27 ottobre 2013

Finalmente il merito.

Difficile dirlo, ma finalmente è arrivato tutto ciò che i tifosi volevano da questa stagione: una vittoria meritata, senza subire gol e la prima gioia al "Ferraris". Samp-Atalanta è questo: una gara sofferta nel primo, ma che nel secondo ha cambiato nettamente direzione e ha portato i blucerchiati al trionfo. Ora, a quota 9, il futuro sembra meno grigio, anche se non bisogna smettere di lavorare. Intanto, il vituperato Sensibile ha modo di farsi ricordare grazie alle gesta del prode Shkodran Mustafi.

Manolo Gabbiadini, 22 anni, decisamente deludente contro la sua ex squadra.

Reduci dalla vittoria all'ultimo respiro di Livorno, Rossi ripropone una Samp simile a quella vista in Toscana: 3-4-1-2, con Bjarnason dietro la coppia Eder-Gabbiadini, il recupero di Mustafi in difesa e Palombo riproposto a centrocampo. A sinistra, senza Gavazzi, Regini vince il ballottaggio su Barillà, apparso poco brillante contro i granata. Di contro, l'Atalanta è reduce da tre vittorie consecutive e ha voglia di sognare ancora: senza Lucchini e Bonaventura, Brienza è il cursore di sinistra del centrocampo degli ospiti. Davanti Moralez accompagna Denis. Il primo tempo vede la Samp sostanzialmente nulla: apparte un tiraccio di Gabbiadini dalla distanza, i blucerchiati sembrano impacciati ed incapaci di creare una qualsiasi azione pericolosa. Tutt'altra storia per l'Atalanta, che nonostante le assenze si mostra pericolosa e sopratutto in controllo del gioco. La mossa a sorpresa è Raimondi esterno offensivo di sinistra: è lui ad avere le occasioni più pericolose della prima frazione. Prima spara alto da due passi su assist di Denis, poi trova la traversa a fine primo tempo su un bel lancio di Cigarini: Da Costa è battuto, ma il legno grazia la Samp. Una Samp che rientra tra i fischi assordanti del suo pubblico, desideroso di vedere ben altre prestazioni dopo la vittoria miracolosa di Livorno.
Il piglio di Rossi negli spogliatoi, il cambio Gentsoglou-Palombo ed un diverso schieramento sul campo portano la Samp a dominare la ripresa. Le parti si rivoltano completamente: i blucerchiati sono padroni del pallone e l'Atalanta fatica a far circolare la sfera come nei primi 45'. Prima è Gabbiadini a sfiorare la porta con un bel sinistro al volo su assist di Eder, poi è il brasiliano a scaldare le mani di Consigli. L'ex Cesena è scatenato: offre sul destro di Obiang un rigore in movimento, ma lo spagnolo è impreciso e consente al portiere dell'Atalanta il miracolo di giornata. Quando la sfida sembra vederci benissimo (come al solito), arriva il vantaggio: corner di Eder, incornata di Mustafi e Cigarini tenta di evitare la rete blucerchiata con un fallo di mano. Il pallone finisce comunque dentro e scoppia un parapiglia: l'arbitro sembra intenzionato al rosso più rigore, ma alla fine torna su più miti consigli e decide di assegnare il giallo a Cigarini ed il gol ai padroni di casa. Primo gol in Serie A per Shkodran Mustafi, 21 anni e tanta voglia di emergere.
Quando la Samp è ormai padrone della gara e gli ospiti sembrano scomparsi dal campo, arriva anche l'espulsione del giovane Nica a chiudere la partita: entrataccia da dietro e per l'arbitro l'intervento del terzino nerazzurro è troppo scomposto per non esser sanzionato con il rosso. Ancora Eder e Gabbiadini provano ad impensierire Consigli dalla distanza, ma alla fine la Samp essenzialmente decide di gestire la gara. Nel finale, Denis ha un rigore in movimento per pareggiarla, ma la fortuna è dalla parte dei padroni di casa e così i blucerchiati portano a casa la prima vittoria stagionale tra le mura amiche. Sofferta, in chiaroscuro, ma meritata e conquistata con un ottimo secondo tempo.

Andrea Costa, 27 anni, contrasta tenacemente German Denis, 32.

Da Costa 6; Mustafi 7.5, Gastaldello 6, Costa 7; De Silvestri 6, Obiang 6, Palombo 4.5 (dal 1' s.t. Gentsoglou 6.5), Regini 6.5; Bjarnason 5; Eder 6.5 (dal 33' s.t. Soriano s.v.), Gabbiadini 5.5 (dal 37' s.t. Pozzi s.v.) - pubblicate già su SampNews24

Con questa vittoria, la Samp può guardare con ulteriore fiducia al futuro. Lo stesso Mustafi, a fine gara, ha dichiarato come questi tre punti possano aiutare i blucerchiati a stare più sereni; tuttavia, la serenità non deve far dimenticare il fatto che questa squadra sembra avere un'autonomia massima di 45', massimo 60'. Ci sono fasi della gara in cui scompare ed altre in cui sembra poter portare a casa la posta. Ci vorrà ben altro per sperare in quello che è l'obiettivo stagionale: una salvezza tranquilla.
Capitolo a parte per quanto riguarda Angelo Palombo. Autore di una prestazione che ritengo di poter annoverare tra le peggiori mai viste con la maglia della Samp, il numero 17 blucerchiato si è stizzito e ha zittito il pubblico. A fine gara, ha chiesto scusa, ma anche precisato come sperasse che il pubblico incitasse la squadra per tutti i 90' piuttosto che fischiare un gruppo così giovane durante la partita. Palombo ha bisogno di riguardarsi la gara: la maggior parte dei fischi erano rivolti a lui, alle sue incertezze a centrocampo e alla lentezza dimostrata nell'impostazione. All'ennesimo lancio nel vuoto, i tifosi hanno reagito. Poi il vice-capitano blucerchiato ha comunque ragione: si fischia a fine gara, c'è tempo. Ma non si pari dietro la storia del gruppo giovane, perché i fischi erano SOPRATUTTO per lui.
Se poi vogliamo buttare uno sguardo al futuro, c'è da esser fiduciosi: Costa e Mustafi sono due rocce e la difesa non ha subito gol per la prima volta. Regini si è ben disimpegnato a sinistra, anche se penso che contro avversari più forti soffrirà inevitabilmente: a tal proposito, qualcuno si riguardi la finale dell'Europeo U-21 (giocava in una difesa a quattro). Gentsoglou, appena entrato, si è fatto ben apprezzare: non sarà Pirlo ed è abbastanza lento, ma gioca con semplicità e fa valere il suo fisico. Pare già molto in questa Samp da salvezza risicata. Infine, complimenti ad Eder: nel secondo tempo è stato devastante, ma c'è bisogno che sia più continuo.
Ora ci sono due gare che decideranno se il campionato della Samp sarà di ulteriore sofferenza o se ci si potrà pian piano tirar fuori dai guai: la trasferta di Verona contro l'Hellas e la gara in casa contro il Sassuolo. Quando stava per iniziare il filotto di queste quattro partite (Livorno ed Atalanta comprese), speravo in nove-dieci punti. Mantengo quella speranza, a maggior ragione dopo queste due gare. Un pareggio a Verona sarebbe manna, visto che l'Hellas se l'è giocata anche ieri nella tana dell'Inter. Tuttavia, è un match da tripla. A Verona è difficile giocare bene, ma la Samp di questo periodo sembra essersi parzialmente ripresa. Qualunque risultato arriverà, l'importante è che si ottenga con merito: è l'unico segnale che può essere veramente di speranza per i tifosi.

Samp in festa dopo il gol di Shkodran Mustafi, 21 anni: sarà quello decisivo.

21 ottobre 2013

E l'ottavo giorno (o giornata) vinse.

E l'ottavo giorno, la Samp si ricordò come si vince: il 2-1 ottenuto all'"Ardenza" di Livorno è sofferto, tirato, ma alla fine liberatorio. Forse un pareggio sarebbe stato più giusto, visto l'andamento della gara, ma poco importa in questo momento ai tifosi blucerchiati. Ci si issa a quota sei e si attende l'Atalanta con più fiducia. Non solo: dopo 46 anni, il Doria torna a vincere in Toscana, contro una delle sue bestie nere. Meglio di così, difficilmente poteva andare.

Cesare Prandelli, 57 anni, a Livorno per visionare Gabbiadini, De Silvestri e Bardi.

I padroni di casa, reduci da un buon inizio di campionato, sono pronti a ricominciare da dove avevano lasciato prima della sconfitta di Verona contro l'Hellas. La Samp, dal canto suo, deve trovare il modo di sbloccarsi: sette giornate senza vittoria e penultimo posto in classifica, con appena tre punti. Gli ospiti si presentano con Barillà dal 1' e Bjarnason dietro la coppia Gabbiadini-Eder. Dall'altro parte, i quasi blucerchiati d'estate Emeghara e Paulinho compongono la pericolosa coppia d'attacco del 3-5-2 di Nicola.
Al 19', c'è l'episodio che sblocca la partita in favore del Doria: Krsticic si accende e lancia De Silvestri in profondità, con Duncan che lo stende. Sul fallo non ci sono dubbi; sul contatto, pare che esso ricordi quello tra Gervinho e Pereira in Inter-Roma, con il piede dell'esterno blucerchiato che appare leggermente fuori dall'area. Sul dischetto, Eder trasforma il rigore per il suo terzo gol in cinque partite di campionato. Il Livorno non tarda a reagire, per altro con veemenza. Tra le diverse occasioni, ne spiccano due pericolose: la traversa di Greco dalla distanza (con miracolo di Da Costa) e la doppia occasione firmata Emeghara-Paulinho, con il brasiliano che spara fuori da due passi. In mezzo, la Samp sembra intimidita: gol annullato a Gabbiadini a parte, non c'è molto da segnalare da parte degli ospiti.
Nella ripresa, il canovaccio cambia: la Samp si fa più propositiva e mette paura alla difesa dei labronici, più compassati dopo un primo tempo a tutta. Krsticic si accende per la seconda (ed ultima) volta nella gara e serve Eder con un "no-look" di 30 metri: il brasiliano, per tutta risposta, si mangia il possibile 2-0, sparacchiando debolmente a lato. Un'altra grande occasione è sprecata dal brasiliano, che arriva davanti a Bardi, ma tentenna, permettendo il rientro della difesa livornese. Si succedono molte sostituzioni: dentro Sansone, Pozzi e Regini per gli ospiti, mentre Siligardi, Piccini e Borja fanno il loro ingresso per i padroni di casa. Alla fine, il numero 12 blucerchiato non ripete le prestazioni precedente e delude nel suo ingresso in corsa. Meglio fa Siligardi, che è mobile e realizza l'1-1 al 91': nessuno lo marca e l'attaccante granata può esplodere il suo ottimo sinistro per il pareggio del Livorno. Il disastro sembra ormai fatto, ma la dea bendata (e le ingenuità dei toscani) ci mette una pezza: su un pallone spiovente in area dei padroni di casa, Luci atterra Regini in modo inutile e regala alla Samp il match-point. Pozzi, a secco da un anno, rompe il digiuno con un rigore non certo preciso, ma efficace quanto basta. Per il numero 9 blucerchiato, un vero cuore Samp, arriva un premio dopo quanto passato nell'ultimo anno; per il Doria, giunge la prima vittoria in campionato e si sale a quota sei. E pensare che Siligardi aveva quasi realizzato il 2-1 su un corner finale: strano il calcio.

Eder, 27 anni, batte Bardi dal dischetto per il momentaneo 1-0 del Doria.

Da Costa 6.5 - Salva la Samp in diverse situazioni.
Gastaldello 6 - Cattivo quanto basta.
Palombo 6.5 - Bene con la sua esperienza.
Costa 6.5 - Granitico quanto basta: l'ex Reggina continua nel suo buon momento.
De Silvestri 7 - Un treno. Ormai sembra aver trovato la sua consacrazione nel ruolo: soffre Duncan, ma offensivamente è una spina nel fianco sinistro del Livorno. Si guadagna anche il rigore dell'1-0.
Obiang 6 - Forse siamo in ripresa: lo spagnolo non è ancora precisa, ma in fase d'interdizione è un bulldozer. Si spera possa migliorare ancora.
Krsticic 5.5 - In fase d'interdizione, continua a mancare. Però, quando si accende, apre due varchi: sul primo lancia De Silvestri per guadagnarsi il rigore, sul secondo serve a Eder sul piede il 2-0.
Barillà 5 - Delusione per l'ex capitano della Reggina: non è mai sembrato in grado di impensierire. A tratti, Schiattarella sembra Garrincha.
Bjarnason 6 - L'esperimento da trequartista è andato meglio nel secondo tempo che nel primo.
Eder 6 - Gol a parte, è sembrato cincischiante e poco concreto: bisogna essere più cattivi in Serie A. Gli va dato il merito del terzo gol in cinque gare di campionato.
Gabbiadini 5.5 - Il problema non sono i gol che non segna, ma i pericoli che non crea. L'impressione è che si debba allontanare troppo dalla porta per cercare la palla. Rossi lo toglie (forse) prematuramente.

Sansone 5 - Deludente rispetto alle ultime gare: non punge contro la difesa livornese e tiene poco la palla.
Pozzi 6.5 - Decisivo, finalmente. Aveva avuto tanti buoni ingressi, ora segna e porta la Samp alla vittoria. Tanti cuori blucerchiati sono contenti con e per lui.
Regini 6 - Entra nel finale per contenere le offensive avversarie, ma trova il rigore della vittoria.

Adesso si attende l'Atalanta per cercare di proseguire nella striscia positiva. Una serie di risultati utili è necessaria alla Samp per non fermarsi ad un successo sofferto e maturato solo negli ultimi secondi. La squadra deve migliorare, ma qualche luce si è vista a Livorno: specie in difesa, dove - gol di Siligardi a parte - la retroguardia è sembrata più attenta di altre volte. Ma servirà ben altra grinta per portare a casa partite più difficili. E non ci saranno ottavi giorni che tengano: la settimana finisce la domenica. Nessuna seconda chance d'ora in poi.

Nicola Pozzi, 27 anni, firma il definitivo 2-1 per la Samp su rigore.

07 ottobre 2013

I Gervasoni ed i Mustafi.

Siamo al tragicomico. Anzi, forse al telefilm. Un episodio non può giustificare una partita, ma forse può aiutare a spiegare il corso della stagione che è stata sin qui e di quello che verrà. Minuto 47 del primo tempo di Sampdoria-Torino, con i blucerchiati in vantaggio di un gol. Palombo è pronto a battere la punizione dal limite che sarà l'ultima palla giocata della prima frazione; tiro respinto in mala maniera da Padelli e Pozzi la butta dentro di rapina. Tutto valido? Macché, fermi tutti. Ora arriva Gervasoni e vi spiega come si può rovinare un pomeriggio.

L'arbitro Gervasoni annulla la rete del 2-0 di Pozzi: sarà protagonista.

Un pomeriggio che poteva essere di gioia, che avrebbe potuto portare la prima vittoria blucerchiata dell'anno e che, invece, si è rivelato l'ennesima delusione. Che sarebbe potuta essere più pesante, se un altro errore di Gervasoni non avesse fatto arrabbiare anche il Torino, con il contatto Glik-Eder che ha portato l'assegnazione alla Samp di un rigore perlomeno generoso. Ognuno può valutare questo episodio a proprio modo, ma diciamo che mi sentirei arrabbiato se mi fischiassero contro un penalty del genere. E pensare che la Samp ha tirato fuori una delle migliori prestazioni stagionali, specie nei primi 45'. Nonostante le assenze di Costa e Krsticic per squalifica, Delio Rossi ci è andato pesante con un 3-4-3 offensivo e la prima presenza di Gentsoglou a centrocampo. Il greco non è dispiaciuto in cabina di regia, mentre il tridente Sansone-Gabbiadini-Pozzi ha retto per un'ora, salvo poi collassare dal punto di vista tattico e delle forze. Il Torino di Ventura, invece, si è rivelato il solito problema per la Samp, che trova quest'avversario molto ostico e non lo batte da quattro anni: evidentemente, affrontare colui che fu il tecnico blucerchiato all'inizio degli anni 2000 non è facile per il Doria.
E pensare che la Samp era anche riuscita ad andare in vantaggio, quando al 42' del primo tempo Sansone aveva battuto dai 25 metri l'ex blucerchiato Padelli. Gli ospiti sono sembrati impacciati nei primi 45', tanto che la Samp aveva già avuto una buona occasione sempre con Sansone; poi, il pata-trac con Gervasoni e l'incredibile epilogo del primo tempo, con i blucerchiati che avrebbero potuto chiudere la gara con quell'episodio. Quando poi Immobile ha riaperto la partita su assist involontario di Obiang da corner granata, il Torino si è ripreso e ha ricominciato a giocare. Specie con il suo giocatore più pericoloso: quell'Alessio Cerci che ha prima sprecato incredibilmente il 2-1 (grande parata di Da Costa) e poi ha trovato il raddoppio degli ospiti su calcio di rigore. Sull'assegnazione del penalty per i granata, c'era poco da contestare: l'intervento scoordinato di Palombo su D'Ambrosio dimostra due punti. Il primo: l'invenzione di Rossi di reinventarlo come libero sta pian piano affievolendo nei suoi effetti positivi. Il secondo: il filtro a centrocampo continua ad essere poco, altrimenti un terzino destro non si sarebbe presentato diverse volte nell'area blucerchiata durante il secondo tempo. Nel finale, poi, un altro strafalcione di Gervasoni ha portato la Samp al pareggio: il contatto tra Glik ed il neo-entrato Eder c'era, ma è sembrato come il brasiliano stesse cercando il fallo a tutti i costi. Ne è venuto fuori un contrasto debole, che però l'arbitro ha giudicato falloso. 2-2 e tutti a casa, con la consapevolezza di aver segnato i primi gol stagionali al "Ferraris", ma di essere sempre penultimi e senza alcuna vittoria in tasca.

Alessio Cerci, 26 anni, punta Shkodran Mustafi, 21: ancora in gol il granata.

Al di là delle valutazioni sulle prove dei singoli, quel che tiene banco su molti dei giornali e delle tv nazionali è lo svarione dell'arbitro di ieri pomeriggio. Un errore di buonsenso, una valutazione inutilmente rigida, che farebbe infuriare qualunque squadra, ma che forse avrebbe tenuto tutti attaccanti allo schermo se avesse riguardato una qualche compagine a strisce. Del resto, Galliani tiene sullo sfondo del telefonino il gol del Muntari; non mi risulta che i tifosi blucerchiati avranno come wallpaper del proprio cellulare l'esultanza strozzata di Pozzi. C'è chi poi, come Ventura, parla di «gol non esistito»: un gol che forse si trova sulla stessa isola dov'è sepolto il «giaguaro» che avrebbe dovuto smacchiare Bersani alle ultime elezioni o le anime di Elvis Presley e Marilyn Monroe. Leggende metropolitane. Peccato che il gol ci sia eccome e si aggiunge alla lista di angherie arbitrali subite dalla Samp in quest'inizio di stagione: il rigore negato a Sansone a Bologna, il gol annullato a Wszolek a Trieste ed ora anche questo. Francamente, in sette giornate, comincia ad essere un po' troppo da digerire.
Per carità, però, a far di questi errori i motivi per cui il Doria naviga in acque tempestose: la squadra non ha molta qualità ed i miracoli non riescono neanche ad un vecchio volpone come Delio Rossi, che comunque ha commesso qualche errore da agosto. Tuttavia, se sbagliare è umano, perseverare è diabolico ed il tecnico blucerchiato lo sa, tanto da aver cambiato molti uomini e diverse formazioni. Ieri, alla canna del gas, si è presentato con un offensivo 3-4-3, con De Silvestri e Gavazzi sulle fasce. Un chiaro segnale di voler smuovere le acque. C'è bisogno di qualche rinforzo nella prossima sessione di calciomercato. Gli obiettivi sono i soliti: un esterno sinistro vero (solo Gavazzi si è salvato sinora), un "10" e lo sfoltimento di un centrocampo che è quantitativamente strapieno. Sul portiere si vedrà: Da Costa ha fatto più bene che male sinora, sebbene le critiche siano sempre dietro l'angolo e l'ipotesi di vedere un giocatore-tifoso in porta - Fiorillo, uscito dalle giovanili Samp - stuzzica in più di un tifoso.
La verità è che i Gervasoni possono rovinare una battaglia, ma per vincere la guerra serve la grinta dei Mustafi. Già, proprio Shkodran: in una Samp disastrata come questa, senza qualità e assetata di punti come acqua nel deserto, l'esempio del tedesco dev'essere la stella maestra per chiunque vesta una maglia blucerchiata in questo momento. I Gervasoni possono sbagliare decisioni, ma se hai «undici Mustafi» in campo, difficilmente perdi. Lo si è visto l'anno scorso, quando tra gennaio e febbraio è arrivata la salvezza in anticipo; lo si può rivedere ancora. Il cuoco è lo stesso, basta metterci più cattiveria e concentrazione. Ieri, il giovane difensore si è improvvisato centrale di sinistra e l'ha fatto anche bene; in più, ha tirato fuori una serpentina degna del miglior Maradona, salvo perdersi nel finale. Se lui fa queste cose, anche gli altri devono dare il massimo. E solo così se ne uscirà, nonostante i Gervasoni del caso.

Gianluca Sansone, 26 anni, autore del primo gol casalingo della Samp di quest'anno.