29 aprile 2013

Un abisso di domande.

«Dove andiamo? Perché esistiamo? Ma sopratutto: cosa stiamo combinando?». Domande esistenziali misti ad interrogativi calcistici: se c'è un'effettiva difficoltà nel rispondere ad alcuni di questi quesiti, non è certo più facile capire dove sta andando la Sampdoria. Già, perché la settima gara consecutiva senza vittorie - un 3-0 secco subito dalla Fiorentina di Montella - fa capire che le prospettive future non sono buone e a fine stagione ci vorrà un forte rimpasto. Purtroppo, al futuro non si può ancora pensare: mancano ancora un paio di punti per salvarsi.

Vincenzo Montella, 38 anni, anche ieri acclamato dalla Gradinata Sud.

La Samp, reduce dal pareggio di Bologna, trova Maxi Lopez come centravanti titolare e cambia un po' le carte in tavola, in vista di un avversario pericoloso: Rossi opta per il 4-4-2 e schiera Mustafi sulla destra della difesa, rinunciando ad un centrocampista. Di contro, la Fiorentina si presenta a Genova dopo il grande rischio contro il Torino e con la voglia di recuperare il Milan per il terzo posto, che vale i preliminari di Champions.
I blucerchiati durano 10', giusto il tempo di un paio di folate che consentono a Poli di sparare alto dal limite dell'area. Dopo di che, il pallone non è più nei piedi della formazione di casa, che è così costretta a fare da "sparring partner" di fronte al giro-palla degli ospiti. Un destro di Pizarro dalla distanza scalda le mani di Romero, prima che Berardi rischi di anticipare la sconfitta con una dubbia trattenuta su Aquilani in area di rigore. L'impressione, in ogni caso, è che la Samp stia a guardare e che gli ospiti abbiano la possibilità di segnare, ma non riescano a chiudere il cerchio. Timore spazzato da Cuadrardo al minuto 32: su passaggio di Pizarro, il colombiano carica un gran destro dai 30 metri e batte un poco attento Romero. Certo, il tiro incontra una selva di gambe, ma il "Chiquito sembra fuori forma. Dieci minuti e la Fiorentina riesce anche a raddoppiare: Llajic raccoglie una povera respinta di Mustafi e spara un destro che fulmina il portiere blucerchiato. 2-0 con il minimo sforzo e la Samp non sembra neanche lontanamente in grado di impensierire la squadra di Montella.
Al riposo, Delio Rossi decide di giocarsi il tutto per tutto, mettendo Eder per un irritante Estigarribia e passando ad uno spericolato 3-4-3. Purtroppo, il cambiamento tattico produce solo un sinistro centrale di Sansone, che scalda i guanti di un disoccupato Viviano; alla lunga, i padroni di casa mollano la presa e rimangono senza palla, visto che il centrocampo viola fa girare il pallone senza farlo vedere ai blucerchiati. Anzi, è proprio la Fiorentina a sfiorare il 3-0 con Cuadrado, che salta Palombo e spara alto davanti a Romero. E' solo questione di tempo prima che gli ospiti triplichino le marcature: bella percussione di Llajic ed il serbo un solissimo Aquilani per il 3-0 finale. La partita, probabilmente già finita dopo il raddoppio di Llajic, si chiude definitivamente e la Samp corre verso il finale come in un'agonia. Sfortunatamente, i guai non arrivano mai da soli: Gastaldello si fa espellere per un intervento inutile sullo scatenato Llajic, Eder provoca Savic e si becca il giallo che gli farà saltare Udine, così come non ci sarà Palombo, anch'esso squalificato. Si presenta difficile il cammino dei blucerchiati verso la trasferta in "Friuli".

Alberto Aquilani, 28 anni, esulta dopo il 3-0 appena segnato.

Romero 5; Mustafi 5.5, Gastaldello 4, Palombo 6.5, Berardi 5; De Silvestri 5, Obiang 5, Poli 5.5, Estigarribia 4.5; Sansone 6, Maxi Lopez 4.5 - Eder 5, Icardi 5, Munari s.v. (pubblicate già su SampNews24)

Diciamoci la verità: cominciano a sorgere problemi più grandi delle soluzioni che possiamo dare. Dopo 34 giornate, divise a metà tra Rossi e Ferrara, la media-punti è simile tra i due tecnici, a conferma che il problema principale risiede nelle scelte fatte in estate. Errori mastodontici, che si stanno facendo sentire ora più che mai. Alla fine mancano solo quattro partite ed il calendario blucerchiato è veramente difficile: Udinese in trasferta, Catania al "Ferraris", Lazio a Roma e chiusura in casa contro la Juventus. Onestamente, solo la partita con gli etnei pare fattibile in termini di punti, se non altro perché il Catania potrebbe aver esaurito anche l'ultimo obiettivo stagionale (battere il record di punti del club, stabilito da Montella nella scorsa stagione). Guardando dietro, il Genoa si è parzialmente ripreso, il Palermo sta correndo come non mai, mentre il Siena sembra essersi piantato. Il calendario altrui indica come i toscani siano semi-spacciati, mentre i siciliani avranno delle partite toste, a cominciare dalla trasferta sul campo della Juve, pronta a festeggiare il bis-scudetto. A questo punto, è proprio il Genoa a sembrare favorito per la salvezza, visto il calendario.
Insomma, domenica prossima non si attendono buone nuove: nel frattempo, un abisso di domande riempirà le nostre giornate. Speriamo che una di queste non debba essere: «quando ci salviamo?»

Maxi Lopez, 29 anni, contrastato: la prestazione dell'argentino è stata deludente.

22 aprile 2013

Salvi o non salvi? Questo è il problema...

La conquista della salvezza sembra diventata un'agonia per la Samp: i blucerchiati, reduci da una striscia di cinque giornate in cui manca la vittoria, non riescono a sbloccarsi ed ottengono un punticino a Bologna. Certo, ci si avvicina alla fatidica quota 40, che chiuderebbe la stagione, ma la vittoria continua a non arrivare: è sembrato il classico pareggio di fine anno, sebbene le due squadre abbiano spinto parecchio per convincere gli scettici. Primo tempo in mano ai padroni di casa, il secondo ben giocato dagli ospiti. Oltretutto, a Bologna, non si vince dal 2004: tanto, troppo tempo.

Maxi Lopez, 29 anni, va al tiro, contrastato da Nikolas Sorensen, 21.

Le formazioni rivelano qualche novità forzata, sopratutto nella Samp: Delio Rossi deve rinunciare per squalifica a Costa e De Silvestri, mentre Eder e Krsticic sono assenti per squalifica. A quel punto, il tecnico mette in campo Mustafi, Berardi, Sansone e Munari. Niente da fare per Rodriguez, che dovrà aspettare ancora per il suo debutto; sconfitto anche Poulsen nel ballottaggio con Estigarribia, nonostante il danese fosse stato vicino alla terza da titolare durante la settimana. Il Bologna, invece, si presenta con un 4-2-3-1 atipico, con Gabbiadini nei tre dietro l'unica punta, Alberto Gilardino. Dentro anche Khrin al posto dell'infortunato Perez.
Il primo quarto d'ora è di fuoco ed è la Samp a renderlo così caldo: prima Obiang, poi Poli tentano di impensierire Curci, ma il portiere rossoblu non deve scaldarsi troppo per fermare le due conclusioni. Risponde il Bologna, che riesce a scaldare le mani di Romero, grazie alle avanzate di Gilardino e Koné; la Samp ha poi un'altra grande occasione, ma il debole colpo di testa di Sansone - seppur a due passi - vede la pronta respinta di Curci. Lì gli ospiti si spengono e non creano più nulla fino alla fine del primo tempo, mentre i padroni di casa trovano il vantaggio al 23': bella giocata di Taider che disorienta Mustafi, cross in mezzo del centrocampista e Gilardino è praticamente solo per l'incornata dell'1-0. Molte responsabilità del gol ricadono su Palombo, colpevole di aver lasciato indisturbato il centravanti del Bologna. Da quel momento in poi, sono gli infortuni a catalizzare l'attenzione della gara: fuori Cherubin e Icardi, dentro Sorensen e Maxi Lopez.
Nella ripresa, il canovaccio cambia: il Bologna fa una sfuriata nei primi minuti, con le conclusioni di Koné e Diamanti (quest'ultimo cerca il gol direttamente da corner) che vedono Romero attento. Tuttavia, la Samp gestisce meglio il campo e ricomincia a farsi pericolosa, con un bel tiro di Poli smanacciato in angolo da Curci. Fortunatamente, nulla può l'ex portiere della Samp sul bel sinistro di Sansone: al 59', servito da Maxi Lopez, l'attaccante scaglia un potente tiro che s'insacca per l'1-1. Ottenuto il pareggio, i blucerchiati tengono bene il campo e fanno scorrere i minuti, impegnando Curci con una punizione dalla distanza di Palombo. Nel finale, gli ospiti mollano e rischiano il pata-trac sulla punizione di Diamanti, ma il volto di Munari salva in angolo. Così si conclude 1-1 lo scontro tra le due squadre, che possono (quasi) gridare alla salvezza raggiunta: manca veramente poco ad entrambe per chiudere il discorso e raggiungere l'obiettivo prefissato ad inizio stagione.

Alberto Gilardino, 30 anni, insacca il momentaneo 1-0 per il Bologna.


Romero 6.5; Mustafi 6.5, Palombo 5.5, Gastaldello 6; Berardi 6, Poli 6, Obiang 5.5, Munari 6.5, Estigarribia 5.5; Sansone 6.5, Icardi 5 - Maxi Lopez 5, Rossini s.v., Soriano s.v. (pubblicate già su SampNews 24)

E così un'altra giornata è archiviata. Cinque partite rimangono a questa Samp in agonia, che si trascina verso la fine del campionato: Fiorentina, trasferta a Udine, Catania, trasferta sul campo della Lazio e Juventus. Tre, forse quattro di queste partite sono tecnicamente difficili per una squadra che va d'inerzia e nient'altro. Diciamo che la salvezza andrebbe conquistata ufficialmente domenica prossima, magari con una bella vittoria sull'ex Montella (lo so: sogno) oppure battendo un Catania stanco e ormai demotivato vista la salvezza raggiunta. Non vedo questa Samp vincente sul campo di questa Udinese o della Lazio, come non la vedo vincente su una Juve demotivata (anche perché avrà già vinto il campionato da diverse giornate). Intanto, si spera di vedere in campo qualche giocatore tenuto finora da parte: Poulsen, Rodriguez, ma anche lo stesso Renan andrebbero testati. Così come mi piacerebbe vedere più in campo Mustafi, che ha bisogno di crescere ed accumulare minutaggio. Infine, chiusura sull'attacco: le cinque partite rimanenti saranno importantissime per Maxi Lopez, che ha un disperato bisogno di dimostrare quanto vale e se può rimanere qui (al momento, propenderei per un "no"). Insomma, siamo salvi o non salvi? Questo è il problema: la matematica non dice ancora di sì, nonostante dietro non corrano moltissimo. Chissà se potremo festeggiare la salvezza già la prossima settimana...

Gianluca Sansone, 25 anni, autore del pareggio e migliore in campo dei blucerchiati.

15 aprile 2013

Vendetta fallita.

«Uccideteli»: questo il grido maggiore che girava al "Ferraris" di ieri. Una richiesta che, evidentemente, non è stata soddisfatta dai giocatori blucerchiati: l'1-1 di ieri nel derby è stato il solito canovaccio, semmai ancor più brutto del solito nella qualità del gioco. E nonostante ciò, la Samp esce con un punticino che significa poco o nulla: per carità, il pareggio è giusto, visto l'andamento della gara, ma i blucerchiati avevano una grande occasione per vendicarsi dello sgambetto subito due anni fa: un imprevisto che costò la B. Invece, niente da fare: un'opportunità storica è volata via e, se il Genoa retrocederà, lo farà con le sue gambe.

Scontro fra Daniele Gastaldello, 29 anni, e Marco Borriello, 30.

La Samp si presenta alla stracittadina con Eder-Icardi coppia d'attacco e con il recupero di Krsticic, che sostituisce Munari a centrocampo. Novità per il Genoa: cambio modulo (un 3-5-2 speculare a quello blucrchiato) e l'inserimento di Antonelli come mezz'ala, per appoggiare le sortite offensive dei due attaccanti, Borriello e Immobile. La verità è che il primo tempo e privo di emozioni e non c'è neanche un tiro in porta in uno dei due specchi: Frey e Romero sono sostanzialmente disoccupati, mentre le battaglie a centrocampo continuano. Una decisione discutibile dell'arbitro Orsato (quello del pugno di Muslera a Pazzini, per intenderci) grazia Matuzalem, che infortuna nuovamente Krsticic, ma si becca solo il giallo, nonostante un'entrata con il piede a martello sulla caviglia del serbo; al posto del numero 25 blucerchiato, entra Munari, garantendo meno qualità e più corsa a centrocampo. Nella girandola di contrasti che c'è nel primo tempo, un lampo porta in vantaggio la Samp: su punizione, Eder riesce a far passare la palla sotto la barriera ed è 1-0. Il palo aiuta nell'impresa, ma fa capire come un singolo episodio possa girare la partita: si va al riposo in vantaggio e con la sensazione che, vista la pochezza in campo, la partita sia in mano ai blucerchiati.
Ballardini corre subito a ripari, togliendo uno spento Pisano ed inserendo Vargas, come aveva fatto nella gara d'andata: la mossa non porterà grosse modifiche al gioco, ma aiuterà ad inasprire il clima, già abbastanza teso, come nella tradizione di ogni derby. Anche Eder deve uscire per infortunio, lasciando spazio a Sansone, che purtroppo tira fuori la stessa prestazione del brasiliano: l'ex Sassuolo si vede poco e, nel finale, si adatta agli standard di un Icardi inguardabile, sparendo dal campo. Nel frattempo, il Genoa fa poco per provarci: un tiro rimpallato di Kucka è il massimo dello sforzo. Poi, quando meno te l'aspetti, ecco la frittata: al 79', Matuzalem tenta il cross in area e trova il più improbabile dei gol, festeggiato come se avesse inventato la giocata della domenica. In realtà, come si vedrà dal replay di spalle al giocatore rossoblu, il centrocampista guarda l'area; poi gli esce il colpo della vita e si va sull'1-1. Nel finale, il Genoa - rinfrancato dall'episodio - tenta l'assalto finale, producendo però solo un salvataggio rischioso di Gastaldello sul neo-entrato Floro Flores. Insomma, poco o nulla.
L'1-1 finale rispecchia l'andamento della partita: brutta, equilibrata per pochezza e decisa da due episodi. Ma  la Samp si porta tanti rimpianti a casa, vedendo come hanno giocato gli avversari: con un'altra squadra, questa gara avrebbe potuto avere lo stesso epilogo dell'andata.

Eder, 26 anni, porta momentaneamente in vantaggio la Samp su punizione.

Romero 6; Gastaldello 6, Palombo 6.5, Costa 6; De Silvestri 6.5, Poli 5.5, Krsticic s.v., Obiang 6, Estigarribia 4.5; Eder 6, Icardi 4.5 - Munari 5, Sansone 6, Mustafi s.v. (pagelle già pubblicate su SampNews24)

A bocce ferme, è importante sottolineare come si possa parlare di "vendetta fallita": vista la situazione di classifica,  i tifosi sampdoriani avrebbero potuto - con una vittoria - celebrare la salvezza praticamente raggiunta ed assistere allo psico-dramma dei "cugini" rossoblu, vendicando parzialmente quanto accaduto due anni fa. Invece, niente da fare: la strappo del 2010/2011, con il gol di Boselli e la retrocessione sancita in quel derby, non sarà mai vendicata. Se il Genoa retrocederà, lo farà con le sue gambe ed i tifosi blucerchiati non potranno esserne felici, pur nella grande cornice dello "sfottò" di Genova. Sconfitta con il Siena, sconfitta con il Palermo e derby giocato con il freno a mano tirato, nonostante la situazione avversarie: le vendette si consumano a freddo, ma non così.
Esaurito il capitolo "vendetta", alla Samp manca poco per salvarsi: una vittoria dovrebbe essere sufficiente, visto che il distacco dalla terzultima è rimasto di nove punti. Si spera di arrivare all'obiettivo in un paio di giornate, magari vincendo a Bologna o facendo uno scherzetto alla Fiorentina del tanto amato ex, Vincenzo Montella. Certo, la salvezza andrà agguantata in questo periodo: visto il calendario nelle giornate successive (Udinese, Catania, Lazio, Juventus), sarà meglio assicurarsi la permanenza nella categoria il prima possibile. Giusto per evitare ulteriori sorprese: dietro corrono...

Sergio Romero, 26 anni, non può che vedere il pallone entrare sul cross di Matuzalem: è l'1-1 finale.

08 aprile 2013

Manco fosse Maradona.


Al parco, una volta, capitava che saltavi tutti gli avversari e facevi un gran gol. Allora, i tuoi avversari ti  dicevano: «Chi ti credi di essere, Maradona?». Ecco, l'avesse detto qualcuno ieri a Josip Ilicic, che è sloveno e non argentino; eppure, ieri, ha saltato tutti come fosse Maradona, nonostante la sua carriera in Serie A sia più basata sulla discontinuità che sulla tecnica. Ma il gol della fantasista del Palermo è solo la fotografia di questa Samp, sconfitta anche ieri: il 3-1 subito a domicilio dai siciliani è un campanello d'allarme.

Josip Ilicic, 25 anni, segna un gol alla "Maradona" per il 2-1 del Palermo.

Già, perché - a differenza della gara contro l'Inter di quattro giorni prima - non c'è stata neanche la sterilità. No, non c'è stato quasi nulla: il gol di Munari è stato un momento casuale, come confermato dal secondo tempo blucerchiato. Una Samp che partiva con i recuperi di Costa e Eder, mentre Rossi doveva rinunciare a Krsticic (infortunato) e Poli (squalificato): al loro posto, sono stati rispolverati Soriano e Munari. Il Palermo, rincuorato dalla vittoria con la Roma, veniva a Genova senza Dossena, perso nel riscaldamento; per il resto, 9/11 confermati, con Donati arretrato in difesa al posto di Munoz e Rios in mezzo al campo.
Purtroppo, la Samp sembra più spuntata che mai: in tutto il primo tempo, un colpo di testa debole di Gastaldello ed un altro centrale di Icardi sono il massimo del pericolo portato dai blucerchiati; dall'altra parte, il Palermo non spinge eccessivamente, ma - quando punge - fa male. Al 22', Ilicic fa le prove generali: salta tre avversari in velocità e serve Miccoli, che però non angola bene il suo sinistro. Dieci minuti e gli ospiti passano: punizione di Miccoli dalla tre-quarti, Von Bergen anticipa un Romero indeciso e segna il suo primo gol stagionale. Una doccia fredda, mitigata parzialmente dal pari di Munari: angolo di Eder ed il centrocampista è lasciato colpevolmente solo, permettendo alla Samp di pareggiare.
Tuttavia, è un'illusione: se la Samp spuntata del primo tempo perlomeno teneva palla, quella del secondo non riesce neanche in quest'intento. Anzi, il Palermo aumenta la spinta e migliora il possesso del pallone, costringendo i padroni di casa ad un primo quarto d'ora orrendo: Ilicic scalda i guanti a Romero, mentre Rios sfiora il palo dalla distanza. Poi, al 49', l'episodio che spacca la partita: lo sloveno del Palermo prende palla ai 45 metri, salta Obiang, Munari, Palombo, Gastaldello ed un Costa dimesso, prima di battere Romero con il destro. Un gol alla "Maradona", con il beneplacito della immobile difesa avversaria.
Se il "Ferraris" è muto per il gol subito, la Samp non dà segni di reazione. Così, dopo un colpo di testa ancora di Rios, è Garcia a triplicare il conto dei gol rosanero, su corner di Miccoli: su quest'azione, colpe evidenti di Costa e Romero, poiché il primo lascia andare l'avversario, mentre l'argentino non esce. Lì finisce la gara: la Samp butta dentro Sansone e Maresca, passando ad un coraggioso 4-3-3, senza però ottenere alcun risultato. Anzi, è il Palermo a sfiorare il quarto, prima con Miccoli e poi ancora con Ilicic, che fa un altro slalom gigante nella difesa blucerchiata.
Il fischio finale è solo la fine dell'agonia: è la terza sconfitta nelle ultime quattro gare e domenica ci sarà il derby. Non il modo migliore di iniziare una settimana così importante.

Santiago Garcia, 24 anni, esulta dopo il 3-1 rosanero: la partita finisce qui.

Romero 4.5 | Un periodo di forma tremendo, ha colpe sul primo e sul terzo gol: sembrava il primo Luca Castellazzi, "l'uomo che non usciva la gente" (cit.).
Gastaldello 4.5 | Nonostante il peso, Miccoli lo salta come vuole. Sul gol di Ilicic fa la statuina.
Palombo 5 | Se smettesse di fare lanci e si limitasse al suo... torna capitano dopo più di un anno.
Costa 5.5 | Il "migliore" dei tre: primo tempo sontuoso, poi si dimentica Garcia sul 3-1 degli avversari.
De Silvestri 5 | Poco o nulla da segnalare.
Munari 5.5 | Gol a parte, non si capisce cosa possa aggiungere alla manovra blucerchiata.
Obiang 5 | Torna a fare il regista e si dimentica come si fanno i passaggi filtranti: non capita a tutti.
Soriano 5.5 | Nell'alone di mediocrità che regna sugli undici blucerchiati, Soriano sembra quasi sufficiente.
Estigarribia 4.5 | Continuo a non capire quale sia il motivo per cui Poulsen non possa giocare al suo posto, sopratutto se il paraguaiano è in queste condizioni.
Eder 5 | L'unico a tirare in qualche modo verso la porta avversaria.
Icardi 4.5 | Sembra che sia stato già venduto all'Inter: speriamo. Almeno ci sarebbe un motivo per cui gioca come se non gliene fregasse nulla.

Sansone 5 | Non può certo ribaltare le sorti del match da solo.
Mustafi 5.5 | Giusto il tempo di dare una legnata a Kurtic, con tanto di giallo.

Adesso la situazione è ancora più difficile: è da un mese che mancano questi quattro-cinque punti per salvarsi, ma la marcia si è bloccata e non si cammina più. Se analizziamo il mese appena trascorso, la Samp viene da tre sconfitte ed un pareggio a reti bianche in quel di Bergamo: poco, troppo poco. Come se molti fossero convinti già d'esser salvi: una vergogna, perché si lotta fino alla fine, anche oltre l'obiettivo stagionale. Ora si spera che si possa chiudere il discorso salvezza nelle prossime tre/quattro partite: se vincessimo il derby, addirittura, il discorso potrebbe già essere chiuso, con l'eliminazione del Genoa come avversario diretto alla salvezza. Fatto sta che servono questi quattro punti e tocca farli il prima possibile: non serve mica Maradona per vincere una gara...

Gianni Munari, 29 anni, a segno contro il Palermo: una rete inutile.

04 aprile 2013

Allarme arancione.

Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà difficile chiudere questo campionato in tranquillità. L'Inter più brutta che io ricordi - nella mia breve memoria di tifoso - vince 2-0 al "Ferraris" e costringe la Samp a cercare i mancanti quattro punti-salvezza altrove. Sarebbe stato bello chiudere il discorso con una vittoria contro una grande (o presunta tale, visto il gioco della squadra di Stramaccioni), ma non è accaduto: tanta pressione ha partorito pochi sollecitazioni per Handanovic e Palacio, giocatore tanto odiato quanto sottovalutato, ci ha puniti senza pietà. Eppure, il risultato non rispecchia l'andamento della gara.

Rodrigo Palacio, 31 anni: l'ex Genoa ha deciso la gara con una doppietta.

Una gara di cui si è parlato solo di due cose: Icardi, il futuro interista (non ho letto nessun annuncio ufficiale), e la rincorsa dell'Inter al terzo posto. Ah, c'era anche il ritorno di Cassano, ma nessuno c'ha fatto caso, anzi: i fischi hanno sovrastato gli applausi, a conferma che non c'è spazio di manovra per un ritorno a Genova in blucerchiato (vedremo se l'altra sponda consentirà tale ritorno). La Samp si presenta al recupero della 29° giornata con il solito 3-5-2: confermato Mustafi al posto di Costa, Estigarribia riprende il suo posto sulla fascia e Sansone sostituisce lo squalificato Eder. Dall'altra parte, l'Inter "provinciale" si presenta con un ordinato 4-3-1-2: tanta legna dietro, tanta fantasia davanti, con Cassano-Palacio in attacco.
Il primo quarto d'oro è di marca interista, nonostante gli ospiti lascino parecchi spazi e la Samp si faccia vedere con un bel colpo di testa di Sansone al 1'. Purtroppo, il fuorigioco non funziona ed i padroni di casa rischiano al 5': Guarin lancia bene Palacio, Mustafi tiene tutti in gioco e l'argentino trova sulla sua strada un prontissimo Romero, bravo a fermarlo due volte. Passata la sfuriata nerazzurra, la Samp prende campo e chiude l'Inter in un angolo, sebbene non tiri molto in porta: sono Icardi e Krsticic a far correre i rischi peggiori alla retroguardia ospite. L'argentino tenta di sorprende Handanovic con un bel colpo di testa su corner, il serbo con un gran sinistro dalla distanza: in entrambi i casi, il portiere sloveno respinge prontamente. Nonostante questo, l'Inter trova il vantaggio a fine primo tempo: Pereira crossa, Palacio sfugge alla guarda di capitan Gastaldello e realizza l'1-0 di testa. Sia ben chiaro: vantaggio immeritato, ma i grandi campioni servono a fare la differenza in questi momenti.
Dopo l'intervallo, la Samp scende con lo stesso piglio di voler tenere il campo, ma senza pungere eccessivamente: Sansone è il più pericoloso, con un bel sinistro che costringe Handanovic alla deviazione in angolo. Un bel colpo di testa di Icardi ed un sinistro dalla distanza di Obiang spengono le speranze di rimonta; tanto più che l'Inter, pur aspettando, ha le migliori occasioni del secondo tempo. La prima è con Palacio, fermato solo da un super-intervento di Mustafi; la seconda è con Guarin nel recupero, quando il colombiano spara alto da due passi. Nel mezzo, la Samp mette dentro Maxi Lopez e Poulsen: se l'argentino si sbatte, ma non cambia la partita, il danese dimostra come meriterebbe qualche chance in più. Al 93', Palacio salta gli stanchi Mustafi e Palombo, battendo Romero per il 2-0: game over a Genova ed Inter rinfrancata grazie al suo gioco "provinciale", che serve molto quando gli avversari non sanno come aprire varchi nella tua difesa.

Andrea Poli, 23 anni, si becca il giallo per simulazione: salterà il Palermo.

Romero 6; Mustafi 6, Palombo 6.5, Gastaldello 5.5; De Silvestri 6, Poli 5.5, Krsticic 6, Obiang 6.5, Estigarribia 5.5; Sansone 5.5, Icardi 5.5 - Maxi Lopez 6, Poulsen 6.5, Munari s.v. (pagelle pubblicate già su SampNews24 nella giornata di ieri)

Insomma, c'è poco da ridere. Se il dominio territoriale è stato netto, esso non ha comunque portato a reali e costanti pericoli per la porta avversaria. Anzi, l'Inter ha avuto più occasioni pericolose, nonostante abbia avuto poco la palla tra i piedi; il gioco "provinciale" - tanto schifato da Stramaccioni - è la faccia di quest'Inter, incapace di offrire qualcosa di più. La faccia della Samp d'adesso, invece, è quella di Mauro Icardi: il periodo d'oro è finito da un mese e c'è un tremendo bisogno di invertire la marcia.
Domenica il Palermo sarà al "Ferraris", mentre la settimana dopo ci sarà il derby: inutile dire come quei quattro punti che mancano alla salvezza DOVRANNO arrivare da questi match, perché saranno una mazzata per le dirette avversarie. Con i rosanero abbiamo un conto in sospeso: due anni fa, ci mandarono in B; ora, come diceva l'A-Team, «it's payback-time». Il Genoa, invece, arriverà al derby quasi sicuramente col fiato sospeso, visto che sarà reduce dalla trasferta di Napoli: anche lì potrebbe esserci una restituzione di quanto subito due stagioni fa. Tuttavia, sarà difficile riuscire in questi intenti giocando così: perciò, non è allarme rosso, ma arancione sì. Rialziamoci il prima possibile, il campionato non è ancora finito.

Mauro Icardi, 20 anni: tanto rumore per nulla, la sua partita è stata anonima.