25 novembre 2012

A Poli invertiti.

Quando ricomincia a girarti bene, c'è poco da fare: devi vincere. E così fa la Samp in quel di "Marassi"  contro un Bologna tosto, nonostante l'inferiorità numerica che i felsinei hanno subito per quasi tutta la partita. Un 1-0 che rispecchia parzialmente i meriti del Doria, visto che la squadra avversaria si è resa pericolosa anche in 10. Sopratutto nella ripresa, quando i padroni di casa hanno rallentato i ritmi dopo il vantaggio e gli ospiti hanno creato diverse occasioni. Tuttavia, per Ciro Ferrara, è la seconda vittoria consecutiva dopo il periodo di crisi ed un ulteriore chiodo sulla sua panchina, ora più salda.

Andrea Poli, 23 anni: secondo gol in una settimana per lui.

Sapete il famoso motto "team che vince non si cambia"; infatti, l'allenatore blucerchiato mantiene lo stesso undici che ha vinto il derby domenica scorsa, con un 4-5-1 infarcito di centrali di centrocampo e la rivelazione Icardi davanti. Per quanto riguarda il Bologna, Pioli deve rinunciare a Taider e Garics, sostituiti da Guarente e Motta; in attacco, confermatissimi Diamanti, Gilardino e Gabbiadini.
Dopo una buona iniziativa di Krsticic, ecco l'episodio che cambia il match: Poli lancia Icardi a campo aperto, Morleo non prende il pallone, ma stende l'argentino. L'arbitro Celi valuta l'occasione come da "ultimo uomo" e perciò il terzino bolognese viene espulso, prendendo anzitempo la via degli spogliatoi.
Con Diamanti e Gabbiadini sacrificati in fase difensiva, la Samp non riesce comunque a creare molto. Apparte i cartellini gialli (in sequenza Costa e Obiang), i padroni di casa fanno fatica a concretizzare la mole di gioco che costruiscono; arrivati ai 25 metri, la massa di centrocampisti presente sul campo non riesce a presentarsi davanti ad Agliardi. Il Bologna, dal canto suo, si copre e tenta di pungere solo se può.
Così, il primo tempo passa senza emozioni particolari: un tiro centrale di Poli dal limite dell'area ed un cross insidioso di Costa sono i massimi pericoli prodotti dal Doria. Nonostante il poco impegno, Agliardi è sempre attento, perciò si va al riposo sullo 0-0.
Ferrara dimostra finalmente acume tattico, capendo che la squadra non riesce a sfondare: fuori allora un centrocampista (Munari) per un attaccante (Eder). Il 4-5-1 diventa un 4-4-1-1, con il brasiliano a fare da raccordo fra il reparto mediano ed Icardi, lasciato a se stesso per tutta la prima frazione. Da subito, la compagine blucerchiata crea un paio d'occasioni: prima Krsticic su punizione, poi Eder di testa sfiorano il gol del vantaggio, ma Agliardi stoppa entrambi.
Quando Koné dovrebbe garantire agli ospiti un maggior copertura, entrando per Gabbiadini, la Samp passa. Minuto 61: Obiang serve Poli, il centrocampista dialoga con Eder attraverso un uno-due e batte Agliardi con un destro rasoterra all'interno dell'area. Secondo gol in maglia blucerchiata e 1-0, nonostante le difficoltà a tirare in porta.
Dopo un altro tentativo pericoloso di Eder, il Bologna comincia a farsi pericoloso dalle parti di Romero: un fuorigioco non segnalato a Gilardino lo lancia in area, ma Romero lo chiude. Poi è Koné a saltare Rossini, salvo sparare sul portiere sampdoriano. I cambi di Tissone per un infortunato Eder, di Pasquato per Guarente e di Pazienza per Perez non cambiano l'andamento della partita: i felsinei continuano a giocarsela.
A dieci minuti dal termine, esce anche Poli per Soriano e la Samp rischia di trovare il 2-0 in due occasioni: prima Maresca mette fuori di poco un cross di Mustafi, poi Tissone - in contropiede - tenta il pallonetto su Agliardi, ma spedisce a lato. In mezzo, Pasquato per poco non pesca il jolly dell'1-1, con un bel destro dal limite che fa la barba al palo della porta difesa da Romero. C'è anche un episodio dubbio in area sampdoriana, con Rossini dal braccio troppo largo su un pallone vagante: Celi non vede.
Finisce 1-0: il Bologna s'è l'è giocata bene, nonostante l'inferiorità numerica. Per la Samp, ci sarà da lavorare sul fronte offensivo: non sempre si gioca contro un avversario in 10 o contro la squadra meno in forma della Serie A.

Quinto minuto: espulso Morleo, sarà l'episodio che cambierà la partita.

Romero 6 | Nessun impegno particolare oggi.
Mustafi 7 | Il migliore per abnegazione. Scende più lui sulla fascia destra che Berardi e De Silvestri nella stagione fin qui trascorsa. La velocità gli fa difetto, non certo la forza e la determinazione.
Gastaldello 6.5 | Gilardino non vede palla.
Rossini 6 | Neanche Gabbiadini crea pericoli, ma si lascia sfuggire Koné. Purtroppo, si lascia sfuggire un rigore per fallo di mano; Celi non se ne avvede ed il pericolo è sventato.
Costa 6 | Motta non spinge e lui cerca di metterlo in difficoltà. Altra ammonizione: non sarà troppo nervoso?
Maresca 5.5 | Malino, impreciso anche sotto porta.
Obiang 5 | Forse il peggiore: nel primo tempo sbaglia quasi tutto e per poco non si fa espellere.
Munari 5.5 | Male anche lui, Ferrara decide di farne a meno nel secondo tempo.
Poli 6.5 | Bel gol, bei movimenti, ma non vede troppo il pallone; nella posizione di ala sinistra sta funzionando.. finora.
Krsticic 6 | Ogni tanto gigioneggia, ma ha dei lampi che accedono la partita.
Icardi 6.5 | Crea quel che può da solo contro il mondo; l'episodio che cambia la partita è merito suo.

Eder 6.5 | L'assist per il gol di Poli ed un'altra occasione costruita: mica male per appena 25 minuti di gioco.
Tissone 6 | Attivo, con il suo solito passo felpato, sfiora il 2-0 nel finale.
Soriano s.v. | Giusto il tempo di un tunnel.

Adesso ci attende un ciclo di inferno a concludere questo tribolato girone d'andata. Prima tappa a Firenze, contro una squadra di gran lunga migliore della nostra e che vola sulle ali dell'entusiasmo. Il pareggio della Fiorentina a Torino ha dimostrato che non c'è solo bel gioco, ma anche tenacia nel raggiungere l'avversario. Insomma, ci vorrà un'altra Samp, più cattiva e cinica, che non si chiuda a riccio all'Artemio Franchi. Insomma, una Samp a "Poli invertiti": meno difesa e più gioco.

Ciro Ferrara, 45 anni: panchina più salda dopo le ultime due vittorie con Genoa e Bologna.

20 novembre 2012

La Masia-Genova, solo andata.

Minuto 87 dell'ultimo derby di Genova: Tissone si fa spazio tra le maglie genoane e serve in profondità un ragazzotto di 19 anni, alla prima da titolare, per giunta nella stracittadina. Il giovane centravanti si fa spazio, supera in velocità Moretti e Granqvist e batte Frey in uscita, segnando il primo gol in Serie A. Mauro Icardi è uno da "prime volte", uno speciale. Uno che, per esultare sotto la Sud, è venuto fin dalla Masia di Barcellona, la casa dei futuri campioni blaugrana. Un posto dove sono cresciuti i vari Messi, Xavi, Iniesta e compagnia bella. Ma come siamo arrivati a quell'esultanza a braccia aperte sotto la Gradinata Sud?

Mauro Icardi, 19 anni, ai tempi del Barca: i blaugrana non hanno creduto in lui.

Mauro Emanuel Icardi Rivero, nato il 19 Febbraio 1993, ha i suoi natali in una città chiamata Rosario. Quando si parla di calcio, diciamo che non parli proprio di una città qualunque: è il posto che visto nascere anche Lionel Messi. Ed il filo che lega Mauro all'attuale miglior giocatore del mondo non finisce qui.
Icardi cresce nel nord-ovest dell'Argentina, ma è costretto a trasferirsi quando incombe la crisi economica nel paese, che mette in ginocchio l'Argentina. Così, nel 2002, la famiglia Icardi decide di andare alle Canarie, in Spagna, dove Mauro continua a giocare a pallone. Il ragazzo viene tesserato dall'Uniòn Deportiva Vecindario, che fa l'affare della vita: l'argentino, infatti, realizza caterve di gol in qualunque categoria giochi. Quando ormai le grandi del calcio spagnolo si sono accorte di lui, Icardi ha segnato 384 gol in sei stagioni con la squadra bianconera. Si scatena un'asta tra Real Madrid e Barcellona, dopo che il Valencia, il Deportivo La Coruna, il Siviglia, l'Arsenal ed il Liverpool avevano richiesto le sue prestazioni; alla fine, sono i blaugrana ad avere la meglio e riescono a portare l'argentino nelle giovanili del Barca, facendogli firmare un contratto fino al 2013. Insomma, firma per la squadra che ospita un altro cittadino di Rosario, che si sta facendo strada verso il suo primo Pallone d'Oro..
Visto l'arrivo di Pep Guardiola, ormai anche nelle formazioni giovanili si pratica il famoso "tiki-taka", il football fatto di veloci passaggi e tagli dei centrocampisti che ha fatto vincere sei trofei al Barcellona durante tutto il 2009. Icardi si fa luce nella categoria "Juvenil B" (U-17 prima, U-19 poi) con la maglia blaugrana, realizzando 38 gol in due anni. Purtroppo per lui, il Barcellona punta su attaccanti più veloci e di taglia minore, perciò Icardi sembra essere fuori dai piani della Masia e del futuro blaugrana.
Intanto, a Genova, Doriano Tosi - allora d.s. della Sampdoria - si accorge di questo ragazzo. Nei tanti disastri compiuti in quel maledetto anno della retrocessione, un'operazione sembra essere sensata: comprare il talento argentino. Così Tosi si mette d'accordo con il Barca ed Icardi arriva alla Samp in prestito con diritto di riscatto fissato a 400mila euro; l'ex Vecindario viene aggregato alla Primavera. Il trasferimento, per altro, è facilitato dal fatto che Icardi possiede un passaporto italiano e perciò non è considerato extra-comunitario.
I sei mesi del prestito si rivelano un successo e così la Samp lo riscatta, aggregandolo al ritiro pre-campionato del 2011, quando i blucerchiati sono reduci dalla fresca retrocessione dalla A alla B e devono risalire immediatamente. Se i primi mesi nella serie cadetta sono nefasti per la squadra maggiore, Icardi continua a segnare con regolarità in Primavera; sebbene i giovani blucerchiati non raggiungano la fase finale, l'argentino è capocannoniere con 19 gol.
A quel punto, Iachini comincia a convocarlo in prima squadra ed il momento della svolta è dietro l'angolo.

Castellamare, 12 Maggio 2012: Icardi batte Colombi e realizza il primo gol blucerchiato.

12 Maggio 2012: la Samp sta pareggiando a Castellamare ed Icardi esordisce in Serie B, entrando al posto di Fornaroli ad un quarto d'ora dalla fine. Il Doria è in 10 e deve resistere agli attacchi avversari per portare almeno un punto a casa. All'improvviso, però, Costa avanza e mette un preciso cross in area: Icardi è lestissimo ed uccella Colombi per il 2-1 finale. E' il primo gol in maglia blucerchiata e - probabilmente - quello decisivo per regalare i play-off alla Samp; da lì, sappiamo poi com'è andata..
In estate, le voci si rincorrono sul ragazzo: c'è chi lo vorrebbe in prestito, mentre il Barca teme di aver fatto un errore e lo rivorrebbe indietro. Ferrara lo coinvolge in ritiro, provandolo come esterno d'attacco nel suo 4-3-3 ed il ragazzo si adatta come può. Poi arriva anche Maxi Lopez e si teme che lo spazio per il prodigio argentino non sia abbastanza; ciò nonostante, l'infortunio di Pozzi crea spazio davanti ed Icardi esordisce in Serie A all'Olimpico di Roma, sfiorando anche il gol in un paio di circostanze. Tutto questo avviene mentre il giocatore di Rosario ha esordito anche con l'U-20 argentina, bagnando le prime cinque partite - che caso.. - non con una rete, ma con tre.
Arrivano momenti duri per la Samp e ci si chiede se il ragazzo non debba essere utilizzato di più, vista anche la poca vena di Maxi Lopez lì davanti; le apparizioni del numero 98 sono sempre incoraggianti. Contro l'Atalanta a Marassi, è il migliore in campo e nel finale sfiora il primo gol in Serie A, mentre a Palermo è rilegato in panca.
Domenica, Icardi si è preso la sua rivincita: giocando isolato e da unica punta, ha messo in apprensione continua i centrali del Genoa. Il ragazzo ha tenuto su la squadra, ha creato occasioni pericolose e ha causato l'autorete di Bovo per il 2-0 sampdoriano. Certo, ha anche sbagliato qualcosa di troppo, come la clamorosa occasione a campo aperto in chiusura di primo tempo.. ma è un ragazzo del '93, gli va dato tempo e minutaggio per farlo crescere.
La rete del 3-1 che ha chiuso il derby è la prima in Serie A: del resto, lui è un predestinato e gli piace vagliare gli esordi con gol. Che sia la prima in B o in una stracittadina, poco importa. Ora, con Maxi Lopez fuori per molto tempo e Pozzi a corrente alternata, l'ex Barca merita una chance seria e spero che Ferrara se ne sia accorto. Lui ed Eder potrebbero rappresentare una buona coppia, ma sopratutto l'argentino potrebbe essere il miglior investimento della Samp negli ultimi anni, se cresciuto adeguatamente.
Lui si chiama Mauro Icardi e viene dalla Masia; domenica ha esultato sotto la Sud per il suo primo gol in Serie A. Noi speriamo che il biglietto sia solo d'andata, perché vorremmo vederlo per molti anni sotto la curva blucerchiata. Sarebbe bello raccontare un giorno alle future generazioni: "Sai, una volta era diverso: palla a Icardi e tutti a festeggiare.."

Genova, 18 Novembre 2012: primo gol in Serie A nel derby per Icardi.

19 novembre 2012

Finalmente si respira.

Finalmente l'incantesimo si è spazzato, se di magia si poteva parlare: dopo sette sconfitte consecutive, la Samp interrompe la striscia negativa nella serata più appropriata, quella del derby di Genova. Un 3-1 inflitto al Genoa che forse premia anche troppo la Samp, ma che sicuramente rispecchia quanto meglio ha fatto la formazione di Ferrara rispetto a quella di Delneri. Una gioia grandissima, che serve a restituire quanto meno un po' di morale ad una squadra che se la passava malissimo; continua invece la striscia di sconfitte per il Genoa, giunta a sei partite. Ma cerchiamo di vedere meglio quanto accaduto al Marassi ieri sera.

Andrea Poli, 23 anni: "Man of the match" senza se e senza ma.

Ferrara si gioca il tutto per tutto e così mette in campo una formazione "fuori dagli schemi" per battere il Genoa: un 4-1-4-1 che non sembra avere molta logica, con Maresca a fare da perno di centrocampo ed Icardi lasciato a se stesso. Credo che sia la prima volta nella mia breve memoria calcistica nella quale mi trovo a che fare con un allenatore che schiera quattro centrali di difesa, cinque centrali di centrocampo ed un centravanti. In un modulo che necessiterebbe di quattro esterni, non c'è n'è neanche uno. Diverso lo schieramento avversario, con Delneri che va avanti con il suo 4-4-2, che recupera Borriello e lo piazza accanto ad Immobile nella coppia d'attacco rossoblu.
Il Genoa parte bene e, seppur non tenendo il pallino del gioco, tenta di creare diversi pericoli dalle parti di Romero. Borriello impensierisce un paio di volte l'argentino, ma è sopratutto Immobile al 7' ad avere una buona occasione, dopo una galoppata di Kucka; purtroppo per i rossoblu, l'ex Pescara tira debolmente di sinistro ed il portiere blucerchiato non ha problemi nel neutralizzare.
Ma, all'improvviso, è proprio la Samp a passare in vantaggio: al 16', Maresca improvvisa un "tiraccio" verso la porta di Frey, ma la palla finisce a Poli, lasciato colpevolmente solo dalla difesa rossoblu. Il controllo del numero 16 è fantastico, il tiro meno, ma la palla finisce dentro: è 1-0, a sorpresa. Da questo momento in poi, il Genoa non riesce più a creare pericoli dalle parti di Romero e crolla psicologicamente sotto i colpi di una Samp troppo coperta, ma cinica e tosta.
Nonostante il nervosismo in campo, la Samp crea molto grazie ai tagli di Icardi nella difesa genoana: uno di questi, grazie ad un ottimo assist di Krsticic, lancia l'argentino, che salta Frey ma tira fuori a porta indifesa.
Ma è il preavviso del raddoppio: Munari conquista palla a centrocampo e serve Icardi, che vola rispetto a Granqvist. Arrivato davanti a Frey, il numero 98 cerca di battere il portiere avversario, che respinge; a quel punto, Bovo arriva scoordinato e si esibisce nel più grottesco degli autogol. 2-0 e risultato che mostra nuovamente il cinismo che la Samp aveva ad inizio campionato.
Nel finale, la Samp potrebbe triplicare il vantaggio: ancora Krsticic recupera il pallone e serve il veloce Icardi in profondità, ma l'ex Barcellona non è preciso. Così come non lo è sulla successiva (e clamorosa) occasione, quando Obiang lo lancia sul filo del fuorigioco; se il movimento è ottimo, il tiro dell'attaccante è flebile e Frey evita il peggio. L'estremo difensore del Genoa si ripete su Munari, che tenta di dribblarlo sull'assist rasoterra di Maresca. Finisce 2-0, ma poteva essere già chiusa; nel calcio, questi errori si pagano.
La Samp lo comprende nella ripresa, quando gli ingressi di Bertolacci e Vargas revitalizzano un Genoa fiacco: Immobile e Borriello continuano a prendere la mira nel tentativo di impensierire Romero, senza però riuscirvi. Anzi è Jankovic a sfiorare il 2-1, con una punizione defilata dai 30 metri che sfiora il palo alla destra del portiere sampdoriano. Neanche l'ingresso di Estigarribia per uno stanco Krsticic revitalizza la Samp, che non riesce ad uscire dalla propria metà campo per una buona mezz'ora.
In questo modo, arriva - inevitabile - il gol del 2-1. Minuto 78: su una respinta da calcio d'angolo, Vargas tenta due volte di centrare la porta avversaria e la palla arriva ad Immobile, che realizza la quarta marcatura del suo campionato. Il Genoa dovrebbe partire all'assalto, ma crea una sola buona occasione: cross di Sampirisi, anticipo di Romero su Borriello e la sfera finisce al limite dell'area, dove Vargas ci prova col destro, concludendo fuori. E' l'ultima emozione targata rossoblu.
Il cambio Maresca-Tissone serve a far respirare l'ex Malaga, ma chiude la partita: all'88', l'argentino parte palla al piede, si fa spazio e serve in profondità Icardi. Stavolta "el puntero" non sbaglia e chiude il derby numero 105 con il 3-1 finale; dopo diversi gol mangiati, arriva la prima rete in Serie A per l'attaccante.
Il finale serve solo a sperimentare l'incredibile sensazione del 4-6-0: Soriano entra per Icardi e fa la punta. Cose dell'altro mondo, ma ci sarà tempo per disperarsi un'altra volta: è vittoria nel derby, dopo due anni.

Cesare Bovo, 29 anni, realizza l'autogol del 2-0: una mazzata per il Grifone.

Romero 6.5 | Puntuale, non sempre preciso, ma c'è. L'argentino conferma i progressi della gara di Palermo e difende bene la porta blucerchiata.
Mustafi 6.5 | Ottima la prova del tedesco. Consigliamo a Ferrara di schierarlo centrale, ovvero nel suo ruolo, sebbene il tedesco si dimostri arcigno quanto basta. Vargas non gli crea poi questi grandi problemi.
Rossini 5.5 | Un passo avanti rispetto alle ultime partite, ma la sicurezza di inizio campionato è andata via: se ha un pallone, non lo imposta più come prima, ma lo butta via. Peccato, perché Rossini ha una buona progressione palla al piede e perderla per la paura di sbagliare è un errore.
Gastaldello 5.5 | Si perde Antonelli nel primo tempo (rischiando poi il rigore) e il tandem Borriello-Immobile riesce a tirare diverse volte. Non esaltante.
Costa 6.5 | Mezzo voto in più solo per il salvataggio ad inizio secondo tempo su Jankovic: vale un gol.
Maresca 6 | Un assist involontario per Poli ed uno bellissimo per Munari, ma il buon Enzo è stanco e si vede. In più, prende un sacco di botte da Kucka.
Obiang 6.5 | Tanti palloni recuperati e la grinta giusta per la stracittadina.
Munari 6 | Ammonito, nervoso, ma dinamico.
Poli 8 | Nettamente il migliore per distacco. Viene fatto giocare da ala quando forse non è neanche una vera mezz'ala, ma un centrocampista centrale; eppure tira fuori una delle sue migliori partite in blucerchiato. Sampirisi era un avversario facile, ma Andrea ci mette del suo, realizzando anche la prima rete con la Samp.
Icardi 7 | Granqvist e Bovo se lo sogneranno la notte. Sotto porta è impreciso e si mangia una rete clamorosa a fine primo tempo, ma i movimenti sono quelli del centravanti di razza. Il gol del 3-1 è il giusto premio ad un'ottima partita.

Estigarribia 5.5 | Apparte una folata che mette in difficoltà Antonelli, la solita partita evanescente.
Tissone 6.5 | Nel finale diventa il perno di centrocampo. La sua lentezza nella gestione del pallone è incredibile, ma trova il tempo di fare l'assist ad Icardi per la rete che chiude il derby.
Soriano s.v. | Entra giusto per confermare che Ferrara è capace a schierare un 4-6-0.

Adesso la classifica si rialza e la Samp esce dal gruppone in cui era entrata nell'ultima settimana. Chiaro che un derby vinto così è esaltante, ma non significa nulla: questo Genoa è un universo parallelo, la squadra peggiore della Serie A e batterlo non vuol dire essere usciti dalla crisi. La partita della prossima settimana con il Bologna, in questo senso, chiarirà meglio quanto si è migliorati. Di certo, il 4-1-4-1 non servirà con gli emiliani, anche loro vittoriosi contro il derelitto Palermo. Godiamoci questa vittoria, però piano con l'entusiasmo; ricordiamoci come nel secondo tempo siamo scomparsi, gol di Icardi a parte. Non vorrei che questa stracittadina diventasse il "colpo di spugna" su tutti gli errori fatti da Ferrara.

Buon esordio nel derby per Mauro Icardi, 19 anni: primo gol in Serie A!

14 novembre 2012

La Lanterna degli orrori.

Domenica 18 Novembre, lo stadio Marassi rischia di diventare il teatro di un incubo; difatti, quella sera andrà in scena uno dei derby più tragici degli ultimi anni. Genoa e (sopratutto) Samp ci arrivano in condizioni pessime, lacerate da cambi di allenatore ed una serie di sconfitte consecutive. Eppure molti tifosi, sia sampdoriani che genoani, pensavano di aver assistito a spettacoli peggiori; quelli blucerchiati poi, ricordando il gol di Boselli che condannò la squadra alla B, speravano di non arrivarci in questo stato di forma. La settima sconfitta consecutiva a Palermo ha lasciato a terra molti appassionati del Doria e la conferma di Ferrara da parte della società non getta acqua sul fuoco, anzi..

Mauro Boselli, 27 anni, segna la rete del 2-1 al 92' dell'ultimo derby di Genova.

Penso sempre che bisogna guardare in casa propria prima di giudicare gli altri. E allora diamo un'occhiata alla nostra situazione attuale: 11 punti (anche se c'è un -1), 17° posto in Serie A e tanta, tanta paura che l'incubo di due anni fa si ripeta. Si era partiti bene: tre vittorie e due pareggi avevano consegnato un bottino di 11 punti, che faceva ben sperare per il proseguo del campionato. Poi le serie di sette sconfitte consecutive hanno fatto segnare un nuovo record in casa blucerchiata ed un periodo di difficoltà palese. Infortuni, squalifiche ed alcuni episodi arbitrali non hanno aiutato la Samp negli ultimi due mesi, ma farne il caprio espiatorio di questi pessimi risultati appare difficile.
Ci sono diversi problemi che stanno avendo una gestione scriteriata. Innanzitutto, il parco giocatori, che Ferrara sta svalutando grazie a scelte che hanno poco di logico. Se c'è un elogio che si può fare all'ex C.T. dell'Under-21, è quello di aver notevolmente abbassato l'età media del gruppo e degli undici in campo; Berardi, Rossini, Krsticic, Soriano, Obiang sono sempre in campo. L'unico a subire un trattamento diverso è Icardi; peccato che l'argentino servirebbe come il pane in questa Samp così abulica lì davanti. Inoltre, la gestione dei nuovi acquisti non è stata delle migliori: De Silvestri si è visto poco e con prestazioni indegne di nota, grazie ai suoi errori; Estigarribia è stato fatto giocare quasi sempre, non riconoscendo che per molte giornate non ha ingranato; infine, Poulsen è stato messo ai margini. Qui spunta il problema più grande: il terzino danese è arrivato a fine Agosto, con Ferrara già in sella; perciò l'ex Juve non può certo accusare la società di avergli preso un giocatore prima della sua nomina a tecnico della Samp. Perciò la domanda è cosa farne di un giocatore che lo stesso Ferrara non sembra apprezzare; perché l'ha mai preso?
Secondo problema: lo schieramento tattico. Per tutta l'estate non si è parlato che di 4-3-3, con Eder ed Estigarribia ai lati e Maxi Lopez da centravanti. Ma, in realtà, la Samp non si quasi mai disposta in tale maniera; lo ha fatto perlopiù all'inizio del campionato, quando infatti sono arrivati gli 11 punti messi fin ora in cascina. Poi, già nella partita con il Napoli, si è registrato un arretramento del baricentro: Soriano (un centrocampista centrale) messo come terzo attaccante è stato forse l'obrobrio tattico più grande commesso da Ferrara. Si potrebbe continuare con il centravanti di turno lasciato da solo, Munari ala destra o Estigarribia terzino; il punto è che non bisogna snaturare i propri giocatori, bensì farli giocare nel ruolo a loro più congeniale.
Terzo punto: la testa. Molti di questi ragazzi non sanno cos'è la Serie A: guardando i titolari, vi sono 5/11 che hanno una bassa (Berardi, Obiang, Costa) o nulla (Rossini, Romero) esperienza in Serie A. E allargando lo sguardo al resto della rosa, il dato medio non sale di certo. Ecco, riprendersi da una situazione come la nostra senza l'adeguata "gavetta" dentro la squadra sembra difficile. I ragazzi sono giovani, ma qualche guida alla Maresca in più non avrebbe fatto male.
Quarto ed ultimo punto: gli infortuni. Si sono fatti male più o meno tutti in quest'inizio di campionato; la rosa è abbastanza lunga (sopratutto a centrocampo), ma alcuni uomini - prima ancora che giocatori - servono a questo gruppo. Forse anche troppo.
Adesso, nel derby servirebbe un miracolo. Qualcuno recupererà, ma anche in questo caso sarebbe stato utile qualcuno in più che abbia già vissuto la stracittadina: il mancato recupero di Pozzi, ad esempio, sarà un fardello non da poco.

Nicola Pozzi, 26 anni: l'ultimo gol blucerchiato in un derby è suo.

Tuttavia, c'è un famoso detto: "Se Atene piange, Sparta non ride". Difatti, nessuna risata risuona da parte genoana; anzi, i rossoblu arrivano a questi derby con un punto di svantaggio rispetto ai blucerchiati.
Li avevamo lasciati contenti e festanti, senza alcuna effettiva ragione, nel Maggio del 2011; allora avevano Palacio, Floro Flores ed una squadra con una parvenza di decenza, guidata da un allenatore (Ballardini) che sembrava quello giusto per la piazza. Ma il buon Preziosi, da sempre un bambino dispettoso a cui piace rovinare i suoi giocattoli, ha cambiato tutto per l'ennesima volta e si è ritrovato con una situazione tragica tra le mani. Difatti, il suo Genoa soffre durante tutta la stagione, cambia quattro volte il tecnico e si salva solo all'ultima di campionato.
Così, quando la Samp è tornata in Serie A quest'estate, la Gradinata Nord sperava di presentarsi meglio agli appuntamenti del derby. Invece, Preziosi è riuscito a fare anche di peggio, mettendosi nel pollaio non un yes-man, ma Pietro Lo Monaco, un dirigente che - al massimo - si fa comandare da se stesso. E così tra propositi di stella e dichiarazioni infauste, il Genoa si ritrova in condizioni anche peggiori rispetto all'anno scorso, ma senza Rodrigo Palacio, l'uomo che ha tirato la carretta per diversi mesi e che adesso dà una mano a far viaggiare quella dell'Inter. E non sono bastati gli arrivi di Immobile e Borriello per far girare la nave rossoblu: nove punti in 12 partite è il misero bottino messo insieme dalla banda di Delneri, che ha sostituito De Canio un mese fa alla guida del Genoa. Il terz'ultimo posto non credo fosse tre le ambizioni di molti tifosi rossoblu ad inizio campionato.
Adesso c'è il derby e si sa come i genoani siano più concentrati in queste occasioni, sopratutto negli ultimi tempi: difatti, negli ultimi 8 derby disputati, il bilancio è di cinque vittorie rossoblu, un pareggio e due vittorie blucerchiate. L'ultimo confronto si è chiuso con il 2-1 di Boselli a tempo scaduto, che ha praticamente condannato la Samp alla retrocessione e che ha reso felici i supporters del Grifone, sebbene le soddisfazioni sia state poche negli ultimi anni per il Genoa. Ma questo derby, il numero 105 (il numero 59 in Serie A), appare come il più difficile da gestire: chi vince potrebbe risorgere, chi perde potrebbe sprofondare. Anche perché non si uscirebbe solamente sconfitti dalla stracittadina, ma anche dallo scontro diretto contro quella che è una rivale per la salvezza. E forse, questo dato più degli altri sarebbe una pugnalata.
Insomma, alle 20.30 di domenica si prevedono forti turbolenze emotive allo stadio "Marassi": va in onda il derby di Genova. Purtroppo, viste le condizioni delle due squadre, sarà una Lanterna degli orrori.

Marco Rossi, 34 anni, capitano del Genoa e sempre presente nel derby.

11 novembre 2012

Presi a pallonate.


Niente da fare: tanti cambiamenti ed una trasferta lontana non sono serviti a rimettere a posto la Samp di Ciro Ferrara. I blucerchiati perdono anche a Palermo ed incamerano la settima sconfitta consecutiva: un dramma. Adesso è difficile anche pensare ad una soluzione, sopratutto pensando al fatto che a decidere la gara di oggi è stato un "ragazzino" del '93, Paulo Dybala, alla sua sesta presenza in Serie A. Il derby è vicino ed il risultato da ottenere a tutti i costi non aiuta a pensare positivo.

Jonathan Rossini, 23 anni, ha avuto una brutta prestazione oggi al Renzo Barbera.

Le novità si sprecano in casa Samp: Ferrara, confermato nonostante la striscia negativa, decide di cambiare. Niente più 4-3-3 mascherato, ma un 4-4-2; peccato che anche quest'ultimo schieramento sia un bluff, con i blucerchiati disposti con cinque centrocampisti ed il solo Eder davanti. I quattro centrali compongono la difesa, con De Silvestri bocciato dopo la gara con l'Atalanta e Mustafi sulla destra. Poulsen viene re-inserito, ma come esterno di centrocampo. Il Palermo è forzato alla sostituzione di Miccoli: il capitano rosanero, infatti, è vittima di uno stiramento ed è costretto a saltare la partita odierna. Al suo posto, dentro Paulo Dybala, giovane pupillo di Zamparini; ad accompagnarlo, Ilicic e Brienza sul fronte offensivo.
Pronti, via e la Samp rischia subito: Rossini prende un'altra giostra da Dybala ed il numero 9 rosanero impegna severamente Romero. Purtroppo, è il preambolo ad un dominio totale da parte dei padroni di casa; difatti, i blucerchiati sono quasi inesistenti a causa di uno schieramento troppo coperto e rinunciatario. Infatti, il massimo creato nel primo tempo dagli ospiti è un tiro poco convincente di Eder a lato della porta di Ujkani; da quel momento, la Samp scompare per un tempo.
Invece, il Palermo non esita ad affondare nella difesa sampdoriana: Brienza salta Mustafi al 14' e mette in mezzo un ottimo pallone, ma Ilicic spara alto da due passi. Da lì, la partita perde vivacità, lasciando la Samp libera di impostare, sebbene non riesca a concretizzare nulla negli ultimi 25 metri. Se i blucerchiati danno un contributo alla partita, è negativo: Eder sfugge alla difesa di casa al 28', salta un paio di difensori, poi simula una brutta caduta e si becca un sacrosanto giallo. A parti invertite, avremmo gridato alla squalifica.
Passato un quarto d'ora di nulla, il Palermo torna a spingere: al 30', Ilicic serve Dybala a porta spalancata, ma l'argentino spara fuori. Un duello che si ripete fino alla fine del primo tempo, quando il talentino palermitano sfida ancora Romero da fuori, costringendolo ad una facile parata. Il registro non cambia nel finale di prima frazione: prima Barreto approfitta di una sgroppata di Dybala e spara addosso al portiere blucerchiato, poi è lo stesso attaccante rosanero a dare una giostra a Gastaldello e Rossini, prima che Romero neutralizzi miracolosamente la sua fantastica azione. Finisce 0-0, ma alla fine del primo tempo il risultato sembra tutto tranne che meritato. E la Samp cambia poco nella ripresa, mettendo Estigarribia per Poulsen, sebbene il danese non fosse apparso tra i peggiori del primo tempo.
Il calcio è enigmatico e lo sappiamo. Il Palermo bombarda la porta sampdoriana per tutti i primi 45' e non segna; al primo tiro della ripresa, i rosanero passano. Al 51' Brienza lavora un buon pallone e serve in area Dybala, dimenticato dalla coppia di centrali blucerchiati; un sinistro all'incrocio firma il suo primo gol in Serie A. Una volta in svantaggio, Ferrara decide che è ora di sbilanciarsi, mettendo Icardi per un pessimo Soriano e passando ad un più comune e spregiudicato 4-4-2. I risultati, seppur su calcio da fermo, non tardano ad arrivare: tra il 62' ed il 65', Maresca ed Eder provano ad impensiere gli avversari. 
Ma quando pare girare molto per il meglio, il Palermo raddoppia: è ancora Brienza a cercare Dybala sulla linea del fuorigioco, grazie a Rossini, che tiene tutti in gioco. Il numero 9 avversario prende la mira e Romero stavolta non può nulla: 2-0 e la partita è praticamente chiusa. Se il finale ha poco da raccontare, Icardi prova a scaldare i guanti ad Ujkani, con una bella conclusione al 76'; peccato che il contributo dell'argentino non basti a ribaltare la gara. Anzi, è Dybala nel finale a sfiorare la tripletta su rinvio di Ujkani (!), che lo serve in contropiede, ma Romero neutralizza per l'ennesima volta il numero 9 avversario.
Il tentativo finale di Juan Antonio dalla distanza (entrato a 10' dalla fine per Rossini) è solo il sipario ad una delle più brutte prestazioni della Samp di Ferrara; azzarderei la più brutta di sempre, ma è passato talmente tanto tempo dall'ultima buona uscita della Samp che faccio fatica a cogliere la differenza. 

Paulo Dybala, 19 anni: oggi ha trovato i suoi primi due gol in Serie A.

Romero 7 | Decisamente il migliore: l' "arquero" della nazionale argentina torna a buoni livelli ed impedisce alla Samp di subire un passivo decisamente più ampio.
Mustafi 6 | Uno dei pochi da sufficienza passabile: il tedesco è un centrale difensivo, eppure - tunnel di Brienza a parte - si disimpegna bene in un ruolo non suo. In attesa del rientro di De Silvestri, è meglio farci un pensierino. Anche per il derby, se lo svizzero non dovesse recuperare.
Gastaldello 5.5 | Malino anche il capitano: sul gol dell'1-0 si perde Dybala in un fazzoletto in collaborazione con Costa.
Rossini 4 | Una giornata così brutta non l'avevamo mai vista da parte del centrale svizzero. Con l'Atalanta mi ero sbilanciato e l'avevo definita la sua peggior partita in maglia blucerchiata: sono costretto a smentirmi una settimana dopo.. tiene tutti in gioco sul 2-0 e Dybala non gli fa vedere palla una volta.
Costa 4.5 | Ecco un altro che, in un momento come questo, farebbe meglio a concedersi qualche turno di riposo. Al di là della prestazione tecnica, con Ilicic che lo mette raramente in difficoltà, l'ex Reggina trova il tempo di accendere anche qualche scintilla con Kurtic e Morganella, rischiando la prova-tv. Come se non fossero già bastate le diverse giornate di squalifica accumulate..
Maresca 5 | Su punizione cerca il gol del pareggio, ma non è la giornata fortunata.
Obiang 5 | Male anche lui, sopratutto nel primo tempo: recupera tanti palloni, ma ne sbaglia altrettanti.
Munari 5 | Messo sulla fascia, il buon Gianni fa ciò che può: quasi nulla. Santiago Garcia non lo deve marcare una volta.
Poulsen 5.5 | Uno dei "meno peggio" nella prima frazione, viene inspiegabilmente sostituito nell'intervallo: non stava brillando, ma senza compiti difensivi stava mostrando una versione migliore di se stesso. Ciò nonostante, Ferrara lo boccia per l'ennesima volta e lo toglie nell'intervallo. A cosa è servito acquistarlo se gioca così poco? E perché il tecnico ha avallato un acquisto del genere?
Soriano 4 | Il cuore direbbe di mettergli un "senza voto", perché il Soriano visto oggi non meriterebbe neanche la pagella: pasticcione, inconcludente e fuori ruolo. Un centrocampista centrale messo da seconda punta ancora mancava alla lista di atrocità calcistiche compiute dall'allenatore della Sampdoria. Certo, il talento ex Bayern ci mette di tutto per farsi voler male.
Eder 5 | Uno dei due tiri in porta della Samp è suo. Poi basta. Essendo fuori ruolo e non appoggiato adeguatamente dal resto della squadra, è lasciato nella morsa di Von Bergen e Donati senza chance. La sua simulazione nel primo tempo è un esempio di come la squadra sia senza testa o bussola.

Estigarribia 5 | Evita l'insufficienza grave, sono passi avanti. Ci si chiede perché in una gara di ripartenze non sia partito titolare.
Icardi 6 | Anche oggi uno dei pochi a salvarsi: scalda i guantoni ad Ujkani, ma vedo poco la palla. Dall'altra parte Dybala gioca e segna, dalla nostra Ferrara lo tiene bello caldo in panchina finché non è in svantaggio.
Juan Antonio s.v. | Dieci minuti sono pochi per giudicarlo, sopratutto a partita finita. Ma forse, con questa pochezza in campo, sarebbe ora di rischiarlo.

Adesso ci sarà il derby, forse il più tragico che la Lanterna ricordi da anni a questa parte: le due squadre vi arrivano in condizioni pessime, ma la Samp non può più raschiare il fondo del barile. Il Genoa, oggi, ha perlomeno dato un segno di vita contro il Napoli, pur perdendo: per trovare due gol su azione della Samp bisogna risalire fino a fine Settembre. Pare un'eternità. Eppure questo derby bisogna vincerlo; perché se una mazzata contro il Palermo penultimo in classifica fa male, non voglio immaginare quale danno sarebbe perdere contro la terz'ultima, per giunta tua rivale cittadina. Insomma, la Samp è tutta nell'immagine della pallonata presa da Ferrara verso la fine del primo tempo: una squadra senza grinta, con idee del tutto incomprensibili e in difficoltà nel cambiare rotta. Non vorrei che esser presi a pallonate diventasse un vizio.

Enzo Maresca, 32 anni, e Daniele Gastaldello, 29: simboli di una Samp in difficoltà.

05 novembre 2012

Sei sconfitte in cerca d'autore.

Senza identità, con poco gioco ed impauriti; tutto ciò nonostante si giocasse a Marassi. Eppure non si riesce ad identificare bene il colpevole. E' questa la fotografia che restituisce il match di oggi tra la Samp e l'Atalanta, conclusosi con la vittoria dei bergamaschi. Un 2-1 che rispecchia esattamente la differenza tra le due squadre: gli ospiti, attenti e veloci, hanno punto i blucerchiati molte volte ed è stato un bene arrivare fino alla fine con la speranza della rimonta. Per quanto riguarda il Doria, c'è poco da dire: il gioco latita, le giocate individuali non bastano a portare a casa punti e si è arrivati alla sesta sconfitta consecutiva. E nonostante questo poco invidiabile record, la società ha confermato Ferrara. Non sappiamo a quale titolo o fino a quando la corda potrà essere tirata, ma il tecnico rimane sulla panchina della Samp. E allora meglio rivedere ciò che è successo ieri a Marassi.

Ciro Ferrara, 45 anni: riconfermato, ma sempre più in bilico.

I blucerchiati si presentano senza Costa e Munari squalificati, Berardi e Krsticic infortunati. Allora Ferrara opta per De Silvestri titolare sulla corsia destra di difesa e Soriano in campo dal 1' insieme a Maresca e Poli, lasciando Obiang in panca. La scelta più sorprendente è però per il ruolo di terzino sinistro, dove compare Paolo Castellini; l'impressione è che sia la bocciatura definitiva per Simon Poulsen. Nonostante il tecnico abbia scelto il danese insieme alla società. L'Atalanta, invece, si presenta con il solito schieramento arcigno, con Moralez in appoggio a Denis, accompagnati da Bonaventura e Schelotto sulle fasce.
Neanche il tempo di disporsi in campo ed i bergamaschi passano in vantaggio: bell'uno-due tra Raimondi e Moralez, Castellini non segue il numero 77 ospite, che così può mettere in mezzo. Tra Romero che non esce ed un De Silvestri poco efficace, spunta Bonaventura, che porta in vantaggio la Dea in vantaggio. Uno shock, non che un carico da 90 sul già pesante equilibrio psicologico che regna in casa Samp.
Si spera in una reazione, ma i blucerchiati non riescono a creare occasioni particolarmente pericolose dalle parti di Consigli; anzi, è l'Atalanta che continua ad attaccare con ripartenze veloci e ficcanti. Al 16' è Denis, dopo un ottimo scambio tra Moralez e Schelotto, a ritrovarsi in area da solo: fortuanatamente, l'argentino spara sul palo e Romero può raccogliere il pallone nelle sue mani. La Samp intervalla con un tiro di Maxi Lopez fuori di poco e coglie al 25' la traversa con Maresca, bravo ad incornare su calcio d'angolo anticipando Raimondi. Purtroppo sono episodi che hanno ben poco a vedere con l'andamento del gioco, il cui pallino è pienamente in mano agli ospiti.
Arriva anche il 2-0 al 30' per mano di Denis, se non fosse che il guardalinee ci grazia, segnalando un fuorigioco che non c'è; è Rossini, infatti, a tenere in gioco il centravanti atalantino su assist di Schelotto. Il primo tempo si chiude mestamente con un dominio degli ospiti, che sfiorano ancora il 2-0 con Manfredini su calcio d'angolo ed impensieriscono Romero con un destro smorzato di Denis. Per la Samp, l'elettroencefalogramma è piatto. Nonostante un episodio discusso in area (trattenuta di Carmona su Eder) che avrebbe potuto sfociare in un rigore, la situazione è preoccupante e l'Atalanta sembra il Barcellona. Si spera che nella seconda frazione qualcosa cambi, ma in realtà è sempre la "Dea" ad avere il controllo effettivo della gara. E' ancora Denis a sfiorare due volte il raddoppio: prima si fa beffe di Rossini e spara a lato di fronte a Romero, poi devia alta una sponda di Manfredini sugli sviluppi di un angolo.
Quando la Samp è appesa sul filo del precipizio, ci pensa "il capo" a tirarla fuori dai guai con una magia. Dopo un bel destro di Soriano respinto da Consigli, è infatti Enzo Maresca a fare il numero della domenica, se non della stagione: una rovesciata magnifica che consegna il pareggio al Doria. Sicuramente immeritato, ma il calcio vive di episodi e, per una volta, questi sembrano sorridere ai padroni di casa. La Samp sembra essersi tirata su, ma è un'impressione temporanea: basta poco a Cigarini per mettere ancora paura a Romero, grazie ad un sinistro dal limite dell'area che finisce di poco a lato dalla porta sampdoriana.
I cambi non fanno che dare nuova linfa ai padroni di casa: fuori Poli e Maresca (forse stanchi?), dentro Obiang e Tissone. Sopratutto lo spagnolo riesce a dare qualcosa nell'ultima mezz'ora. Ma l'inerzia è sempre in mano agli ospiti ed entra anche De Luca, che con noi ci vede benissimo. Infatti all'ex Varese bastano 10 minuti per trovare il gol del 2-1: lancio perfetto di Moralez per Denis, con Rossini che lo tiene in gioco. A quel punto, il numero 19 avversario scarica per il giovane attaccante, che porta in vantaggio l'Atalanta. E' il terzo gol di De Luca nelle cinque partite giocate contro la Samp: chiamarla "bestia nera" pare quasi riduttivo..
Le colpe vanno sopratutto assegnate a Jonathan Rossini, reo di aver lasciato tutti in linea quando il resto delal difesa era salito. Nel finale entra Icardi per Estigarribia, sebbene Poulsen avesse tolto il giaccone pochi istanti prima del gol di De Luca. Insomma, Ferrara avrebbe voluto difendere il risultato, dimostrando poco acume tattico e sopratutto una paura enorme nel giocarsi la partita. L'argentino tira fuori qualche numero importante, sebbene sia sacrificato a giocare da esterno d'attacco. All'85' colpisce di testa e mette in difficoltà Consigli; qualche minuto dopo ha un'occasione clamorosa a Consigli battuto, ma il suo sinistro a botta sicura viene spazzato sulla linea da Stendardo. E' il sipario che cala sulla sesta (!) sconfitta consecutiva, un record negativo eguagliato da questa Samp, in comune con quello collezionato nelle stagioni 1955/1956 e 2005/2006. Insomma, non c'è da star tranquilli. Ed il risultato è forse anche troppo stretto all'Atalanta, squadra quadrata e che gioca a memoria da un paio d'anni.

Giuseppe De Luca, 21 anni, al terzo gol in cinque gare contro la Samp.

Romero 5.5 | Anche oggi non impeccabile, sopratutto nell'occasione del primo gol atalantino: un'uscita non sarebbe stata male.
De Silvestri 4.5 | Assolutamente nullo. Davanti non crea problemi a Peluso, che anzi ha la possibilità di spingere ogni tanto. Dietro è un disastro: mezzo gol di Bonaventura è suo, perché se Romero non esce, lui si fa uccellare in maniera inguardabile.
Rossini 4.5 | La peggior partita con la maglia blucerchiata. Prende diverse giostre da Denis e tiene in gioco l'argentino sull'azione del 2-1. Forse un turno in panchina gli sarebbe salutare. Inoltre, tiene in gioco il centravanti avversario anche sul gol (ingiustamente) annullato all'Atalanta nel primo tempo.
Gastaldello 5.5 | Niente di che, non fa certo peggio del suo compagno di reparto.
Castellini 5 | Non si capisce bene che contributo possa dare rispetto a Costa o Poulsen. Infatti si perde Raimondi sull'occasione che porta il primo vantaggio ospite. Davanti non mette un cross degno di questo nome.
Maresca 6.5 | Lento e magari impacciato, ha poca resistenza atletica e Ferrara è spesso costretto a sostituirlo prima. Ma quei 60' sono ancora la cosa migliore a cui la Samp si possa aggrappare: insieme a Icardi, è l'unico a creare qualche occasione da gol. Inoltre, il numero 6 segna una rete da cineteca, che da sola vale mezzo voto in più.
Poli 6.5 | Anche lui bene, la sua dinamicità è l'unica cosa che tiene viva la squadra nel primo tempo. Poi viene sostituito per la terza volta di fila in una settimana.
Soriano 5.5 | Sufficiente come al solito, almeno si rende utile partecipando all'azione del pareggio.
Estigarribia 4.5 | Le parole sono vane quando le prestazioni del paraguaiano sono queste.
Eder 5.5 | Non entusiasmante neanche lui. Se anche il brasiliano comincia ad avere qualche problema, forse è il caso di rivedere qualche tattica di gioco.
Maxi Lopez 5 | C'è poco o nulla da raccontare della sua gara: Manfredini lo fa sembrare un pivello alle prime armi. Che la "gallina d'oro" non luccichi più come prima?

Obiang 6.5 | Entra e regala sprazzi di gioco. Quelli che aveva fornito Maresca fino ad allora; speriamo rientri a pieno regime il prima possibile, ne abbiamo bisogno.
Tissone 5 | Il suo rendimento non cambia nulla nella gara della Samp.
Icardi 7 | Ancora una volta entra a 10' dalla fine, con il compito di salvare chissà cosa. Per altro, non si era neanche scaldato. Eppure l'ex Barca sfiora due volte il pareggio e dà la profondità che Maxi non era riuscito a fornire fino ad allora. Che Palermo possa rappresentare la sua prima da titolare?

Intanto, nonostante sei sconfitte consecutive, Edoardo Garrone ha riconfermato Ferrara, puntando sul progetto iniziato a Luglio. Viene da chiedersi quale progetto ci potrebbe mai essere con un gioco così, con un allenatore che stava mettendo Poulsen per difendere l'1-1 e poi, dopo il gol di De Luca, ha inserito Icardi senza riscaldamento e da attaccante esterno. Le prospettive sembrano grame e la trasferta di Palermo di domenica prossima è un'ultima spiaggia, almeno mentalmente. E' vero che sei sconfitte sono tante, ma perdere contro questo Palermo (probabilmente senza Miccoli) sarebbe una mazzata più grande di questa serie negativa. E la settimana successiva alla trasferta del Barbera ci sarà uno dei derby più tragici della storia di Genova, visto il rendimento dei cugini. Insomma, si spera che Ferrara studi qualche soluzione alternativa, come un 3-5-2: magari con Mustafi nei tre centrali, Estigarribia e Poulsen sulle fasce (questo De Silvestri non è proponibile), Maresca, Poli e Obiang al centro e Icardi titolare con Eder. Sono tempi disperati, sopratutto perché non si sa bene cosa ci sia che non vada, allenatore a parte. Non sono uno di quelli che pensa che questa squadra sia inadatta alla Serie A: ci sono giocatori da rivalutare o buchi da sistemare, ma nulla di irremediabile. Questa Samp è migliore di quella degli ultimi due anni, così come è migliore di quella che Novellino guidò alla stessa striscia negativa sei anni fa. E allora queste sei sconfitte sono in cerca d'autore, anche se Ferrara sa di essere l'indiziato numero uno.

Romero, 25 anni, e Gastaldello, 29, a terra: la Samp è alla sesta sconfitta consecutiva.

01 novembre 2012

Ombre a San Siro.

Non c'è niente da fare, Roberto Vecchioni ci aiuta a fotografare questo pessimo momento. Il cantautore (di fede nerazzurra) una volta narrava: "Luci a San Siro non si accenderanno più." Di certo non si illuminano per questa Samp, che incappa nella quinta sconfitta consecutiva e si avvicina al record di sei, ottenuto nella stagione 2005/2006. Sembrano lontanissimi i tempi in cui il Doria violava Milano, sponda rossonera, per 1-0. Eppure non si parla di anni, ma giusto di un paio di mesi fa, quando i blucerchiati iniziavano il loro campionato con una striscia di tre vittorie e 11 punti nelle prime cinque partite.. gli stessi che la Samp ha ancora adesso. La partita non mente, perciò è meglio rivederla nei suoi dettagli.

Andrea Costa, 26 anni, tenta di contenere Rodrigo Palacio, 30.

La Samp si presenta in casa dei lanciati nerazzurri con poche novità rispetto alla partita con il Cagliari: c'è il rientro di Costa a sinistra ed il conseguente reintegro di Berardi a destra. Inoltre, Ferrara rinuncia a Maxi Lopez per Eder nel ruolo di prima punta, infoltendo il centrocampo con un Munari apparso in forma con il Cagliari. Infine, Romero si riprende i galloni da titolare al rientro dalla squalifica. L'Inter si schiera con un atipico 4-3-3, con Nagatomo a riposo (al suo posto Alvaro Pereira) ed il trio Cassano-Milito-Palacio a condurre le danze in area blucerchiata.
I nerazzurri, sotto la guida di Stramaccioni, sono diventati una compagine dal gioco non entusiasmante, ma molto concreto; la recente striscia di vittorie non è un caso. Così come non lo sono quelli della Samp, reduce da quattro sconfitte consecutive a causa di un gioco troppo conservativo, sfortuna ed errori arbitrali che non hanno aiutato. Tutto sommato, però, la partita scivola senza particolari patemi nei primi 20'. L'Inter si fa vedere dalle parti di Romero con i tentativi di Palacio, Milito e Samuel, ma i tre argentini si rivelano incapaci di centrare la porta in tutti i casi. Gli ospiti, invece, spaventano Handanovic con un cross casuale di Berardi, che impegna più del dovuto il portiere nerazzurro. La partita, tuttavia, non sembra regalare grosse emozioni.
Per questo lo stupore è grande al 19', quando la Samp passa a sorpresa in vantaggio: punizione di Tissone in area interista, Ranocchia rinvia su se stesso e Munari ne approfitta per uccellare Handanovic. 1-0 ed il cinismo della Samp si ripresenta al momento giusto. Per altro, il numero 11 blucerchiato sembra aver un certo istinto sugli errori difensivi altrui, come aveva dimostrato a Roma in occasione del suo gol su errore del portiere romanista Stekelenburg.
Il problema però diventa proprio l'essere in vantaggio. Il Doria, che aveva ben gestito i primi 20' di gara, si ritira nella sua metà campo e lascia Eder solo al suo destino: una mossa da evitare. Anche perché l'Inter comincia a spingere maggiormente, sebbene non collezioni occasioni a raffica. Prima Guarin sfiora il palo alla destra di Romero con un siluro al 33', poi è Cassano a mettere in mezzo al 43' senza che Milito riesca a buttare la palla in porta. Insomma, l'avere Mudingayi e Gargano come play-maker non aiuta la squadra di Stramaccioni e la Samp porta a casa il vantaggio alla fine del primo tempo.
Il cambio Mudingayi-Cambiasso all'inizio della ripresa aiuta l'Inter nel gestire meglio il pallone a centrocampo. Del resto, gli ospiti non si sbottonano e continuano a tenere un baricentro esageratamente basso, finché un altro episodio contestato non cancella quanto di (poco) buono era stato fatto fino ad allora.
Minuto 52: palla persa dalla Samp a centrocampo e Palacio serve bene Milito in profondità; Costa, fuori posizione, rientra frettolosamente e spintona leggermente l'argentino. Per l'arbitro è rigore. E se ci può stare l'assegnazione del tiro dal dischetto, lascia perplessi il cartellino rosso a Costa, che lascia la Samp in 10 uomini. Dal dischetto, l'ex Genoa tira un rigore perfetto e segna l'1-1.
La Samp, già scomparsa dal campo, non può certo migliorare la qualità del suo gioco in inferiorità numerica; anzi, rischia di subire il 2-1 quando De Silvestri (entrato al posto di Berardi infortunato) viene saltato seccamente da Milito. Il numero 22 dell'Inter spara un gran sinistro che incoccia il palo; ma è - purtroppo - solo questione di tempo.
Se Alvaro Pereira lascia il posto a Nagatomo, Ferrara toglie nuovamente Poli per Renan. Il centrocampista non la prende bene ed il brasiliano entra con poca cattiveria, tanto che da un suo errore nasce il 2-1 dei padroni di casa. Su una respinta da calcio d'angolo in favore della Samp, Renan dovrebbe alleggerire all'indietro.. purtroppo, il numero 5 doriano cicca il disimpegno e favorisce il letale contropiede interista: Cassano per Palacio, destro incrociato molto preciso e 2-1 per i nerazzurri. Una mazzata tremenda.
Nonostante Renan venga richiamato in panchina per tentare il tutto per tutto con Maxi Lopez, è ancora l'Inter a sfiorare la rete: prima Palacio calcia fuori di poco, poi Cassano bacia la traversa con una punizione dal limite dell'area.
La terza marcatura è comuque nell'aria e si concretizza all'81': "Fantantonio" fa quel che vuole sulla fascia e serve Guarin ai 16 metri. Il colombiano salta secco un arrendevole Estigarribia e realizza il terzo gol dei padroni di casa. Il finale è una lunga agonia, spezzata solo dal secondo gol della bandiera, stavolta siglato da Eder, dopo una buona combinazione con Maxi Lopez. A posteriori, viene da chiedersi se Ferrara (espulso per proteste dopo il 3-1) si sarebbe potuto giocare la carta dell'argentino prima. 3-2 e quinta sconfitta consecutiva; la zona retrocessione si è ulteriormente avvicinata ed ora dista solamente due punti.

Diego Milito, 33 anni, segna il rigore dell'1-1: Romero immobile.

Romero 5 | Che il pasticciaccio di Verona l'abbia rovinato? Non sembra più molto sicuro. Nel primo tempo rischia con una respinta poco ortodossa, che lascia strada al sinistro di Guarin vicino al gol. Sui tre gol non ha particolari colpe, ma nel finale per poco non ne combina un'altra..
Berardi 6 | Finché è in campo, Cassano si vede poco dalle sue parti, ancor meno Palacio. Poi Alvaro Pereira lo stende brutalmente e lo costringe ad uscire.
Gastaldello&Rossini 6 | Marcare Milito non è facile, qualche disattenzione capita; i due però fanno quello che possono. Tutto sommato, il "Principe" - rigore a parte - non crea troppi problemi se lo marcano i due centrali sampdoriani.
Costa 5 | Fuori posizione, spinge pochissimo nel primo tempo. Nel secondo, è totalmente in ritardo su Milito nell'occasione del rigore: anche se il contrasto è leggero e l'espulsione è eccessiva, lui non deve permettersi questi errori.
Tissone 5,5 | Fa girare tanto il pallone, ma di verticalizzazione neanche una.
Poli 6 | Si fa tanti chilometri, ma non trova quasi mai nessuno a sostenerlo.
Munari 6,5 | Ancora a segno, sempre contro le big in trasferta: dopo l'Olimpico, tocca a San Siro. Peccato che la sua rete non porti punti, anche se il suo impegno è stato encomiabile.
Soriano 5 | Ennesima partita in cui non si capisce quale sia la sua utilità da esterno d'attacco. Per altro la sufficienza con la quale gioca non gli permette d'essere utile neanche nel suo ruolo originale.
Estigarribia 4,5 | E' un esterno d'attacco. No, è un terzino. Sbagliato, è un esterno da 3-5-2. Sapete cosa? Sono tutte affermazioni errate. QUESTO Estigarribia non è niente e l'imbarazzante tenerezza con la quale affronta Guarin nell'azione del 3-1 fa capire quanto il ragazzo debba far strada.
Eder 6,5 | Altra partita, solito mazzo. Il gol alza di mezzo voto la valutazione, ma non può giocare da prima punta: così si sacrifica troppo la sua preziosa progressione.

De Silvestri 5 | In attacco non può spingersi troppo, causa inferiorità numerica; in difesa, causa Milito e Cassano, fa più danni che buone cose.
Renan 4 | La leggerezza con la quale regala il contropiede all'Inter per il 2-1 di Palacio è da multa. Sì, una multa. Perché il ragazzo ha già poche occasioni e non può sprecarle così. Non lo aiuta neanche Ferrara, quando lo toglie a danno fatto e in inferiorità numerica; così si svaluta un ragazzo che è stato pagato tre milioni quest'estate. Gli errori, intanto, rimangono.
Maxi Lopez 6 | Pochi minuti e la Samp mostra qualche barlume di senso quando attacca. Speranze di rimonta non ce ne sono mai state, però la palla rimane in avanti per più di cinque secondi. Molto bravo nell'uno-due che porta Eder al primo gol su azione in stagione.

L'unica cosa positiva che si può trarre da quest'ennesima sconfitta è il cinismo: la Samp ha fatto tre tiri in porta in tutto il match, di cui due in porta. Quelli appunto delle reti segnate a San Siro; se si usasse questo cinismo come ad inizio campionato, magari saremmo più avanti. Domenica arriverà l'Atalanta a Marassi e sarà l'esame decisivo per Ferrara. Se non arrivasse una vittoria o - peggio ancora - maturasse la sesta sconfitta consecutiva, forse diverrebbe l'ora per pensare ad un cambio. Che il buon Paolo ce la mandi buona. Anche perché più che di "luci a San Siro", sarebbe stato meglio parlare di ombre. Quelle che circondano il nostro futuro più prossimo.

Gianni Munari, 29 anni, esulta con Poli dopo il momentaneo vantaggio.