30 dicembre 2013

Uno sguardo al futuro.

Che dire: il 2013 non sarà certo ricordato tra i più brillanti anni dell'Unione Calcio Sampdoria. Se nel 2012 erano arrivate una promozione all'ultimo secondo e la brillante vittoria nel derby, nonostante le difficoltà, non si può dire altrettanto del 2013. E' un anno che ha fatto registrare i blucerchiati nella maniera più anonima possibile: poche vittorie, tanta rabbia e preoccupazione per il futuro, l'ennesimo cambio di allenatore e la sensazione che non ci saranno miglioramenti nel breve futuro. Il progetto va avanti, ma non si è capito ancora quale senso o forma stia prendendo. Mi sento comunque di tentare un riassunto sui cinque momenti che hanno veramente segnato l'anno che sta per finire in casa Samp.

Arrivederci, Juve, ciao. | Se c'è un volto che i tifosi bianconeri non riescono a dimenticare, è quello di Mauro Icardi. L'argentino ha timbrato tre volte contro la Juventus durante lo scorso in campionato (più una con la nuova maglia dell'Inter nel settembre scorso): due a Torino, una al ritorno al Ferraris. L'impresa di Torino, ottenuta in dieci (espulsione ingenua di Berardi per doppio giallo) e in svantaggio (rigore di Giovinco) rappresenta uno dei punti più alti della recente storia blucerchiata. Solo l'Inter di Stramaccioni, all'epoca, era riuscita a violare la nuova casa bianconera. Tanta sofferenza, ma una vittoria notevole per il neo-arrivato, Delio Rossi. Al ritorno, a Juve campione d'Italia e noi salvi, è stata una partita normale: la squadra di Conte è stata sconfitta nuovamente dal Doria, stavolta grazie ai gol di Eder, De Silvestri e ancora Icardi. Per altro, le due vittorie della Samp contro i futuri bicampioni d'Italia costituiscono un fun-fact: è la prima volta che i blucerchiati, nella loro storia, battono per due volte quelli che poi vengono laureati come campioni della Serie A.

Mauro Icardi, 20 anni e quattro gol alla Juve nel 2013 (di cui tre con la Samp).

L'ultimo saluto al presidente. | Riccardo Garrone ci lascia la notte del 21 gennaio scorso, dopo aver lottato a lungo contro una dura malattia. Per omaggiarlo, non si poteva far meglio di quanto fatto vedere nella gara contro il Pescara: 6-0 agli abruzzesi, cinque gol di Icardi e il primo sigillo di Pedro Obiang con la maglia blucerchiata. Lo spagnolo sfoggia una maglietta con scritto "Grazie": in quel momento, almeno per me, la partita era finita con quello splendido momento. Forse il più gratificante dell'intero anno blucerchiato: altro non potrebbe essere per ringraziare l'uomo che, dieci anni fa, ha determinato la sopravvivenza della Samp. Ha fatto alcuni errori, ma il suo bilancio è positivo se valutato nel quadro generale dei suoi undici anni di presidenza.

Udine maledetta. | E' ormai maggio, ma la Samp non è ancora certa della salvezza. Non matematicamente, almeno. Eppure si sente che la trasferta di Udine, contro una squadra lanciata verso l'Europa, possa esser la finestra per chiudere la partita. La Samp effettivamente si salverà, ma la gara in Friuli fa capire come la squadra abbia la testa staccata; anche in quei casi in cui ci mette qualcosa di suo (il palo di Sansone ancora trema), non è fortunata. Se poi ci mettete le poco fortunate prestazioni di un Romero discontinuo (il regalo sul gol di Muriel è ancora nella testa di molti), capite come la trasferta friulana doveva essere forse il più grande campanello d'allarme per il riparo della squadra durante il calciomercato estivo.

Sergio Romero, 26 anni, qui battuto da Muriel nel 3-1 subito dall'Udinese a maggio.

Derby da dimenticare. | Se c'è una cosa certa riguardo la stagione in corso, è che il derby di ritorno andrà giocato con ben altro approccio. Quanto visto in quello d'andata, beh, ha lasciato un bel boccone amaro a qualunque tifoso blucerchiato. Il 3-0 subito dal Genoa nella stracittadina del 15 settembre scorso è stato netto, forse esagerato per quanto visto in campo, ma ha dimostrato come la squadra stesse vivendo male la pressione della sfida genovese. Forse, in questo quadro, la sosta prima della gara non ha aiutato la Samp. I gol di Antonini, Calaiò e Lodi - tre che non hanno certo impressionato in questa prima parte di stagione con la maglia rossoblu - hanno ulteriormente sottolineato la caduta. Dal canto suo, seppur in gara secca, Delio Rossi è riuscito a farsi imbrigliare da Liverani, poi cacciato dopo poche settimane: forse è proprio questo il segnale più chiaro di quanto il tecnico avesse perso un po' il polso della squadra.

La terapia serba. | Tuttavia, il campionato del tecnico riminese è finito dopo la gara contro la Fiorentina: prima della sosta per le nazionali di novembre, il k.o. del Franchi è costato la panchina a Delio. A quel punto, la Samp si è presa molto tempo per aspettare l'obiettivo numero uno, ovvero Sinisa Mihajlovic. Mi sono detto sempre scettico sulle capacità del serbo di tirarci fuori dai guai, ma per ora sta facendo ottimamente il suo lavoro. Nove punti nelle cinque gare da tecnico blucerchiato sono un buon biglietto da visita. La speranza è che non vada come con Rossi, quando il periodo gennaio-marzo fu ottimo, per poi sciogliersi come neve al sole nei restanti otto mesi della sua gestione. A questo punto, solo il futuro ci dirà se la scelta è stata azzeccata. Anche in questo quadro, però, sarà importante sopratutto sfoltire la rosa e rafforzarla con un paio di innesti (terzino sinistro? un vero esterno d'attacco, se non si vogliono usare Wszolek e Rodriguez?).


Adesso si ripartirà nuovamente il 6 gennaio. Come l'anno scorso, ci sarà la sfida con una grande del nostro calcio sul loro terreno. Nel 2013, la Samp violò lo Juventus Stadium con due reti di Mauro Icardi, in inferiorità numerica e in rimonta. Per il 2014, si inizia con la trasferta al San Paolo di Napoli contro la compagine allenata da Rafa Benitez. Stastisticamente, la trasferta partenopea è una delle più brutte degli ultimi anni: la Samp deve ancora segnare un gol nell'impianto degli azzurri da quando questi ultimi sono tornati in A. Vedremo se si riuscirà SUBITO a rendere questo nuovo anno un po' più frizzante. Buon 2014 a tutti, specie se blucerchiati. Magari con uno sguardo al futuro che riporti fiducia ad un ambiente che sta vivendo decisamente troppi "ups & downs".

Eder, 27 anni, sicuramente uno dei migliori blucerchiati in questo 2013.

23 dicembre 2013

Pareggi e regali.

Consoliamoci così: poteva finire peggio. La prima Samp "brutta" di Mihajlovic esce superata dal Parma sul piano del gioco, ma non su quello del risultato: l'1-1 finale non racconta abbastanza la superiorità degli ospiti nel secondo tempo di fronte ad una Samp impallata. Ma va bene così: ora arriva il Natale ed il calciomercato. E così, dopo che i ducali ci hanno sostanzialmente regalato il pareggio con i loro errori sotto porta, ora si spera in qualche regalo da gennaio. Di uno possibile, Cassano, se ne parla anche fin troppo.

L'abbraccio pre-gara tra Roberto Donadoni, 50 anni, e Sinisa Mihajlovic, 44.


La Samp fa qualche cambio forzato rispetto alla squadra che ha violato il Bentegodi dopo tre anni e mezzo: Gabbiadini è squalificato. Ci si sarebbe aspettati Pozzi al centro dell'attacco: invece, ecco Eder di nuovo centravanti e Sansone nel terzetto di mezze punte dietro al brasiliano. Continua l'assenza di Costa, con Regini confermato al suo posto. Poche novità anche nel Parma, con l'assenza di Cassano che fa rumore (squalificato anche lui): Nicola Sansone riuscirà a non farlo rimpiangere. Anche Acquah in mezzo al campo è una novità, con Marchionni ed il prolifico Parolo ad affiancarlo.
La gara, nella prima frazione, è decisamente poco divertente: tanti gialli e molta lotta in mezzo al campo, con gli ospiti migliori nella gestione del pallone. La prima occasione vera arriva al 20': bellissima punizione di Gianluca Sansone dai 25 metri, ma Mirante c'arriva con un balzo e mette in corner. Un quarto d'ora dopo risponde anche il Parma: sempre un Sansone, ma stavolta è Nicola a sfiorare la traversa della porta difesa da Da Costa con un gran destro. Parolo tenta un paio di conclusioni, ma è il preludio al vantaggio blucerchiato: punizione di Krsticic ed un rimpallo mette Eder in condizioni di concludere a rete. Il vantaggio, con il settimo gol del brasiliano in A, è un premio forse immeritato, ma mostra la concretezza blucerchiata. Del resto, Mihajlovic ha dato un'impostazione molto tosta a questa squadra.
Al ritorno in campo, nessun cambio: la ripresa, però, è un'altra storia. La Samp praticamente non rientra sul terreno di gioco, lasciando palla e campo agli ospiti. E neanche l'entrata di Wszolek per Sansone sembra dare gli effetti sperati. Al 63', infatti, ecco il pareggio degli emiliani: corner di Palladino (entrato per uno spento Biabiany) e Lucarelli svetta da solo in area, battendo Da Costa. Da lì, la gara diventa un monologo dei ducali. Amauri ha un paio di buone occasioni, ma prima Regini e poi Da Costa sventano il lavoro del centravanti degli ospiti. La migliore chance per i gialloblu, però, è con Sansone: il numero 21 del Parma converge in area, salta De Silvestri e scaglia un gran destro, che costringe Da Costa al miracolo. La Samp, dal canto suo, avrebbe anche l'occasione per raddoppiare: bella palla in verticale per Eder, ma l'attaccante blucerchiato prima spara su Mirante, poi sbuccia la respinta e manda fuori. A quel punto, rimane solo il Parma in campo: prima Sansone spreca davanti a Da Costa, poi Obiang lo anticipa per un soffio con un prodigioso recupero, proprio quando l'attaccante degli emiliani è ad un passo dalla porta blucerchiata. Si chiude così una gara difficile per i padroni di casa: Mihajlovic ha fatto un buon lavoro, ma il 2014 dovrà aprirsi con qualche rinforzo, se si vuole la salvezza il più in fretta possibile.

Il pareggio di Alessandro Lucarelli, 36 anni, che realizza di testa l'1-1 finale.

Da Costa 7 - Praticamente fondamentale: salva a più riprese la porta blucerchiata dall'eventuale capitolazione.
De Silvestri 5 - A differenza delle ultime gare, spinge poco e soffre la vivacità di Nicola Sansone.
Mustafi 6 - Bene, roccioso come solito.
Gastaldello 6 - Amauri gli dà pochi grattacapi: i pericoli vengono più da centrocampisti e fasce avversarie.
Regini 5.5 - Finché c'è Biabiany, se la cava.
Palombo 5.5 - In fase d'interdizione non benissimo, meglio quando c'è da impostare.
Obiang 5.5 - Malino: continua a non essere un gran momento per lui. Parolo fa quello che vuole. Certo, il salvataggio nel finale su Sansone vale mezzo punto.
Krsticic 5 - Mette la punizione da cui scaturisce l'1-0, ma fa ben poco per farsi notare. E forse, sul pareggio di Lucarelli, poteva essere più reattivo sul palo.
Soriano 5.5 - Anche per lui non è una gran giornata.
Sansone 6 - Finché è in campo, crea grattacapi con il suo buon sinistro.
Eder 6.5 - Ennesimo gol e record di marcature in Serie A eguagliato. Peccato per aver mancato il 2-1 nel momento migliore degli ospiti: sarebbe stata una mazzata.

Wszolek 6 - Tanta buona volontà del polacco, peccato che sia entrato per il migliore delle tre mezzepunte.
Pozzi s.v. - Entra in campo per l'assalto finale, ma non vede un pallone.
Bjarnason s.v. - Tre minuti per far sudare un po' la maglietta.

Un merito a Mihajlovic va dato: quello dell'onestà intellettuale. A fine gara, il serbo non si è nascosto dietro un dito, ma ha ammesso che il Parma meritava di vincere e che il pareggio è forse troppo per la Samp vista ieri al Ferraris. Intanto, si parla di Cassano: forse la lezione del 2010 non è servita a molti tifosi blucerchiati e quindi ieri allo stadio campeggiavano molti striscioni in favore del ritorno del barese. Vedremo se tale evento avrà luogo: memore di quanto accaduto, mi auguro nei rinforzi e sopratutto di un buon mercato in uscita (a che serve prendere Cassano quando hai ancora 31 giocatori in rosa?). I giocatori buoni si trovano ovunque, ricordiamocelo. Buon Natale a tutti.

La gioia per l'1-0 di Gianluca Sansone, 26 anni, ed Eder, 27.

16 dicembre 2013

Di cinismo e concretezza.

Chi pensava che Chievo-Samp sarebbe stata spettacolo solo perché le due squadre erano reduci da momenti positivi, si è sbagliato di grosso: il match di ieri è stata una lotta di calci più che di calcio. Tanti ammoniti, gioco spezzettato e poche (clamorose) occasioni. La Samp, tuttavia, si porta via tre punti grazie alla zuccata di Eder e spera di allontanarsi sempre più dalla zona pericolosa. E Mihajlovic si sta guadagnando tanto rispetto da chiunque abbia seguito la Samp negli ultimi mesi.

Sinisa Mihajlovic, 44 anni: otto punti in quattro gare con la Samp.

I blucerchiati, reduci dalla terza vittoria in campionato contro il Catania domenica scorsa, arrivano a Verona con qualche problema di formazione. Mancano Costa e Pozzi, entrambi acciaccati, sebbene il numero 9 riesca almeno a farcela per la panchina. Dentro quindi Regini e Krsticic, con Soriano spostato sull'esterno sinistro ed Eder in posizione di centravanti. Nel Chievo, Corini deve rinunciare a Dramé per squalifica e al suo posto mette Sardo sull'esterno difensivo mancino. Davanti, l'ex Estigarribia fa compagnia a Thereau e Sestu per il tridente d'attacco.
Pronti, via e al 4' il Chievo ha la chance più importante di tutta la gara: palla in profondità di Sestu, Thereau si presenta davanti a Da Costa, calciando però addosso al brasiliano. Dopo dieci minuti, un contatto tra Frey e Gabbiadini lascia più di un dubbio vicino l'area clivense; neanche il tempo di discuterne che lo stesso numero 11 blucerchiato si ritrova lanciato da Mustafi in area, ma non sfrutta bene il lancio del compagno. Si arriva così quando le lancette segnano il 16': corner di Palombo, Eder stacca di testa e batte Puggioni per l'1-0. Nell'occasione, malissimo Frey in marcatura. Sesto gol per l'attaccante brasiliano del Doria in questo campionato. Da lì in poi, il baricentro blucerchiato s'abbassa troppo ed il Chievo ha maggior spazio d'impostazione, ma un colpo di testa centrale di Thereau è il massimo sforzo dei padroni di casa in un brutto primo tempo.
Alla ripresa, nessun cambio per le due compagini. Tuttavia, la Samp ha l'occasione per chiudere una gara monotona: su retropassaggio di Dainelli, Gabbiadini s'inserisce e s'invola verso Puggioni. L'attaccante blucerchiato salta anche il portiere del Chievo, ma spara alto con lo specchio totalmente libero. Errore clamoroso, che rischia di oscurare quanto di concreto fatto dalla Samp durante la gara. Anche perché gli ospiti hanno dovuto rinunciare a Eder, uscito per infortunio e sostituito da Bjarnason. Intanto, Corini si gioca le carte Pellissier e Paloschi pur di pervenire al pareggio. La verità, però, è che il Chievo impensierisce solo dalla distanza e neanche con tanta continuità: il destro di Hetemaj da 25 metri costringe Da Costa alla respinta in tuffo. Allo stesso modo, sarà Lazarevic ad impegnare ancora il portiere blucerchiato, senza però impensierirlo. Il pericolo più grande per la porta degli ospiti nella ripresa è una deviazione sbilenca di Pellissier, che però non trova la porta. A fine gara, è anzi la Samp che ha una buona occasione per il 2-0, ma Sansone cincischia troppo davanti alla porta di Puggioni. Finisce 1-0 per i blucerchiati, che si portano a casa un'altra vittoria scaccia-crisi prima dell'ultima gara pre-sosta natalizia.

Il disappunto di Dario Dainelli, 34 anni: prima sconfitta del Chievo sotto Corini.

Da Costa 6.5 - Di lavoro ne ha veramente poco: qualche conclusione dalla distanza su cui buttarsi in tuffo e la chiusura fondamentale su Thereau. C'è sempre.
De Silvestri 6.5 - Estigarribia neutralizzato alla perfezione, Lazarevic gli fa passare qualche difficoltà, ma lui se la cava. Esce dolorante dal campo: speriamo non sia nulla di grave.
Mustafi 6 - Un pochino impreciso nei passaggi.
Gastaldello 6.5 - Gran bella gara la sua: si spinge persino in avanti in qualche occasione.
Regini 6 - Le gambe lunghe non lo aiutano nel duello con Sestu.
Palombo 7 - Decisamente uno dei migliori sul campo: tanta sostanza e nessun lancio a memoria. Mette anche l'assist per Eder per l'1-0 decisivo.
Renan 6 - Bene il primo tempo, malino il secondo.
Gabbiadini 5.5 - Si mangia un gol clamoroso che grida vendetta: lui non può sbagliare certe occasioni. Non può fare gol alla Del Piero e poi sparare alto a porta vuota.
Krsticic 6 - Tanta battaglia per il serbo, costretto a fronteggiare il tenace centrocampo clivense.
Soriano 7 - Un po' nervoso, rischia il rosso. Tuttavia, la sua gara - giocata sull'esterno sinistro - è esempio di intelligenza tattica e dedizione. Che la Samp abbia riscoperto un patrimonio?
Eder 6.5 - Segna il gol decisivo per la gara, ma è costretto ad uscire per un acciacco. In ogni caso, la posizione da centravanti non gli dona troppo.

Bjarnason 5.5 - Un po' invisibile. Ha una buona occasione, ma cincischia troppo.
Sansone 5.5 - Vedi Bjarnason. Nel finale potrebbe chiudere la partita, ma anche lui aspetta e si fa recuperare dalla difesa avversaria.
Rodriguez s.v. - Torna a giocare in campionato, peccato che lo faccia nel finale e ancora da terzino.

E ora la Samp attende il Parma per chiudere prima di Natale. La gara contro il Chievo ha dimostrato che si può andare ovunque, con il giusto cinismo e la concretezza appropriata. I blucerchiati non sono più arruffoni o, almeno, non sembrano più esserlo. Mancherà l'"amico" Cassano, ammonito (guarda un po') proprio quand'era diffidato e in vista dell'ennesimo ritorno al Ferraris con la terza maglia diversa in tre anni. Meglio così: per la Samp, sarà più facile pensare al campo e meno ai sentimenti.

Roberto Soriano, 22 anni, e Eder, 27: l'MVP ed il match-winner della gara.

09 dicembre 2013

Finalmente.

Ci voleva proprio. Finora, negli scontri diretti, per la Samp erano stati quasi unicamente dolori. Se escludiamo la vittoria all'ultimo secondo di Livorno, i blucerchiati avevano per lo più buttato punti negli incroci con le altre contendenti alla salvezza. Invece, oggi al "Ferraris", la squadra di Mihajlovic ha fatto il suo dovere, seppur con un primo tempo alla camomilla. Il 2-0 agli etnei segna finalmente l'uscita dalla zona retrocessione: non sarà molto, ma è un primo passo verso una condizione più tranquilla.

Sinisa Mihajlovic, 44 anni, fa proseguire la risalita della Samp in campionato.

La Samp, reduce dall'ottima vittoria in Coppa Italia contro l'Hellas, rimette in campo i suoi titolari senza alcuna eccezione: la squadra è la stessa che ha strappati un pari all'Inter la settimana precedente. Molto più prudente il Catania di De Canio, che schiera un 5-4-1 ben coperto e fa i conti con le assenze: fuori Andujar e l'ex Maxi Lopez, davanti il solo Leto (che, per altro, è in realtà un esterno sinistro). Insomma, i presupposti - visti anche i rispettivi momenti delle due squadre - vedono una Samp nettamente favorita. In realtà, il primo tempo è solo un grosso sbadiglio tra l'inizio della gara e l'intervallo. I padroni di casa tengono il possesso palla, ma creano veramente poco per impensierire gli ospiti. Dal canto loro, i siciliani - ultimi in classifica - non si scoprono troppo e si fanno vedere al massimo con un sinistro di Leto dalla distanza, largo di non molto. Intanto, le conclusioni di Gabbiadini dalla distanza sono il maggior pericolo per la porta di Frison, che tuttavia non è molto impegnato nei primi 45'.
Tornati in campo nella ripresa, il canovaccio della partita finalmente cambia. I blucerchiati sono più determinati e mettono maggior pressioni ai siciliani, che cominciano a faticare nel tenere il campo. La dimostrazione lampante arriva al 54': De Silvestri si fa largo con un bel contrasto e mette in mezzo un pallone sul quale un Eder volante insacca di testa. Capitombolo per il brasiliano, ma grande festa per lui, alla quinta rete stagionale con la maglia blucerchiata. Di questo passo, il record massimo di marcature in A per lui - sette l'anno scorso - rischia di essere abbattuto. Nonostante i cambi, il Catania non fa quasi nulla per rendersi pericoloso: neanche l'entrata in campo di Maxi Lopez cambia le sorti del match. Le possibilità di pareggiare sono quasi nulle, tanto che Da Costa non deve mai sporcarsi i guanti. Anzi, è Eder ad impensierire nuovamente Frison, finché il brasiliano non lascerà il posto a Wszolek nel finale di gara.
Poi, al minuto 77, la gara viene chiusa: lancio di Palombo che pesca Gabbiadini in posizione regolare, aiutato dalla sbagliata tattica del fuorigioco da parte del Catania. A quel punto, il numero 11 blucerchiato s'invola verso la porta, rientra sul sinistro e scaglia un magnifico siluro a giro, che va insaccarsi sull'incrocio del secondo palo. Una rete bellissima, che vede il ritorno al gol dell'attaccante, a secco da tre giornate. Nel finale, lo stesso Gabbiadini potrebbe incrementare il proprio bottino personale, ma le due occasioni capitategli non sono sfruttate a dovere. Specie quando ruba il pallone a Spolli e si presenta solo davanti a Frison, l'ex Atalanta e Bologna manca il 3-0. Poco importa: i tre punti sono arrivati e va bene così. Il "dentro o fuori" da vincere a tutti i costi è stato vinto e, di questi tempi, non è certo poco per una squadra che ha l'unico obiettivo di salvarsi.

Eder, 27 anni, al quinto gol stagionale con la maglia blucerchiata in A.

Da Costa s.v. - Non fa praticamente un intervento in tutta la gara.
De Silvestri 6.5 - Biraghi difetta d'esperienza e allora "Lollo" può sprigionare tutta la sua spinta sull'azione dell'1-0.
Mustafi 6.5 - La solita roccia. Si sta sparando un anno fantastico: spero per lui che possa continuare così.
Gastaldello 6.5 - Leto non gli crea chissà quali problemi.
Costa 6.5 - Dovrebbe fronteggiare Castro, che però si sposta troppo al centro: domenica tranquilla.
Obiang 6.5 - Meglio delle altre gare. Se poi aggiustasse anche la mira quando si prepara alla conclusione...
Palombo 6.5 - Nonostante il tanto correre, si lascia ricordare sopratutto per l'apertura per il 2-0 di Gabbiadini.
Gabbiadini 6.5 - Corre molto, tira tanto, ma alla fine trova solo un gol. E che gol!
Soriano 6.5 - Anche oggi attivo su tutto il fronte d'attacco; quando entra Krsticic, trova anche la forza di sacrificarsi a sinistra.
Eder 7 - Il migliore di giornata. Se poi smettesse anche di lamentarsi ad ogni fallo subito, sarebbe osannato in ogni dove blucerchiato.
Pozzi 5.5 - L'unico che mi sento di rimandare. A sua parziale discolpa, la Samp del primo tempo è veramente poco attiva e non vede un pallone decente.

Krsticic 6 - Il meglio l'ha dato contro l'Hellas: deve solo gestire il possesso palla a centrocampo.
Regini s.v. - Con Costa infortunato, è il cambio più logico.
Wszolek s.v. - Entra per la passerella finale.

Finito il ciclo delle ex, Mihajlovic ora può concentrarsi su quello che sarà un altro scontro da salvezza: la prossima settimana, infatti, la Samp sarà ospite del Chievo al "Bentegodi". I gialloblu sono stati letteralmente resuscitati da Eugenio Corini, che era stato vicino alla panchina della Samp dopo la cacciata di Delio Rossi. I numeri sono piuttosto chiari: quattro gare sotto Corini tra Serie A e Coppa Italia, quattro vittorie, nove gol fatti ed uno subito. Insomma, il "Céo" sembra rigenerato dalla cura del tecnico che, proprio l'anno scorso, salvò il Chievo dalla retrocessione. Per altro, Corini iniziò proprio con una vittoria sulla Samp. Speriamo di potergli restituire finalmente il favore, anche se con un anno di ritardo. Sarebbe importante, se non addirittura fondamentale uscire con tre punti da un altro scontro diretto.

Manolo Gabbiadini, 22 anni, ha chiuso la gara con un gran gol ed il 2-0 finale.

06 dicembre 2013

Un'altra storia.

Non c'è niente da fare: sembra proprio un'altra storia. Lo scetticismo permane, ma il risultato di ieri sera conferma che la Samp sembra aver imboccato una strada migliore. 4-1 all'Hellas - che continua a far fatica negli ultimi tempi - ottenuto con le riserve e che porta la società blucerchiata all'Olimpico il 9 gennaio, dove affronterà la Roma. Sono arrivati gli ottavi di Coppa Italia, ma sopratutto tanta convinzione. Perdonatemi il verbo "sembrare", ma è giusto esser scettici dopo mesi difficili.

Birkir Bjarnason, 25 anni, ieri ha realizzato il primo gol con la Samp.

La Samp torna in Coppa Italia dopo la vittoria di agosto contro il Benevento, quando Gabbiadini decise la sfida con i suoi primi due gol in blucerchiato. Nel Doria, tante facce finora viste poco o per nulla: Fiorillo capitano nonché titolare, più i reintegri di Maresca e Poulsen, l'esordio stagionale di Rodriguez e Fornasier. C'è anche Petagna davanti, con Sansone, Bjarnason e Wszolek a supporto. L'Hellas, dopo la sconfitta a Firenze, fa riposare qualcuno, ma alcuni titolari ci sono. Dopo una traversa colpita da Donadel su calcio piazzato, la Samp passa al 14': bel cross di Poulsen in mezzo, Wszolek colpisce di testa, ma centra un difensore. Sulla respinta in piena area, il sinistro di Sansone non lascia scampo a Mihaylov. L'1-0, per altro, dura poco: su un retropassaggio errato di Cirigliano, Petagna raccoglie e tenta di battere l'estremo difensore gialloblu. La sua respinta giunge sui piedi di Bjarnason e al 20' la Samp è sul 2-0. Sembra chiusa, ma l'Hellas comincia a macinare gioco, con diverse conclusioni da parte di Longo, il più attivo fra gli ospiti.
Dopo l'intervallo, la ripresa comincia con un copione ben diverso: le riserve blucerchiate sembrano lentamente scomparire, mentre l'Hellas prende campo e confidenza. Mandorlini si gioca tutto, inserendo Martinho, subito decisivo: il cross del brasiliano trova Longo, che batte capitan Fiorillo con un sinistro al volo di rara bellezza. 2-1 e tutto riaperto. A quel punto, il tecnico dei veneti si gioca anche la carta Toni, ma non basta. L'episodio chiave è all'81': su corner per gli ospiti, Petagna interviene in maniera scomposta. Dal replay sembrerebbe spalla dubbia, ma i giocatori dell'Hellas circondano l'arbitro. Nel mentre, però, si dimenticano dell'azione che prosegue. Donati perde la palla e Krsticic gliela ruba, involandosi verso la porta. Il 3-1 del serbo chiude la gara e suggella il sodalizio tra lui e Mihajlovic, per cui il numero 10 blucerchiato rappresenta il fulcro del suo progetto tecnico-tattico. Il 4-1 finale, con il gol di Renan (il secondo in quattro giorni, dopo non averne mai segnato uno in due anni di Samp) chiude la contesa e regala la Roma ai blucerchiati. La sfideranno ad inizio gennaio, negli ottavi di Coppa Italia, all'Olimpico.

Renan Garcia, 27 anni, ancora a segno: secondo gol in quattro giorni.

Fiorillo 6; Rodriguez 5.5, Fornasier 6 (dal 35' s.t. Mustafi s.v.), Regini 6.5, Poulsen 6; Maresca 6.5 (dal 19' s.t. Eramo 6), Renan 6; Wszolek 7, G. Sansone 6.5 (dal 15' s.t. Krsticic 6.5), Bjarnason 6; Petagna 5.5 - già pubblicate su SampNews24

Passato quest'ostacolo, la Samp è pronta ad affrontarne un altro. Si torna in Serie A e si affronta il Catania: una sfida fondamentale quella del "Ferraris". Il primo di due "dentro o fuori" nel giro di una settimana, visto che la domenica successiva si andrà a Verona per affrontare il Chievo, rigenerato dalla cura Corini (tre vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, otto gol fatti ed uno subito). Intanto, a Torre del Grifo, c'è aria di forte contestazione; un'aria condivisa dalla Samp fino all'arrivo di Mihajlovic, che intanto ha ridato un po' di cattiveria ai giocatori. Sul gioco e sull'impatto che il serbo avrà a lungo durata, mi permetto di mantenere i miei dubbi. Anche la testa dei giocatori, martoriata nell'era Rossi di questa Serie A, dovrà superare il test di durata, se si vorrà ottenere la salvezza.
Intanto, ieri sera, abbiamo rivisto qualche faccia che non vedevamo da tempo. Maresca è sembrato fisicamente indietro, ma ha avuto un paio di spunti interessanti: speriamo che questo, comunque, non blocchi la crescita di Gentsoglou, che ha fatto bene nei pochi spezzoni giocati. Dentro Poulsen dopo tanto tempo, con il danese che non ha demeritato. Con il tempo che passa, potrebbe rivelarsi utile. Petagna ha molto da imparare, specie in continuità ed altruismo (sul secondo gol, c'è da ringraziare la respinta di Mihaylov). Fornasier, all'esordio tra i professionisti in assoluto, non ha demeritato. Tuttavia, c'è da ammettere che il giovane ex United avrà bisogno di un prestito, perché deve ancora fare strada.
Infine, il discorso cade su Mati Rodriguez, bollato ingenerosamente come pacco da molti che hanno osservato ieri la partita. Innanzitutto, c'è da chiedersi perché l'emozione valga per Fornasier e la scarsa condizione fisica per Maresca, ma entrambe non siano prese in considerazione nel valutare la prova di un ragazzo alla seconda partita in un anno alla Sampdoria. Seconda nota a margine: Rodriguez ha fatto le sue fortune da esterno destro nel 3-5-2, se non a volte da centrocampista destro nei tre dietro la punta. Ecco: ieri ha giocato terzino, con risultati scarsi, facilmente prevedibili da chi conosca un po' la storia professionale del ragazzo. Quando è entrato Martinho, poi, le difficoltà sono aumentate. Ma questo non può rappresentare il chiodo sulla bara dell'avventura in blucerchiato di "Maticrack": speriamo di vederlo più avanti. E speriamo che sia tutta un'altra storia anche per lui.

La festa blucerchiata dopo uno delle quattro marcature di ieri sera contro l'Hellas.

01 dicembre 2013

Colpo di pistola.

Beh, forse il vento sta leggermente girando. Forse il sinistro scagliato da Renan al minuto 89 di Inter-Samp oggi a "San Siro" non è solo il segno che i nerazzurri non sono lo squadrone che l'inizio di campionato sembrava dimostrare. Forse è anche il segnale che la Samp possa girare la difficile condizione psicologica che attraversa. Anche oggi, i blucerchiati rischiavano di uscire con zero punti contro una squadra non certo in  buona condizione; invece, il brasiliano ha tirato fuori il jolly. Ma ci vorrà di più di questo.

Javier Zanetti, 40 anni, e Sinisa Mihajlovic, 44, si scambiano il cinque a fine gara.

La Samp, dopo l'incredibile beffa subita contro la Lazio al "Ferraris" domenica scorsa, si presenta di nuovo con il 4-2-3-1, ma in variante offensiva. Torna Eder e Mihajlovic lo schiera insieme a Pozzi e Gabbiadini, con Soriano a sostituire lo squalificato Krsticic. Insomma, il tecnico serbo non rinuncia alla sua identità neanche di fronte all'Inter di Mazzarri, che cerca di accelerare il passo in campionato. Senza attaccanti, continua il 3-5-1-1 con Alvarez alle spalle di Palacio, uomo pericoloso per i colori blucerchiati.
Pronti, via e la Samp comincia più spigliata di quanto qualcuno si aspettasse al cospetto di Erick Thohir, nuovo presidente dell'Inter, alla prima da numero uno nerazzurro a "San Siro". E' sopratutto il tiro dalla distanza di Gabbiadini ad impegnare Handanovic. Poi, al 17', ecco il puntuale episodio che rischia di decidere la gara: proprio Gabbiadini, in posizione inedita di terzino destro, deve difendere su Alvarez. Una, due finte e l'attaccante blucerchiato ci casca; sul cross dell'argentino, Costa buca e Guarín ha tutta la libertà di colpire per l'1-0 dei padroni di casa. L'Inter si fa rivedere dalle parti di Da Costa con Jonathan e Cambiasso, ma tende a gestire una Samp imprecisa, che con Pozzi prova a spaventare Handanovic. Nel finale, gli ospiti perdono capitan Gastaldello, con Regini che entra al suo posto, costretto ad uscire per infortunio.
Nella ripresa, iniziata senza cambi, è ancora l'Inter a rischiare di segnare il 2-0: Guarín centra il palo con un destro potente e Da Costa non può nulla. Ciò nonostante, i nerazzurri spariscono dal campo per la successiva mezz'ora, nel vano tentativo di gestione del risultato. Mai errore fu più grave: la Samp si riorganizza e immediatamente spaventa i tifosi di casa, con il gol annullato a Pozzi per fuorigioco dell'assist-man Eder. Insomma, gli ospiti ci sono e cercano di fare la gara, visto che l'Inter sta lì, senza colpo ferire. Ancora Handanovic deve togliere le castagne dal fuoco, stavolta su punizione di Eder: una battuta centrale, che però rischia di mettere in difficoltà lo sloveno, costretto all'angolo. 
La girandola dei cambi, dovuta anche ad una partita maschia, non cambia molto. Nell'Inter dentro Kovacic, Belfodil e sopratutto Mudingayi, per coprire ancor meglio il centrocampo; nella Samp, in campo il recuperato Sansone e Renan, che non vedeva il terreno di gioco da un po' di tempo. Quando i titoli di coda sembrano in arrivo, ecco il colpo di scena finale: su una respinta della difesa nerazzurra, il brasiliano scaglia un gran sinistro dai 25 metri, sul quale Handanovic non può arrivare. Primo gol ufficiale con la maglia della Samp e prima marcatura in A per il 27enne centrocampista: mai scenario avrebbe potuto esser migliore. Nel finale, la paura del contraccolpo c'è, ma la Samp resiste e porta a casa un punto più che meritato. Del resto, è lo stesso Mazzarri ad aver ammesso, a fine gara, l'ottima prova da parte dei blucerchiati. Forse ottima è troppo, ma il succo è sostanzialmente di quelli da bere con grande soddisfazione.

Fredy Guarín, 27 anni, scaglia in porta l'1-0 momentaneo per l'Inter.

Da Costa 6; De Silvestri 6, Mustafi 6, Gastaldello 6 (dal 42' p.t. Regini 5.5), Costa 5; Palombo 5.5, Obiang 4.5 (dal 40' s.t. Renan 7); Gabbiadini 5.5, Soriano 6.5, Eder 5.5; Pozzi 5.5 (dal 27' s.t. G. Sansone 5.5) - già pubblicate su SampNews24

Nonostante la buona prova, mi scuserete se non mi unisco ai cori di giubilo. Le prestazioni delle prime due partite della gestione Mihajlovic intanto dimostrano una cosa: i giocatori non stavano più con Delio Rossi. Chissà se non c'è mai stato feeling e solo la striscia iniziale di buoni risultati tra gennaio e marzo aveva effettivamente cementato il gruppo. Intanto, qualche intervista di questi giorni e l'impegno profuso dai ragazzi contro Inter e Lazio sembra dimostrare questo punto. Il secondo è che la Samp, comunque, rimane una squadra spuntata davanti e distratta dietro. Il gol subito oggi è l'ennesima ingenuità da terza categoria che, in A e lottando per la salvezza, bisognerebbe evitare. Anche perché - spiace per Mazzarri - l'Inter non sembra più lo squadrone di inizio campionato. Forse, semplicemente, non lo era mai stato, ma era partita bene: ora, con Icardi e Milito out e con un cumulo di centrocampisti ad attaccare, neanche Palacio può fare miracoli. Se poi Renan tira fuori il jolly dell'ultim'ora, il pareggio è d'obbligo.
Difficile commentare anche le parole di Mihajlovic, che è soddisfatto. Sul piano dell'atteggiamento, posso capirlo. Sul piano del gioco, invece, l'impressione è che la Samp giochi parecchio sbilanciata (oggi in campo almeno tre attaccanti per tutta la gara, anche dopo il cambio Pozzi-Sansone), ma con un'impostazione ben arretrata. Per altro, Eder e Gabbiadini non sembrano a pieno agio nel ruolo di esterni dietro la punta. Un conto è farlo nel 4-3-3, dove tre uomini coprono le tue scorribande; un altro è quando devi cantare e portare la croce, con Obiang in condizioni pessime e Palombo non in giornata splendida. Insomma, bisognerà riprensare a questo: Eder, Sansone, Gabbiadini sono tutte seconde punte. Sì, persino lo splendido Manolo si sta rivelando un errore del mercato estivo non in quanto a prestazioni, bensì come equivoco tattico. Comprato come prima punta da 15 gol, nessuno si sta accorgendo come il suo baricentro sia sempre lontano dalla porta; vuoi per tentare la conclusione dalla distanza o partecipare meglio al gioco, Gabbiadini non è mai in area.
In questo senso, un piccolo consiglio voglio darlo al caro Sinisa: butti dentro - IN OGNI GARA - uno tra Wszolek ed il desaparecido Rodriguez. Entrambi sono esterni veri, anche se il polacco ha una maggiore propensione offensiva, mentre l'argentino giocherebbe più avanti del solito. Per altro, schierare "Maticrack" dietro la punta gli garantirebbe numerosi spazi per offendere: chissà di non ritrovarsi la soluzione ai propri problemi in casa. Intanto, anche Renan timbra il cartellino del primo gol ufficiale con la Samp. Il brasiliano potrebbe essersi conquistato qualche spazio per le prossime gare. Con un colpo di pistola nei titoli di coda.

Renan Garcia, 27 anni, scaglia il sinistro dell'1-1 finale: primo gol ufficiale con la Samp.