29 settembre 2013

Piattume d'altri tempi.

Pensavo una cosa: ieri, dopo la gara, mi sentivo come Walter White in "Breaking Bad". Purtroppo, non era la parte in cui lui diventa un personaggio avvincente e deciso. No, mi sentivo come Walter White dopo 10 minuti della prima puntata: seccato ed incredibilmente rassegnato al mio destino. Una sensazione che molti tifosi sampdoriani avranno condiviso dopo la quarta sconfitta in campionato su sei giornate disputate sin qui: l'1-0 subito dal Milan ha il sapore amaro. E di quelli che non ti concedono troppi appigli a cui aggrapparti.

Alessandro Matri, 29 anni, contro Lorenzo De Silvestri, 25: buona prova dell'esterno.

La Samp, reduce dal pesante k.o. interno contro la Roma, si ripresenta a Milano con lo stesso modulo: 4-4-2 e tanta corsa. Confermati Wszolek e Gavazzi sulle fasce, le novità maggiori sono al centro: Palombo torna a centrocampo e con la fascia da capitano, mentre Regini subentra a Gastaldello in difesa. Per il Milan, le novità sono poche rispetti al rocambolesco pari di Bologna: Zaccardo subentra ad Abate sul settore difensivo di destra, mentre davanti è confermato il tandem Robinho-Matri.
Nonostante il bisogno di punti, è il Milan a partire ben più aggressivo della Samp: al 14', un bel lancio di Birsa trova Robinho a due passi dalla porta, con il brasiliano che però non trova il colpo vincente. Due minuti ed è stavolta Constant a sfiorare il gran gol al volo su assist di Robinho. I blucerchiati sono timidi e non riescono a fare un buon giro palla all'interno della "San Siro" rossonera. Ciò nonostante, gli ospiti sfiorano il vantaggio al 26': su corner di Sansone, ennesima incornata di Costa e palla che sfiora il palo alla sinistra di Abbiati. Sinistri dalla distanza di Gabbiadini a parte, lì la Samp riscompare; il Milan, invece, si rende nuovamente pericoloso con Mexes, che sbuca alle spalle della difesa ospite su una punizione e manca l'impatto decisivo con il pallone.
Arriva l'intervallo ed Allegri cambia Muntari con Emanuelson: una mossa astuta, che si rivelerà vincente. Pronti, via ed i rossoneri vanno in vantaggio: Robinho lavora un pallone al limite dell'area blucerchiata e serve Birsa, che spara un bel sinistro all'angolino sinistro di Da Costa. 1-0 e primo gol dello sloveno con il Milan. Gli ingressi di Soriano e Krsticic cambiano poco l'assetto della Samp, che continua a subire: nella parte centrale del secondo tempo, è Matri ad avere numerose occasioni per chiudere la gara. L'ex Juve prima ruba palla ad Obiang e spara su Da Costa, poi viene murato da un monumentale Mustafi: insomma, l'attaccante non pare proprio in forma. Intanto, nella Samp, c'è l'esordio di Petagna per un infortunato Gabbiadini: i blucerchiati nel finale spingono per la disperazione, ma la migliore occasione è un sinistro di Costa dalla distanza. Anche Sansone impegna Abbiati, ma l'ex Toro ha la miglior occasione all'84', quando spedisce il pallone in curva da dentro l'area. Nel finale, c'è spazio anche per il possibile 2-0 dei padroni di casa, ma Da Costa è bravissimo su Niang e mette la palla in corner. Finisce con la quarta sconfitta in sei giornate: c'è il bisogno di riprendersi il prima possibile.

Valter Birsa, 27 anni, festeggia il primo gol con il Milan: sarà quello decisivo.

Da Costa 6 - Fa il suo quando deve intervenire. Sul gol di Birsa, è difficile dire qualcosa: vede la palla tardi.
De Silvestri 6.5 - L'unico a mettere un po' in difficoltà il Milan sulle fasce.
Mustafi 7 - Matri sbaglia altri gol, ma la prestazione del tedesco è stata monumentale. Un muro umano.
Regini 6 - Peggio del suo compagno, ha l'unica colpa di essere davanti a Da Costa e non chiudere le gambe sul tiro di Birsa.
Costa 6 - Fa quel che può, nel secondo tempo si sgancia anche in avanti. Salterà il Toro per squalifica.
Gavazzi 6 - Una media tra il 6.5 in fase offensiva ed il 5.5 in fase difensiva, dove lascia veramente troppo spazio a Constant.
Palombo 5 - Abbiamo rivisto Palombo a centrocampo: filtraggio zero, lanci come al solito, cadute per terra come ai vecchi tempi. Ritornare in difesa, forse, è l'ipotesi migliore.
Obiang 5.5 - Troppo compassato in mezzo al campo: contro De Jong in forma non te lo puoi permettere.
Wszolek 5 - Stavolta mi tocca bocciare il polacco: Zaccardo, grazie allo spazio lasciatogli dall'ex Polonia Varsavia, sembrava Cafu.
Sansone 5 - Assolutamente nullo. Nel finale ha una grande chance, ma spara nel settore chiuso ai tifosi del Milan.
Gabbiadini 5.5 - Si muove, svaria, lotta e tira molto (forse troppo) dalla distanza. Poi Rossi lo toglie.

Soriano 5.5 - Rossi dice che può giocare da esterno destro: non ne sono proprio sicuro, eh.
Krsticic 6 - Il miglior Nenad stagionale dà una piccola scossa alla Samp: peccato che anche lui salterà il Toro.
Petagna 5.5 - Giusto il tempo di non vedere palla e cercare gol impossibili contro il club che l'ha cresciuto. E' comunque presto: vedremo cosa combinerà nel futuro.

E ora la gara delle gare: il confronto al "Ferraris" contro il Torino diventa una sorta di verifica. Come ha detto Rossi, ora inizia un altro campionato: nel mese di ottobre, la Samp affronterà i granata in casa, andrà a Livorno, giocherà contro l'Atalanta a Genova e sfiderà l'Hellas al "Bentegodi". E' chiaro che da questi confronti debbono uscire qualcosa tra gli otto ed i dieci punti, altrimenti sarà difficile pensare ad una qualsiasi ipotesi di salvezza. Il piattume d'altri tempi visto ieri non porta fiducia, ma bisogna provarci. Altrimenti, sarà B e stavolta con largo anticipo.

Andrea Petagna, 18 anni: prima in A con la maglia della Samp.

26 settembre 2013

In un'altra dimensione.

Avete presente quel momento in cui da giovani ragazzi diventate adulti? E' una sorta di passaggio, di rito della vita. La Samp, più o meno, ne ha compiuto uno con la partita di ieri: la partita contro la Roma ha visto - almeno per 45' - una delle migliori prove stagionali sinora. Tuttavia, non si è quasi mai tirato in porta e alla fine i giallorossi hanno firmato la quinta vittoria consecutiva. Invece, i blucerchiati salgono a tre sconfitte consecutive in casa: strisce uguali a quelle dell'anno in cui si scese in cadetteria.

Mehdi Benatia, 26 anni, esulta dopo il gol del vantaggio giallorosso.

La Samp, reduce dall'incredibile pareggio di Cagliari, cambia ulteriormente pelle per ospitare la capolista del campionato, seppur in coabitazione con il Napoli di Benitez. Il 4-4-2 con il quale i blucerchiati si presentano al "Ferraris" è un chiaro segnale: i successi della Roma derivano da un ottimo lavoro dei tre attaccanti all'esterno dell'area; in più, il lavoro di Balzaretti e Maicon è prezioso. Con otto giocatori molto schiacciati alla porta di Da Costa, l'obiettivo è sporcare il gioco del prestigioso avversario il più possibile. Dal canto suo, l'unica mossa di Garcia è di portarsi Totti in panchina, lasciando spazio a Borriello dall'inizio. Un turno di riposo per il capitano giallorosso, sempre pericoloso quando vede blucerchiato.
Il primo tempo risulta una faticaccia per la Roma, che non fa registrare grossi pericoli dalle parti di Da Costa. Un bene, ma c'è un "ma": l'eccessivo sforzo in fase difensiva non consente alla Samp di creare a sua volta occasioni verso la porta giallorossa. La migliore di tutto il primo tempo deriva dai piedi di Gabbiadini, lesto a raccogliere un eccessivo retropassaggio della difesa romanista e a presentarsi davanti a De Sanctis. Tuttavia, il preciso sinistro del centravanti viene respinto in angolo dal portiere della Roma. Un peccato, specie se si pensa che la squadra della capitale perde Maicon per infortunio, costringendo Balzaretti a snaturarsi a destra, con l'ingresso di Dodò sulla fascia sinistra.
La ripresa, come ha suggerito quest'inizio di campionato, propone lo stesso copione di sempre: la Roma gioca attentamente e, alla fine, trova lo spiraglio necessario per passare lo svantaggio. Benatia, ispiratissimo, parte con una bella progressione palla al piede: peccato che la retroguardia blucerchiata gli si pari davanti in maniera flebile. Solo Gastaldello stende il difensore giallorosso, rischiando il rosso; quando sembra tutto pronto per il calcio di punizione, il marocchino calcia comunque e trova l'angolo alla destra di Da Costa. 1-0 per gli ospiti ed il 4-4-2 difensivo deve improvvisamente trasformarsi in uno strumento di recupero dello svantaggio.
Nessuno rimprovera l'impegno alla Samp, ma le occasioni faticano ad arrivare: quando Pozzi e Bjarnason si scontrano nel tentativo di colpire di testa un cross di Sansone, capisce che non è la giornata giusta per fermare la capolista. Un colpo di testa di Pozzi sfiora la traversa della porta difesa da De Sanctis, ma la Samp è confusionaria e sopratutto lenta: non si possono creare problemi giocando a tre, quattro tocchi contro una squadra del genere. Così, nel finale, arriva anche il raddoppio degli ospiti: fuga di Totti palla al piede e Gervinho firma il 2-0 conclusivo all'88'. L'espulsione di Barillà per doppio giallo, forse eccessiva, serve comunque a fotografare quello che è l'attuale momento blucerchiato: una squadra che s'impegna, che ha forse trovato anche il modulo più giusto per esprimersi, ma che fa una fatica boia a creare occasioni da gol. Non è un caso se è arrivata la terza sconfitta consecutiva in casa, senza neanche segnare un gol al "Ferraris".

Nenad Krsticic e Miralem Pjanic, 23 anni per entrambi, si affrontano.

Onestamente, non mi sento di fare delle pagelle. Certo, alcune annotazioni si potrebbero fare: Wszolek e Gavazzi, in posizioni adatte, si stanno rivelando dei giocatori utili, nonostante siano partiti a fare spenti. Krsticic ed Obiang, dopo un ottimo primo anno di A, stanno mancando clamorosamente a livello di rendimento, facendo salire più di un dubbio sulla loro reale consistenza. Gastaldello non è più il baluardo osservato l'anno scorso, ma un centrale che sta avendo molte difficoltà. Allo stesso modo, Sansone non è riuscito a convincere a pieno partendo dal 1', dando l'impressione di essere più ficcante quando entra a partita in corso. Gabbiadini è il solito faro nella notte, ma solo, lì davanti, rischia di non creare molto se non ben supportato.
A questo punto, mi piacerebbe fare un discorso più ampio, in senso generale. C'è chi è rimasto convinto dalla prestazione della Samp nei primi 45'. Ammetto di aver guardato solo diretta gol, ma non capisco il sollievo: osservando i blucerchiati, se questo è il massimo livello raggiungibile, c'è da preoccuparsi. Va bene l'impegno, va bene un 4-4-2 più adatto ai giocatori, ma ieri si è raramente tirato in porta. E a farlo è il solito Gabbiadini, finora salvatore della patria da quando è arrivato. Ma non ci si salva così: basta guardare l'inizio di Livorno e Verona, che stanno facendo del collettivo la vera forza nella strada al mantenimento della categoria.
A dir la verità, io rimango convinto che neanche il 4-4-2 possa dar una svolta alla Samp. Io credo che - giocatori alla mano - sia il 3-4-3 il modulo più adatto. Magari con questa formazione: Fiorillo - Mustafi, Salamon, Costa (Regini); De Silvestri, Obiang, Renan, Gavazzi; Wszolek, Gabbiadini, Sansone. In tal modo, ci sarebbero molte novità: Da Costa non va bocciato, ma rimandato sì. Perché non si possono prendere gol sul proprio palo, come nell'occasione del 2-0 di Gervinho. Dietro il capitano e Palombo sembrano troppo lenti per confrontarsi con questi avversari, mentre Costa pare l'unico che ci stia capendo qualcosa. Krsticic va fatto riposare, anche e sopratutto a causa del suo pessimo rendimento; Renan garantirebbe maggior filtro ed un tiratore di punizioni. Il trio d'attacco produrrebbe maggior pericolosità ed avrebbe spazio anche Mati Rodriguez, magari intercambiandosi con quel Pawel Wszolek che sta convincendo (almeno per ora). C'è urla al ritorno di Maresca: dal punto di vista atletico e di filtro a centrocampo, sarebbe un suicidio bello buono.
Sopratutto, c'è un punto che va evidenziato: siamo in un'altra dimensione. Non è più tempo d'Europa, Pazzini, Cassano, Bellucci e Montella, stadi europei e grandi colpi; è tempo di Bergamo, Brescia e Verona; tempo di Wszolek, Gavazzi e Mustafi (cioè quelli che danno il massimo, pur senza avendo grande nome); tempo di concretezza e sofferenza. Fateci l'abitudine o abbandonate la nave, prima che sia troppo tardi.

Shkodran Mustafi, 21 anni, lotta gomito a gomito con Marco Borriello, 31.

23 settembre 2013

Una girandola di emozioni.

Diciamo che tutti, alla fine della partita di ieri al "Nereo Rocco", ci siamo detti: «Dai, va bene così». Perché i turbamenti erano stati troppi e perché un punto, di questi tempi, sa di vittoria, specie se giochi male contro una delle storiche bestie nere dei blucerchiati. Così, il 2-2 ottenuto in extremis contro il Cagliari viene festeggiato parecchio, anche se - come Rossi sa - c'è veramente tanto da lavorare. Molto più di quanto il risultato e gli episodi dicano.

La delusione blucerchiata dopo il gol annullato a Pawel Wszolek, 23 anni.

La Samp arriva al "Nereo Rocco" di Trieste, momentanea casa del Cagliari, con alcune novità incredibili in formazione: dentro Gavazzi e Wszolek dal 1', all'esordio assoluto in A. L'ex Vicenza gioca al posto di Regini sulla fascia sinistra, il polacco è impiegato da seconda punta alle spalle di Gabbiadini. Poche le novità, invece, per il Cagliari, che si presenta con il canonico 4-3-1-2, con Cossu ad agire alle spalle di Sau e Pinilla. La verità è che il primo tempo è una sorta di grande sonno, in cui le due squadre tendono a non farsi male; certo, i sardi hanno una più spiccata identità di gioco e si nota, ma la Samp non soffre eccessivamente. Non c'è Ibarbo e già questo risolleva il morale blucerchiato. Tuttavia, solo un destro di Obiang, dopo appena pochi secondi, fa tremare Agazzi e l'intero "Nereo Rocco".
La beffa, però, è dietro l'angolo: al 26' bello uno-due tra Ekdal e Pinilla, con lo svedese che supera di slancio Gastaldello e Palombo, presentandosi solo davanti a Da Costa. A quel punto, è troppo tardi per chiudere su di lui e l'ex Juve realizza l'1-0 con un potente destro. L'ennesimo svantaggio stagionale sembra non poter essere recuperato nella prima frazione, specie se Wszolek si vede annullare il primo gol ufficiale con la Samp: sul tiro-cross di Gavazzi, il polacco - in linea con Rossettini - deve subire un ingiusto annullamento. E la squadra di Delio Rossi torna negli spogliatoi senza un pareggio che non sarebbe stato sbagliato.
Al ritorno in campo, Rossi toglie ancora una volta Bjarnason e mette in campo Sansone, per un 3-4-1-2 con l'ex Sassuolo alle spalle di Wszolek e Gabbiadini. Il numero 12 blucerchiato non pare in forma come le altre giornate, quando a Bologna aveva cambiato la partita nel finale; il Cagliari, intanto, prosegue il suo giro palla e si fa vedere poco dalle parti di Da Costa. Entrano anche Pozzi e Barillà per Wszolek e Gavazzi, ma il risultato non cambia; anzi, è il Cagliari ad avere una super-occasione con Ibarbo, sprecata dal colombiano, mentre Pinilla scalda dalla distanza i guantoni di Da Costa.
Poi, il convulso finale: all'88', bella sponda di Pozzi al limite dell'area e Gabbiadini scarica un potente, ma centrale sinistro. Agazzi l'ha presa, ma il pallone gli scappa e termina in rete. Pareggio del nuovo bomber blucerchiato e punto che sembra raggiunto. Invece, al 91', la punizione dal limite di Conti vede la barriera spostarsi e consentire l'ennesima figuraccia a Da Costa, sebbene stavolta da condividere con Krsticic, che si scansa troppo presto dalla traiettoria del pallone. La beffa sembra restituita, ma la Samp ci crede e al 93' agguanta il 2-2 finale: lancio di Palombo, Sansone aggiusta il pallone in area e De Silvestri scarica un gran destro. La deviazione di Gabbiadini non toglie la paternità del gol all'esterno, ma mette in difficoltà Agazzi, che va incontro al secondo errore di giornata. Il pareggio finale è una magra consolazione, ma sembra una vittoria, anche a giudicare dalla corsa incontrollata di Rossi: il tecnico, infatti, va a festeggiare con i ragazzi sotto lo specchio di stadio occupato dai tifosi blucerchiati.

Micheal Agazzi, 29 anni, responsabile per i due gol blucerchiati.

Da Costa 5; Gastaldello 5, Palombo 5.5, Costa 6.5; De Silvestri 6.5, Obiang 6, Krsticic 5, Bjarnason 5 (dal 1' s.t. G. Sansone 6), Gavazzi 6 (dal 26' s.t. Barillà 5.5); Wszolek 6 (dal 10' s.t. Pozzi 6); Gabbiadini 6.5 | pagelle già pubblicate su SampNews24

E così, la Samp sale a quota 2 in classifica. Terz'ultimo posto, che importa a pochi visto come si era messa la partita. Un'altra sconfitta avrebbe segnato il morale della truppa blucerchiata, già reduce da un pareggio a Bologna e due sconfitte contro Juventus e Genoa. C'è molto da aggiustare, ma il secondo tempo di Trieste - rispetto al derby - ha confortato molti: per lo meno, la Samp ha creato qualcosa, è sembrata poter essere pericolosa e, alla fine, ha strappato un punto contro una "bestia nera" per eccellenza. Va bene che non si giocava in terra sarda, ma raccogliere punti contro il Cagliari è sempre stato difficile.
Ora si deve ripartire di quanto di positivo visto sabato. Gavazzi ha fatto il suo: non è Garrincha, ma ha dato l'impressione di integrarsi meglio nel ruolo rispetto a Regini. De Silvestri, derby a parte, sta continuando la buona stagione dell'anno scorso. Sansone, se messo dall'inizio, potrebbe esser pericoloso per qualunque difesa. Pozzi, da non dimenticare, ha dato quella profondità che serviva alla Samp in quel di Trieste. Infine, Gabbiadini continua a segnare, anche se stavolta in collaborazione con Agazzi.
Tutti questi appunti serviranno a Rossi in vista delle due prossime e tremende gare: prima la Roma al "Ferraris", poi il Milan a "San Siro" (vedremo se senza Balotelli). La partita contro i giallorossi sarà complicatissima, anche perché Rudi Garcia ha dato tranquillità e coesione ad un ambiente devastato dopo l'ultimo biennio, con l'apice della finale di Coppa Italia persa nel derby. La Roma di oggi, invece, appare una squadra normale, coesa e con un'identità di gioco precisa (e con il "falso nove" nel cuore). Insomma, alla Samp servirà un mezzo miracolo: speriamo che si veda qualche miglioramento già da mercoledì. Anche perché non si può vivere questa girandola di emozioni ogni volta.

Delio Rossi, 53 anni, festeggia l'incredibile 2-2 finale con i ragazzi.

16 settembre 2013

Vuoto a perdere.

Il derby di Genova è sempre uno spettacolo, specie sulle tribune. Anzi, per chi ha vissuto l'ultimo da tifoso blucerchiato, diciamo che lo spettacolo si è fermato al calcio d'inizio della gara, perché il finale e l'intero svolgimento della partita non hanno dato la possibilità di uno spunto positivo. La stracittadina più precoce dell'intera storia del "Derby della Lanterna" finisce 3-0 per il Genoa: nonostante un punteggio (forse) troppo pesante, il verdetto finale è giusto nella sua essenza principale.

Eder Citadin Martins, 27 anni: decisamente spento nel derby di ieri.

E pensare che la Samp aveva avuto modo di arrivare meglio a questo derby: tra il Rambo genoano (il preparatore dei portieri, Del Prà) ed i risultati dei concittadini, i blucerchiati potevano timidamente sorridere nell'approccio alla sfida. Il silenzio scaramantico della vigilia scombussola un po' le previsioni: la Samp parte con il solito 3-5-2, ma Bjarnason inizia dal 1', nonostante i pochi giorni con il gruppo. Per il resto, tutti confermati. Nessuna grossa sorpresa neanche nel Genoa, che se la gioca con il tandem Calaiò-Gilardino davanti ed una rocciosa, nonché esperta, difesa a proteggere il povero Perin, impallinato sette volte nelle prime due gare di Serie A.
Nonostante la grande attesa, non è il solito derby cruento: sì, cinque gialli vengono sventolati dall'arbitro nel primo tempo, ma non c'è la solita canizza a riscaldare il "Ferraris". Anche perché, dopo 10', l'incontro prende la direzione sbagliata: su un cross di Biondini, De Silvestri e Da Costa collaborano al super-gol di Antonini. L'esterno lo segue, ma gli lascia lo spazio per concludere; il portiere non appare impeccabile sullac respinta. E così il Genoa, dopo appena dieci minuti, è già avanti, nonostante non appaia irresistibile. A quel punto, la Samp preme sull'acceleratore per tutta la prima frazione, ma senza mai tirare in porta: il massimo è un sinistro di Gabbiadini - contrato da Portanova - su bel passaggio filtrante di Bjarnason, apparso in condizioni decenti. Tuttavia, la Samp tira pochissimo in porta ed il primo tempo scorre sereno per Perin.
Il portiere del Genoa dovrà sporcarsi una sola volta le mani in tutta la ripresa: il cambio Soriano-Bjarnason non porta le migliorie sperate da Delio Rossi, che così deve accontentarsi di una Samp sterile come nel primo tempo. In più, le disattenzioni in difesa aumentano ed il Genoa raddoppia subito: gran passaggio filtrante al volo di Gilardino, che apre il campo per la prima discesa in tutta la gara di Vrsaljko. Il croato mette in mezzo e Calaiò, spesso sottovalutato dagli addetti ai lavori, anticipa Gastaldello per il 2-0 rossoblu. Una mazzata forte, perché la Samp fa tiracci da lontano e non crea una seria occasione da gol in grado di spaventare la squadra di Liverani; in più, Rossi non fa grosse modifiche. Insomma, fatta la bara, mancano solo i chiodi per chiuderla: ci pensa Lodi, con una punizione delle sue, che però non scagiona certo l'impreparato Da Costa. Il brasiliano prende gol sul suo palo ed il derby si chiude lì, con Liverani che si sbraccia in una corsa liberatoria.
Che dire: a quel punto, Rossi prova il tutto per tutto. Forse un po' tardi: dentro Sansone e Pozzi, fuori Regini ed Eder, per un 4-3-3 d'attacco, che dovrebbe dare alla Samp quello che non è riuscita a prendersi nei precedenti 75'. Tuttavia, non cambia nulla: il più pericoloso dei blucerchiati è Soriano, mentre il più pimpante è decisamente Sansone. Con la palla ai piedi, l'ex Torino sembra poter cambiare la partita, ma gli altri non lo seguono: nessuno ci crede e si chiude sul 3-0 il derby più incredibile degli ultimi anni. Il Genoa ha avuto un 100% di media realizzativa: tre tiri nella porta, tre gol. Neanche se ci riprovasse in altre cento gare, ci riuscirebbe: tuttavia, seppure di manica larga, il punteggio è giusto e la Samp non può neanche appellarsi alle (poche) aggravanti. La mancanza di carattere, come al solito, sembra essere sempre da questa parte.

Francesco Lodi, 29 anni, segna su punizione il 3-0 definitivo per il Genoa.

Da Costa 5; Gastaldello 5, Palombo 5.5, Costa 5.5; De Silvestri 4.5, Bjarnason 6 (dal 1' s.t. Soriano 5.5), Krsticic 4.5, Obiang 6, Regini 5.5 (dal 19' s.t. G. Sansone 6); Eder 4.5 (dal 30' s.t. Pozzi s.v.), Gabbiadini 5.5 | pagelle già pubblicate su SampNews24

Ed eccoci qua, quindi. Nei bassifondi, abbandonati, ma sopratutto delusi da quel punto in tre gare. Anzi, forse no: ciò che più fa inalberare i tifosi è il gioco. La Samp non solo ha raccolto ciò che meritava, ma non ha mai fatto molto per cambiare il corso delle gare fin qui giocate. Se escludiamo il finale del secondo tempo di Bologna, in cui la Samp per poco non portava a casa l'intera posta (con tanto di rigore negato), la squadra di Delio Rossi ha piuttosto deluso. In questo quadro, il derby non ha fatto eccezione: anzi, semmai è possibile affermare come i blucerchiati abbiano offerto la peggiore prestazione stagionale nella partita che più di tutte era - almeno per ora - obbligatorio non sbagliare. Perché era il derby; perché il Genoa veniva da due risultati netti e demoralizzanti; perché la partita ha mostrato come i rossoblu non hanno impressionato, se non per concretezza, o perché Liverani era e resta un debuttante a questi livelli. Uno qualunque di questi motivi va bene: scegliete voi quali meglio vi garba. Del resto, la Samp doveva vincere questo derby su tre scontri individuali: De Silvestri-Antonini, Lodi-Krsticic e Eder-Gamberini. Non è un caso se, in questa disfatta, i tre sono sembrati i peggiori in campo con la maglia del Doria.
Detto questo, la Samp deve ripartire. Adesso ci sarà un calendario di ferro, in cui il rischio è che il trend negativo prosegua: trasferta (per modo di dire) con il Cagliari, match contro il Milan a "San Siro" e infine la gara contro la Roma al "Ferraris". In ogni caso, sono tre scontri tremendi, considerando anche i precedenti: se con i giallorossi si è fatto bene negli ultimi anni, non si può dire altrettante per le prossime trasferte che attendono i blucerchiati. Mettiamoci anche la latitanza delle rivelazioni dell'anno scorso - Krsticic, Obiang, ma anche De Silvestri - che stanno deludendo sinora ed il quadro sarà più complicato di quanto già si possa aver preventivato.
Insomma, Delio Rossi deve inventarsi qualcosa: non si può accettare una rosa del genere, sapendo eventualmente che non è adatta a raggiungere l'obiettivo per cui è stata costruita. Se Rossi pensa che Bjarnason, Barillà ed Eramo non siano abbastanza per salvarsi, lo dica: questo è il momento migliore. Prima che tutto diventi un vuoto a perdere, una costante ricerca dell'ancora a cui aggrapparsi. Lo dissi già l'anno scorso e non mi piacerebbe ripetermi ora: per favore, niente salvezze sofferte. Ancora ho in mente le nove sconfitte su undici gare tra l'ottobre ed il dicembre del 2012: non vorrei ripetere gli stessi "ups & downs", grazie.

Delio Rossi, 53 anni, avrà di che riflettere dopo questa tremenda sconfitta.

02 settembre 2013

A mozzichi e bocconi.

Queste ultime ore di mercato sono ormai alla conclusione e l'impressione è che la tela manchi del "plus" necessario per diventare un quadro adeguato alla collezione in cui è inserito. La Samp vista a Bologna naviga tra amnesie difensive e qualche lampo di buon gioco, ottenendo un 2-2 giusto nel complesso contro la squadra di Pioli; tutt'altro che rinunciatari, i rossoblu hanno riscattato la prestazione di Napoli, sebbene l'arbitro c'abbia messo del suo.

Gianluca Curci, 28 anni, apre l'1-0 alla Samp con una sua papera.

La Samp si presenta a Bologna dopo l'iniziale sconfitta di stagione contro la Juventus; ciò nonostante, cambia poco nello scacchiere blucerchiato, con i semplici rientri di Renan e Regini nella formazione titolare al posto di Eramo e Berardi. Rimane fuori capitan Gastaldello, sempre alla presa con un leggero infortunio. Diverso il discorso per Pioli, che ha bisogno di dimostrare qualcosa dopo la batosta di Napoli: così, il tecnico del Bologna mette in campo due punte - Moscardelli affianca Bianchi - e li mette davanti a Diamanti e Kone. Insomma, un Bologna più spregiudicato di quello della prima giornata, che infatti mette in difficoltà la Samp nella prima frazione: i blucerchiati sembrano in difficoltà di fronte alle iniziative del nazionale e del greco, con i due attaccanti pronti ad approfittarne. Proprio Bianchi porta in vantaggio il Bologna, ma il suo gol viene annullato per una chiara trattenuta su Mustafi.
Tuttavia, a sorpresa, è la Samp ad andare in vantaggio: al 20', un tiro flebile di Gabbiadini trova enormi difficoltà da parte di Curci, che lascia andare il pallone goffamente. A quel punto, Eder è lì ed uccella l'ex portiere blucerchiato: 1-0. Incredibilmente, gli ospiti avrebbero anche la chance di raddoppiare su una bella iniziativa personale di De Silvestri, che mette in mezzo e trova Gabbiadini: il centravanti, trattenuto da Antonsson, riesce comunque a girarsi, trovando però la respinta. Sulla ribattuta, neanche Obiang riesce a ribadire in rete. Lì si spegne la Samp, che inizia a soffrire la pressione dei padroni di casa: prima un gol annullato a Kone (straordinaria la respinta sulla traversa di Da Costa dopo un potente sinistro di Moscardelli), poi il tacco di Bianchi che costringe il portiere blucerchiato ad un altro intervento. Purtroppo, sul seguente corner, Diamanti cerca il gol della vita e costringe l'ex Ancona all'ennesimo miracolo; sulla respinta, Moscardelli è più veloce di Palombo ed il primo tempo si conclude con un 1-1 che va stretto ai rossoblu.
La ripresa, almeno nei primi 20', non vede il cambio di copione: il Bologna spinge di meno, ma è sempre avanti. E' subito Bianchi a sfiorare la traversa con un bel colpo di testa, ma la Samp risponde con una capocciata di De Silvestri su angolo, che sfiora il palo alla destra di Curci. Quando la Samp sembra essersi sistemata, ecco il vantaggio dei padroni di casa: cross di Garics e Kone, solo in area, s'inventa il gol della domenica con una mezza rovesciata da urlo. 2-1 e tutto da ricominciare. Eppure la Samp, complice un Bologna affaticato, riesce a riprendersi; il 2-2 su punizione di Gabbiadini è il premio al ragazzo e l'indice di come la squadra possa vincerla. Nel finale, poi, con l'ingresso di Sansone, arriva quella fantasia che Eder non è stato in grado di dare per tutta la gara: due passaggi filtranti dell'ex Sassuolo aprono il campo a Gabbiadini e Soriano, che però non riescono ad approfittarne. Ci sarebbe anche un rigore netto, ma Tommasi ignora l'intervento di Perez su Sansone. A pochi secondi dalla fine, inoltre, Mantovani toglie il pallone del 3-2 dalla testa di Costa, con un salvataggio che ha del miracoloso.

L'incredibile gol di Panagiotis Kone, 26 anni, che segna il temporaneo 2-1 rossoblu.

Da Costa 6; Mustafi 5.5, Palombo 5.5, Costa 6; De Silvestri 6.5 (dal 45' s.t. Berardi s.v.), Obiang 5.5, Krsticic 5, Renan 5 (dal 35' s.t. Soriano 5.5), Regini 6; Eder 6 (dal 26' s.t. G. Sansone 6.5), Gabbiadini 7.5 | pagelle già presenti sul sito di SampNews24

Adesso si attendono le scelte che si faranno in queste ultime ore di calciomercato da parte della dirigenza blucerchiata. Dopo gli arrivi di Petagna e Bjarnason, forse ci si attende qualcosa per la fascia sinistra. L'ex primavera del Milan si è fatto notare in questo precampionato, segnando persino contro il Manchester City; inoltre, un altro primavera - stavolta blucerchiato - aveva completato l'attacco dell'anno scorso. Quel Mauro Icardi che poi è stato fondamentale durante l'anno; insomma, il giovane - classe 1995 - va più che bene per un reparto già composto da Eder, Sansone, Pozzi e Gabbiadini. L'islandese, invece, è leggermente più forte di Soriano ed Eramo, forse alla pari con Renan; in ogni caso, nessun "game-changing" tale da giustificare una comproprietà a un milione di euro. Soldi che forse potevano essere spesi in un'altra maniera, pur piacendomi il profilo del mediano del Pescara.
Ora ci sono due grossi "ma", a mio modo di vedere: il primo, più conosciuto, è quello della fascia sinistra. Ieri Regini non ha demeritato, ma non avrà sempre Garics di fronte a sé. Il secondo riguarda la mancanza di un "10", un trequartista/seconda punta in grado di cambiare la partita. In realtà, questo giocatore potrebbe essere Gianluca Sansone, anche ieri molto attivo e prezioso nel finale di gara; tuttavia, Rossi pare contento di Eder, nonostante il brasiliano sia palesemente sottotono in quest'inizio di campionato. Qualcosa in questo senso servirà, anche perché la Samp quest'anno non solo si deve salvare, ma deve assolutamente evitare i patemi della scorsa stagione: un'altra salvezza stiracchiata non sarà accettata, specie dopo l'esperienza dell'anno scorso. Inoltre, il derby - più caldo che mai - sta per arrivare: l'obiettivo unico è la vittoria, complice anche la poca forma del Genoa di Liverani.
A Roma c'è un'espressione che rende l'idea della Samp atutale: nell'hinterland romano si parla di «mozzichi e bocconi» quando una cosa è fatta in più passaggi, come se si facesse fatica a completare il compito in un solo passaggio. Ecco, questo non deve accadere per la salvezza della Samp: ci vorrà un approccio diverso per portare a casa una salvezza tranquilla.

La Samp esulta dopo il 2-2 di Gabbiadini: sarà il risultato definitivo.