, perciò conosciamo meglio questi due giocatori che faranno parte della Sampdoria 2012/2013.

Enzo Maresca, nato a Pontecagnano Faiano il 10 Febbraio 1980, è un calciatore professionista, ma sopratutto un giramondo. Già, perché il ragazzo campano è tutta la vita che gira per il mondo grazie al pallone. Cresciuto tra le giovanili del Milan e quelle del Cagliari, viene acquistato dal West Bromwich Albion nell'estate 1998. Gli inglesi, in tema di giovani, sono dei precursori e non sbagliano nemmeno sul giovane Maresca, dato che il centrocampista contribuisce all'ottima stagione del WBA, con cinque gol nella First Division (serie B inglese) in un anno e mezzo. Da lì, c'è il ritorno in Italia; il suo talento non è passato inosservato e la Vecchia Signora del calcio italiano lo chiama per prenderlo. Rimane di proprietà juventina per cinque anni, nei quali gioca (poco) con la maglia bianconera e si fa notare per le prodezze (altrove). Il prestito a Bologna nel 2001 lo lancia sulla scena del calcio italiano, la comproprietà a Piacenza nel 2003 lo consacra definitivamente, nonostante la retrocessione degli emiliani. Alla Juve lo ricorderanno più per l'esultanza per un gol nel derby contro il Torino che per le giocate in campo; la Fiorentina è l'ultima tappa prima di lasciare l'Italia. Salvati i viola con un ottimo campionato, Maresca parte per non tornare più.
Il centrocampista comincia a girare il mondo e la prima tappa, se non la più importante della sua intera carriera, è Siviglia: arriva in quel dell'Andalusia per 2.5 milioni di euro e trova una squadra che ha giocatori come Daniel Alves, Adriano, Luis Fabiano, Kanouté, Jesus Navas e lo sfortunato Puerta. I rojiblancos iniziano un'epopea di successi sotto la guida di Juande Ramos: due Coppe UEFA, una Supercoppa Europea, una Copa del Rey ed una Supercoppa di Spagna negli anni tra il 2006 ed il 2007. Se si analizzano nel dettaglio questi successi, Maresca è un giocatore chiave, addirittura segna sia nella prima finale di Coppa UEFA (due gol contro il Middlesbrough) che nella finale di Supercoppa Europea (un rigore contro il Barca). In ogni caso, il Siviglia ogni anno raggiunge puntualmente l'Europa e lo deve anche alla grinta ed alla tecnica del centrocampista italiano.
Ma tutte le cose belle finiscono prima o poi. E così Maresca riparte nel 2009, stavolta destinazione Grecia: difatti, il centrocampista sottoscrive un contratto con l'Olympiakos Pireo, con il quale gioca in Europa League e risulta essere ancora uno dei migliori. Ma la mancanza di stimoli e la voglia di una nuova sfida portano l'ormai 30enne italiano a rescindere il contratto con i greci, rinunciando anche a due milioni di euro d'ingaggio. Per l'uomo Maresca, contava di più avere una sfida stimolante da giocarsi.
Dall'Ottobre 2010, l'italiano comincia ad allenarsi con la Primavera della Fiorentina. Fino a che il Malaga, club spagnolo della Primera Division, non gli propone un contratto, che Maresca firma un contratto fino al 2012, con opzione per un altro anno. Il resto è storia recente: il centrocampista è una delle colonne della squadra che raggiunge i preliminari di Champions, che Maresca ha brillantemente disputato nella gara d'andata contro il Panathinaikos dell'altro giorno, per altro da capitano. Ha dimostrato che è ancora in forma ed in grado di dare un ottimo contributo a chiunque beneficerà dei suoi servigi calcistici. Una curiosità a margine: nonostante una carriera vincente ed un ottimo pedigree, Maresca rimane senza una presenza nella nazionale maggiore; a pensar male, viene da dire che l'aver giocato per molto tempo all'estero ed il suo temperamento l'abbiano penalizzato. Speriamo che alla Samp possa offrire tutta la sua esperienza ed il suo gioco veloce ed intelligente.

Enzo Maresca, 32 anni, capitano del Malaga (quasi) arrivato in Champions.


Di ben altro tenore è la carriera di Simon Poulsen, terzino sinistro classe 1984, nato a Sønderborg nell'Ottobre di 28 anni fa. Il giocatore danese cresce nella squadra della sua città, il SønderjyskE, e contribuisce alla promozione del club dalla seconda alla prima categoria del calcio danese nel 2005. Intanto, i rivali cittadini del FC Midtjylland cercano e riescono a convincere il giocatore al trasferimento nel loro club; questo tentativo di "tapping-up" fu anche denunciato alla Federazione Danese, ma alla fine il club della sua città lo lasciò andare. Nei due anni con la sua nuova squadra, Poulsen si afferma come il miglior esterno sinistro del campionato danese, conquistando finalmente anche la nazionale maggiore nel 2007, dopo aver giocato numerose partite per la nazionale U-21.
Nel Dicembre 2007, lo nota l'AZ di Alkmaar, che lo acquista per ben tre milioni di euro: una cessione che rimane - tuttora - la più remunerativa per il club di Herning. Nel nuovo club olandese, trova un maestro del calcio come Louis Van Gaal, che però non lo vede nel ruolo di allora, ovvero esterno alto sinistro. Allora, il tecnico olandese decide per il riadattamento di Poulsen stile Zambrotta: lo arretra fino a farlo diventare un terzino sinistro. Così, il danese trova più spazio sia nel club che in nazionale e diventa un punto fermo di entrambi, diventando fondamentale per la conquista della Eredivisie per l'AZ nel 2008/2009, che non vinceva il campionato dal 1981. Nel 2012, il contratto quadriennale di Poulsen è giunto a termine, ma non si è trovato l'accordo per il rinnovo ed il danese è rimasto libero sul mercato, attirando l'attenzione di vari club.
Se nel club tutto è andato per il meglio, non si può dire la stessa cosa per la permanenza in nazionale. Simon Poulsen è ancora un punto fermo della nazionale danese; il difensore ha alle spalle un Mondiale disputato (2010) e l'ultimo Europeo, ma dal 2008 al 2010 non ha messo piede in campo con la Danimarca, finché Morten Olsen non l'ha richiamato per il Mondiale sudafricano. Anche lì non è stato particolarmente fortunato: suo l'autogol che ha aperto la strada all'Olanda nella sfida tra gli Orange ed i danesi, conclusasi a favore dei primi per 2-0. L'Europeo che ha disputato in Ucraina e Polonia è stato di buon livello, indubbiamente può essere un giocatore utile alla causa blucerchiata; non attendevi però un salvatore della patria. E' un buon giocatore, non un campione. Esattamente ciò che serve a questa Samp.

Simon Poulsen, 28 anni, qui all'ultimo Europeo con la nazionale danese.

Il giramondo ed il danese. Ad entrambi auguro una buona avventura alla Samp e che possano permetterci di toglierci più soddisfazioni possibili. A cominciare da domenica nel teatro dei sogni.

21 agosto 2012

Sogno di una notte d'estate.

Ve lo ricordate qualche anno fa il tormentone romanista della stagione 2009/2010? Quell'anno, la squadra giallorossa sfiorò lo scudetto dopo una rimonta lunghissima sull'Inter. Il motto era "non succede, ma se succede..". Volendo, si potrebbe parafrasare tale detto per la nostra Samp. I blucerchiati sbancano a sorpresa il Camp Nou nel Trofeo Gamper e battono il Barcellona. Insomma, non doveva succedere, ma è successo. Detto così, sembra fantascienza. Chiariamo: il Barcellona ha giocato ieri la prima di campionato e giovedì ospiterà il Real Madrid nell'andata della Supercoppa di Spagna. Quindi era chiaro che i blaugrana avrebbero fatto riposare i titolari, ma in compenso sono scesi in campo almeno il secondo portiere Pinto, Afellay e David Villa. Inoltre, i ragazzini che hanno giocato oggi sono gli stessi che hanno battuto - a domicilio - l'Amburgo per 2-1 qualche settimana fa, squadra che gioca in Bundesliga e decisamente più dotata della Sampdoria odierna. Ma la cosa bella è che la Samp ha fatto la partita, con personalità, ha rischiato poco e forse meritava anche qualcosina in più. Lungi da me tentare d'esser presuntuoso, ma il Doria stasera ha mostrato tutto ciò che non c'era stato in Coppa Italia: organizzazione, un pizzico di grinta e anche quella fortuna che serve ogni tanto. Non avremo vendicato la finale della Coppa Campioni del 1992 (il ventennale della primo trofeo del Barca era il motivo per cui eravamo stati invitati), ma almeno abbiamo evitato di fare da sparring partner e, anzi, ci siamo presi ribalta, gloria e pure la coppa.

I ragazzi si abbracciano dopo il gol del vantaggio: sarà quello decisivo.


La Samp si presenta al Camp Nou con il 4-3-3 prestabilito da Ferrara. Serata di esperimenti per la nostra beneamata: Costa torna terzino per una sera e lascia spazio a Rossini al centro della difesa, Berardi al posto di De Silvestri sul versante destro, Tissone di nuovo come baricentro basso dei tre di centrocampo e Juan Antonio a reclamare un po' di spazio tra i tre d'attacco. Come se non bastasse, all'ultimo Poli si aggiunge alla lista degli indisponibili e gli subentra Obiang. Il Barcellona, invece, gioca con una squadra riempita da giovani; gli unici a portare un po' d'esperienza sono il secondo portiere Pinto, l'estroso Afellay (ce lo ricordiamo dal PSV-Samp del 2010) ed il "Guaje" David Villa, al rientro da un infortunio di otto mesi e rientrato giusto domenica per segnare il 5-1 del Barca contro la Real Sociedad. Questo, per il numero 7 blaugrana, è un test per verificare come la condizione stia migliorando in vista del proseguo della stagione.
La cosa incredibile è che non ti rendi nemmeno conto che stai giocando al Camp Nou e vai in vantaggio: gran cross di Pedro dai 30 metri, difesa scavalcata e Soriano insacca di testa per l'1-0 doriano. Ai 2000 tifosi blucerchiati arrivati a Barcellona non pare vero: in vantaggio contro una delle squadre più forti del mondo a casa loro. Roba da pazzi. Ed il Barca non fa molto per cambiare l'inerzia della gara. Il gioco è quello tipico dei blaugrana: possesso palla  prolungato e ricerca degli spazi. Ma se non hai Xavi e Iniesta ad inventarti l'ultimo passaggio, il sistema di gioco spagnolo s'inceppa e le occasioni non arrivano. I padroni di casa impressionano solo con l'ala destra, Gerard Deulofeu, che galoppa con continuità e destrezza. Un suo cross ed un tiro verso la fine del primo tempo impensieriscono Romero, ma è tutto ciò che il Barca riesce a creare. Intanto, la Samp colpisce in ripartenza: prima viene annullato un gol ad Estigarribia, poi Maxi Lopez spara verso la porta e Pinto è costretto ad una respinta difficile. Il primo tempo va via così, senza troppe emozioni.
Nella ripresa, comincia la consueta girandola di cambi che caratterizza le amichevoli estive, eppure l'inerzia non cambia. Il Barca tiene la palla e la fa girare costantemente, ma non trova sbocchi che gli permettano di andare al tiro; al contrario, la Samp si difende corta, riparte veloce e crea occasioni molto più pericolose.
La Samp perde due occasioni importanti con Estigarribia, poi è Pozzi ad avere lo scatto decisivo sul filo del fuorigioco. Il numero 9, entrato al posto di Maxi Lopez e lanciato da Tissone, si presenta davanti a Pinto e lo batte, ma il pallone finisce sul palo e carambola fuori. Peccato, sarebbe stato un ricordo da incorniciare. Da lì in poi, la Samp sparisce, tiene il Barca nella propria metà campo e gli fa vedere poco la porta. Il giro palla diventa estenuante ed il ritmo si abbassa man mano che i cambi si esauriscono.
I minuti finali sono il preludio al trionfo: il "Gamper" 2012 è nostro ed il fatto che sia stato vinto contro il Barca-B cambia poco. Giocare al Camp Nou non è da tutti i giorni, figuriamoci espugnarlo.

Romero 7 | Sempre presente, sulle uscite e nel gioco con i piedi. Certo, le treccine sono da censura.
Berardi 7 | Se nel primo tempo soffre un po' la vivacità del Barcellona, nel secondo aggiusta il tiro e sfodera salvataggi spettacolari. Ha rischiato in un contatto con Villa in area, ma il rigore non c'era.
Gastaldello 7 | Finché ne ha, rimane in campo e comanda la difesa da par suo.
Rossini 6.5 | Il più incerto della retroguardia e prende una sufficienza più che abbondante. La serata è stata propizia per la difesa blucerchiata.
Costa 6.5 | Deve tenere Deufoleu e non è facile. Eppure, quando ci sono da giocare partite con i terzini bloccati, Costa è l'uomo giusto.
Tissone 6 | Primo tempo pessimo, nel secondo riprende in mano la squadra e serve a Pozzi un interessante pallone. Sembra che parta, in Spagna farebbe un figurone: il ritmo di gioco è quello adatto a lui.
Obiang 7.5 | Partita mostruosa dello spagnolo. Non avrebbe sfigurato con la maglietta blaugrana, speriamo continui a far bene con quella blucerchiata.
Soriano 6.5 | Si porta a casa un ricordo mica da poco. E la prova sul campo è decisamente buona.
Juan Antonio 5 | Male il ragazzo. Devo dire la verità: mi sembra un po' fuori dal progetto tecnico. In questo 4-3-3, l'argentino fa dannatamente fatica.
Estigarribia 7.5 | Brillante e frizzante. Sguscia ai suoi giovani avversari con grande destrezza.
Maxi Lopez 6 | Benino. Si procura un'occasione importante e lotta, ma delle volte pare che non abbia voglia di giocare.

Mustafi 6 | Fa una comparsata al Camp Nou con tanto di salvataggio su passaggio filtrante per Villa.
Castellini 5.5 | Deufoleu gli fa vedere le stelle un paio di volte, ma alla fine regge.
Sampietro 6 | Voto di stima, poco più di 10 minuti per il giovane capitano della Primavera sampdoriana.
Munari s.v. | Si vede molto poco nel quarto d'ora nel quale scende in campo.
Kristicic 6.5 | E' entrato bene e ha dato il meglio quando era sull'altezza dei tre di centrocampo. Meglio che Ferrara ci ripensi, da mezz'ala Nenad può fare benissimo.
Renan 6 | Si fa vedere con un paio di calci piazzati.
Pozzi 6.5 | Lotta e si sbatte come suo solito, trova anche da ridire con l'arbitro. Prende un palo che rimpiangerà per molto tempo, portarsi un ricordino a casa - come il gol al Camp Nou - non sarebbe stato male.


Insomma, è andata bene. Questa è una soddisfazione estemporanea, ma è grandissima e ci riempie d'orgoglio. Così come ci hanno resi pieni d'orgoglio i 2000 tifosi arrivati al Camp Nou e che si sono sentiti anche nel catino blaugrana, nonostante il frastuono ed il numero di persone nettamente a preferenza "barcelonista". Adesso ci attende il Milan: se lo affronteremo con questo spirito, anche un eventuale Pazzini da combattere potrebbe essere fattibile.

Roberto Soriano, 21 anni, insacca di testa l'1-0 per la Samp.

19 agosto 2012

Male la prima.

Ci piace soffrire, diciamoci la verità. Ferrara non viene meno a questo dettame fondamentale per il tifoso sampdoriano nell'ultimo anno e mezzo. E così, la Samp esce subito dalla Coppa Italia, dopo l'eliminazione per mano della Juve Stabia nella sfida del Romeo Menti. La gara si decide ai rigori, dopo i tempi supplementari conclusi con l'1-1 maturato nei 90'. La Samp è una delle due squadre di Serie A ad essere uscita al terzo turno: l'altra, casualità pura, è il Genoa, uscito anch'esso ai rigori contro il Verona. Ma se il Grifone piange, il Baciccia non ha nulla di cui essere allegro: al di là della sfortuna - elemento presente nei tiri dagli undici metri - questa era una partita da vincere senza "se" e senza "ma" durante i tempi regolamentari.

Al Romeo Menti, la Juve Stabia si presenta per la seconda uscita stagionale senza il suo cannoniere principe della passata stagione, quel Marco Sau che fece vedere i cosiddetti "sorci verdi" alla Samp nella gara di Marassi dell'anno scorso. C'è ancora Pietro Braglia, la cui riconferma è stata in dubbio fino all'ultimo; per il tecnico toscano si parlava dello Spezia, ma alla fine ha deciso di rimanere nella cittadina campana. Le "Vespe" si sono rinforzate, prendendo in estate Salvatore Bruno dal Sassuolo, Gael Genevier dal Siena, Marco Gorzegno dall'Empoli, Marco Cellini dal Varese e Boadu Acosty dalla Fiorentina. Insomma, meno micidiali davanti, ma più completi come organico. E sopratutto tignosi come sempre, indigesti come erano risultati nella doppia sfida della Serie B dell'anno scorso.
La Samp, invece, ha effettuato molti più cambiamenti. Via alcuni eroi della promozione, su tutti Giuseppe Iachini, al cui posto è stato preso Ciro Ferrara. Dentro Maxi Lopez, De Silvestri ed Estigarribia, più il ritorno di un Poli non troppo convinto sul rimanere in maglia blucerchiata. 4-3-3 da perfezionare, ma il modulo di base è quello.
Pronti, via e la Samp ci prova subito con un sinistro di Estigarribia dalla distanza, che però non centra la porta di Seculin. Poi è la volta della Juve meno famosa: Acosty si destreggia in area, spara un diagonale dalla destra, ma Romero è pronto. Sempre le Vespe pochi minuti dopo, con Mezavilla che si mangia un gol, sparando alto dopo essere stato trovato da un suggerimento di Zito. La Juve Stabia continua a spingere e la Samp non dà certo l'impressione di una squadra di categoria superiore: anzi, Acosty imbecca Bruno, che viene fermato in extremis da capitan Gastaldello, evitando il peggio.
Il primo tempo si conclude con i padroni di casa sempre all'attacco, mentre la Samp cerca di controllare e ripartire. Ferrara prova a cambiare qualcosa, inserendo Maxi Lopez al posto di un Pozzi troppo isolato; la Samp riacquista parzialmente capacità di manovra e comincia a costruire qualcosa. Al 15' del secondo tempo, cross di De Silvestri dalla destra ed inserimento di Estigarribia, che di testa manda di poco a lato. Dopo di che, la Juve Stabia riprende in mano il gioco e mette i brividi alla Samp con diversi tentativi: i tiri di Bruno, Jidayi e Zito impegnano Romero oppure finiscono a lato di pochissimo. Anche Mezavilla va vicino al gol.. ma, quando meno te lo aspetti, la Samp ribalta la situazione e va in vantaggio: una serie di rimpalli aiuta il biondo Maxi Lopez a farsi spazio nell'area stabiese e a trafiggere l'incolpevole Seculin. 1-0 immeritato, ma tant'è in quel di Castellamare.
Intanto, Kristicic viene rilevato da Soriano e Danilevicius entra per Mbakogu. E, siccome la fortuna ci vede benissimo con la Samp, non ci vuole molto prima che l'ex-Livorno ci rifili l'1-1. Danilevicius, già a segno diverse volte con la maglia labronica contro la Samp, raccoglie un suggerimento di Jidayi e segna il meritato pareggio per le Vespe di Braglia. Insomma, si era stati fortunati nel segnare, ma si è stati anche "polli" nel prendere un gol al 92'.
Nei supplementari accade poco: la Juve Stabia ha finito la benzina e la Samp non è in serata. I blucerchiati non riescono a produrre più di un destro di Poli che sfiora il palo della porta di Seculin, le Vespe non ne hanno più dopo gli sforzi dei 90' e così si va ai calci di rigore.
Se Poli sbaglia subito, Erpen beffa Romero addirittura con un cucchiaio. Agyei restituisce il favore e si fa neutralizzare da Romero, mentre Estigarribia segna. Segnano anche Di Cuonzo e Costa, così come Scognamiglio e Soriano. Ma Maxi Lopez si fa neutralizzare, al quinto rigore, da Seculin e Danilevicius mette ancora una volta il sigillo sulla nostra eliminazione dalla seconda competizione nazionale. Male, male, male.
La Samp è sembrata sterile, in balia di una squadra di B che però ci mette molta corsa ed organizzazione e che, già l'anno scorso, aveva fatto soffrire i blucerchiati. La preparazione sembra essere servita a poco se, dopo un mese e mezzo, la squadra non ha ancora metabolizzato il cambio di modulo. Lunedì c'è il Barca, domenica prossima il Milan: speriamo in bene.

Maxi Lopez, 28 anni, infila il primo gol ufficiale della Samp 2012/2013: sarà inutile.

16 agosto 2012

Big Pack.

Tra i tanti "esodati" che si stanno allenando e che ha ancora non hanno trovato spazio sul mercato, c'è un caso su tutti di cui i sampdoriani non riescono a liberarsi. Nonostante il lavoro del d.s. Sensibile, molti sono ancora ad allenarsi a parte in quel di Bogliasco: tutto normale, vista la crisi e la difficoltà risaputa del mercato in uscita. Accanto a capitan Palombo, Semioli, Padalino e compagnia bella, c'è un giocatore che si aspetta in partenza da diversi mesi: parlo di Massimo Maccarone. Il 32enne attaccante, seppur siamo ormai a metà agosto, non ha ancora trovato una sistemazione soddisfacente. Il suo trasferimento non ha ancora avuto luogo, nonostante le tante voci di presunti interessamenti (ritorno ad Empoli, Bologna, ritorno a Siena, Spezia) ed un passato in Serie A di grande valore. Andiamo a vedere meglio come siamo arrivati a questo punto.

Massimo Maccarone nasce a Gallarate il 6 Settembre 1979 e gioca da prima punta classica, con tanti movimenti nell'area di rigore. Il ragazzo viene ingaggiato dal Milan a 13 anni e gioca per cinque stagioni nelle giovanili della squadra rossonera. La prima esplosione avviene a Prato, dove rimane per due anni e - nel 1999/2000 - confeziona 20 gol in 28 presenze, sfiorando la promozione con la squadra toscana. Il destino del giocatore si lega inevitabilmente a quella regione: l'anno dopo, infatti, l'Empoli lo preleva dal Milan alle buste e così, in coppia con Antonio Di Natale, Maccarone regala la promozione alla squadra toscana in Serie A. Due anni con 30 gol stagionali lo portano in cima alla lista di molti club italiani ed internazionali; come se non bastasse, con l'Under 21 azzurra conferma le sue buone qualità, segnando 11 gol e diventando capocannoniere dell'Europeo di categoria nel 2002.
Infine, la ciliegina sulla torta arriva con l'esordio in nazionale nel Marzo del 2002 sotto la guida di Giovanni Trapattoni, in un Inghilterra-Italia in quel di Leeds che segnerà inevitabilmente la sua carriera. Erano passati più di 70 anni da quando un giocatore esordiva in nazionale non avendo mai giocato nella massima serie. Maccarone riesce in quest'impresa e si procura il rigore decisivo per il 2-1 finale in favore dell'Italia.
Alla fine, il Middelsbrough se lo aggiudica per ben 13 milioni di euro. Steve McLaren, allenatore del Boro, lo esalta,  affermando: "E' il giocatore che più assomiglia a Del Piero". Assomiglierà pure all'Alex bianconero, ma intanto gioca lontano dalla porta o sta in panchina. E così Maccarone, complici anche gli infortuni, ha poca gloria in Inghilterra, seppur partecipi alla conquista della Carling Cup nel 2004. 15 gol in due stagioni e la difficoltà nei rapporti con McLaren sono le condizioni che portano Maccarone alla scelta del ritorno in Italia, seppur temporaneamente.

Maccarone ai tempi dell'Under-21 azzurra: una stella in ascesa.

Maccarone disputa la stagione 2004/2005 in Serie A per la prima volta. Se, fino a Gennaio, le cose vanno male in quel di Parma (solo due gol in Coppa UEFA), Big Mac si riprende la scena a Siena, dove segna sette gol e dimostra che non è propriamente finito. Purtroppo per lui, i toscani non lo riscattano e così torna a Middlesbrough, dove tutto sembra destinato a relegarlo nuovamente in panchina. La stagione di Maccarone, invece, diventerà trionfale: se in campionato non vede campo e segna poco (due gol), in Europa è un trascinatore. Il Middlesbrough, l'anno precedente, si è qualificato per la Coppa UEFA e la disputa alla grande, ribaltando tutti i pronostici. Il merito è anche di Big Mac, come sarà soprannominato d'ora in poi da quelle parti: segna cinque gol in tutta la competizione, ma diventa un eroe nei momenti decisivi. Ai quarti contro il Basilea, la squadra di McLaren è quasi fuori, ma un gol di Maccarone al 90' fa esplodere il Riverside Stadium e consegna la qualificazione agli inglesi. Lo scenario si ripete in semifinale contro lo Steaua di Bucarest: sconfitti 1-0 all'andata e sotto 2-0 al ritorno in casa, al Middlesbrough servono quattro gol. Maccarone, entrando dalla panchina, realizza la doppietta realizza il primo ed il quarto gol: i tifosi sono in visibilio e lui diventa Big Mac. La finale sarà persa per 4-0 contro il Siviglia, ma intanto Maccarone è un eroe da quelle parti. Purtroppo l'italiano continua a passare tempo in panchina anche nella stagione successiva, nonostante l'arrivo di Gareth Southgate al posto di McLaren. Stanco di marcire in panca, l'ormai 27enne decide di tornare in Italia durante il mercato invernale del 2007. La meta è Siena.

Maccarone a segno nella semifiinale contro la Steaua: suo il 4-2 finale.

Nella città del Palio, Big Mac trova quella gratificazione che ancora nessuno gli aveva mai dato pienamente. Dopo aver rivelato che McLaren gli ha reso la vita impossibile durante la sua esperienza inglese, Maccarone diventa fondamentale nel sistema di gioco senese e porta la salvezza alla squadra toscana già nel 2007. Nelle due stagioni successive, egli continua ad essere il terminale offensivo del Siena. Inoltre, arrivato ormai a 30 anni, è in grado di riciclarsi: ormai non è più la prima punta che giocava nell'Under 21. Si è re-inventato seconda punta, con larga libertà di svariare su tutto il fronte di attacco, permettendogli di cercare il gol anche da lontano. A Siena, le marcature firmate da Maccarone saranno 42 quando - nel 2010 - decide di lasciare la squadra toscana, retrocessa malamente. E' tempo di cambiare casacca ed ambiente, di cercare una nuova sfida a trent'anni: la meta diventa Palermo, città con un presidente fumantino ed una squadra ambiziosa, che ha appena sfiorato la Champions.
I siciliani lo pagano quattro milioni e mezzo di euro, ma lo schierano come una seconda linea, preferendo Miccoli e Hernandez davanti. Con Pastore ed Ilicic sbocciati, lo spazio si riduce ulteriormente per l'attaccante, che trova spazio in Europa, dove segna ben tre reti. Nonostante il poco minutaggio in campionato, Maccarone vuole restare a Palermo; purtroppo per lui, la società non è dello stesso parere e decide di metterlo sul mercato. A raccogliere l'invito è la nostra beneamata, che compra l'attaccante lombardo per tre milioni di euro.

La rinascita di Maccarone avviene a Siena: qui a segno contro il Livorno.

Se le prime partite sembrano di buon auspicio (assist a Guberti in Samp-Milan di Coppa Italia), nel giro di un paio di settimane Maccarone conferma di essere un giocatore involuto. Si scoprirà poi che ci sono stati problemi familiari a contribuire a tale condizione; ciò nonostante, il ragazzo mostra di non essere di alcuna utilità. Lento, svogliato, a volte fastidioso per un tifoso - come quello sampdoriano - che vorrebbe vedere il sangue agli occhi in un momento delicato come la fine della stagione 2010/2011. La Samp vola inesorabilmente verso la Serie B ed il giocatore di maggior talento ed esperienza (almeno sulla carta) non fa vedere un briciolo di speranza alla Gradinata Sud. La ciliegina sulla torta è il rigore decisivo sbagliato nella partita in casa con il Parma. Maccarone segna tre gol contro Bologna, Cesena e Lecce, ma sono tutti gol inutili, a risultato già ipotecato da parte della squadra avversaria.
La capacità di decidere le partite, che aveva a Siena, non si vede in quel di Genova. A retrocessione avvenuta, tutti sperano nella sua partenza; poi viene fuori la verità sui problemi familiari e, allora, la società si fa carico di quella che provo a definire una "operazione simpatia". Recuperare l'uomo ed il giocatore diventa la priorità ed anche i tifosi più critici diventano docili come cagnolini, con tanto di striscioni di incoraggiamento.
L'esito di questo recupero lo conosciamo tutti: Maccarone segna all'Alessandria nella prima partita ufficiale della stagione, in Coppa Italia, per poi scomparire, sommerso dall'inizio folgorante di Bertani e dalla forma di Pozzi. Quando gli infortuni fanno fuori il numero 9 e l'ex Novara diventa un peso per la manovra offensiva, c'è Piovaccari; quando anche l'ex Cittadella si dimostra inaffidabile, tocca a Big Mac. Peccato che lui non ci sia: le sue presenze in campo sono un misto di paura dei fischi del pubblico e di "vorrei, ma non posso". Arrivano anche tre gol: uno su rigore all'Albinoleffe. E peccato che gli altri due siano il corollario di un Nocerina-Sampdoria 4-2, perso, in cui Maccarone segna quando è già troppo tardi. Insomma, il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Il prestito di Gennaio all'Empoli è servito a rigenerarlo parzialmente, nonostante la squadra toscana abbia rischiato la Lega Pro per tutta la stagione. Sette gol e la salvezza consegnata alla sua ex squadra sono perlomeno un segnale di vita. Ora, tornato a Genova, è finito sul mercato. Doveva essere così. Ma, per ora, parla solo il suo procuratore, che prima ha cercato di mantenere il suo assistito nella rosa sampdoriana, poi si è reso conto che era impossibile e sta attualmente lavorando per cercargli una sistemazione.
Guardando alla sua avventura genovese, impossibile non rinominarlo "Big Pack". Purtroppo, è andata male. Magari sarà in grado di rinascere altrove.

Maccarone in ginocchio: una sintesi visiva della sua avventura in blucerchiato.


10 agosto 2012

Respiro d'Europa.

Sembra incredibile solo a pensarci: dal Varese allo Schalke 04. Due squadre che non sono neanche minimamente comparabili, eppure stasera - a Klagenfurt - la Sampdoria affronterà in amichevole la squadra di Gelsenkirchen, piazzatasi terza nell'ultima Bundesliga e già qualificata di diritto alla fase a gironi della Champions League. Come se non bastasse, tra 10 giorni i colori blucerchiati saranno presenti sul larghissimo Camp Nou di Barcellona, per sfidare i padroni di casa. L'invito ha suscitato diverse reazioni, dato che la Sampdoria è stata chiamata per questa sfida in onore dei vent'anni passati dal primo trofeo in Coppa Campioni della squadra blaugrana, ottenuto proprio contro la nostra squadra. Alcuni rifiutano di esserci, altri sono entusiasmati dal poter calcare un palcoscenico del genere. Certo, la prospettiva che molti delle super-star "barceloniste" non possano esserci (a causa di impegni ravvicinati nei giorni successivi) ha frenato le fantasie di molti; ma chi non sarebbe contento di una bella vittoria o di un risultato prestigioso al Camp Nou, sebbene contro le seconde linee di una delle squadre più forti della storia?

Lionel Messi, 25 anni: chissà se ci sarà il 20 di Agosto contro la Samp..

La verità è che, intanto, la Samp non ha mai perso prestigio. Sicuramente ne è passata di acqua sotto i ponti e ne abbiamo viste tante: la cessione di campioni amati e riveriti, la perdita di sicurezza di chi è rimasto, il lento declino del parco giocatori, la retrocessione e la difficile risalita. E' bello, però, pensare che siamo a questo punto dopo tutto quello che è successo. Non a tutti riesce un salto da un capoluogo della provincia lombarda ad uno dei campi più importanti della storia del calcio. L'ultimo incrocio europeo della Samp in competizioni ufficiali è datato 16 Dicembre 2010, nel freddo di Budapest contro il Debrecen: un incrocio, peraltro, neanche troppo fortunato, dato il 2-0 a favore dei padroni di casa. Ma fu un risultato normale: la Sampdoria era già stata eliminata e si era imbaracata nel viaggio ungherese con molte seconde linee.
Fu l'anno dell'illusione della Champions, del gol di Rosenberg al 93', del Marassi esaltato dal provvisorio 3-0, che ci avrebbe qualificati, e gelato dal gol di Pizarro, che significò l'eliminazione. Fu l'anno di un girone fattibile con PSV Eindhoven, Metalist Kharkiv e Debrecen nell'Europa League 2010/2011. La competizione fu giocata con un grosso disinteresse da parte della squadra e della società; mettiamoci poi il caso-Cassano ed ecco l'Europa minore non importava più a nessuno. Una sola vittoria, due pareggi e tre sconfitte: un bilancio misero ed un esempio di come NON debba essere gestito un impegno europeo. Da lì, la debacle fu abbastanza veloce, con l'esonero di Di Carlo, l'ingaggio di Cavasin e la retrocessione in un pomeriggio di Maggio, davanti ad un Marassi colmo d'amore, ma sopratutto d'amarezza.
Ora si ricomincia: chiaro, non è una competizione ufficiale, ma fa bene al morale sapere che squadre come queste vogliano testare la loro preparazione affrontandoti. Inoltre, lo stesso ritiro austriaco è una novità per la Sampdoria, abituata da diversi anni a gestire la preparazione del campionato in Italia; fino all'anno scorso, Moena era la casa blucerchiata. Quest'anno, c'è stato l'esordio di Bardonecchia, con una discreta partecipazione di tifo e della città intera. La seconda parte del ritiro è stata programmata a Klagenfurt, in Austria, che già ha ospitato nel suo stadio le partite dell'Europeo di Svizzera ed Austria del 2008. La Sampdoria attende lo Schalke dopo che i tedeschi hanno pareggiato, quattro giorni fa, contro l'Udinese.

La Samp durante la presentazione di sabato scorso a Marassi.

Analizzando le due squadre, si trovano situazioni completamente opposte. Finalmente, nello Schalke, regna un po' di stabilità: non c'è stata nessuna rivoluzione estiva, perché i risultati hanno corrisposto alle attese della scorsa stagione. Raul è andato via, lasciando un vuoto immenso, ma la squadra è ben preparata per fronteggiare gli impegni stagionali. Negli ultimi due anni, sono arrivate diverse soddisfazioni: semifinali di Champions League e Coppa di Germania nel 2010/2011, Supercoppa di Germania, terzo posto in campionato e quarti di Europa League nel 2011/2012. Il tutto con una squadra che va migliorandosi negli anni, sotto la guida di Huub Stevens. Nel mercato estivo, i "minatori" sono riusciti a migliorare ulteriormente la rosa, confermando Obasi dall'Hoffenheim e prendendo Barnetta dal Bayer Leverkusen (parametro zero) e Neustadter dal Borussia Moenchengladbach. La punta di diamante è senza dubbio Klaas-Jan Huntelaar, sbolognato troppo facilmente dal Milan e ora bomber principe della Bundesliga. Tanto per dire: l'olandese ha segnato ben 48 gol in 47 incontri ed è stato capocannoniere.
Diversa la situazione in Spagna. In quel di Barcellona, infatti, hanno optato per il cambio di allenatore. Guardiola, ormai stanco dopo anni di successi, ha lasciato la conduzione del team blaugrana al suo vice, Tito Villanova. Giusto per capire, Villanova fu oggetto di un gesto scorretto di Mourinho, che gli mise un dito nell'occhio, durante il finale della Supercoppa Spagnola 2011, vinta dal Barcellona contro il Real Madrid. Villanova conosce il gruppo e, per questo motivo, è sembrata la soluzione più sensata al CDA del Barca, convinto nel seguire la linea della continuità. Per ritrovare quei successi che quest'anno sono mancati. Vedremo se la Samp riuscirà a sorprendere questi squadroni; ma, intanto, è già bello tornare a sentire il profumo d'Europa sul campo.

Klaas-Jan Huntelaar, 28 anni: lui ed il suo Schalke saranno un test probante.

04 agosto 2012

"El Chelo" es siempre màs azul.

Erano attesi ancora un paio di colpi in casa Sampdoria. Il diesse Pasquale Sensibile ha provveduto a mettere il primo di questi a segno: oggi è atteso l'annuncio ufficiale per il trasferimento di Marcelo Estigarribia, nazionale paraguaiano, dal Deportivo Maldonado. La formula sarà la stessa che ha usato la Juventus nella stagione passata: prestito oneroso fissato a 700mila euro, diritto di riscatto fissato a cinque milioni di euro. Per il nazionale paraguaiano è un'altra occasione di dimostrare che in Italia può starci; per la Sampdoria, può essere il colpo di mercato dell'anno. Anche più di Maxi Lopez, perché il ragazzo è tutto sommato giovane e ha enormi margini di miglioramento, possibili solo grazie al minutaggio da spendere sul campo. Inoltre, la sua versatilità gli permetterà di essere utile in ogni modo a Ciro Ferrara: esterno sinistro offensivo nel 4-3-3, esterno di centrocampo nel 4-4-2, esterno di spinta nel 3-5-2. Azzardarlo terzino pare troppo, per quello ci sarà tempo una volta che saranno risolti i casi di Palombo e Poli. Ma, intanto, la Samp ha un nuovo giocatore da idolatrare e Marcelo promette molto bene.



Marcelo Alejandro Estigarribia Balmori nasce a Fernando de la Mora, un paesino compreso nell'hinterland della capitale Asuncion, il 21 Settembre 1987. Esordisce con lo Sport Colombia nella seconda divisione paraguaiana, prima che il Cerro Porteno (una delle maggiori squadre del paese) si accorga di lui e lo comprì: Marcelo si fa largo nel team che vince diversi titoli nazionali e dimostra di attirare l'attenzione dei club europei già a 21 anni. Non ci pensa due volte il Le Mans, squadra di Ligue 1, nel comprarlo, sperando nel colpaccio di mercato; invece, la sua esperienza francese si rivelerà una delusione, con appena 13 presenze totali nell'anno e mezzo che il paraguaiano spende in Francia. Scottatosi, Estigarribia decide di tornare in Sud America per rilanciarsi: il Newell's Old Boys lo porta a giocare in Argentina per la prima volta nella sua carriera per il Clausura 2010. Il paraguaiano convince e così il club argentino imposta un diverso tipo d'accordo con il Le Mans: prestito con diritto di riscatto fissato a due milioni di euro. Nonostante le 52 presenze, con tanto di un gol, collezionate in un anno e mezzo di campionato, Copa Libertadores e Copa Sudamericana, il Newell's non può economicamente permettersi il riscatto di Estigarribia.
In questo modo, Marcelo inizia la Coppa America del 2011 senza sapere dove giocherà nella stagione successiva; in compenso, la manifestazione è un successo. Il Paraguay arriva addirittura in finale (senza vincere neanche una partita, tutti pareggi!) ed Estigarribia è una delle colonne della nazionale del C.T. Gerardo Martino; sulla sinistra, Estigarribia miete parecchie vittime e segna anche uno dei rigori vincenti nella lotteria dagli undici metri contro il Brasile nei quarti di finale.
Le sue prestazioni attirano l'attenzione di molti club, tra cui un insolito gruppo di investitori uruguaiani, che possiedono il club del Deportivo Maldonado, militanante nella seconda divisione uruguaiana: una mossa fatta, probabilmente, per tirare su un po' di soldi, sapendo che Estigarribia sarebbe stato cercato da club ben più famosi.
Su di lui, infatti, piomba la Juventus, che decide di completare la batteria di ali per il 4-2-4 di Conte con il paraguaiano, che viene acquistato con la formula del prestito con diritto di riscatto: 500mila euro subito per poi decidere se pagare i cinque milioni di euro per il cartellino del giocatore, spalmabili in tre anni. Alla Juventus, Marcelo parte dietro nelle gerarchie di Conte, oscurato dalla forma di Pepe e dalla necessità di far giocare anche Elia, Krasic e Giaccherini; quando poi lo schema bianconero passa dal 4-2-4 al 3-5-2, Estigarribia viene adattato a farsi l'intera fascia, rendendo così meno di quanto ci si aspettasse. Le prestazioni della Coppa America sembrano un lontano ricordo ed i tifosi juventini fanno presto a scordarsi di lui, specie quando arriva Caceres a rimpinguare la batteria di esterni juventini. Così, le presenze del paraguaiano in campo saranno solo 18, con il gol al San Paolo di Napoli come ricordo più alto della sua esperienza juventina. La Juventus decide di non affrontare il costo del suo riscatto. Adesso, la Samp: speriamo di costruire insieme altri ricordi piacevoli da raccontare e di cantare: "Ma "El Chelo" è sempre più blu (cerchiato di blu, cerchiato di blu)..".