24 novembre 2013

Ci vuole testa.

C'è chi se la prenderà con l'arbitro per i troppi minuti di recupero. Chi con Petagna, che ha cercato di recuperare a tutti i costi quel pallone. Chi con Da Costa e la sua incapacità di coprire bene il primo palo e chi con Costa e Mustafi, colpevoli di mancanze nell'occasione. Ma il gol al 94' di Cana è un altro spartiacque psicologico nella stagione blucerchiata: alla prima partita sotto Mihajlovic, stava arrivando la vittoria, ma la Samp l'ha letteralmente buttata contro una Lazio inguardabile. Ed i timori continuano.

Pawel Wszolek, 21 anni, e Abdoulay Konko, 29, si contendono il pallone.

La Samp, al ritorno dalla pausa per le nazionali, torna con parecchie novità. Un nuovo tecnico, Sinisa Mihajlovic, che torna a Genova dopo 15 anni. Un nuovo modulo, il 4-2-3-1, con più copertura. Palombo torna a centrocampo, Wszolek è titolare, mentre Pozzi diventa il cardine dell'attacco, con Gabbiadini spostato a destra. La Lazio, dal canto suo, si presenta con la formazione degli ultimi tempi: senza Klose, 4-4-2 con il giovane Keita accanto a Floccari. E la Lazio conferma il profilo basso durante la prima frazione, nella quale non fa che mantenere un certo possesso palla, che però rimane sterile. La Samp, dal canto suo, pressa come mai aveva fatto in questa prima parte di stagione e prova a fermare sul nascere l'estro di Candreva e Keita, apparsi in forma recentemente. Se Obiang manca la porta dalla distanza, la centra bene Pozzi al 35', su assist di Gabbiadini. Peccato che il potente destro del numero 9 blucerchiato trovi la respinta di Konko. Allo stesso modo, Marchetti bloccherà una punizione insidiosa di Gabbadini. Gli ospiti trovano il risultato massimo con un destro alto di Konko da buona posizione.
Nella ripresa, nessun cambio, ma la partita subisce subito un cambio di direzione. Krsticic, già ammonito, va con il piede a martello per contrastare Ledesma, prendendo la caviglia del capitano laziale. Risultato: rosso diretto e spogliatoi per il serbo. Forse l'espulsione diretta è una sanzione eccessiva, ma anche con il doppio giallo non sarebbe andata diversamente per il centrocampista della Samp. Da quel momento in poi, nonostante la girandola di cambi (fuori Candreva nella Lazio!), la musica non cambia. Anzi, è la Samp - in inferiorità numerica - a spingere di più. I capitolini potrebbero passare, ma Perea centra il palo da pochi passi (e in fuorigioco clamoroso), con Da Costa battuto.
Dieci minuti dopo, la Samp passa con una delle poche azioni pericolose della partita: Soriano centra la traversa con un rimpallo, ma sul rimbalzo è sempre l'italo-tedesco a metterla dentro. Primo gol in Serie A per il numero 21 blucerchiato, nonostante ci fosse un rigore netto per trattenuta di Konko su Pozzi nell'azione del vantaggio. La partita scorre lentamente fino alla fine, quando ormai Mihajlovic sembra aver colto la prima vittoria sulla panchina blucerchiata. Invece, su un lungo rinvio di Marchetti, Floccari piazza una bella sponda e lancia Cana in profondità. In proiezione offensiva, il centrale salta Costa e batte Da Costa sul primo palo: è una doccia fredda ed immeritata per i padroni di casa, che vedono altri punti sfuggire via. Ora, con le vittorie di Sassuolo e Chievo, si fa tutto più difficile.

Vladimir Petkovic, 50 anni, e Sinisa Mihajlovic, 44, a colloquio al "Ferraris".

Da Costa 6; De Silvestri 6.5; Gastaldello 6.5, Mustafi 6, Costa 6.5; Obiang 6, Palombo 6.5 (dal 47' s.t. Maresca s.v.); Gabbiadini 6.5, Krsticic 4.5, Wszolek 5.5 (dal 13' s.t. Soriano 7); Pozzi 6.5 (dal 37' s.t. Petagna s.v.) - già pubblicate su SampNews24

La partita di oggi ha ben illuminato ciò di cui parlavo nell'ultima articolo prima della gara contro la Lazio. L'addio e l'esonero forzato di Delio Rossi è una condizione necessaria, ma non sufficiente alla risalita: la verità è che questa squadra, come ha dimostrato anche oggi, è un manipolo di ragazzi dalla fragilità psicologica impressionante. Semmai ce ne fosse stato bisogno, questa gara - insieme a quella contro il Sassuolo - illumina perfettamente l'attuale dimensione blucerchiata. Una squadra che si deve salvare, con un tecnico non eccezionale e che lo deve fare con delle qualità non certo sopra alla media dei suoi avversari. Tanto per dirne una, il vituperato Sassuolo si è portato a casa sette punti nelle ultime tre gare, di cui due di queste giocate in trasferta. La Samp, queste dimostrazioni di forza, non le ha ancora portate a casa, ahimè: su questo c'è poco da dire.
Se poi si torna alla gara di oggi, direi che il suo andamento fotografa benissimo l'attuale momento blucerchiato. Contro una squadra che è sembrata più in crisi che mai, la Samp ha gestito bene il primo tempo, giocando leggermente meglio dell'avversario, ma difettando nelle conclusioni a rete. Poi, dopo l'espulsione di Krsticic, i ragazzi c'hanno messo il massimo impegno. Sembrava che quasi la Lazio non avesse l'uomo di vantaggio; tanto è vero che Soriano ha portato in vantaggio il Doria. Proprio lui, l'uomo che più di tutti aveva bisogno di un parziale riscatto. A partita ormai messa in cassaforte, con la Lazio sulle gambe e poco pericolosa, è arrivato l'ennesimo pata-trac stagionale. E' bastato un pallone casuale per mettere in ginocchio la Samp. Ed è proprio questo a preoccuparmi: psicologicamente, questi ragazzi sono debolissimi. E' come se la retrocessione in B non avesse fortificato molti di loro, anzi: molti sembrano tali e quali a quelli che soffrirono i primi mesi in cadetteria. I più giovani, quelli che potevano aprire la strada ad una nuova stagione, deludono o comunque non sono tra i migliori. Obiang e Krsticic su tutti sono l'esempio massimo in tal senso.
Insomma, ci sarà da pedalare. Oggi, per come è andata la gara, dovevano esser tre punti senza se e senza ma. Invece, siamo di nuovo a piangere sul latte versato, come al solito. Ora si andrà a "San Siro", con Mazzarri che non vede l'ora di proseguire la sua marcia verso un posto in Europa. Per la Samp, non sarà sufficiente giocare una buona gara, ma tenere la concentrazione per 90' e più sarà il vero traguardo. Altrimenti, qualunque apporto di Mihajlovic sarà pressoché nullo. Come quello di molti altri sin qui. Ci vuole testa, altrimenti sarà difficile salvarsi.

Il pareggio di Lorik Cana, 30 anni, arriva solo al 94': 1-1 il finale.

17 novembre 2013

Delio o non Delio, questo è il problema.

Alla fine, è accaduto: l'esonero di Delio Rossi non poteva più aspettare. Così, l'ex Lazio, Fiorentina e Palermo è stato sollevato dall'incarico dal presidente Garrone, con il beneplacito del d.s. Osti e dell'a.d. Sagramola. L'uomo da progetto («E' lui il vero fulcro di questo progetto», ci si ripeteva ad agosto-settembre) ora non è più necessario. Anche perché, forse, un progetto vero non c'è e quindi si può fare a meno di Rossi. Con l'arrivo di Mihajlovic, la musica potrebbe cambiare? Cerchiamo di capirlo insieme.

Delio Rossi, 53 anni, saluta Genova: è stato un amore in chiaroscuro.

Delio Rossi, classe 1960, ha fatto molto, se non di tutto per cercare di aggiustare le sorti della squadra. Ha provato una marea di giocatori (tranne forse i redivivi Poulsen e Rodriguez: prima o poi dovranno giocare), cambiato quattro-cinque moduli e combattuto più forte che poteva. Ma non è bastato. E a questo c'è una semplice spiegazione: forse la squadra non ha la qualità necessaria per giungere all'obiettivo prefissato, ovvero la salvezza tranquilla di cui tanto si parla, ma che nessuno ha ancora visto in questo anno e mezzo. Se proprio devo attribuire una colpa a Rossi, è quella di non aver detto nulla sulla qualità della squadra: il tecnico probabilmente sapeva bene che avrebbe fatto fatica. E non ha di certo alzato l'asticella delle aspettative. Ricordate quando ad agosto disse: «Ce la giocheremo con altre dieci squadre per la salvezza»? Purtroppo, siamo noi ad esser rimasti indietro. E il fatto di non aver obiettato sulla qualità della squadra è la sua unica grande colpa: un bel "coup de theatre", come le dimissioni a fine calciomercato, avrebbero potuto dare un segnale all'ambiente. Ma capiamo benissimo come rinunciare ad un'entrata fissa sia complicato e comunque Rossi ha tentato di fare il suo dovere al meglio.
Purtroppo, impegno a parte, ci sono anche i numeri a condannare l'ormai ex tecnico della Samp: da quando è arrivato a gennaio, la percentuale di vittorie durante la sua gestione è del 24,2%, corrispondente a otto successi sulle trentatré partite in cui ha allenato la squadra blucerchiata in Serie A. Veramente troppo poco per sperare di scamparla. Certo, la società ha sbagliato a tenere il tecnico in corsa a Firenze: cosa speravano? Che Delio resuscitasse una squadra sfilacciata e piena di assenze contro la Fiorentina al "Franchi"? Troppa grazia. Ma la colpa più grave di Rossi è quello di non aver dato gioco o un'identità chiara al lato tecnico del club: guarda caso, l'unica volta che ciò si è verificato è quando la Samp ha attraversato un ottimo periodo tra gennaio e marzo scorso. Lì, c'era una formazione chiara, il 3-5-2. In quel caso, c'erano undici titolari fissi. Questo lo starting-eleven consueto: Romero; Gastaldello, Palombo, Costa; De Silvestri, Obiang, Krsticic, Poli, Estigarribia; Eder, Icardi. Poi i vari Rossini, Mustafi, Sansone davano il loro contributo, ma c'era una situazione tecnica chiara. E tale chiarezza non si è più ripetuta né sul finire dello scorso campionato, né in questa prima parte di stagione. 24 giocatori utilizzati e cinque moduli diversi hanno sancito la confusione del tecnico, forse scontento della rosa.

Edoardo Garrone, 51 anni: sarà lui a scegliere il nuovo allenatore.

Detto di Rossi, è partita la caccia al successore sulla panchina blucerchiata. Si sono fatti maree di nomi: Edoardo Reja, che ha tanta esperienza in A; Davide Ballardini, fino a poco tempo fa scomodo avversario dall'altra parte della Lanterna. Fino ad arrivare a Zdenek Zeman, che personalmente avrei considerato di buon occhio, visto che ha il merito di valorizzare veramente i giovani. Inoltre, se finirà come penso, sarebbe stato ottimo per ripartire da lidi meno nobili (così come Fulvio Pea, finito anche lui nella girandola del toto-candidati del post-Rossi). Tuttavia, il candidato principale è Sinisa Mihajlovic, reduce dalla poco elettrizzante esperienza di non esser riuscito a portare la Serbia neache ai play-off mondiali. Ex cuore blucerchiato, come Rossi è stato allenatore della Fiorentina prima di venire qui e la Lazio sarà la prima avversaria al "Ferraris", avendo già avuto qualche flirt con l'ambiente biancoceleste (ne è stato giocatore). E per ironia della sorte, il serbo potrebbe rimpiazzare Delio Rossi, dopo che quest'ultimo aveva rimpiazzato il serbo alla Fiorentina nel novembre 2011. Corsi e ricorsi storici che fanno girare la testa.
Ma il forse il problema risiede altrove: c'è chi, usando un'iperbole, afferma come neanche Guardiola o Mourinho riuscirebbero a salvare questa squadra. Forse, invece, si possono considerare alcuni aspetti più concreti per far capire come la sfiducia sembri grande. Due sopratutto vengono alla mente e riguardano due gare di questa stagione. Dato numero uno: la Samp, nonostante il Milan più scarso che mi venga in mente degli ultimi quindici anni, è riuscita ad andare a Milano per perdere senza fare neanche un tiro nello specchio della porta avversaria. E soffrendo, di fronte ai rossoneri sconquassati di quest'anno, che si presenta ora nella parte destra della classifica. Ma chi volesse una prova più tangibile, prenda la gara contro il Sassuolo. Sei 1-0 e hai giocato un buon primo tempo: è bastata la frittata di Costa per mandare in palla l'intera squadra. Una serie di errori ha portato al 3-1 degli ospiti e all'espulsione del numero 3 blucerchiato. Ciò nonostante, la Samp ha tirato fuori la forza per rimontarla e portarsi sul 3-3. Quando tutto sembrava a posto, De Silvestri - ma poteva essere chiunque altro - ha buttato tutto all'ortiche con un errore stupido, dovuto alla stanchezza. 4-3 per i neroverdi e sconfitta che è costata la panchina a Delio Rossi; già, perché se Delio avesse vinto contro gli emiliani, non lo avrebbero mai cacciato dopo un'eventuale sconfitta a Firenze.
Sopratutto, quella partita dimostra la pecca più grave della Samp di quest'anno: la testa. La squadra, ancor prima che tecnicamente, è debole mentalmente. Non riesce a giocarsela in maniera serena. Quando è in vantaggio, fatica a tenerlo: ho citato la gara contro il Sassuolo, ma potrei parlare di quella con il Bologna, contro il Torino o a Livorno. Insomma, il mix di inesperienza (squadra molto giovane), di mancanze tecniche e della sparizione di alcuni punti fermi dell'anno scorso (cercasi Obiang e Krsticic) sta mandando lentamente la Samp in B. E se queste complicanze rimarranno, non basterà certo un Mihajlovic qualsiasi a tirarci fuori. Delio o non Delio, questo è il problema.

Sinisa Mihajlovic, 44 anni, è vicino al ritorno a Genova, sponda blucerchiata.

11 novembre 2013

Il futuro è una trappola.

Doveva essere sconfitta e sconfitta è stata. L'umiliazione è stata evitata solo nel risultato, perché in campo c'è stata una sola squadra, almeno fino al 75'. La Fiorentina batte la Samp per 2-1 al "Franchi", ma il risultato è bugiardo: chiunque abbia visto la partita sa come sono andate le cose. Da una parte c'era una compagine capace di nobilitare il calcio con il suo gioco; dall'altra, un manipolo di uomini che non è riuscito a creare molti problemi ad una delle migliori squadre del nostro campionato. E ora Delio Rossi è vicino all'addio.

Delio Rossi, 53 anni, vicinissimo all'esonero: si attende il sostituto.

Dopo la debacle interna con il Sassuolo, il mister blucerchiato è costretto a giocarsi la permanenza sulla panchina della Samp contro un avversario difficile: la Fiorentina di Vincenzo Montella. Come chiedere ad un cieco di vedere ciò che ha davanti agli occhi o altrimenti verrà giustiziato. A quel punto, l'allenatore torna sul prudente 3-5-2, con Gentsoglou a centrocampo e l'emergenza difesa: assenti Costa e Gastaldello, Palombo torna al centro, mentre Regini va a coprire il settore sinistro. La Fiorentina, reduce dalla matematica qualificazione ai 16esime di Europa League, riporta in campo Giuseppe Rossi come unica punta, seguito da Cuadrado e Joaquin.
Non ci vuole molto per capire che i padroni di casa disporranno degli ospiti come meglio credono: i viola cominciano a far girare palla e la Samp può far bene poco, se non aspettare un qualche errore. Tuttavia, gli errori li commettono subito i blucerchiati. Prima la difesa lascia Borja Valero da solo davanti alla porta, con lo spagnolo che fortunatamente spara alto. Poi arriva il pata-trac: su corner, Berardi trattiene vistosamente (e inutilmente) Aquilani. Rigore generoso, ma non è la prima volta che l'ex Brescia commette queste ingenuità. Sul dischetto, Giuseppe Rossi spiazza Da Costa per l'1-0 viola. Sette minuti, arriva il chiodo sulla bara della Samp: palla a "Pepito", Palombo si dimentica di marcarlo e Rossi piazza la palla nel sette di Da Costa. 2-0 e la gara sembra sigillata in favore della squadra di Montella. Anche perché la Samp ci prova solo con un flebile sinistro di Gabbiadini ed una botta dalla distanza di Obiang: troppo poco.
Al ritorno dall'intervallo, il canovaccio è peggiorato: gli ospiti ormai non trovano neanche il minimo pressing e la Fiorentina si diverte a farci girare la testa. Cuadrado e Mati Fernandez provano ad impensierire Da Costa dalla distanza, ma trovano il portiere blucerchiato pronto. Insomma, i viola si divertono, ma sembrano una bella donna allo specchio: consapevole di esserla, la Fiorentina non sferra il colpo decisivo. La Samp cambia Gentsoglou e Berardi per Wszolek e Gavazzi, passando al 4-4-2 e sperando in un mezzo miracolo. E' il polacco la chiave di volta della partita: la sua vivacità sulla fascia fa tremare i padroni di casa. Prima crea un'occasione, poi al 74' gli ospiti accorciano le distanze: ripartenza di Eder ed assist per Gabbiadini, che batte un Neto impreparato sul primo palo. A quel punto, la Fiorentina comincia a temere per il risultato e si ritrae in difesa. Con l'ingresso anche di Nicola Pozzi per Gabbiadini, gli ospiti cominciano a pensare all'incredibile rimonta. E' proprio il numero 9 blucerchiato a fornire a Wszolek una buona occasione, ma il polacco sfiora il palo con la sua conclusione. Nel finale, su corner, è sempre il centravanti di Santarcangelo di Romagna a mancare di poco il 2-2 con un suo colpo di testa. Insomma, la Samp avrà pure poca qualità, ma ci mette il cuore nel finale. Finisce 2-1 per i viola, ma il risultato è bugiardo su quanto avvenuto in campo. E poteva essere persino più bugiardo, se la Samp avesse avuto un pizzico di fortuna.

Giuseppe Rossi, 26 anni, ha chiuso la gara con un'altra doppietta delle sue.

Da Costa 6 - Dargli particolari colpe stasera sarebbe sbagliato. Dove può, è attento.
Mustafi 5.5 - Il meno peggio della retroguardia blucerchiata: come al solito.
Palombo 5 - Si dimentica Rossi sul 2-0.
Regini 5.5 - Fa fatica a sinistra, ma si fa notare persino davanti.
De Silvestri 5.5 - Anche lui non sembra al massimo della propria forma.
Obiang 5 - L'unico pericoloso dalla distanza, ma in campo non riesce a contrastare il centrocampo viola.
Gentsoglou 6 - Peccato per il fatto che sia macchinoso: nel primo tempo ha personalità e dà brio alla manovra. Poi Rossi lo toglie...
Krsticic 5 - Altra prova deludente del serbo: sembra proprio perso.
Berardi 4.5 - Già non è adatto a giocare da esterno nel 3-5-2, poi se lo metti a sinistra... in più, causa anche il rigore dell'1-0.
Eder 5.5 - Molto volenteroso, ma apparte il passaggio per Gabbiadini del 2-1 non c'è nulla.
Gabbiadini 6 - Sufficienza solo per il gol: continua ad essere un mezzo fantasma.

Wszolek 6.5 - Entra e crea molto scompiglio. Per poco non sfiora anche il 2-2: con un nuovo modulo (4-3-3?), forse potrebbe risultare decisivo.
Gavazzi 5.5 - Non fa certo peggio di Berardi.
Pozzi 6.5 - In 10' costruisce una potenziale palla-gol per Wszolek e sfiora il pareggio: è in formissima.

Ora c'è la sosta per le nazionali, ma al ritorno potremmo non trovare più Delio Rossi. Il tecnico blucerchiato era a forte rischio esonero prima della gara di Firenze e l'allarme rimane: le decisioni verranno prese con calma, ma ci sono vari nomi che circolano. Mihajlovic il favorito, Pea, Corini e Zeman tra i possibili outsider e lo spettro Colomba sugli spalti (l'ex tecnico del Padova ha seguito la Samp nelle ultime tre gare dallo stadio: se non è questo un segnale...). Intanto, la partita di Firenze ha visto la doppia mandata di Rossi: Giuseppe ha condannato la Samp, Delio probabilmente saluterà Genova. E chissà cosa accadrà nelle prossime ore. Attenzione, però: in questa Samp, il futuro è una trappola.

Eder Citadin Martins, 26 anni: ieri un altro assist, seppur inutile.

04 novembre 2013

Colpiti ed affondati.

«Poteva andarci peggio», avrà mormorato qualcuno a qualche secondo dalla fine di Samp-Sassuolo. E in una stagione in cui tutto va storto, è successo esattamente quanto qualcuno aveva tentato di scongiurare. Dopo una grande rimonta di cuore, i blucerchiati buttano via una gara fondamentale nel proseguo della stagione e regalano la prima gioia assoluta in trasferta agli uomini di Di Francesco. Un 4-3 che fa male, al morale ed alla classifica della Samp.

Lorenzo De Silvestri, 25 anni, stende Diego Farias, 23: è il rigore del 4-3.

Dopo la pessima prova di Verona, ci si aspettava un'altra verve da questa Samp. Cambiano parecchi uomini: dentro Gentsoglou, Krsticic e Pozzi, spostato Gavazzi a sinistra e c'è anche il ritorno di De Silvestri. Il 3-4-1-2 vede il centrocampista serbo a fare il trequartista, magari per infastidire un po' il giro-palla del Sassuolo. Gli emiliani, dopo la sconfitta con l'Udinese, cambiano parecchio: out Zaza per squalifica, davanti il tandem è formato da Berardi e Floro Flores. Il primo tempo è sostanzialmente alla pari. se la Samp tiene un buon possesso palla, il Sassuolo costruisce qualche azione pericolosa. Floro Flores ha la palla per l'1-0 grazie ad una disattenzione di Gastaldello, ma Da Costa salva. Poco dopo, è la Samp a passare al 19': : punizione di Krsticic, sponda aerea di Costa e Pozzi è sul secondo palo per metterla dentro. Il "Ferraris" giubila il numero 9 blucerchiato, mentre Krsticic mette in difficoltà Pegolo poco dopo su punizione. A quel punto, la Samp rischia un'altra volta, in maniera clamorosa: brutta diagonale di Gavazzi, che lascia solo Gazzola. L'esterno neroverde batte Da Costa, ma non Gastaldello, che salva sulla linea.
Si chiude il primo tempo e la ripresa sarà scoppiettante, seppur non positiva per i colori blucerchiati. Quando tutto sembra scorrere sui binari della prima frazione, un errore spezza la partita: sul cross di Longhi, Costa sbaglia il tempo e manca il pallone. Alle sue spalle c'è pronto Berardi, che stoppa e batte Da Costa in uscita per l'1-1. Una botta non da poco, tanto che basta qualche minuto per cambiare definitivamente la gara. Su una ripartenza del Sassuolo, Floro Flores pesca Berardi: il giovane talento degli ospiti affronta Costa e lo costringe al fallo da rigore. Rosso per il difensore e penalty per i neroverdi, che sempre Berardi trasforma. Sotto 2-1 e in dieci uomini, la Samp non vuole morire. Su una bella iniziativa di De Silvestri, la spizzata di Pozzi mette Eder davanti a Pegolo ed il brasiliano segna il 2-3: qualche segno di speranza per i tifosi blucerchiati, che comunque stentano ad esultare.
Il finale è da ricovero. La Samp ci riprova, stavolta dalla distanza con Eder: una deviazione spiazza Pegolo e per poco non manda il Sassuolo all'inferno. Rossi le tenta tutte, inserendo Soriano, Petagna e Wszolek per Krsticic, Pozzi e Gavazzi. Proprio il polacco crea lo spunto giusto per un corner; su questo, De Silvestri prima centra la traversa di testa, poi ribadisce in rete sulla respinta. 3-3 e "Ferraris" impazzito: sembra una rimonta da libro "Cuore" e non è detto che non si trasformi in una clamorosa vittoria. Quando il tifoso medio si sente fomentato al massimo delle sue forze, arriva l'ennesima mazzata della giornata. Prima Alexe sfiora il gol del 4-3, sparando alto sull'ennesima iniziativa del funambolico Berardi. Poi entra Diego Farias: il tifoso blucerchiato trema, ricordando quanto il brasiliano fece in un famoso Nocerina-Samp di due anni fa. E infatti Farias, neo-entrato e fresco di gambe, salta Mustafi e punta alla porta: De Silvestri, esausto, lo butta già in un'ingenuità fatta di stanchezza e fragilità psicologica. A quel punto, Berardi si prende il pallone con la tripletta di giornata e la gara si chiude lì. Un disastro, specie considerando che la Samp perde contro una diretta avversaria, in una giornata in cui probabilmente si poteva portare a casa la terza vittoria del campionato.

L'esultanza di Nicola Pozzi, 27 anni, dopo il momentaneo 1-0.

Da Costa 5.5; Mustafi 5, Gastaldello 5.5, Costa 4.5; De Silvestri 5.5, Obiang 5, Gentsoglou 5.5, Gavazzi 5 (dal 32' s.t. Wszolek 6); Krsticic 5.5 (dal 20' s.t. Soriano 5); Eder 6, Pozzi 6.5 (dal 28' s.t. Petagna 5) - pagelle già pubblicate su SampNews24

Adesso, il ciclo più importante di partite che attendeva la Samp è finalmente concluso. Prima della pausa per le nazionali, ai blucerchiati e a Delio Rossi è stato richiesto che facessero nove-dieci punti tra Livorno, Atalanta, Hellas e Sassuolo. Missione raggiunta a metà: sei punti su quattro gare contro avversarie dirette per la salvezza non sono granché, specie pensando che la Samp aveva già un pesante deficit, dovuto ad una partenza orrenda (tre punti in sette gare, nessuna vittoria).
Ora ci si chiede quale possa essere il destino di Delio Rossi: il suo stipendio da un milione e 200mila euro l'anno sembra altamente ingiustificato di fronte alla confusione tecnica che sta dimostrando. Undici formazioni diverse in undici giornate sembrano uno scherzo: è come se il tecnico blucerchiato non sapesse esattamente quali pesci prendere. Sono ben 24 i giocatori provati in questi primi due mesi di Serie A e, apparte i perenni esclusi Rodriguez e Salamon, non mi viene in mente nessuno che possa rigirare questa barca. Ci sono stati giocatori sugli scudi, altri meno pronti, ma nessuno in grado veramente di cambiare la partita. L'esempio massimo è Andrea Costa: finora era stato positivo, ma anche lui ha dovuto subire la sindrome della giornata storta, regalando praticamente la vittoria al club emiliano (rigore più espulsione è come uno scaccomatto a scacchi).
E ora arriva un periodo tremendo: si affronteranno in sequenza la Fiorentina al "Franchi", la Lazio e l'Inter a "San Siro". Non proprio il massimo per chi cerca di salvarsi. E' chiaro che, se si vuole cambiare, questo è il momento propizio: meglio prendere qualche sberla, ma dare tempo al nuovo allenatore di capirci qualcosa. Del resto, il tifoso medio sampdoriano non si aspetta molto da queste gare: da queste, l'anno scorso la Samp di Ferrara e Rossi raccolse appena un punto. L'importante è cercare di non imbarcare troppo: il rischio di finire colpiti ed affondati un'altra volta è davvero molto, molto alto.

Domenico Berardi, 19 anni: prima tripletta in Serie A e cinque gol in campionato.