30 settembre 2012

Mezzo pieno o mezzo vuoto.

Un bicchiere si può vedere in maniera diversa. Ci sono momenti in cui ti sembra colmo, altri in cui ti appare privo di consistenza. Oggi, dopo la sconfitta con il Napoli a Marassi, la Samp può vederla in entrambi i modi. Per 45 minuti, i padroni di casa sono riusciti ad imbrigliare gli ospiti, con un gioco molto difensivo ma efficace. Tolte le fonti di gioco, però, al Doria non è rimasto che tentare con gli episodi. Che invece hanno portato il Napoli a vincere la partita, squadra più esperta e rodata della nostra. Un peccato, ma si sarebbe vinta questa partita? Proviamo ad analizzarla insieme.

I blucerchiati scendono in campo con 9/11 confermati dall'impresa di Roma. Due i cambi: fuori Pozzi infortunato e Maresca squalificato, dentro Kristicic in cabina di regia e Soriano a completare il trio d'attacco, con Eder punta centrale. Un 4-5-1 mascherato per tagliare le fonti del gioco al Napoli, che si schiera con il solito 3-5-2 e gli stessi undici che hanno demolito la Lazio quattro giorni fa. Pronti, via e Kristicic sfiora subito il gol su calcio d'angolo, sfiorando debolmente con il destro. Durante tutto il primo tempo, il Napoli viene soffocato dalla muraglia sampdoriana; i padroni di casa non fanno un pressing asfissiante, ma aspettano gli ospiti con i nove uomini dietro la linea del pallone, che non lasciano giocare la squadra di Mazzarri. E' la tattica giusta, togliendo agli avversari la loro arma migliore, ovvero il contropiede. Una prima occasione viene creata dai partenopei al 13': rimessa lunghissima di Campagnaro, che serve Maggio in area. Peccato che il tornante della nazionale sparacchi alto sull'uscita di Romero. La Samp risponde subito, con Obiang che lancia in profondità Estigarribia: il paraguaiano colpisce debolmente a lato della porta difesa da De Sanctis. Poco dopo, il Doria ci riprova: è sempre Obiang a suggerire il lancio dentro l'area. Gastaldello è solo, ma colpisce malissimo di testa e manda alto.
Il Napoli costruisce la seconda palla della sua intera partita al 23': bel cross tagliato di Cannavaro, dove Gamberini non arriva per pochi centimetri. La Samp continua a difendersi bene e a tentare le ripartenze veloci. Ma la sterilità sotto porta e la mancanza di gente come Pozzi o Maxi Lopez si fa sentire; il meglio che si produce negli ultimi minuti del primo tempo è un sinistro di Soriano centrale, parato dal portiere napoletano senza problemi. Uno degli episodi contestati arriva al 40': Obiang entra duramente su Inler, colpendo sia la palla che la gamba dello svizzero. Giallo inevitabile, ma Mazzarri non si accontenta, vorrebbe il rosso. Così Tagliavento, su segnalazione del quarto uomo, decide di cacciare il tecnico azzurro per proteste eccessive. Non è la prima volta che il tecnico di San Vincenzo ci casca con tutte le scarpe.. fatto sta che il primo tempo si conclude e la Samp sembra aver gestito bene la tempesta Napoli. Lo 0-0 è il risultato più giusto.
Nella seconda frazione non ci sono cambi, ma la Samp scompare dal campo. Continua a non far giocare il Napoli, ma davanti non si crea nulla. Il baricentro troppo basso tenuto in campo penalizza molto i padroni di casa e, così, il Napoli comincia a creare qualche occasione. Giusto il tempo di permettere a Eder di spaventare gli avversari ed i partenopei prendono campo, tentando prima con Hamsik e poi con Campagnaro. Il cambio Insigne per Pandev sembra confermare lo schieramento tattico del Napoli. La Samp dovrebbe tentare il tutto per tutto, inserendo magari Icardi per un centrocampista; ma prima di poter considerare tale ipotesi, il patatrac doriano è dietro l'angolo.
Minuto 65: la Samp perde palla nella metà campo del Napoli e, su un uno-due ben perfezionato, Munari ed Estigarribia si scontrano, lasciando spazi immensi al contropiede napoletano. Sull'arma meglio adoperata dagli ospiti, la Samp si trova scoperta e Gastaldello è costretto a stendere Hamsik per l'ennesima volta. Il secondo giallo è inevitabile, ma Tagliavento va addirittura ad estrarre il rosso diretto: evidentemente l'arbitro ha considerato il capitano come ultimo baluardo davanti alla possibilità di segnare per Hamsik. E se l'espulsione appare sacrosanta (Gastaldello si era già fatto ammonire pochi minuti prima), il rigore lascia più di un dubbio. L'impressione è che il numero 28 sampdoriano tocchi lo slovacco del Napoli appena fuori dall'area di rigore. Tagliavento, pur essendo vicino, non ha sentito il bisogno di pensarci. Sul dischetto va Cavani, che realizza nonostante Romero intuisca il tiro dal dischetto. 1-0 ed è dannatamente difficile recuperare.
Da lì, la Samp scompare: l'unico tiro nelle vicinanze della porta napoletana in tutto il secondo tempo è di Obiang al 73', quando lo spagnolo sfiora l'incrocio dei pali. Il Napoli gestisce il risultato e rischia di arrotondare con Insigne e Cavani, ma Romero salva la porta con discreta sicurezza. Finisce così, con l'esordio di Poulsen e De Silvestri, che non serve a cambiare il risultato. La Samp - in 10 e spuntata in attacco - perde la sua imbattibilità, ma il bilancio è stato parzialmente positivo.

Romero 6.5 | Reattivo come solito, nessuno lo sorprende: per poco non fa un miracolo anche sul rigore di Cavani.
Berardi 7 | Il povero Zuniga si aspettava un pomeriggio di divertimento; invece, il buon Gaetano sfodera la sua migliore prestazione stagionale, confermando ciò che ho sempre pensato. Se c'è il bisogno di annullare il gioco avversario, Berardi è l'uomo giusto per metterlo in atto.
Gastaldello 5 | Ingenuo. E' vero che il secondo giallo è praticamente obbligato (altrimenti Hamsik è in porta), ma sul primo si fa saltare e poi trattiene inutilmente lo slovacco. Mancherà a Verona, non so se con il rosso diretto la squalifica sarà superiore ad un'unica giornata.
Costa 5.5 | Non entusiasmante neanche oggi. Nonostante un Napoli in versione timorosa, Maggio riesce a saltarlo quelle poche volte che spinge. Rischia il secondo giallo per un aggancio ingenuo su Cavani, Tagliavento lo grazia.
Kristicic 6.5 | Fino a che si è 11 contro 11, il serbo gioca un'altra grande partita. Poi scompare come molti.
Obiang 6.5 | Torna a certi livelli di prestazione a cui eravamo abituati.
Munari 6 | Meglio che a Roma: non segna, ma ostruisce le vie di gioco degli avversari.
Soriano 6 | Fa quel che può in un ruolo non suo.
Estigarribia 4.5 | Il peggiore. Un giocatore irriconoscibile, incostante, ma sopratutto avulso dal gioco. Sulla sua prestazione influisce anche Ferrara, che lo fa giocare 20 metri più indietro rispetto alla sua posizione normale.
Eder 6.5 | Si sbatte per l'ennesima volta, contro tutto e tutti.

De Silvestri 6 | Entra e mette un sacco di palloni in mezzo da ala: peccato che in mezzo non ci sia nessuno.
Icardi s.v. | Non può risolvere la partita in una squadra che gioca con un uomo in meno.
Poulsen s.v. | Esordio buono per tastare il calore di Marassi.

Vedo molto entusiasmo per la prova di oggi dei ragazzi: personalmente lo ritengo ingiustificato. Se è stato giusto tentare la barricata nel primo tempo, nei secondi 45' bisognava forse osare qualcosa di più. Speravo che Icardi entrasse in campo per uno stanco Munari (quasi 270' in una settimana) o per un Estigarribia inconsistente, ma a Ferrara è sembrato andare bene il pareggio. Così, quando è successo l'episodio cruciale, la Samp è rimasta in mano con un pugno di mosche. Purtroppo, come ho già detto, questa è una buona squadra, ma è molto ingenua. Ferrara ha sottolineato che 10/11 di oggi giocavano l'anno scorso in B: si è visto, dato che l'errore che porta al rigore di Cavani è una disattenzione molto sciocca. Tipica di chi deve fare esperienza. Nonostante ciò, la Samp ha raccolto 11 punti nelle prime sei partite: un ottimo bottino. Ne mancano altri trenta, dobbiamo farli il prima possibile. Anche senza Gastaldello e Poli, che mancheranno sicuramente a Verona contro un Chievo in crisi. Ce la possiamo fare: dipende tutto da come si guarda quel dannato bicchiere.

Nenad Kristicic, 22 anni: buona la sua prova oggi come regista di centrocampo.

27 settembre 2012

Qualche legge è uguale per tutti.

In uno dei suoi più celebri successi ai tempi degli 883, Max Pezzali ricordava come si può attaccare, si può giocare bene, ma ciò che alla fine conta è il conto dei gol. Chissà se la Roma si è ricordata di questa canzone alla fine della partita contro la Samp. La nostra beneamata porta a casa un pareggio forse anche troppo generoso, ma che dimostra come la personalità del Doria di quest'anno sia infinita, anche quando in campo ci sono i giovani. E alla fine Zeman rimane al palo, con il buon Ferrara che gioca un calcio anche troppo difensivista, ma che sta portando i suoi frutti fuori casa: sette punti in tre partite. E' sicuramente un buon viatico per arrivare alla sfida interna di domenica contro un Napoli in gran forma.

Le schermaglie tra Zeman e Ferrara avevano scaldato la vigilia, con un botta e risposta tra l'allenatore boemo e l'ex C.T. dell'Under azzurra. L'argomento? Il passato juventino di quest'ultimo. Fatto sta che, quando c'è da scendere in campo, Ferrara torna a concentrarsi sulla Samp, schierando per 10/11 la stessa squadra che ha quasi battuto il Toro. L'unica novità è la sostituzione di Maxi Lopez, squalificato per due giornate dopo un gesto violento verso la porta dello spogliatoio degli arbitri nel post-partita di Sampdoria-Torino; al suo posto, Nicola Pozzi, già in gol contro i granata. La Roma, invece, arriva riposata dopo la partita vinta a tavolino contro il Cagliari e schiera i suoi 11 migliori; osservato speciale Francesco Totti, che ci vede sempre bene contro la Samp.
Il primo tempo del Doria è, sostanzialmente, sofferenza più qualche sporadica soffiata dalle parti di Stekelenburg: già al 1' Eder, lanciato in posizione regolare da Maresca, scavalca la difesa, ma spara alto davanti alla porta avversaria. Poi la Roma prende il pallino del gioco e non lo lascia più, risultando un po' in difficoltà nella creazione di occasioni-gol, ma comunque mettendo paura ai nostri. Al 9' Romero sbaglia il rinvio e la palla finisce a Totti ai 30 metri: da lì, il capitano della Roma serve Destro, che però spara sul portiere sampdoriano in uscita. Dopo un paio di tiri di Balzaretti e Totti, è Lamela ad impegnare Romero con un destro al volo, ma l'argentino si fa trovare pronto. La sfortuna poi insegue la Samp, con Pozzi che rimedia una distorsione alla caviglia e deve uscire: dentro Kristicic, che porta la squadra di Ferrara a giocare con un 4-5-1 in piena regola, con Eder unica punta. E' il brasiliano l'unico a creare qualche grattacapo alla difesa giallorossa, ma il vantaggio è dietro l'angolo: a segnare è Francesco Totti. Serie di rimpalli al limite dell'area di rigore sampdoriana, poi la palla finisce a Destro, che viene ancora fermato da un Romero prontissimo. Purtroppo l'argentino non riesce ad agguantare la palla, che finisce a Florenzi; l'ex Crotone tira malissimo, ma la sfera s'indirizza verso Totti, che realizza il gol numero 14 (!) contro i blucerchiati. Da lì, il primo tempo della Samp finisce e Destro, su lancio di Balzaretti, sfiora il 2-0, se non fosse che il talento azzurro spara addosso a Romero.
Nel secondo tempo, il Doria prende subito una mazzata clamorosa, perdendo Maresca per espulsione. Il numero 6 sampdoriano era stato ammonito nel primo tempo per un fallo di mano (molto ingenuo) su Lamela in fuga. Il duello si ripete al 46' e l'ex Malaga stende l'argentino in corsa: è doppio giallo. Molto severo, ma risultato da due ingenuità che un giocatore dell'esperienza di Maresca non dovrebbe commettere. In 10, la Samp rinasce e segue una massima proprio di un ex allenatore della Roma, Nils Liedholm, che diceva: "In dieci si gioca meglio che in undici". Gli ospiti non smentiscono le parole del tecnico svedese ed alza il baricentro, anche grazie all'ingresso di Icardi per un Estigarribia evanescente. Se la Roma tenta con i tiri da fuori, la Samp comincia a costruire qualcosa e trova il pareggio al 64'. Punizione di Eder fuori area che filtra la barriera e Stekelenburg respinge; la palla s'incammina verso il fallo laterale, dove un intervento duro, ma pulito di Berardi ferma Marquinho. Cross in mezzo del numero 13, il portiere olandese della Roma non trattiene e Munari è lì per punirlo: 1-1. Parità che pare immeritata, ma che nasce da un errore grossolano dell'estremo difensore giallorosso. Ed il Doria si dimostra ancora una volta molto cinico.
Da lì, la Roma scompare e crea occasioni che si basano meno sul gioco e più sul caso o sull'episodio singolo. Neanche l'ingresso di De Rossi cambia qualcosa, anzi la Samp potrebbe cercare il 2-1, se non fosse che Icardi - lanciato da Krsticic verso la porta da solo - si fa recuperare da Castan prima di calciare. Purtroppo, il momento della Samp finisce con l'uscita di Eder per Soriano, che mette i blucerchiati in campo con un 4-4-1: un modulo che "ammazza" la possibilità di contropiedi efficaci. E la Roma si riaffaccia avanti nel finale, con Lamela e sopratutto Balzaretti che sfiorano il 2-1. Ma un Romero pronto e la scarsa mira dei padroni di casa permettono di strappare un pareggio che sa di vittoria.

Romero 7 | Sempre reattivo. L'unico errore è un rinvio che finisce nelle grinfie di Totti. Chissà se Sabatini sta rimpiangendo di averlo lasciato a Sensibile..
Berardi 6.5 | Qualche errorino in fase difensiva, ma affrontare Totti non è facile. Il suo voto positivo nasce dalle tante puntate offensive: una di queste regala il pareggio alla Samp.
Gastaldello 6.5 | Cattivo quanto basta, Destro ci pensa da solo a mangiarsi un paio di gol.
Rossini 6 | Meno pulito del capitano, ma tutto sommato tiene, nonostante l'attacco romanista lo faccia impensierire più di una volta.
Costa 5 | Male. Dalla sua parte Lamela lo manda al manicomio e sale pochissimo, al contrario di Berardi. Purtroppo continuo a dire che non è un terzino: che sia il tempo di Poulsen?
Maresca 4.5 | Gioca benino e dirige il centrocampo al minimo livello di vita. Un giocatore che ha una carriera come la sua non può fare due ingenuità del genere. L'espulsione è severa, ma lui non deve dare la possibilità all'arbitro di cacciarlo.
Obiang 5.5 | La fascia sinistra della Samp è un trauma: perde il duello con Florenzi. Nel secondo tempo, le cose si sistemano e Pedro alza il rendimento, non raggiungendo però la sufficienza.
Munari 6 | Davanti al centrocampo della Roma, il dinamismo di Munari non basta. Si riscatta con un gol che vale un punto: è al posto giusto nel momento giusto.
Estigarribia 5 | Un altro che non si è visto. Il problema è che queste partite anonime stanno diventando troppe. Il paraguaiano deve alzare le sue prestazioni, nell'attesa che a Gennaio si prenda qualcuno che lo possa sostituire. La mancanza del suo vice sta penalizzando questa squadra.
Eder 7.5 | Un mostro. Mi sono sempre chiesto se quest'anno avrebbe finalmente sfondato anche in A: la risposta sembra essere sì. A 26 anni, ha trovato la squadra giusta per raggiungere la definitiva maturità calcistica. Mette in difficoltà da solo la difesa della Roma.
Pozzi 5.5 | Non vede palla nella mezz'ora in cui è in campo, perciò non gli si possono attribuire molte colpe. L'infortunio è l'ennesima conferma che è stato costruito con il cristallo.

Kristicic 7 | Da esterno offensivo è un pesce fuor d'acqua. A quanto pare non basta la quinta partita per farlo capire a Ferrara. Con l'espulsione di Maresca, il serbo viene arretrato in posizione di regia e sfodera una partita straordinaria. Il lancio in profondità per il contropiede di Icardi è fantastico.
Icardi 6 | Sei di stima. Il ragazzo si mangia un'occasione clamorosa, ma è bravo a tenere la squadra alta con Eder nel miglior momento della Samp, seppur in 10. Speriamo abbia un'occasione da titolare contro il Napoli.
Soriano 5 | Un quarto d'ora in cui è assolutamente incosistente. La Samp rinuncia ad attaccare e lui si adegua.

Ora arriva il Napoli. Mancherà Maxi Lopez (respinto il ricorso alla squalifica di due giornate), mancherà Maresca e probabilmente mancheranno anche Pozzi e Tissone. In questo caso, il turn-over è obbligatorio e spero che Ferrara lo comprenda. Ci sono giocatori come Munari, Obiang, Costa e Berardi che hanno fatto due partite piene o quasi e che dovrebbero riposare. La partita è importante, ma la Samp ha già raggiunto molti obiettivi: 11 punti (10 per la penalizzazione) sono tanti in 5 partite. Ed il Napoli - turn-over o meno - è una squadra decisamente più forte di noi. Tanto vale far riposare qualcuno e concedere minuti a chi ne ha avuti pochi in questo iniziale scorcio di campionato. Una formazione con Poulsen, De Silvestri, Renan, Soriano e Icardi dall'inizio sarebbe l'ideale. Peccato comunque. Il pareggio con la Roma è ottimo, ma si sarebbe potuto addirittura vincere. Purtroppo, la Samp è una compagine di buon livello, ma giovane e - perciò - ingenua: basti vedere cosa fa Obiang nell'azione del gol avversario o come Icardi non ha sfruttato benissimo i contropiedi a disposizione dei nostri.
Intanto non si può fare a meno di notare come il metro di trattamento di certe squadre sia diverso. Minuto 82: Totti cerca di andare via a Munari in area e l'ex Lecce ferma il capitano giallorosso regolarmente. Riparte l'azione ed il numero 11 blucerchiato trattiene leggermente Totti; il meglio che il "Pupone" sfodera è una protesta reiterata, esagerata e vagamente sanzionabile. La domanda è: perché Maxi Lopez viene squalificato per due giornate per calci alla porta dello spogliatoio degli arbitri e Totti la passa liscia, nonostante proteste che hanno poco a vedere con la sobrietà cercata da questo mondo? Probabilmente la risposta non arriverà. Fortunatamente, in altri campi, la differenza si vede: Klose segnala che ha colpito la palla con la mano e fa annullare un gol ingiusto della Lazio.
E se le squalifiche sono sanzionate in modo diverso, a seconda di come si chiama la squadra, almeno possiamo contare sul fatto che qualche legge è uguale per tutti. Come quella del gol. E neanche il boemo o il capitano romanista possono fare qualcosa a riguardo.

Gianni Munari, 29 anni, festeggia l'1-1 dopo un errore di un attonito Stekelenburg.

23 settembre 2012

Non c'è due senza tre.

Ci sono proverbi molto comuni nella lingua italiana. Uno di questi è un motto sempre buono per quelle cose che non ti vengono consecutivamente. "Non c'è due senza tre". E la Samp non fa eccezione, non riuscendo a battere il Torino per la terza volta in 12 mesi. Non è bastato rinforzare la squadra e dominare la partita di Marassi per avere la meglio sulla formazione di Ventura. Nonostante una mezz'ora difficile, il Doria ha ripreso il campo, ma non è servito per battere gli acerrimi rivali del Toro.

La Samp riparte dopo la vittoria sul Pescara con l'infermeria piena: Costa, Eder e Poli sono usciti malconci dalla partita dell'Adriatico, perciò le defezioni sono molte. Mettiamoci la necessità di moderare le forze in vista del triplo impegno di questa settimana ed i cambiamenti sono necessari nell'undici titolare. Costa è l'unico a riprendersi dall'infortunio patito in Abruzzo, perciò parte titolare. Difesa confermata, a centrocampo l'unica novità è Munari per un Poli che starà fuori un mese. Davanti, Kristicic completa il tridente con i confermatissimi Estigarribia e Maxi Lopez. Formazione tipo anche per il Torino che - senza grosse defezioni - conferma gli undici tipo che sono sembrati brillanti in questi inizio di campionato.
I blucerchiati hanno voglia di vendicarsi per le due sconfitte dell'anno scorso, ma non partono bene. Il Toro, infatti, comincia a praticare il suo solito gioco, fatto di possesso palla esasperante, che costringe la Samp ad uscire fuori dal guscio. Inoltre, il Doria viene braccato dal pressing altissimo degli avversari, che non si preoccupano troppo della difesa e mettono sotto pressione i portatori di palla dei padroni di casa. Così il 4-2-4 di Ventura sembra avere la meglio sul 4-5-1 camuffato di Ferrara. Il problema è che gli ospiti controllano il pallino del gioco, senza però creare grossi pericoli dalle parti di Romero: un paio di tentativi da fuori area di Cerci sono il massimo prodotto sotto rete dal Toro. Invece, la Samp fa male quando riparte. Maxi Lopez si fa furbo al 18' e ruba palla ad un Glik sottotono: si presenta davanti a Gillet, ma spara sul belga da pochi metri. Ed i padroni di casa non si fermano. Enzo Maresca, ormai famoso per un'esultanza in un derby contro i granata di dieci anni fa, coglie la traversa su punizione; sulla ribattuta, Berardi tira e Maxi Lopez devia in rete. Purtroppo per lui, è in fuorigioco. Nonostante una partita nervosissima - il fallo di Meggiorini su Estigarribia è da "arancione" - la Samp continua a spingere quando ormai ha ripreso il gioco in mano. Prima Estigarribia spara debolmente su Gillet dopo uno svarione di Darmian, poi Gastaldello va a botta sicura su un cross in area di Maresca. Ma il portiere belga del Torino è strepitoso.
Il secondo tempo assume ben altra caratura: il Torino rientra in partita senza spingere troppo, ma evita perlomeno di farsi schiacciare. Anzi, se non fosse per Romero, gli ospiti troverebbero anche il vantaggio su un quasi-autogol di Maresca, disinnescato dall'argentino. I gialli fiaccano e dimostrano che la partita è nervosa, mentre nessuna delle due squadre pare in grado di prendere in mano le redini del match. Ci pensa allora Soriano: entrato al posto di Obiang, il numero 21 blucerchiato stende Cerci in area. Rigore senza dubbi e capitan Bianchi lo trasforma, segnando il terzo gol nelle ultime tre partite contro la Sampdoria. E se il Toro passa in vantaggio con il minimo sforzo, la Samp reagisce. Dentro Pozzi per Munari nei padroni di casa, Sgrigna per Bianchi negli ospiti. Ed è proprio l'ex Vicenza a cercare subito la gloria, sebbene il suo sinistro finisca ampiamente fuori.
Esauriti i cambi all'80': il Doria mette anche Eder per Estigarribia, con tre attaccanti di ruolo in campo. Il Torino, invece, sostituisce Vives e Santana per Brighi e Stevanovic. Ma non basta, dato che tre minuti dopo Glik regala un rigore alla Samp con un'ingenuità clamorosa. Eder scatta in profondità su passaggio filtrante di Maxi Lopez ed il polacco stende l'attaccante brasiliano. Sul dischetto va Pozzi, che fa prendere sei infarti ad ogni tifoso sampdoriano, ma realizza; Gillet la tocca, ma non basta ad evitare l'1-1.
Il colmo arriva nel finale: i blucerchiati vanno all'arrembaggio per portarsi a casa la quarta vittoria consecutiva, ma sbattono sul muro alzato dal portiere belga. Prima Eder mette in mezzo e Gillet salva su una deviazione nella sua porta di Ogbonna; poi Eder salta un avversario e spara all'incrocio. Peccato che l'ex Bari e Bologna la metta fuori e salvi il risultato. Senza di lui, probabilmente il risultato sarebbe stato diverso. Ma questo non fa che confermare due cose: la Samp è in salute anche in emergenza ed il belga è uno dei migliori portieri di questa Serie A.

Romero 6 | Verrebbe da dargli il "senza voto", io opto per il "sei politico". Non impegnato, se non da un sinistro centrale di Cerci e dal rigore di Bianchi, che non riesce a neutralizzare.
Berardi 6 | Spinge poco, ma tutto sommato Santana non gli crea questi grandi problemi.
Rossini & Gastaldello 6.5 | Grande partita del duo di centrali difensivi. Meggiorini e Bianchi sono innocui, ma quando c'è da affondare il tackle, non mancano mai l'appuntamento.
Costa 5.5 | Il peggiore della difesa, l'ex Reggina soffre notevolmente la vivacità di un peperino come Cerci.
Maresca 6.5 | Sempre in partita, non soffre le scorribande offensivi di Gazzi e Vives, bloccati vicino alla difesa. La traversa su punizione è la seconda; chissà che non entri la prossima.
Obiang 6 | Un po' in ombra oggi il ragazzo spagnolo. E' il primo ad uscire e forse anche il primo a non essere contento di una prestazione sufficiente, ma senza spunti.
Munari 5.5 | Senza particolari spunti, partita incolore del buon Gianni, che non riesce a metterci il solito dinamismo.
Kristicic 6.5 | Altra buona prova del ragazzo serbo. Peccato che la posizione da esterno lo metta un po' in difficoltà nei ripiegamenti difensivi.. ma in fase d'impostazione è spettacolare. Grande visione di gioco. Anche la famosa cattiveria quando ci vuole.
Estigarribia 6 | Partita non entusiasmante del "Chelo", che ci mette impegno ma scarsa precisione. Darmian lo soffre solo in occasione del regalo che lo mette davanti alla porta. Ma il paraguaiano spara piano su Gillet.
Maxi Lopez 6 | Anche per lui match sottotono. Normale quando vieni da tre gol in tre partite. Ciò nonostante fa a sportellate con Ogbonna, aiutando anche la squadra a guadagnarsi il rigore dell'1-1. Impreciso davanti al portiere avversario.

Soriano 5 | Peccato che questo ragazzo soffra di ingenuità. E' molto interessante, ma ogni tanto perde la testa e fa errori stupidi. Oggi si chiama Torino, ieri si chiamava Brescia, con un'espulsione che costrinse la Samp a soffrire tutto il secondo tempo. Il materiale tecnico c'è, bisogna lavorare sull'aspetto psicologico.
Pozzi 6.5 | Gol su rigore, il suo solito rigore che fa soffrire i tifosi. Seimila passi, ma alla fine la palla entra. Bravo Nick, speriamo abbia un pochino più di spazio.
Eder 7 | Sembra il suo anno. Finalmente sta dimostrando quel che vale anche in Serie A: entra per fare dieci minuti e rivolta la partita come un calzino. Prima si guadagna il rigore dell'1-1, poi - per poco - non porta a casa il match con un jolly da fuoriclasse.

La Samp ha fatto dieci partite in quattro punti, media invidiabile ai livelli delle grandi. Senza la penalizzazione, il Doria farebbe compagnia al Napoli al secondo posto. Invece, si deve "accontentare" del momentaneo terzo posto con la Lazio, che comunque sottolinea quanto l'ambiente blucerchiato stia vivendo un momento di forma. L'importante era accumulare fieno in cascina in vista delle due prossime partite che attendono la Samp. Banchi di prova tremendi che corrispondono alla trasferta in casa della Roma mercoledì e la sfida degli ex con il Napoli nella prossima domenica. Intanto, i ragazzi hanno fatto bene. Peccato però.. l'anno scorso la Samp fu punita giustamente nelle due sfide con il Toro. A Pescara e Milano, la squadra di Ferrara è stata (forse) anche più fortunata di quanto gli episodi della partita facessero presagire. Oggi, invece, avremmo meritato nettamente i tre punti. Insomma, continua la striscia negativa con gli acerrimi rivali del Toro. Si usa quel detto: "Non c'è due senza tre".

Nicola Pozzi, 26 anni, oggi al suo primo gol stagionale: 1-1 il risultato finale.


19 settembre 2012

La spina dorsale.

C'è una famosa massima sul calcio che va sempre tenuta in considerazione: "Per avere un'ottima squadra, non bisogna sbagliare gli uomini che ne compongono la spina dorsale. Un portiere, un libero, un centrocampista ed un attaccante". Questa celebre frase venne pronunciata dal "Professore" Fulvio Bernardini, giocatore negli anni '40 e poi allenatore che suscita molti ricordi nei vecchi appassionati di calcio. In particolare, Bernardini fu anche tecnico della Sampdoria dal 1966 al 1971, nonché direttore generale dello stesso club blucerchiato dal 1977 al 1979. Bene, questa massima non potrebbe essere più utile in un momento come questo. La Samp ha conquistato la terza vittoria consecutiva del suo campionato e vive un momento felice dal punto sportivo, proprio grazie alla spina dorsale citata da Bernardini.

Il portiere è forse, a lungo andare, l'elemento più importante. Sergio Romero è alla sua seconda stagione alla Samp e sta dimostrando che tutto quello che si diceva di buono su di lui non è affatto sbagliato. Se il livello medio della Serie B non ne ha testato abbastanza il talento, quello della Serie A lo sta mettendo a dura prova. E se contro il Siena non è stato particolarmente impegnato, la vittoria di Milano è al 50% sua, con parate che hanno fatto disperare i tifosi milanisti e "fomentare" quelli blucerchiati. L'argentino è titolare della sua nazionale, nonché star di questa squadra. Dopo un'estate a sentire la parola "top-player", il tifoso medio sampdoriano si rende conto che la stella ce l'aveva già dalla scorsa estate. Un giocatore di poche parole, ma molto caldo quando si è sul campo da gioco. E speriamo che la Samp lo tenga il più a lungo possibile.

Sergio Romero, 25 anni, il portiere saracinesca: alla Samp dal 2011.

Il libero è una figura che non esiste più nel calcio di oggi. Da Picchi a Beckenbauer, da Baresi all'ultimo esempio Hierro, il libero è una razza in via di estinzione. E già oggi non se ne vedono più per i campi d'Europa. Ma un buon difensore centrale fa sempre comodo. E chi meglio di capitan Daniele Gastaldello può esserne testimone? Sesta annata sampdoriana, il numero 28 ha dimostrato di essere attaccato alla causa ed all'intero ambiente blucerchiato. Probabilmente anche per la tranquillità che trasmette e che gli ricorda la familiarità di Camposampiero, piccolo paesino veneto in provincia di Padova. Le sue prestazioni sono state esemplari nello scorso campionato di B e, per ora, si è ripetuto a tali livelli anche nelle prime partite. Il gol al Siena conferma anche il suo vizio, quello di proiettarsi in attacco e trovare la rete. Sopratutto quando ce ne è bisogno, come nella finale dei play-off contro il Varese nel Giugno di quest'anno.

Un altro eroe della promozione è stato Pedro Obiang. Secondo Bernardini, il mediano doveva essere un altro pezzo importante della spina dorsale della squadra. E "Pedrito" lo era. Lo scorso anno si era conquistato gli onori della cronaca sportiva con grandi prestazioni da regista. Un mediano in grado di costruire gioco quanto di rompere quello avversario. Ma quest'anno, con Ferrara, c'è stata la svolta: Obiang ha chiesto di essere spostato. Lo spagnolo avrebbe preferito giocare da interno o mezz'ala. Avrebbe potuto così mantenere certe mansioni nella costruzione del gioco ma, al tempo stesso, avere più possibilità d'inserimento in zona gol. Ferrara lo ha seguito e l'esperimento sta funzionando: a Pescara, Obiang ha lanciato l'azione dell'1-0 con un bellissimo passaggio filtrante dei suoi. E sta tirando di più rispetto all'anno scorso.

Pedro Obiang, 20 anni, il perno del centrocampo blucerchiato.

Se c'è uno che sta centrando la porta più degli altri, quello è sicuramente Maxi Lopez. L'ex Catania veniva da sei mesi così così al Milan, nel quale era stato utile, ma non altrettanto apprezzato. Galliani aveva deciso di non confermarlo, prima di vendere Ibrahimovic e Cassano. Ora l'amministratore delegato del Milan si starà mangiando le mani: per Maxi, tre gol nelle prime tre partite di campionato. E se contro il Milan era entrato a poco dalla fine, l'argentino ha giocato quasi 180' nelle due sfide contro Siena e Pescara. Timbrando il cartellino per tre volte. E a Pescara avrebbe anche potuto portare a casa il pallone, vista la tripletta sfiorata. Insomma, un cecchino. Che rischia di fare la storia.

La storia, intanto, la fa chi segue la Sampdoria. In controtendenza rispetto al resto del paese, la Sampdoria tocca 20.000 abbonati ed è la quinta società nella graduatori degli abbonamenti allo stadio per la stagione 2012/2013. Se poi si conta la percentuale di abbonati rispetto alla capienza dello stadio, il Doria balza al secondo posto (20mila su 36mila che contiene lo stadio Ferraris), dietro solo ai campioni d'Italia della Juventus. Un grande risultato. Inoltre, la Samp ha superato per la decima volta negli ultimi vent'anni, la barriera dei 20mila abbonamenti. Numeri straordinari. Che servono a ribadire un concetto. La spina dorsale è importante. Ma, senza queste energie da tifosi appassionati, non varrebbe nulla.

I tifosi della Samp: in 20mila si sono abbonati. Sempre presenti.

16 settembre 2012

Il cinismo è il nostro mestiere.

Che dire.. forse non ce lo saremmo mai aspettati. Se qualcuno mi avesse detto che avremmo fatto tre vittorie nelle prime tre giornate, la risposta più plausibile sarebbe stata una grossa risata. Ed invece questa Samp ha una dote di cinismo che in 16 anni da tifoso sampdoriano non avevo mai visto. Il Doria espugna Pescara per 3-2 dopo una partita sofferta, nella quale l'avversario potrebbe meritare il pari, ma i blucerchiati sono più lesti. Sono più svelti. Sono, in una parola, concreti. E questa dote sarà solo di buon auspicio durante tutto il corso del campionato, dato che i 40 punti della salvezza dovranno arrivare il prima possibile. Intanto ci stiamo togliendo molte soddisfazioni.

La Samp si presenta a Pescara con 10/11 confermati rispetto al precedente match casalingo contro il Siena. L'unica differenza si trova tra i pali. Romero aveva chiesto un permesso da molto tempo per assistere alla nascita della sua secondogenita e, per questo, è rimasto in Argentina. Con Da Costa squalificato fino a Novembre per il calcio-scommesse, in porta si schiera Tommaso Berni, terzo portiere doriano. Ultima partita in Serie A nel Febbraio del 2011. Insomma, se non è scommessa, poco ci manca. Il Pescara, invece, ha cambiato molto. Nella sosta, Stroppa ha avuto tempo per riflettere e comprendere che il 4-3-3 iniziale era troppo spregiudicato per gli abruzzesi. Così, il Pescara si dispone in una nuova veste, il 4-2-3-1, che perlomeno dà più copertura alla sventurata difesa dei delfini.
Vedendo i primi minuti di gioco, la mossa sembra azzeccatissima. Prima Weiss spara centralmente su Berni dal limit dell'area, poi per poco non accade la frittata. Lungo lancio di Colucci al 5', Rossini buca l'intervento e Vukusic si avventa sul pallone, colpendo la traversa dal limite dell'area. Primo brivido dopo appena cinque minuti. E la Samp non sembra dare segni di risveglio, tanto che è ancora Vukusic a rendersi pericoloso. L'ex Hajduk di Spalato prima calcia a lato su assist di Quintero, poi pressa Berni e per poco non lo costringe ad un rinvio controproducente. Il numero 32 blucerchiato, infatti, rinvia addosso al croato, che manca di poco il gol fortunoso.
Quando Poli è costretto ad uscire per infortunio (al suo posto entra Soriano), la Samp si sveglia. Non produce molto, ma perlomeno non lascia il pallino del gioco al Pescara. Prima Maxi lancia Soriano, che però si fa soffiare palla da Eder in fuorigioco; poi Costa colpisce male di testa un pallone scodellato in area da Maresca.
Se la Samp pare in difficoltà, una verticalizzazione basta a risolvere i problemi della formazione di Ferrara. Obiang taglia a metà il centrocampo pescarese e serve in profondità per Eder. Il brasiliano salta Zanon e, con Perin in uscita, serve Maxi Lopez. A porta spalancata, è un gioco da ragazzi per l'argentino: 1-0 e premio anche troppo grande per una Samp inguardabile nei primi 25 minuti di gioco. Il primo tempo non riesce a proporre nient'altro, se non un'entrata da "arancione" di Cascione su Obiang.
Nel secondo tempo, l'inizio è simile a quello del primo: Pescara con il pallino del gioco in mano e Samp in balia degli abruzzesi. L'unico lampo doriano dei primi dieci minuti è di Eder, che salta Zanon con un gioco di prestigio e sfiora il 2-0 con un destro dal limite dell'area, che si spegne di poco a lato. A quel punto, si scatena il giovane colombiano Juan Quintero, che sarà una spina nel fianco per la difesa blucerchiata fino a fine partita. Inoltre, Vukusic coglie un'altra traversa, stavolta con un sinistro fortunoso, battezzato malissimo da Berni. Eder è costretto al cambio - anche lui per infortunio - e Ferrara mette dentro Kristicic, sacrificato nuovamente come esterno.
Il Pescara ha una super-occasione con Weiss, che salta Berardi e Maresca prima di sparare alto a pochi metri da Berni. Stroppa prova la mossa della disperazione: dentro Caprari per Zanon, con l'arretramento di Balzano ed il baricentro dei biancoazzurri che diventa molto offensivo. Ma quando il Pescara tenta il tutto per tutto, la Samp raddoppia. Kristicic, sulla linea dei centrocampisti nell'occasione, trova il corridoio giusto per servire Estigarribia. Il suo lancio di 30 metri mette il paraguaiano nella condizione di freddare Perin con un gran sinistro dentro l'area. 2-0 e Pescara ancora una volta disattento in difesa, sopratutto quando bisogna effettuare la tattica del fuorigioco.
Da lì, la partita è in mano alla Samp. Che sfiora un altro gol sempre con Estigarribia, ma Perin si fa trovare preparato. Mentre Weiss conlcude la propria partita con una punizione a lato, prima di farsi sostituire da Celik. E dopo che la Samp ha nuovamente sfiorato il 3-0 con un bel sinistro a giro di Kristicic, il Pescara accorcia le distanze. Quintero semina il panico nella difesa blucerchiata, prima di servire un solissimo Celik, che batte Berni dall'interno dell'area. 2-1 e partita riaperta.
Bastano 120 secondi ed il match sembra sigillato: Soriano serve Maxi Lopez in profondità, il centravanti sampdoriano fa scorrere il pallone e batte Perin per la terza volta. Il suo destro chirurgico vale il 3-1 per gli ospiti. Buttato dentro anche Abbruscato per un buon Vukusic, il Pescara si getta in avanti senza più guardare alla difesa. Caprari è il protagonista del finale convulso di partita. Prima ci prova da fuori, ma Berni para a terra. Poi il talento scuola Roma trova il gol del 2-3 con un gran destro dai 25 metri: nulla da fare per il portiere sampdoriano, che pure tocca il pallone prima che finisca in rete. Il finale è un pressing asfissiante, che però non porta alla creazione di nessuna chiara occasione da gol. E' 3-2 Samp.
Un punteggio tutto sommato giusto, ma se i padroni di casa avessero pareggiato, forse non ci sarebbe stato nulla da dire. Il Pescara, con questi uomini e con questo modulo, può sicuramente mettere più paura di quanto non ne abbia fatta nelle prime due giornate. Certo, andrà registrata un pochino la difesa, spesso impreparata agli attacchi avversari. La Samp è molto cinica, come mai abbia ricordato nella mia vita da tifoso.

Berni 5.5 | Insomma.. il ragazzo non giocava da parecchio e ha disputato solo sei partite negli ultimi cinque anni. Onestamente, era difficile aspettarsi di più.
Berardi 6 | Weiss fa tanta scena, ma alla fine non gli crea grossissimi problemi.
Rossini 6 | All'inizio si lascia scappare Vukusic, poi si riprende senza troppe incertezze.
Gastaldello 6.5 | Il migliore della nostra difesa, sempre sul pezzo.
Costa 6 | Finché è in campo, fa il suo compitino. Avrebbe potuto osare di più, visto che Balzano - in quanto terzino di ruolo - non lo ha attaccato così insistentemente.
Maresca 6 | Bene in fase d'impostazione, ma quanto soffre la mobilità di Quintero. Il ragazzino colombiano lo salta parecchie volte, dimostrando che anche l'età conta qualcosa.
Obiang 6.5 | Partita leggermente sotto la media, ma non può essere straordinario sempre.
Poli 6.5 | Il migliore della Samp nei primi e tremendi 20'. Poi s'infortuna ed è costretto a lasciare il campo.
Estigarribia 6 | Lo salva il gol, altrimenti sarebbe stato - senza dubbi - il peggiore degli undici con la maglia blucerchiata. Abulico, assente, non attacca quasi mai Modesto. Quando poi viene spostato sulla sinistra, a causa dell'infortunio di Eder, Zanon gli concede molto più spazio e lui colpisce.
Eder 6.5 | Buona la partita del brasiliano. Molti spunti, ma sopratutto l'intesa con Maxi Lopez cresce con il passare delle gare. Peccato per il suo infortunio, speriamo non sia nulla di grave.
Maxi Lopez 8 | Che mostro. Non lo noti molto, ma intanto siamo a tre gol in due gare e mezzo con la maglia della Sampdoria. Se sarà questo il ritmo tenuto dal "rubio", sarà difficile stargli dietro. Il secondo gol è da centravanti di razza.

Soriano 6 | Prova sufficiente la sua, peccato per il mancato dinamismo che di solito fornisce alla squadra.
Kristicic 7 | Continuo la mia personale crociata contro il ruolo che Ferrara ha designato per il ragazzo. Non è un esterno. Infatti, la cosa migliore della sua partita la fa quando è sulla linea dei centrocampisti. Il lancio per il 2-0 di Estigarribia è roba degna di un centrocampista con i controfiocchi. Speriamo che l'allenatore se ne renda conto.
Castellini 5.5 | Speravo di vedere Poulsen in campo. Purtroppo il danese non sembra ancora pronto e allora dentro l'eterno ex Parma, che però vede le stelle contro Caprari.


Adesso siamo a nove su nove. Oddio, i punti in classifica sono otto, ma quel -1 comincia ad essere solo un dato statistico e non più un fastidio. Ora ci attende il Torino, che affronteremo in casa nel prossimo turno. Il match del 23 Settembre - ore 12.30 - ci permetterà di sfidare degli eterni rivali. Ma sopratutto dei contendenti alla salvezza. La squadra di Ventura mi sembra quadrata, ma noi abbiamo dimostrato di non essere da meno. Bisognerà ricordarsi le due sconfitte dell'anno scorso per evitare di commettere gli stessi errori. Due 2-1 che costarono molto in termini di orgoglio. L'importante è vincere, per arrivare sereni alle due sfide di fuoco contro Roma e Napoli. Del resto, abbiamo imparato che il cinismo è il nostro mestiere.

Maxi Lopez, 28 anni, è in forma: tre gol in tre gare con la maglia della Samp.

13 settembre 2012

Quasi blucerchiati.

Da tifosi, tutti abbiamo un sogno. Tutti desideriamo che qualche particolare giocatore venga a vestire la maglia della Sampdoria. E quanti ne abbiamo visti con quei magici colori indosso.. ma quanti non sono arrivati per poco? Chi è stato vicinissimo a vestire la nostra maglia e poi non se ne è fatto più nulla? La lista dei "rimpianti" è stata aggiornata recentemente, come ha dichiarato il d.s. Sensibile in un'intervista al Corriere Mercantile. Ma prima di scoprire chi fosse il "Mister X" dell'estate blucerchiata, andiamoci a rivedere qualche mancato colpo del passato.

Se parliamo di rimpianti riguardo grandissimi giocatori, vengono in mente sopratutto Milan ed Inter. Dalle due squadre di Milano potevano arrivare i cosiddetti "top-player", come va di moda chiamarli adesso. Sponda rossonera furono due i casi più eclatanti. Ricordando quello più lontano, esce fuori il nome di Franco Baresi. Sì, proprio l'ex capitano del Milan e della nazionale ai Mondiali americani del 1994. All'epoca - anno 1982 - il Milan retrocesse per la seconda volta in pochissimo tempo, dicendo addio alla Serie A. Baresi, a quel tempo giovane libero della difesa rossonera, era incerto sul da farsi. Intanto Bearzot lo convocò, facendogli passare una bella estate e regalandogli la possibilità di far parte della squadra che vinse il Mondiale del 1982. Baresi non scese mai in campo, dato che era la riserva di Scirea, ma fu comunque una grandissima gioia. A quel punto, tornato in Italia, il presidente della Samp Paolo Mantovani offrì cifre a nove zeri per accaparrarselo. Con Pietro Vierchowod avrebbe formato la coppia di centrali più forte del campionato. Ed invece il cuore milanista di Baresi disse no all'offerta della Samp.
Altra delusione, più recente, è quella offerta dall'affare Shevchenko. A dir la verità, su questa vicenda non si sa quanto ci sia di vero. Se effettivamente avesse già preso casa a Genova. Se qualcuno l'avesse mai avvistato al Baluardo a fare le visite mediche. Ma si sapeva che la Samp ci stava pensando, visto che l'ex Pallone d'Oro non stava passando un buon momento professionale. Passato dal Milan al Chelsea per 44 milioni di euro nell'estate del 2006, Sheva ha attraversato un periodo di scarse prestazioni nei Blues. Sopratutto al secondo anno, quando i soli otto gol realizzati lo hanno proclamato "flop decennale della Premier League".
A quel punto, Marotta ha ripensato all'affare Cassano dell'estate precedente. A come si è preso un giocatore messo da parte in una grande squadra come il Real Madrid e a come lo si è rilanciato grazie alla tranquillità dell'ambiente Samp. L'ex amministratore delegato del Doria avrebbe voluto portare a termine la stessa operazione con il Chelsea, facendo leva sulla voglia di Sheva e sul suo desiderio di dimostrare che non era finito. Regalare alla squadra una coppia d'attacco Shevchenko-Cassano.. sarebbe stato un colpo da maestro. Le voci si rincorsero per ben due mesi e mezzo, finché il Milan non s'inserì - in modo anche inutile - per riportare Sheva a casa. Con la stessa formula richiesta dalla Samp, i rossoneri presero Shevchenko in prestito per un anno dal Chelsea. Fu un fiasco totale: 26 presenze ed appena due gol in tutto il 2008/2009. Come a dire: "ve l'abbiamo fregato giusto per farvi un torto". Il caso-Storari nell'estate 2010 e la cessione di Cassano nell'inverno successivo confermeranno che i rapporti di mercato tra la Samp ed il Milan non sono dei migliori.

Andriy Shevchenko, 36 anni: la Samp sfiorò il suo ingaggio nell'estate del 2008.

Stessa città, sponda diversa. Qui gli affari sono stati di più e quelli sfumati hanno un peso importante. Per esempio: per quante estati abbiamo sentito "Alvaro Recoba vicino alla Sampdoria"? L'uruguaiano dal sinistro magico, quello che faceva volare la fantasia di molti tifosi, veniva regolarmente accostato alla società blucerchiata. Le possibilità più concrete ci furono nell'estate del 2003 ed in quella del 2006. Nel primo caso, il motivo di allontanamento di Recoba dall'Inter era la delusione post-semifinale di Champions League. Sì, proprio quella persa dall'Inter contro i rivali cittadini del Milan. Recoba, stanco dell'essere continuamente in bilico, pensò di allontanarsi dalla maglia nerazzurra, ma poi non se ne fece più nulla. Nel secondo caso, Recoba era quasi alla fine del contratto con l'Inter e si pensò che anticipasse la partenza. Il legame nell'intreccio di mercato tra la Samp ed "El Chino" era Walter Novellino. Allenatore della Sampdoria dal 2002 al 2007, WAN aveva allenatore Recoba in quel di Venezia nel 1999. Con lui in attacco e Novellino in panchina, il Venezia scalò la classifica e si guadagnò la salvezza con largo anticipo. In quell'impresa, i sei mesi di prestito dell'uruguaiano furono decisivi. Purtroppo, non se ne fece mai nulla. Anche se WAN e Recoba hanno avuto, alla fine, l'occasione di ricongiungersi al Torino. Nel 2007/2008, Novellino fu l'allenatore dei granata e Recoba venne prestato alla squadra piemontese. Andò male ad entrambi: il tecnico fu esonerato ad Aprile e l'attaccante fece solo tre gol in 24 presenze con il Torino. Però, che peccato. Sarebbe stato decisamente interessante vedere un giocatore di quella classe con la nostra maglia addosso.
Così come sarebbe curioso osservare Christian Vieri nella sua nuova avventura blucerchiata. Peccato che essa non ebbe mai inizio. La storia dell'affare Vieri è paradossale. Scaricato dall'Inter nel 2005, l'attaccante firmò con il Milan, salvo poi andarsene dopo sei mesi e due gol. L'ex centravanti nerazzurro voleva giocare il Mondiale del 2006 e quindi cercò una squadra che gli desse minuti sul campo. Scelto il Monaco di Guidolin, segna tre gol prima di infortunarsi seriamente e di dire addio alle sue chances mondiali.
Finito il calvario del recupero, Vieri si rimette in gioco. A 33 anni, firma con la Sampdoria un contratto annuale. E lascia trapelare grandissimo entusiasmo per questa nuova avventura. Un entusiasmo che contagia anche i più scettici, in un momento buio per quanto riguarda le prestazioni blucerchiate. Ma l'idillio dura poco, finché un mese dopo Vieri non pensa di ritirarsi dal calcio. La domanda che viene da farsi è perché non c'abbia pensato prima di firmare con la Samp.. fatto sta che l'ex centravanti della nazionale rescinderà il contratto con la Samp. Il ritiro sembra vicino, fino a che Vieri non firma con l'Atalanta, smentendo così tale ipotesi. Giocherà per altri tre anni. E' proprio vero: "Dio li fa e poi li accoppa", come disse Giobbe Covatta..

Christian Vieri, 39 anni: nel 2006 firmò con la Samp. Salvo andare via dopo un mese.

Infine, il "quasi" più clamoroso nella storia del calciomercato sampdoriano. Estate 1997: la Samp si prepara a perdere 15 anni di storia. Roberto Mancini è, infatti, in procinto di passare alla Lazio di Sven-Goran Eriksson. Dopo un'ultima stagione molto prolifica (15 gol), il "Mancio" vuole rivincere lo scudetto e la squadra biancoceleste è la piazza giusta per riprovarci (ed i fatti gli daranno ragione). Fatto sta che la Samp di Enrico Mantovani non vuole ritrovarsi scoperta in quel ruolo e decide di spendere in anticipo per sostituire il numero 10 sampdoriano. Si guarda a Francesco Totti. Già, il "Pupone" non trova spazio con Carlos Bianchi e, nell'inverno 1997, è vicino alla cessione. La Sampdoria fa il passo più deciso ed è vicinissimo ad acquistarlo. Poi venne il "Torneo Città di Roma" e la consacrazione. Totti stende sia l'Ajax che il Borussia Moenchengladbach. E lo fa con una grandissima prestazione. Così, Franco Sensi - l'allora presidente romanista - decide di non comprare Jari Litmanen, fuoriclasse dei Lancieri, e di puntare sul prodotto del vivaio giallorosso. Che diventerà il simbolo ed il capitano della Roma, oltre che l'immenso fuoriclasse che noi tutto conosciamo.
E' stato un peccato, ma tutto sommato questo è l'affare con meno rimpianti. Totti è diventato il giocatore che ammiriamo oggi proprio perché si sente simbolo della sua città e della sua squadra. E' più di un fuoriclasse, è un vessillo fiero delle sue origini. Forse a Genova non avrebbe potuto contare su queste motivazioni e, probabilmente, non sarebbe arrivato dove è ora. Le doti ci sarebbero state in ogni caso, ma senza una grande voglia è difficile tradurle in ciò che abbiamo visto fino ad oggi. Certo, alla Samp arrivò Morales e fu un fiasco totale. Insomma, non Totti, ma forse qualcuno più adatto al ruolo si sarebbe potuto trovare.

Francesco Totti, allora 20enne, fu vicinissimo alla Samp nell'inverno 1997.

E arriviamo ai giorni d'oggi. Nella sua ultima intervista, Pasquale Sensibile ha confessato un retroscena di mercato molto interessante. Quest'estate un grande del calcio argentino si era proposto alla Sampdoria: Juan Roman Riquelme. L'ex Villareal si era fatto avanti tramite il suo connazionale Sergio Romero, che lo aveva segnalato a Sensibile e Ferrara. Esaurito il suo contratto con il Boca Juniors, Riquelme avrebbe voluto farsi volentieri un'esperienza italiana. Secondo le parole di Sensibile, il nuovo allenatore della Samp non ci ha dormito per due notti. Alla fine, si è rinunciato alla classe ed all'esperienza di Riquelme a causa di esigenze tattiche. Nel 4-3-3 di Ferrara, non sembrava che ci fosse posto, né collocazione. Personalmente lo trovo un rimpianto abbastanza grande. Un giocatore così andava provato e, oltretutto, sarebbe potuto essere considerato come regista, vista la sua visione di gioco e la precisione del suo letale piede destro. Diciamo che, invece di Maresca, sarebbe potuto arrivare Riquelme. Peccato. Rimarrà come uno dei tanti "quasi" blucerchiati di questi anni.

Juan Roman Riquelme, 34 anni, è stato la storia del Boca negli ultimi anni.

10 settembre 2012

Pane, amore ed esperimenti.

C'è la pausa per le nazionali, ma la Sampdoria non si ferma. Ciro Ferrara ed il suo staff hanno approfittato di questo "intervallo" per mettere a punto alcuni schemi e la condizione fisica dei giocatori, grazie ad un'amichevole contro il Parma. Organizzato all'Ennio Tardini, l'incontro di sabato ha lasciato alcune sensazioni importanti all'allenatore. La squadra è scesa in campo con il classico 4-3-3, che vedeva sul terreno di gioco interpreti che non erano stati molto utilizzati dall'allenatore nei primi 180' di campionato. Con i nazionali impegnati in amichevoli e partite di qualificazione, c'è stato molto spazio per gli esperimenti. L'1-1 finale, con le reti di Fideleff al 37' e di Eder all'83', ha lasciato qualche indicazione importante. Una su tutte per quanto riguarda l'attacco. Ferrara ha messo in campo un tridente molto offensivo, con tre punte davanti: Icardi e Eder sugli esterni a supportare il centravanti Pozzi. Se il buon Nick si è trovato bene nella sua posizione, un po' più fatica l'hanno fatta il giovane argentino e la seconda punta brasiliana, che sono mancati d'attenzione riguardo le coperture a centrocampo. In effetti, un 4-3-3 ben funzionale dovrebbe avere - come interpreti offensivi - un esterno di centrocampo, una seconda punta ed un centravanti, in modo da non sbilanciare l'assetto della squadra. Con due attaccanti ed una prima punta, i risultati non sono stati esaltanti e si è sofferto sopratutto nella seconda frazione di gioco. L'altro esperimento portato avanti da Ferrara è stato Berardi in posizione di centrale di difesa: anche in questo caso, non è andata benissimo. Il ragazzo è un terzino puro e ha fatto fatica vicino a Gastaldello, rimediando anche un giallo durante il secondo tempo. La sua posizione è la fascia destra di difesa, con i pregi ed i difetti che contraddistinguono il suo gioco.
Tra i più positivi segnalo Berni, Tissone e Renan. Se l'argentino è parte integrante di questo progetto tecnico, il portiere ex Lazio riassaporava i 90' dopo molto tempo. E la sua prova è stata di buon livello, respingendo in più occasioni l'attacco del Parma. Aveva anche fatto un mezzo miracolo sul colpo di testa di Fideleff, ma non è bastato per evitare il gol. La sensazione è che Tommaso sia in forma e questo è di buon auspicio in vista di Pescara, quando Romero mancherà per seguire la nascita della sua secondogenita e Da Costa sarà ancora squalificato per il calcio-scommesse. Nella trasferta abruzzese, sarà Berni a difendere i pali della Samp e sembra in un buon stato di forma. Per chiudere, il brasiliano ha dimostrato che il tempo passato in panchina in questo inizio di stagione non lo ha svalutato, anzi lo ha motivato ulteriormente. Le staffilate mancine che sono tipiche del suo repertorio non sono passate di moda. Invece, le note negative si possono registrare per quanto riguarda le prestazioni di Munari, Castellini ed Icardi. Il centrocampista è mancato del solito dinamismo che lo contraddistingue, mentre l'ex Parma ha dimostrato che non può dare più un certo contributo alla causa doriana a causa del suo gioco scolastico e delle poche sovrapposizioni in attacco. La delusione più cocente, almeno personalmente, viene dal giovane attaccante argentino. Mi aspettavo qualche spunto in più da parte sua, invece è sembrato macchinoso ed un po' in difficoltà.
Sono indicazioni generali che saranno utili per il resto del campionato. Il Parma è sembrata una buona compagine, sebbene un po' carente a livello di esterni, ma con tanto fosforo a centrocampo. E' sembrato interessante anche Arteaga, classe 1994 che farà parlare di sé con la maglia gialloblu. In ogni caso, è stata l'occasione per celebrare la tradizionale amicizia che contraddistingue le due tifoserie da diversi anni, con tanto di striscioni celebrativi.

Foto di gruppo per le due squadre, simbolo di un gemellaggio duraturo.

A livello di trasferimenti, il calciomercato in entrata ha fatto registrare un'ultima operazione. La Sampdoria ha prelevato Davide Gavazzi, ala classe 1986, dal Vicenza, pur lasciandolo in prestito in Veneto per un'altra stagione. Un acquisto costato un milione di euro e che spero possa essere utile alla causa blucerchiata nel prossimo futuro. Se le operazioni in entrata sono finite, quelle in uscita hanno avuto un'impennata. La delega concessa dalla Lega Calcio a Grosseto, Vicenza e Lecce ha portato la Samp a sfoltire coloro che sono rimasti fuori dal progetto tecnico di Ciro Ferrara. Se Gavazzi (o almeno il suo cartellino) ha preso la strada di Genova, il tragitto inverso è stato percorso da tre giocatori blucerchiati. Marco Padalino e Franco Semioli si sono trasferiti a titolo definitivo. Per lo svizzero quattro stagioni in blucerchiato senza particolari lampi, per l'esterno ex Chievo tre annate travagliate. Ma quando c'è stato, è risultato decisivo (vedi approdo in Champions League). A Vicenza, seppur in prestito, si è trasferito anche Zsolt Laczko. L'ungherese avrà l'occasione per fugare ogni dubbio sulla sua effettiva valenza: utile alla Samp o giocatore da scartare? Vedremo a Maggio. Infine, l'ultima operazione in uscita è stata effettuata nella mattinata: Salvatore Foti a Lecce a titolo definitivo. Un peccato, se si ripensa a quel gol in Samp-Messina del 2005/2006. Allora aveva 18 anni ed il mondo ai piedi, ma troppi prestiti sono andati sprecati e la Samp ci ha rinunciato. Personalmente gli auguro il meglio in Salento, sono convinto che possa sfondare almeno in B, figuriamoci in Lega Pro..
Ora, l'unico "esodato" di lusso rimane Angelo Palombo. Per lui si avanza l'ipotesi del re-integro e chissà che Ferrara non ci pensi per il centrocampo della Samp, sebbene il reparto sia molto affollato. Gli esperimenti sono ancora in corso..

Zsolt Laczko, 26 anni, nazionale ungherese: per lui il prestito a Vicenza è fondamentale.

07 settembre 2012

Cuore di capitano.

La vita è sicuramente strana. Un giorno arrivi in una città, pensando che ci rimarrai solo per poco tempo. E invece, cinque anni dopo, ti ritrovi capitano e perno di una squadra che ha finalmente riconquistato la fiducia in se stessa, dopo anni fantastici e cadute terribili. Ma sopratutto puoi dire che, nella brutta e nella cattiva sorte, ci sei sempre stato. E' questo il motivo per il quale Daniele Gastaldello, centrale veneto e roccioso, può camminare a testa alta tra le vie di Genova. Il nuovo capitano della Sampdoria ha una storia molto particolare, ma certamente per cui vale la pena spendere due parole. Anche alla luce di ciò che ha fatto in questi anni e di ciò che rappresenta ora per la nostra beneamata.

Gastaldello, 29 anni, qui all'esordio con la Nazionale in Ucraina nel 2011.

Daniele Gastaldello nasce a Camposampiero (in provincia di Padova) il 28 Giugno del 1983 e tira i primi calci proprio nella squadra più importante nel raggio di pochi chilometri, ovvero il Padova. Preso per le giovanili, Daniele cresce nei patavini fino al 2000, quando esordisce in prima squadra e colleziona 21 presenze in due stagioni tra C2 e C1. Non può fare a meno di notarlo la Juventus, che lo preleva dalla squadra veneta per pochi spiccioli. A Torino, Gastaldello cresce nella primavera bianconera sotto la guida di Gian Piero Gasperini, suo mentore che poi sarà anche avversario in tanti derby. Con la primavera della Juventus, Gastaldello porta a casa un Trofeo di Viareggio e poi viene ceduto al Chievo, in comproprietà, legando ancor di più con la sua terra natale. Ma a Verona non vede granché campo e viene ceduto in prestito, per un anno e mezzo, al Crotone, dove ritrova Gasperini, stavolta come allenatore dei calabresi. Riscattata la sua metà dalla Juve, il Chievo lo cede in comproprietà al Siena, dove il "Gasta" rimane un paio d'anni, dimostrandosi tagliato anche per la Serie A, sebbene un po' acerbo. In due stagioni di Serie A con i toscani, il difensore ormai 25enne si ritaglia lo spazio che necessita per crescere. Il bilancio finale è tutto sommato positivo: 48 presenze in tutte le competizioni ed un gol all'Inter nel teatro di San Siro, che regala il pareggio finale al Siena contro i nerazzurri.

Gastaldello rincorre Cassano, 30 anni, dopo un gol: è il primo anno di Samp.

Nell'estate del 2007 arriva la Samp. E Gastaldello arriva in punta di piedi in quel di Bogliasco, magari anche tra qualche mugugno. Questo perché il ragazzo ha fatto due anni di Serie A, ma giocava nel Siena ed il tifoso medio sampdoriano, dopo un anno e mezzo "bruttino", dice a se stesso: "La Samp è un'altra cosa". Si cerca il sostituto - in campo e nel cuore dei tifosi - di Giulio Falcone, partito per Parma dopo quattro stagioni in blucerchiato. Nessuna pensa che il difensore veneto possa esser titolare, tutto al più potrebbe essere un rincalzo per il nuovo tecnico, Walter Mazzarri. Ma l'ex allenatore della Reggina non la pensa così e lo schiera più volte nella sua difesa a tre.
Pur partendo con i galloni di riserva alle spalle del terzetto composto da Accardi, Sala e Campagnaro, Gastaldello non sbaglia un colpo quando è in campo. Anzi, regala qualche gioia ai tifosi sampdoriani, come i due gol alla Fiorentina tra andata e ritorno. In particolare quello di Firenze è quello che permette di sognare i preliminari per la Champions alla Samp, salvo poi doversi smentire nel finale di campionato. Comunque, il buon Daniele si conquista la fiducia dei tifosi e s'incammina nella stagione successiva con grandi speranze. Sempre con Mazzarri, il 2008/2009 del centrale veneto è leggermente più negativo, con qualche errore di troppo a condire le sue prestazioni.
La svolta arriva con Luigi Delneri, che diventa tecnico della Sampdoria nell'estate del 2009. Consumato il divorzio con Mazzarri, il tecnico friulano imposta una difesa molto alta per la stagione che verrà e tutti e quattro gli elementi difensivi devono essere sincronizzati. Gastaldello e gli altri riescono bene nell'impresa, che porta la Samp a subire pochissimi reti, nonché ad essere la miglior difesa casalinga a livello europeo (solo dieci reti subite). Inoltre, il numero 28 blucerchiato realizza tre marcature (tutte fuori casa, contro Catania, Siena e Bologna) che aiutano la squadra a raggiungere un obiettivo insperato ad inizio stagione: i preliminari di Champions League. Non solo: la Juventus lo cerca sul mercato nell'estate del 2010, trovando però il netto rifiuto della Samp a cederlo. Infine, la Nazionale gli apre le porte, convocandolo nell'Agosto del 2010 e facendolo esordire nel Marzo del 2011.

Il numero 28 blucerchiato in ginocchio dopo una partita: un'immagine ricorrente nel 2011.

Sembra il paradiso, ma non è così. Ormai perno centrale della difesa, Gastaldello scala posizione anche nella gerarchia dei capitani, diventando il vice-Palombo nel 2010/2011 dopo il caso-Cassano. Ma proprio la stagione che potrebbe essere dell'Europa e della Champions diventa quella degli incubi e delle cattive prestazioni. Come un po' tutta la squadra, fino a Gennaio sfodera grandi numeri. In un Samp-Milan, Gastaldello riesce nella difficile impresa di annullare Ibrahimovic e servire l'assist dell'1-1 a Pazzini, giocando una delle sue migliori partite con la maglia blucerchiata. Segna un gol nell'intera stagione (quello del 2-0 momentaneo al Bologna a Febbraio 2011), ma il calo delle prestazioni è dietro l'angolo in primavera, come per tutta la squadra. Non basta la pessima forma della difesa a giustificare il suo rendimento. E neanche la cattiva condizione fisica lo aiuta, con un'ernia inguinale che si trascina fino a fine campionato. La partita persa in casa con il Cesena è probabilmente la sua peggior prestazione in tutta la sua avventura sampdoriana e, nel finale di campionato, non riesce ad evitare l'inevitabile. E' Serie B, con tutte le giuste domande sul suo futuro: rimarrà o meno?
Alla fine, dopo tanti intrecci di mercato, il "Gasta" non molla e rimane. Juventus, Inter, Padova e Chievo tentano di convincerlo fino all'ultimo giorno di mercato. Ma il numero 28 blucerchiato rimane al centro della difesa, convinto che la Samp potrà solo migliorare e riprendersi. Ma, nonostante il suo rendimento impeccabile, la categoria gioca un brutto scherzo al Doria, che fatica fino a Gennaio. E' lì che Gastaldello trova una nuova luce con la quale esporsi al popolo sampdoriano.
Fatto numero uno: Palombo, fuori condizione e forse anche dal progetto tecnico, viene silurato all'Inter in prestito. Perciò, Daniele Gastaldello diventa il nuovo capitano della Sampdoria: nel proseguo del campionato, è una cosa che peserà moltissimo sulla condizione psicologica dei blucerchiati. Fatto numero due: il nuovo capitano si riduce immediatamente il contratto e lo allunga fino al 2016, dimostrando molto attaccamento alla causa. Intervistato dal Secolo XIX, "Gasta" dirà: "Per me era un obbligo morale". In seguito si scoprirà che la società lo ha invogliato, ma Gastaldello avrebbe potuto puntare i piedi e chiedere di essere ceduto all'ultimo. Non lo ha fatto. E' rimasto e questo rimarrà un gesto indelebile per molti.
Da lì in poi, il resto è storia più o meno conosciuta. Gastaldello è uno dei perni della rimonta della Samp verso i play-off e la squadra, guidata da Iachini, riesce nell'impresa. Il capitano è fondamentale, con tre gol, di cui due nella finale dei play-off contro il Varese. Il suo colpo di testa all'83' della finale d'andata sarà poi il gol che farà la differenza la promozione della Samp ed il Varese, che rimane in B. Adesso, la nuova stagione ci ha riportati a casa e Gastaldello ha pensato subito di metterci la firma, con un salvataggio sulla linea a San Siro ed il gol-vittoria contro il Siena a Marassi. E siamo solo all'inizio, caro capitano. Portaci lontano come hai sempre fatto.

Gastaldello segna il 3-2 contro il Varese nella finale d'andata dei play-off: sarà il gol decisivo.


03 settembre 2012

Meno trentacinque.

E anche questa è andata. La Samp vince anche la prima a Marassi contro un Siena abbastanza remissivo. Il 2-1 finale sta anzi un po' stretto alla squadra di Ferrara, che ha dimostrato di essere una buona compagine e che il colpo a San Siro non è stato solo oggetto di fortuna. Al contrario, Cosmi avrà molto da pensare, dato che i toscani sono sembrati poco consistenti ed incapaci di creare grossi pericolo. Per quanto ci riguarda, almeno questa volta, va bene così: la Samp si prepara a disputare un buon campionato, se la condizione la assisterà per l'intera stagione.

Il Doria si presenta con gli stessi undici che hanno compiuto il miracolo contro il Milan, con un'unica novità: Maresca, arrivato da pochi giorni, gioca come perno di centrocampo al posto del compassato Tissone. Il Siena si ripropone con lo stesso assetto tattico che ha portato il primo punto in campionato: 3-5-2 con Calaiò e Zé Eduardo davanti, mentre Rosina e Bogdani scaldano la panchina. La Samp dimostra subito di controllare l'andazzo della partita e si propone pericolosamente al 6': combinazione di fino tra Costa e Poli, cross del terzino sinistro ed Eder spara un destro che Pegolo respinge senza troppi problemi. Al 12', è lo stesso brasiliano a riprovarci, stavolta con meno fortuna. Infatti, il numero 23 prima tira addosso al portiere avversario, poi sparacchia alto da buona posizione, seppur con le spalle alla porta. La Samp continua ad impostare il suo gioco ed Estigarribia, al 18', tira da fuori area con un buon sinistro, impegnando Pegolo alla respinta. Il Siena pare troppo lento nelle ripartenze ed incapace di impostare una veloce manovra d'attacco.
Al 20' episodio dubbio in area senese: palla a Maxi Lopez, che si libera bene di avversario e segna l'1-0 dal limite dell'area di rigore. Peccato che il gioco sia già fermo, perché l'arbitro ha segnalato la carica del centravanti argentino ad un difensore del Siena. Gol annullato, ma la Samp non si ferma: tre minuti più tardi, una triangolazione tra Poli ed Eder porta il centrocampista blucerchiato al tiro, contrato da Neto in calcio d'angolo.
L'unico pericolo del Siena alla porta sampdoriana lo produce Del Grosso, con un bel sinistro da fuori area al 33': Romero lo disinnesca senza troppi problemi. Tutto sembra volgere al termine, quando un lampo "rubio" accende la notte di Marassi. La rimessa laterale di Berardi viene raccolta da Maxi Lopez in area; il biondo attaccante si gira, fa due passi e manda il pallone in rete con un bel sinistro a giro. 1-0 al 44' e la Genova blucerchiata è in delirio. Bel modo di presentarsi al suo pubblico per l'ex Catania, che sicuramente risulterà uno dei migliori del match.
Si va al riposo e la ripresa non porta grandi cambiamenti sul campo, anche se il Siena mette in campo Valiani al posto di un ex come Mannini. Ed i toscani propongono la prima occasione del secondo tempo, con Calaiò che gira alto un cross di Del Grosso. Insomma, i toscani non sono il massimo della prosperità davanti ed è così la Samp a sfiorare il raddoppio. Dopo l'ennesimo fallo di Felipe, Eder coglie il palo su punizione deviata dal limite dell'area: un po' sfortunato il brasiliano nel match odierno. Purtroppo, dopo i cambi di Zé Eduardo e Poli per Rosina e Munari, ecco l'episodio che rischia di cambiare una partita dominata: lancio di Vergassola, Calaiò stoppa bene e Gastaldello lo stende prima che l'ex Napoli possa calciare. Giallo al capitano doriano e rigore per i toscani. Romero si tuffa bene ed è fortunato, visto che Calaiò coglie il palo. Peccato che Vergassola si avventi sulla respinta e sigli l'1-1. Per il capitano del Siena è il quarto (!) gol contro la sua ex squadra, di cui ha vestito i colori negli anni bui della B.
Fortunatamente, la Samp è una squadra dotata sul piano del carattere e, pochi minuti dopo, arriva l'immediata risposta blucerchiata. Sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Obiang raccoglie il pallone, lo lavora e mette in mezzo, trovando la zuccata di capitan Gastaldello. 2-1 e secondo gol di "Gasta" contro la sua ex squadra; infatti, il numero 28 non esulta. Trovato il nuovo vantaggio, la Samp deve solo gestire. Giusto un paio di episodi significativi, come l'espulsione di Felipe per doppia ammonizione e la traversa di Maresca su calcio di punizione. Il resto è una lunga corsa sul prato di Marassi, alcune sostituzioni e l'ovazione all'entrata di Pozzi in campo, seppur solo per 10 minuti.

Romero 6.5 | Non soffre troppo, ma quando è impegnato si applica: para la bomba di Del Grosso e sul rigore aveva azzeccato l'angolo..
Berardi 6 | Atleticamente sta bene, purtroppo non mi sembra precisissimo in fase tecnica. Per ora va bene così, ma aspettiamo De Silvestri.
Gastaldello 6.5 | Con il gol si fa perdonare la castroneria sul rigore del Siena.
Rossini 6.5 | Più tranquilla la sua partita, Zé Eduardo non lo fa penare e Rosina agisce troppo lontano dall'area.
Costa 6.5 | Dalla sua parte il Siena si fa vedere poco. E allora, per lui, ci sono molti spazi per bucare la difesa avversaria. Mi sta sorprendendo in questo ruolo durante quest'inizio di campionato, anche se - pure qui - aspettiamo il terzino titolare.
Maresca 7 | Perfettamente a suo agio nel campionato che aveva lasciato sette anni fa, "il Capo" comanda il centrocampo senza paura.
Poli 6.5 | Molta cattiveria, ma dovrà migliorare in fase d'inserimento. Intanto si fa una gita con Prandelli..
Obiang 7 | Se continua sulla media di queste prime due gare di Serie A, sarà un campionato fantastico. Il ragazzo non è pronto, di più! Anche da interno di centrocampo è in grado di deliziare.
Estigarribia 7 | Bello deciso il paraguaiano, meno timoroso che a San Siro e sopratutto brucia il povero Del Grosso con le sue accelerazioni fulminanti.
Eder 6.5 | Un po' impreciso sotto porta, mettici anche la sfortuna ed il brasiliano non trova il gol. Le premesse sono buone, speriamo che - stavolta - faccia vedere quel che vale anche in A.
Maxi Lopez 7.5 | Che centravanti, signori miei. Rimango un po' scettico sulla media realizzativa, ma il lavoro di squadra che l'argentino fa è spettacolare: si sbatte, tiene alto il baricentro della Samp, segna e fa anche espellere Felipe. Non si poteva volere di più per il suo debutto ufficiale a Marassi.

Munari 6 | Il suo dinamismo è utile in un centrocampo molto tecnico, ma stanco nella ripresa.
Kristicic 6 | Continuo a pensare che il suo sacrificio come esterno ne limiti il potenziale. Ma se è l'unico modo per non bruciarne la crescita per la troppa sovrabbondanza a centrocampo, così sia.
Pozzi s.v. | Non vede palla e la partita è già bella che decisa. Ma quando un intero stadio ti aspetta solo per cantarti qualche coro di gioia, ne vale comunque la pena.

E ora c'è la pausa per le nazionali. La Samp ci va tranquilla, con sei punti (pardon, cinque) in saccoccia e due vittorie su due, come le ben più blasonate Juventus, Napoli e Lazio. Non abbiamo mostrato nulla in meno rispetto a queste squadre, certamente non lotteremo per alti obiettivi, ma come non si può essere fiduciosi? Ci vorrà tempo per confermare queste buone sensazioni, ma intanto ci godiamo il presente. Meno trentacinque alla salvezza, Pescara la prossima meta. Buona pausa a tutti e forza Doria!

Maxi Lopez, 28 anni, festeggiato da Eder, 26, dopo l'1-0 contro il Siena.