30 dicembre 2014

Un'annata da ricordare.

Wow, è stata lunga. Il 2014 è sembrato molto lungo e pieno di soddisfazioni per la Sampdoria. Un anno che forse non si dimenticherà facilmente, specie la seconda parte. E che apre delle premesse straordinarie per il 2015, sperando che questo possa esser migliore dell'anno precedente. I blucerchiati e i suoi tifosi hanno potuto godere di tanti momenti diversi: ne voglio ricordare cinque, come è da abitudine al termine dei canonici 365 giorni.

  • Due derby, due eroi, due 0-1 (3 febbraio & 28 settembre 2014)
Nel 2014 si sono giocati due derby. Entrambi con i blucerchiati in trasferta, entrambi con la Samp uscita vincente per 1-0. Nel primo, l'eroe è Maxi Lopez: appena arrivato dal Catania, l'argentino decide la stracittadina alla prima gara dopo il ritorno in blucerchiato. Sarà anche l'unico gol di Maxi nelle 11 presenze con la Samp della passata stagione. Nel secondo derby, il protagonista è Manolo Gabbiadini: una delle sue punizioni passa e non viene deviata da nessuno. La palla s'insacca all'angolo e decide la contesa tra le due squadre.

Maxi Lopez, 30 anni, batte Perin per l'1-0 nel derby del febbraio 2014.
  • La rinascita di Stefano e Roberto
Se ci sono due giocatori che hanno beneficiato alla grande del 2014 e della cura Mihajlovic, questi sono Roberto Soriano e Stefano Okaka. Il primo era spesso fischiato nelle sue fugaci apparizioni nella gestione Rossi e si pensava fosse ormai bruciato: a parte il gol nel Trofeo Gamper al Camp Nou nell'agosto 2012, poco da segnalare. Il secondo era finito in tribuna a Parma, dove non giocava e sembrava ormai finito. Entrambi sono rinati e si sono addirittura consacrati. Entrambi hanno esordito in nazionale azzurra con il ct Conte (e Okaka ha anche segnato). Cosa volere di più?
  • L'unica sconfitta (29 ottobre 2014)
Stadio Giuseppe Meazza di Milano, c'è Inter-Sampdoria per il turno infrasettimanale. La Samp è reduce da due pareggi consecutivi, tra cui quello prezioso contro la Roma (che non era ancora stata bastonata dal Bayern in Champions). L'Inter, al contrario, soffre e monta la contestazione nei confronti di Walter Mazzarri, che da lì a un mese sarà esonerato. 

La Samp gioca una gara gagliarda, prende una traversa e costringe Handanovic a diversi miracoli. Purtroppo, l'ingenuità di un classe '95 bravo, ma appunto giovane come Romagnoli costerà il rigore della vittoria. La firma? Mauro Icardi, che non si smentisce mai quando incrocia i colori blucerchiati. A oggi, è ancora l'unica sconfitta stagionale per il Doria in questo 2014-15.

Roberto Soriano, 23 anni, ha esordito in nazionale contro la Croazia.
  • La rimonta dello Juventus Stadium (14 dicembre 2014)
La Juventus guida come al solito la classifica: da Allegri a Conte è cambiato qualcosa nel modulo in campo, ma non in classifica. I bianconeri comandano, come da tre anni a questa parte. E la Samp si presenta allo Juventus Stadium, dove è stata una delle poche squadre italiane a vincere da quando l'impianto ha aperto nel 2011. Proprio la Samp di Mihajlovic, nel gennaio 2014, perse in maniera onorevole per 4-2 contro la Juve di Conte.

Quasi un anno dopo, gli ospiti si presentano con qualche assenza, il 4-3-1-2 invece del 4-3-3 e Krsticic trequartista. Il piano di contenere la Juve non funziona: se la Samp si deve difendere, si fa violenza e soffre. Non solo: arriva anche il vantaggio dei padroni di casa. Segna Evra di testa su corner: è alto un metro e 73, ma Regini lo lascia libero di saltare. La gara sembra in salita, ma Mihajlovic torna al 4-3-3 nella ripresa e fa entrare Gabbiadini.

A metà con la Juve, l'attaccante è in partenza per Napoli a gennaio: lo sa la Juve, lo sa la Samp e lo sa sopratutto il giocatore. Che non ha voglia di lasciare Torino senza un addio velenoso, come il suo mancino a giro. Proprio un suo sinistro stende la Juve e punisce Buffon al 51', riportando la gara in parità. Da lì la Samp gestisce la gara, soffre poco e sfiora addirittura il successo. Indovinate con chi? Sempre quello con la maglia numero 11.
  • La grinta mai sopita (31 agosto 2014-?)
Se c'è un aspetto su cui la Samp è di gran lunga migliorata rispetto alla scorsa stagione, è la grinta, la capacità di non mollare mai tanto richiesta da Mihajlovic. Il tecnico serbo si era spesso lamentato nel 2014 di alcune "passeggiate", ovvero di alcune gare in cui la Samp non c'era. Quest'anno non è andata così. Certo, ci si può rammaricare di tante rimonte subite, ma in fondo la squadra blucerchiata è un gruppo giovane. Alcune legnate fanno quasi bene.

A Palermo, però, c'è un antipasto di quello che sarà la Samp di quest'anno. I siciliani si affidano sopratutto a Dybala, tornato in A con la voglia di imporsi. Regini cade nel tranello e prende due gialli (di cui il secondo discutibile). Gli ospiti rimangono in dieci e prendono anche il gol dello svantaggio, segnato proprio da Dybala. Sembrerebbe quasi finita, ma la Samp mette la testa a posto. Il Palermo di Iachini (ex amato) arretra il baricentro e al 91' Gastaldello pareggia su azione da corner: è un piccolo segnale, ma è il momento che dice esattamente quella che è stata la Samp in questa seconda parte di 2014.

La gioia della Samp dopo il pareggio all'ultimo secondo di Palermo.

23 dicembre 2014

Buoni propositi.

L'ennesimo pareggio, stavolta giusto (anche se la rabbia per certi errori non passa mai). La Samp chiude il suo 2014 con un altro risultato positivo, che allunga la striscia a ?: il 2-2 contro l'Udinese poteva esser qualcos'altro, in un senso o nell'altro. Tuttavia, la squadra di Mihajlovic chiude l'anno al terzo posto con Lazio e Napoli. E probabilmente saluta Manolo Gabbiadini, che ieri ha segnato la sua ultima rete in blucerchiato.

Massimo Ferrero, 63 anni, in tribuna per i selfie (Secolo XIX)

La Samp si presenta per l'ultima dell'anno al Ferraris dopo l'1-1 trionfale allo Juventus Stadium. I blucerchiati tornano con Soriano e il tridente dal 1', mentre c'è qualche novità dietro: la squalifica di Romagnoli e l'assenza prolungata per infortunio di Silvestre, unite al ritorno di De Silvestri, cambiano tre-quarti di linea difensiva. Confermato Romero, così come capitan Gastaldello. Diverso lo scenario per l'Udinese, che punta sul 3-5-2 per riprendersi dal k.o. contro l'Hellas e strappare qualche punto al Ferraris. Di Natale, carnefice per eccellenza del Doria, parte dalla panchina per volere di Stramaccioni.
I primi 15' sono una gran lotta a centrocampo e a sbloccare la gara ci pensa proprio uno degli elementi della mediana. Al 17' lob in area di Angelo Palombo e Okaka contrasta l'uscita maldestra di Karnezis. Sulla ribattuta, spunta Pedro Obiang, che scarica un bel sinistro e batte il portiere greco per l'1-0 blucerchiato. Un episodio cruciale, che sembra portare la gara dalla parte della Samp. Tuttavia, l'Udinese non si arrende e si fa già vedere al 20', quando Koné spara a lato una buona occasione dal dischetto del rigore. La Samp dovrebbe avvertire le avvisaglie e invece subisce un uno-due tremendo nel giro di tre minuti. Alla mezz'ora, Koné non viene seguito da Soriano e va sul fondo: il suo cross arriva a Geijo, seguito da Regini. Romero esce male, il numero 19 blucerchiato non contrasta bene lo spagnolo e l'attaccante dei friulani fa uno scavetto d'esterno a irridere l'intera difesa dei padroni di casa. Il pareggio, però, non è abbastanza per gli ospiti, che trovano il vantaggio al 33': corner di Koné, gioco di blocchi di Thereau e Danilo è praticamente solo per lo stacco del 2-1. La Samp, tramortita, reagisce con un sinistro di Eder, facile sul primo palo per Karnezis.
Al riposo, la Samp finalmente si sblocca, mentre l'Udinese decide di non giocarsi più la partita. Gabbiadini ed Eder ci provano subito, ma uno trova Karnezis e l'altro spedisce la palla di poco alto sulla traversa. Quando gli sforzi sembrano inutili e Badu sfiora il 3-1, il Doria trova il pari al 60': cross ottimo di De Silvestri e Gabbiadini incorna di testa il 2-2. Un gol che sa di addio, visto il probabile trasferimento a Napoli. A quel punto la Samp ci prova a vincerla: prima Soriano, poi Gabbiadini, infine De Silvestri tentano di spaventare Karnezis. In realtà, l'occasione più nitida ce l'ha l'Udinese: cross in mezzo, Gastaldello dimentica di marcare Geijo e lo spagnolo rischia quasi di segnare il 3-2, incocciando sul palo la palla del vantaggio. Tante ammonizioni, il gioco è spezzetato e neanche l'entrata in campo di Di Natale e Bergessio cambia qualcosa. Cacciatore e Mesbah hanno due enormi occasioni, ma entrambi falliscono. Il finale è tutto per l'espulsione di Herthaux per doppio giallo: finisce con un pareggio casalingo il 2014 blucerchiato.

Danilo, 30 anni, realizza il momentaneo 2-1 per gli ospiti (Secolo XIX)

Romero 5.5; De Silvestri 7 (dal 43' s.t. Cacciatore s.v.), Gastaldello 6, Regini 5.5, Mesbah 6; Soriano 5.5, Palombo 6.5, Obiang 6.5 (dal 35' s.t. Bergessio 6); Gabbiadini 6.5, Okaka 5, Eder 6 - già pubblicate su SampNews24

Terzi a dicembre 2014, a pari merito con Lazio e Napoli: sfido chiunque di voi - anche il più ottimista - ad averci scommesso ad agosto. Che questa Samp fosse da parte sinistra della classifica per solidità, tecnica e organizzazione tattica lo sapevamo. Ma che questa squadra potesse addirittura uscire sconfitta una sola volta dalle prime 16 giornate di campionato... beh, è un mezzo miracolo. L'autore è Sinisa Mihajlovic, che ha trasformato un gruppo molto simile a quello che passeggiava nel finale dello scorso campionato in una macchina perfetta, nonostante gli interpreti diversi.
Forse è proprio questo quello che sperano a Genova: che il giocattolo funzioni anche senza il suo bomber principe. Manolo Gabbadini partirà per Napoli: manca l'ufficialità, ma tutti i protagonisti in causa - le due società, il giocatore, i dirigenti - non hanno mai negato. Un peccato, perché la Samp perde il suo marcatore principale e un giocatore che quest'anno stava avendo quella continuità che la scorsa stagione gli era mancata.
Si sa già anche chi lo sostituirà: l'Estudiantes de la Plata qualche giorno fa ha annunciato su Twitter la cessione di Joaquin Correa (detto El Tucu) alla Samp per otto milioni di dollari. Convertiti in euro, sono la stessa cifra che il Napoli corrisponderà al Doria per la metà di Gabbiadini. Insomma, i soldi sono stati subito reinvestiti e cambierà il modo di giocare della squadra di Mihajlovic. L'argentino classe '94 è un trequartista acerbo, che andrà svezzato e aspettato. Alcuni colleghi blogger esperti di calcio sudamericano mi indicano un alto rischio che sia un flop: nonostante mi fidi di loro, spero che per una volta la loro esperienza li porti dalla parte sbagliata della storia.
L'acquisto di Correa sembra indicare un chiaro passaggio dal 4-3-3 al 4-3-1-2. E forse è normale, visto che - tridente titolare a parte - Mihajlovic non ha dato molta fiducia alle loro riserve. Sansone ha visto il campo con il contagocce ed è stato spesso rimproverato per la poca incisività. Fedato è giovane e ha fatto quello che poteva. Wszolek non ha più visto il campo. Possibile che partano tutti e tre a gennaio, mentre la Samp studia un'altra rinascita per il 2015: il nome di Luis Fernando Muriel gira sempre più insistentemente dalle parti di Corte Lambruschini. Sarebbe un buon proposito per un 2015 di successi.

Manolo Gabbiadini, 23 anni, saluta Genova da goleador (Secolo XIX)

15 dicembre 2014

Sampdoria Stadium.

Un altro grande risultato, una mezza impresa: la Samp ottiene un buon punto in quel di Torino e blocca la Juventus sull'1-1 nel suo impianto casalingo. Il pareggio rappresenta anche l'interruzione della striscia vincente della Juventus in casa, che collezionava vittorie da 25 partite consecutive. Ed è l'ennesimo certificato sul campionato della Samp: finché la classifica sarà così equilibrata, i blucerchiati avranno una chance europea.

Patrice Evra, 33 anni, ha segnato l'1-0 momentaneo per la Juve.

La Samp si presenta allo Juventus Stadium dopo il ritorno alla vittoria, avvenuto a Verona contro l'Hellas: una buona forma quella blucerchiata, con la squadra di Mihajlovic vogliosa di tirare un brutto scherzo a quella di Allegri. Torna Regini tra i titolari, mentre cambia il modulo: dentro nuovamente il 4-3-1-2, con Krsticic dietro la coppia d'attacco Eder-Okaka. Schieramento speculare per la Juventus, che schiera Pereyra da trequartista e Ogbonna al posto dello squalificato Chiellini. Davanti fiducia a Tevez e Alvaro Morata, che scalza Llorente dai titolari.
Il primo tempo è un monologo della Vecchia Signora. Specie i primi 20' sono di una pressione tremenda per gli ospiti, che a malapena riescono a scambiare due passaggi di fila (più per l'imprecisione blucerchiata che per i meriti dei bianconeri). Nei primi 10' Tevez e Morata scaldano i guanti di Romero, che però non può nulla al 12', quando Evra trova il vantaggio su corner: Regini lascia colpevolmente solo il francese. E la Juve batterà i calci d'angoli in maniera irregolare per tutto il primo tempo (vedere qui: ci cascherà anche Gabbiadini nella ripresa). La Samp non reagisce e Romero salva ancora i blucerchiati con una paratona su Marchisio. Tuttavia la Juve pian piano abbassa la pressione e il Doria può uscire almeno dalla propria metà campo. Anzi, al 36' Gastaldello rischia di trovare fortunosamente il pareggio, ma Buffon è pronto. Il primo tempo finisce con la Samp che gradualmente conquista campo.
La ripresa è di tenore decisamente diverso. Innanzitutto Mihajlovic comprende l'impalpibilità di Krsticic e lo toglie, inserendo Gabbiadini. Ciò implica il ritorno all'originario 4-3-3, che si dimostrerà decisamente migliore nella ripresa. Al 49' Pereyra testa ancora Romero, ma la Samp trova il pareggio due minuti dopo: discesa di Regini, supporto di Eder fino all'area e scarico per il neo-entrato Gabbiadini. Manolo cerca lo spazio per il sinistro e piazza all'angolo un altro gol alla Juventus: è l'1-1 che sorprende un po' tutti, ma che fa impazzire il settore ospiti dello Juventus Stadium. Da lì la gara diventa un grosso punto interrogativo per la Juve, che spinge ma non come nel primo tempo. Sopratutto, i padroni di casa fanno fatica a trovare la conclusione giusta negli ultimi 20 metri: Tevez ci prova, ma non spaventa Romero. E Palombo è miracoloso all'81' in chiusura su Pogba, prima che il francese possa concludere a rete. Anzi, è la Samp ad avere l'altra occasione più pericolosa della ripresa: un sinistro di Gabbiadini dai 25 metri è leggermente deviato da Ogbonna. La palla sembra pronta per gonfiare la rete un'altra volta, ma Buffon è miracoloso e devia in angolo. Nel finale, l'arbitro si dimentica anche l'espulsione per doppio giallo di Vidal: l'intervento su Duncan a pochi minuti dal recupero meriterebbe il rosso, ma Doveri si addormenta. Finisce 1-1, alla Samp va bene lo stesso, specie dopo quel primo tempo...

Manolo Gabbiadini, 23 anni, pareggia i conti appena entrato.

Romero 7; Cacciatore 6.5, Gastaldello 7, Romagnoli 6.5, Regini 6; Rizzo 6, Palombo 6.5, Obiang 6.5 (dal 37' s.t. Duncan s.v.); Krsticic 5 (dal 1' s.t. Gabbiadini 6.5); Eder 6.5, Okaka 5.5 (dal 27' s.t. Bergessio 6) - già pubblicate su SampNews24

La prova dello Juventus Stadium è l'ennesima certificazione sul campionato - fin qui straordinario - della Sampdoria di Sinisa Mihajlovic. Mancava Soriano, si è giocato con un modulo diverso e il primo tempo è stato praticamente buttato. Eppure, la Samp è uscita nella ripresa e ha tirato fuori una prestazione di raro acume tattico: benissimo la difesa, abbastanza bene la mediana, bravissimo Eder nelle ripartenze. Poco importano gli interpreti: spesso il Doria c'è. Manca solo un po' di continuità, anche durante le gare.
Due paroline vanno spese anche sull'arbitro Doveri: fortunatamente i suoi errori non hanno deciso la gara, ma far battere il calcio d'angolo dentro la lunetta sarebbe il minimo sindacale. Certo, la Juventus avrebbe comunque meritato il vantaggio nel primo tempo, ma almeno farglielo sudare tramite quelle cose strane chiamate "regole"? Sarebbe giusto. Purtroppo noi le regole le scansiamo come la peste. Per altro, ieri Okaka è stato praticamente nullo, ma l'arbitraggio di Doveri nei suoi scontri con Ogbonna è stato abbastanza one-sided: la spinta del rossocerchiato veniva regolarmente punita, il contrario è raramente avvenuto. Eppure parliamo di due statue nere da un metro e novanta, che si sono scontrate ad armi pari.
Una battutava fatta anche sul momento di due giocatori. Nenad Krsticic è chiaramente in crisi di rendimento e sono molto dispiaciuto per il ragazzo. Rimango convinto che le doti ce l'abbia, accompagnate da un'adeguata cattiveria: tutto sta nel ritrovarle. Specie se si passerà al 4-3-1-2 dopo la (probabile) cessione di Gabbiadini, ci sarà più spazio per lui. Proprio Manolo è l'altro di cui parlare: c'è chi già ne piange la cessione. La Samp sta spezzando il giocattolo nel prossimo mercato di gennaio, cosa da evitare; tuttavia, alla lunga vedrete che non sarà rimpianto. L'attaccante diventerà un buon giocatore, ma ha bisogno di maturare sulla continuità: alcune volte scompare dalla gara. Al suo posto potrebbe arrivare Joaquin Correa, trequartista dell'Estudiantes che molti danno già alla Samp nel prossimo inverno.
Ora il Doria si gode l'ultima settimana di preparazione del 2014, dove sfiderà un'altra squadra bianconera, ovvero l'Udinese di Stramaccioni. Chiudo però osservando una cosa: a fine anno, probabilmente la Samp sarà l'avversario con il miglior bilancio nella storia dello Juventus Stadium. Aperto per la stagione 2011-12, i blucerchiati ci hanno giocato tre volte: una vittoria per 2-1 nel gennaio 2013, una sconfitta onorevole nel gennaio scorso e ora questo pareggio. Niente male. Farebbero prima a chiamarlo Sampdoria Stadium.

La Samp esce con un pareggio dallo Juventus Stadium: grande gioia

09 dicembre 2014

Chissà.

Finalmente riprende la corsa: la Samp passa a Verona per 3-1 contro un pericolante Hellas e si issa al quarto posto, superando Lazio e Napoli. Il Genoa rimane terzo per un punto, ma in casa blucerchiata ci sono motivi per cui sorridere e cose da rivedere. A fine gara, però, ciò che conta è esser tornati alla vittoria, che mancava da un altro 3-1, quello rifilato in casa alla Fiorentina. E sopratutto hanno segnato tutti e tre gli attaccanti.

Eder, 28 anni, al quarto gol in questo campionato.

La Samp si presenta al Bentegodi con mille tifosi al seguito e una squadra rivoluzionata. Rispetto all'impegno di Coppa Italia, tutta la squadra è cambiata: torna Romero in porta, Romagnoli dall'inizio, mentre Rizzo e Duncan sono i prescelti per sostituire gli squalificati Soriano e Obiang. L'Hellas, che non vince da sette gare, cerca una vittoria che servirebbe a scacciare la crisi: gli scaligeri fanno fatica a segnare e a tornare quelli smaglianti di inizio stagione.
La partita è equilibrata nelle prime battute: i padroni di casa hanno un paio di occasioni. Al 1' Gonzalez prova di testa, ma è facile per Romero; al 13' Moras tenta l'anticipo sul primo palo, ma spara alto. Dal canto loro, gli ospiti hanno tre occasioni chiare con Eder, Gabbiadini e Silvestre: sulle prime due interviene Rafael, mentre l'argentino manca di precisione sul colpo di testa da corner. L'episodio chiave è al 26': Gabbiadini lancia in profondità Eder, che una volta entrato in area viene steso da Marquez. Il rosso e il rigore sono ineccepibili, così come la trasformazione del numero 23 blucerchiato: Rafael spiazzato, quarto gol in campionato per l'attaccante. La Samp dovrebbe entrare in modalità gestione, ma lo fa (come al solito) male: la squadra è molle. Prima Palombo regala un'occasione agli avversari e Nico Lopez grazia Romero. Poi il pareggio arriva: tiro di Tachtsidis, pessima respinta di Romero e si avventa Toni sul pallone. Mentre i centrali dormono, l'1-1 è servito. Rizzo avrebbe una chance al 41', ma dopo una bella discesa il suo tiro è a lato.
Al riposo, Mihajlovic deve aver dato una bella strigliata ai suoi: in campo entra un'altra Samp. L'Hellas ha finito un po' la benzina e la Samp non aspetta altro. Al 56', arriva il nuovo vantaggio ospite: cross di Gabbiadini, Okaka è lasciato solo un momento da Guillermo Rodriguez e il numero 9 del Doria punisce gli scaligeri. Terzo gol in campionato e 2-1. Da quel momento, i padroni di casa mollano, tanto che la Samp ha un'altra occasione con Gabbiadini, sempre fermato da Rafael. Il portiere non può nulla però al 61': palla in profondità di Krsticic, Eder mette in mezzo e Gabbiadini mette dentro a porta vuota il suo quinto gol in campionato. Da lì, la gara diventa un esercizio di tenacia per l'Hellas, che prova almeno a segnare il secondo. Ma è la Samp a sfiorare il quarto ancora con Okaka, che però a due passi dalla porta spreca la giocata di Rizzo, centrando il palo. La vittoria è importante per la Samp, che torna a -1 dalla zona Champions e si prepara alla grande per la sfida alla Juventus di domenica prossima.

Luca Toni, 37 anni, mette dentro il gol del momentaneo 1-1.

Romero 5.5; De Silvestri 6.5 (dal 25' s.t. Cacciatore 6), Silvestre 5.5 (dal 39' p.t. Gastaldello 6.5), Romagnoli 6, Mesbah 6; Rizzo 7.5, Palombo 6.5, Duncan 5 (dal 9' s.t. Krsticic 6); Gabbiadini 7, Okaka 6, Eder 7.5 - già pubblicate su SampNews24

Ieri sera la Samp ha tirato fuori una buona prova, ma ha rischiato l'ennesima topica di questa stagione. Sull'1-0 e con l'uomo in più, l'Hellas è stato in grado di rimontare solo grazie a un Doria mollo, incapace e/o indolente nel cercare il raddoppio. Il gol di Toni ha mostrato tutto quello che non va in questa squadra: la mollezza. Delle volte - non capisco se per presunzione o incapacità - la squadra si specchia e manca di quella cattiveria che Mihajlovic vorrebbe quando si dovrebbe finire la preda.
Fortunatamente la ripresa è stata un'altra cosa. Una volta segnato il gol del secondo vantaggio con Okaka, i padroni di casa non sono stati più in grado di rimontare. Anzi, la Samp ha infilato anche il terzo con Gabbiadini, che ha esultato (e meno male). Se i blucerchiati avessero segnato il quarto nel finale di gara, non ci sarebbe stato nulla da dire: l'Hellas era piuttosto sbilanciato e qualche occasione in contropiede la Samp l'ha avuta.
La verità è che Genova sta diventando la capitale del calcio. Milano affanna e l'Inter ha avuto la peggior partenza da vent'anni. Torino vede la Juve prima, ma il Torino sta facendo bene solo in Europa. Roma sorride, ma bisognerà vedere se giallorossi e biancazzurri avranno effettivamente lo stesso passo fino a fine campionato. Genova invece appare solida. E se i rossoblu forse possono aver avuto qualche episodio di gioco in più a favore, la Samp piange diversi punti buttati: dalla trasferta di Cagliari a quella di Cesena, dalla gara contro il Milan al finale con il Napoli. Chissà dove saremmo ora.

La festa blucerchiata dopo il 3-1 di Gabbiadini: sarà il risultato finale.

05 dicembre 2014

Il presente è l'unica cosa che conta.

Il turn-over ha funzionato: la Samp passa agevolmente l'impegno di Coppa Italia contro il Brescia, battendo i lombardi per 2-0. Una gara tranquilla per i blucerchiati, che hanno accelerato quanto bastava per avere la meglio sulle Rondinelle di Iaconi. Le reti di Gabbiadini e Bergessio hanno chiuso la contesa, con gli ospiti che hanno avuto giusto qualche sprazzo d'orgoglio. L'unica nota negativa è l'espulsione di Mihajlovic nel finale di gara per un diverbio con il quarto uomo.

Manolo Gabbiadini, 23 anni, segna ma non esulta dopo l'1-0.

La Samp opera un po' di cambi in vista dell'impegno di campionato che ci sarà lunedì sera, quando i blucerchiati saranno di scena a Verona contro l'Hellas. Torna Viviano in porta e Fornasier esordisce in stagione, mentre Marchionni è il regista di centrocampo. Al suo fianco c'è spazio per Krsticic, mentre Sansone è il trequartista dietro il duo Gabbiadini-Bergessio. Il Brescia, reduce da un difficile momento in B, schiera la formazione titolare e punta tutto su Andrea Caracciolo, uno dei quattro ex in campo nelle Rondinelle.
Gli ospiti iniziano meglio della Samp: un paio di incurisioni e di cross non sfruttati che mettono in apprensione i padroni di casa, fino ad arrivare alla conclusione di Benali al 17', che però trova pronta Viviano. Da lì in poi, inizia un monologo della Samp. Bergessio ci prova due volte, ma Arcari stoppa i suoi tentativi. Al 31', la svolta della partita: palla filtrante di Krsticic e Sansone scatta bene, salta Arcari e viene steso dal portiere del Brescia. Bergessio vorrebbe battere il rigore per sbloccarsi, ma Mihajlovic intima Gabbiadini di presentarsi al dischetto: tiro secco alla sinistra di Arcari e 1-0. La preoccupazione è sul fatto che Manolo non esulti: un segnale in chiave di mercato? Intanto, Bergessio e Sansone provano ancora a impensierire Arcari, che però para tutto, compresa una punizione di Gabbiadini dai 25 metri alla fine del primo tempo.
Nella ripresa, il copione non cambia: Sansone esce per infortunio e lascia spazio a Fedato. Dopo una girandola di sostituzioni e gialli, arriva il 2-0 blucerchiato: erroraccio di Antonio Caracciolo in disimpegno, Fedato ne approfitta e mette dal fondo un pallone facile facile a Bergessio, che deve solo spingere dentro a porta vuota. Raddoppio della Samp e primo gol in maglia Doria per l'argentino ex Catania. Da quel momento, la partita deve essere solo gestita. C'è tempo per gli esordi in blucerchiato di Djordjevic e Lulic, che entrano rispettivamente per Gabbiadini e Obiang. Molto interessanti alcuni spunti del montenegrino, a cui andrebbe dato più spazio. Il Brescia ha comunque due buone occasioni: Oliveira spreca da pochi passi con un'incornata su corner, mentre Valotti trova prima la parata di Viviano e poi il salvataggio di Cacciatore. La traversa di Benali - su conclusione deviata da Djordjevic - chiude la contesa sul 2-0 per i padroni di casa.

Michele Arcari, 36 anni, ieri ha salvato diverse volte il risultato.

Viviano 6.5; Cacciatore 6.5, Fornasier 6, Gastaldello 7, Regini 6; Obiang 5.5 (dal 41' s.t. Lulic s.v.), Marchionni 7, Krsticic 6; Sansone 5.5 (dal 1' s.t. Fedato 6.5); Bergessio 6.5, Gabbiadini 6.5 (dal 19' s.t. Djordjevic 6) - già pubblicate su SampNews24

E così la Samp si è guadagnata gli ottavi di finale, dove a metà gennaio troverà l'Inter di Roberto Mancini. Sarà un incrocio con il passato per Sinisa Mihajlovic, che è stato vice del Mancio in nerazzurro dal 2006 al 2008, nonché ex giocatore dell'Inter dal 2004 al 2006. Il tecnico serbo ha concluso la serata con un'espulsione, dovuta al suo carattere fumantino e a un'incredibile tendenza dei corpi arbitrali italiani a indignarsi per qualunque cosa. Salterà lo scontro con l'amico Roberto, ma anche ieri sera ha confermato che la squadra c'è, qualunque sia la formazione.
La partita ha regalato qualche indicazione importante. Viviano è rimasto in forma nonostante l'infortunio e il lungo tempo trascorso in panchina. Fornasier ha messo qualche minuto nelle gambe alla prima stagionale. Molto bene Marchionni, che forse andrebbe considerato di più: capisco che Angelo Palombo sia una sorta di intoccabile. Tuttavia, nonostante sia più vecchio e non abbia l'atletismo di una volta, Marchionni ha trovato una seconda vita in regia. Ieri, contro una squadra di B, ha fatto quello che voleva. Se sapesse replicare lo stesso rendimento in A, converrà tenerne conto per il futuro.
Davanti Gabbiadini ha segnato, ma non ha nulla di cui gioire. Forse sente la pesantezza di questo probabile trasferimento al Napoli a gennaio: un cambio in corsa, improvviso e di grande portata. Tornando a pensare a quelli che (forse) rimarranno, Bergessio si è sbloccato. Intanto, se il numero 11 blucerchiato veramente lasciasse Genova, diamo una chance a Luka Djordjevic: nella mezz'ora disputata ieri, il ragazzo ha mostrato movimenti interessanti. Non è detto che il sostituto di Gabbiadini non sia già in casa. Ora si pensa alla trasferta di Verona. Ricordate: il passato non si può modificare, il futuro è incerto. Sul presente, invece, si può lavorare.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, espulso ieri sera a fine gara.

02 dicembre 2014

La quarta beffa.

Fa male. Fa dannatamente male. La Samp butta via altri due punti dopo quelli contro Cagliari, Milan e Cesena, pareggiando 1-1 contro il Napoli di Benitez. Un pari che fa male non tanto per quanto visto in campo: il risultato finale in quel caso è giusto. Tuttavia, la Samp aveva la gara in mano ed è riuscita a subire il gol del pareggio al 92' da un isolato Zapata. L'ennesima dimostrazione che questo è un ottimo gruppo, ma deve ancora imparare tanto in malizia.

 Il duello tra Gonzalo Higuaín, 26 anni, e Alessio Romagnoli, 19.

La Samp riparte dopo il rocambolesco 1-1 di Cesena e cambia radicalmente faccia per affrontare il Napoli terzo in classifica. Dentro Mesbah per Regini e Romagnoli per Gastaldello in difesa, dove viene confermato Romero in porta. Non solo cambio di retroguardia, ma anche di modulo: Mihajlovic opta per un più prudente 4-3-1-2: il sacrificato è Gabbiadini, che parte dalla panchina. Davanti la coppia d'attacco è Eder-Okaka, con Soriano alle loro spalle e Rizzo a centrocampo. Dal canto suo, il Napoli punta alla vittoria senza Mertens, ancora non al meglio: al suo posto Ghoulam è spostato esterno alto, mentre Britos gioca da terzino.
L'intera gara non è stata entusiasmante, ma il primo tempo soffre particolarmente della mancanza di spettacolo. Ghoulam ci prova al 10' con un'incornata, ma non riesce a centrare la porta. Al 21' la Samp va in vantaggio, ma il gol è da annullare: sul tiro ribattuto di Soriano, Eder parte in posizione irregolare prima di saltare Rafael e segnare. Un minuto dopo, Higuaín ha un'occasione di testa, ma la sua incornata è larga. Lo stesso centravanti dell'Argentina ha una super-chance al 37' in contropiede, ma Romero in uscita gli toglie la palla. La Samp è tutta in una punizione di Mesbah centrale e in un'incornata di Romagnoli su corner fermata da Silvestre. Gara un po' nervosa, viste le quattro ammonizioni al termine della prima frazione.
Alla ripresa, la Samp è più decisa. E lo dimostra immediatamente, perché i padroni di casa vanno in vantaggio: al 57', la palla rimane dalle parti di Eder, che aggiusta la mira e scarica una gran rasoiata di destro dal limite. Niente da fare per Rafael e 1-0 blucerchiato. SArebbe il giusto episodio che sblocca la gara e la porta dalla parte della Samp, ma la squadra di Mihajlovic subisce un paio di contropiedi pericolosi: solo l'imprecisione e un Romero attento in uscita evitano il peggio. Eder ha un'altra occasione al 62', ma spara fuori dopo l'uno-due con Okaka. Azione fotocopia per Higuaín, che però schiaccia troppo il tiro e centra Romero. La partita sembra tranquillamente avviarsi verso la vittoria blucerchiata, ma la Samp tira il freno troppo presto: al 92' il cross di Ghoulam è perfetto, Romagnoli scala inutilmente su Higuaín e Zapata - entrato un quarto d'ora prima - è libero di incornare per l'1-1 finale. Una beffa - l'ennesima stagionale - di cui la squadra di Mihajlovic non aveva sicuramente bisogno.

Duvan Zapata, 23 anni, zittisce il Ferraris dopo l'1-1 finale.

Romero 6; De Silvestri 6.5, Silvestre 6.5, Romagnoli 6, Mesbah 6; Obiang 5.5 (dal 1' s.t. Duncan 6.5), Palombo 6, Rizzo 6.5 (dal 33' s.t. Gabbiadini 6); Soriano 6.5 (dal 25' s.t. Krsticic 5.5); Eder 7, Okaka 6 - già pubblicate su SampNews24

A conti fatti, il pareggio contro la terza squadra più forte del campionato, l'imbattibilità mantenuta in casa e l'ennesimo gol di Eder sono tutti dati incoraggianti. Tuttavia, il tifoso medio blucerchiato sta facendo la bocca alla possibilità di andare in Europa. E la quarta rimonta subita nell'ultimo mese e mezzo onestamente non si accompagna adeguatamente ai sogni continentali. La parte sinistra della classifica, giocando in questa maniera, è saldamente nelle mani della Samp: finora l'unica squadra che è sembrata un filino sopra la media dei blucerchiati è la Roma, che però non è riuscita comunque a strappare la vittoria contro il Doria.
A ben guardare la classifica, non c'è molto da preoccuparsi: il Genoa e lo stesso Napoli sono a un punto e il momento di forma dei cugini rossoblu non potrà durare in eterno. Così come quello della Samp, che però sembra una squadra più omogenea, che riesce a far bene nonostante il cambio di interpreti. Ieri mancavano Gabbiadini e Regini, ma la differenza non si è sentita molto. Anzi, il 4-3-1-2 ha consentito di contenere in maniera più agevole un Napoli comunque meno pericoloso rispetto alle attese.
Ora la Samp punta al prossimo impegno. Prima ci sarà la Coppa Italia giovedì sera, quando il Doria ospiterà il Brescia per il quarto turno della coppa nazionale. Poi sarà la volta del campionato, dove si andrà di scena a Verona contro l'Hellas lunedì prossimo alle 21. Un giorno di festa - quello dell'Immacolata - per celebrare uno dei gemellaggi più importanti della recente storia doriana. A patto che il clima di festività non induca la squadra di Mihajlovic a subire l'ennesima beffa di questo 2014-15.

Eder, 28 anni, al suo terzo gol in campionato quest'anno.

24 novembre 2014

Sprechi a volontà.

Un'occasione sprecata: questa la sensazione che lascia la trasferta blucerchiata a Cesena dopo 24 ore. La Samp ha colto un pareggio sul campo dei romagnoli, ma la rabbia di Mihajlovic a fine gara e le tante occasioni sprecate al Manuzzi lasciano qualche pensiero scuro nella mente del tecnico serbo. L'1-1 non è un risultato giusto, visto quanto creato dagli ospiti, ma i blucerchiati possono incolpare solamente sé stessi per non aver agguantato i tre punti in Romagna.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, imbestialito per le occasioni mancate.

Si comincia con la bellissima iniziativa dei tifosi di casa: una raccolta fondi in questa e nella prossima gara casalinga (contro il Genoa) per gli alluvionati della Liguria. Il Cesena si presenta con un 4-3-1-2, con Brienza dietro al duo d'attacco Defrel-Hugo Almeida. Bisoli rischia la panchina, mentre Mihajlovic spera di continuare il filotto di risultati positivi. Il 4-3-3 è il classico modulo della Samp, con tutti gli uomini recuperati nella pausa: in porta, però, ci va Romero e non Viviano, pienamente recuperato.
Il primo tempo è di una noia mortale. La Samp tenta di creare qualche occasione, ma fa fatica a concludere le azioni dai 25 metri in poi. Il Cesena, invece, non ha il tasso tecnico per creare grossi problemi agli ospiti. I bianconeri impensieriscono solo con un mancino appena a lato di Defrel all'11', che è il massimo sforzo dei romagnoli. I blucerchiati non fanno granché meglio, ma Eder è sugli scudi. Prima di testa sfiora il palo, poi sul finire della prima frazione per poco non sorprende Leali con un missile su punizione dal limite dell'area.
La ripresa inizia con un copione ben diverso: la Samp si riversa per i primi 15' del secondo tempo nella metà campo bianconera. Okaka al 49' prova la magia di tacco alla Crespo su cross di Soriano, ma Leali è pronto e respinge. Poi è ancora Eder a scheggiare il palo con un gran sinistro dal limite dell'area. Quando la Samp spinge, il Cesena trova a sorpresa il vantaggio su calcio da fermo: cross di Brienza e Lucchini può colpire due volte. Sulla prima c'è la goffa respinta di Romero, sulla seconda l'ex blucerchiato segna e non esulta. Al 59' la gara si capovolge come non si pensava: i padroni di casa sono a sorpresa in vantaggio.
A quel punto, la rabbia Samp ci mette un po' a uscire. Il dominio a centrocampo è persistente, ma ci vogliono dieci minuti perché i blucerchiati diano un qualche segnale di vita: Eder costringe ancora Leali alla parata a terra. Solo al 76' arriva il pareggio: cross di Soriano, nessuno tocca in area ma Nica - appena entrato - deposita goffamente nella sua porta. Autorete e 1-1 stra-meritato per quanto visto in campo. Il Cesena fa ancora in tempo a cogliere una traversa su calcio da fermo con Cascione: anche qui Romero non sembra impeccabile. Poi i romagnoli scompaiono e lasciano la scena agli ospiti, che hanno occasioni a ripetizione. Okaka si gira in area e impegna ancora Leali, che però si rivela insuperabile. Quando il portiere bianconero non c'arriva, ci pensa il palo a fermare una sciabolata di Sansone dai 25 metri. Nel finale, infine, Bergessio si mangia il 2-1 dopo un bell'uno-due con Okaka: l'argentino salta tutti, ma non Leali, che lo ferma ancora una volta. Il risultato finale fa mangiare le mani a Mihajlovic, che sperava in un'altra conclusione per questa gara.

La gioia celata di Stefano Lucchini, 3? anni, che da ex non esulta.

Romero 5 - Deve parare quattro tiri in tutta la gara, ma sbaglia sul gol di Lucchini ed è poco reattivo sulla punizione di Cascione. Fortuna che ci pensa la traversa.
De Silvestri 6 - Una gara senza troppi patemi.
Silvestre 6.5 - Ogni tanto sfrutta le ripartenze per spingersi anche in avanti.
Gastaldello 6 - Hugo Almeida non lo impensierisce più di tanto.
Regini 6 - Gara ordinata la sua. Nella ripresa alza il giro dei motori e si spinge anche in fase offensiva.
Obiang 6 - Primo tempo bruttino, ripresa di grande livello. Su di lui però pesa la marcatura inguardabile su Lucchini nel gol del vantaggio cesenate.
Palombo 5.5 - Nel confronto fra registi, Cascione sembra Xabi Alonso di fronte alla sua fase di impostazione. Tanta legna portata a casa, ma manca qualcosa.
Soriano 6.5 - Il suo dinamismo è la chiave di volta della ripresa, suo il cross dove Nica realizza l'autogol.
Gabbiadini 5 - Quando gioca così, toglierlo è l'unica soluzione.
Okaka 7 - Sempre la solita boa di riferimento per l'attacco blucerchiato. Dopo il gol in nazionale, vuole inventarsi un gol di tacco, ma Leali lo ferma. Perde il duello con il portiere bianconero, ma la sua prestazione è ottima.
Eder 6.5 - Pericoloso con le sue conclusioni, scheggia il palo a inizio ripresa. Mihajlovic lo toglie nel finale per Bergessio.

Sansone 6 - Entra e scaglia un gran sinistro che coglie il palo. Sarebbe stato un gran gol. Nel ruolo di trequartista, però, non concede nessun'altra invenzione. Il passaggio al 4-3-1-2 ha comunque funzionato.
Bergessio 5.5 - Capisco che giocare poco non lo aiuti, ma si mangia il 2-1 di fronte a Leali all'89'.

Due punti persi che fanno male, specie perché mancati dopo aver dominato il secondo tempo di fronte a una squadra organizzata, ma dal tasso tecnico veramente basso. Per altro, il Cesena ha vinto una sola gara delle 12 giocate quest'anno in A (contro il Parma ultimo in classifica): perdere sarebbe stato di una gravità inaudita. La cosa buona è che almeno la Samp sta dimostrando di aver la capacità di reagire, spesso mancata l'anno passato. Ora ci attende il Napoli, pronto per giocarsela al Ferraris lunedì 1° dicembre alle 21. Sarà sfida d'alta classifica: in attesa del Genoa, le due squadre sono terza e quarta con un distacco di un punto. Speriamo di non vedere la stessa Samp sprecona osservata ieri a Cesena.

L'autorete di Constatin Nica, 22 anni, regala il pari alla Samp.

10 novembre 2014

Quanti rimpianti.

Poteva andar meglio, ma se Mihajlovic si è detto soddisfatto a fine gara, forse va bene così. La Samp esce con un punto dalla sfida contro il Milan: un 2-2 finale che non rispecchia molto l'effettivo andamento della gara, con i rossoneri troppo timidi in zona offensiva e spesso sterili. Dal canto suo, la Samp avrebbe dovuto chiudere la gara sul 2-1 e invece si è fatta rimontare. L'ennesima prova di carattere dei blucerchiati, che vanno a quota 20 e si fanno scavalcare dal Napoli di Benitez.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, si è detto soddisfatto del pareggio.

La Samp è reduce dal 3-1 contro la Fiorentina: un successo che ha confermato i blucerchiati al terzo posto, mentre il Milan viene dalla sconfitta casalinga per 2-0 contro il Palermo. Due momenti diversi in una sfida che rimane interessante: la potenza offensiva dei rossoneri contro l'organizzazione del Doria. Inzaghi e Mihajlovic devono fare i conti con molte assenze: il primo ha problemi in difesa, tanto da piazzare Bonera terzino e rispolverare Mexes. Il secondo deve fare a meno di Palombo e Romagnoli, mentre Regini parte dalla panchina. Comunque, il serbo decide per il ritorno al classico 4-3-3.
Pronti, via e il Milan si ritrova in vantaggio: classica discesa di El Shaarawy sulla sinistra. De Silvestri si sposta sull'arrembante Bonera, Silvestre deve tenere sottocontrollo Menez e toccherebbe a Obiang accorciare sull'italo-egiziano. La chiusura arriva quando il numero 92 ha già scagliato il tiro a giro sul secondo palo: Romero non può nulla ed è 1-0 per gli ospiti. El Shaarawy torna al gol dopo 622 (!) giorni, tanto per confermare la capacità storica della Samp di resuscitare i morti. Tuttavia, la squadra di Mihajlovic non si scompone: sbaglia per un po', poi si rimette a posto e comincia a macinare gioco. Prima Eder costringe Diego Lopez in corner, poi Gabbiadini salta il portiere rossonero in uscita ma non riesce a concludere in porta. La Samp continua a premere, mentre il Milan si difende. Alla fine, il (meritato) pareggio arriva: palla in profondità per Gabbiadini, che mette un pallone in mezzo per Okaka. Il numero 9 blucerchiato sfiora in spaccata e batte Diego Lopez: 1-1 all'intervallo. Giusto così per le occasioni create.
Nella ripresa non c'è tempo di respirare che la Samp si è già portata in vantaggio: al 51', su corner di Gabbiadini, Obiang stacca bene e coglie il palo. Sulla respinta, Honda tiene tutti in gioco e per Eder è facile insaccare a porta vuota. È il momento cruciale della gara: i padroni di casa dovrebbero cercare il 3-1, che metterebbe fuori gioco un Milan fin lì molto sterile. Invece, la Samp arretra e passa dieci minuti di stasi, finché non arriva l'episodio del rigore per gli ospiti. Cross di Menez al 63' e Mesbah scivola - in diagonale difensiva - scivola al centro dell'area, andando a colpire il pallone con la mano. Molte proteste, ma a parti invertite bisognerebbe vedere cosa ognuno di noi avrebbe voluto... fatto sta che Menez s'incammina verso il dischetto e spiazza Romero per il 2-2. La partita lì s'inceppa tra ammonizioni e una girandola di sostituzioni. Il Milan ci prova solo con un gran destro di Bonaventura all'82': palo sfiorato, ma Romero controlla. Nel finale Soriano prova la fuga per la vittoria, ma il suo destro incrociato dal limite dell'area viene respinto dall'ottimo Diego Lopez. Finisce 2-2 con molti rimpianti per la Samp, che forse ha buttato altri due punti dopo quelli di Cagliari.

Jeremy Menez, 27 anni, e Stephan El Shaarawy, 22: entrambi in gol.

Romero 6 - Incolpevole sui due gol, presente nelle altre occasioni.
De Silvestri 5.5 - A differenza di Mesbah, fa più fatica con El Shaarawy e Menez. Corre molto, ma in fase offensiva si vede raramente. Rischia anche il rigore con una trattenuta su Torres.
Silvestre 6.5 - Una roccia, anche se deve abbandonare il campo con anticipo.
Gastaldello 6.5 - Diciamo che Menez in area non ci sta mai e Torres non è il più difficile dei clienti.
Mesbah 5.5 - Annulla Honda, ma pesa l'ingenuità del rigore. Sfortunato a scivolare, ma alzi la mano chi a parti invertite non avrebbe voluto il rigore...
Soriano 6.5 - Dinamicità è la parola d'ordine. Nel finale ha anche la palla del 3-2, ma Diego Lopez è attento.
Obiang 6 - Mi aspetto qualcosina in più. Specie contro De Jong e il fantasma di Essien. Anche perché è in una forma fisica strepitosa: si vede che i problemi della scorsa stagione sono alle spalle. Sul gol di El Shaarawy potrebbe accorciare sul milanista, ma arriva tardi.
Duncan 5.5 - Meglio nella ripresa, anche lui può fare di meglio.
Gabbiadini 6.5 - Molto ispirato in profondità. Sfrutta gli spazzi prima per cercare il gol, poi per trovare l'intesa con Okaka per l'1-1.
Okaka 6.5 - Seconda rete in campionato e solito mazzo clamoroso. Avrebbe un'altra occasione chiara da gol, ma Orsato ferma tutto inspiegabilmente dopo Mexes cade da solo.
Eder 7 - De Sciglio ha difficoltà a tenere il suo passo. Spostato sul povero Bonera, forse, avrebbe persino causato l'espulsione del rossonero in anticipo. Gol da rapace, il secondo in campionato.

Rizzo 5.5 - Il suo ingresso fa sperare in un cambio di passo, ma il ragazzo dal cuore blucerchiato non incide sulla gara.
Regini s.v. - Entra per far rifiatare un Silvestre che pare acciaccato.
Bergessio s.v. - Ammetto che questi ingressi a tre minuti dalla fine non li capisco.

A parte il folkloristico Inzaghi a fine gara («Meritavamo di vincere»: sicuro?), la Samp ha dimostrato che non ha nulla da invidiare alle squadre che lotteranno per una posizione in Europa League. Perché di certo il Milan non può puntare a qualcosa in più: i rossoneri hanno parecchi problemi in difesa e a centrocampo. E terzi non ci si può arrivare solo con l'attacco. Invece, per la Samp, ci sono i rimpianti: la posizioni di classifica è ottima e forse "mugugnare" sembra troppo, però questo è un gruppo tanto ottimo e unito quanto ingenuo. Dopo Cagliari, è arrivata un'altra buona prova, macchiata però da imprecisioni. Chissà quanto saranno rimpiante a fine campionato. Arrivederci a Cesena, quando tra due settimane la Samp sarà al Manuzzi per sfidare i bianconeri.

Stefano Okaka, 26 anni, festeggia il secondo gol in campionato.

03 novembre 2014

Vorrei giocare come Luca Rizzo.

Una giornata migliore di così forse non poteva esser vissuta. Intensità, cattiveria e organizzazione di gioco, nonostante un ampio turn-over e il cambio di modulo: la Samp di Mihajlovic ormai è realtà, c'è poco da fare. Possiamo darci tutti i pizzicotti che vogliamo, ma il 3-1 alla Fiorentina certifica una squadra che può fare bene anche con le grandi. E alcuni interpreti hanno dimostrato che saranno utili in più di un'occasione.

Angelo Palombo, 33 anni, ieri a segno su calcio di rigore.

Mihajlovic cambia la sua Samp dopo la sconfitta di San Siro: dal consueto 4-3-3 a uno speciale 3-5-2 contro la Fiorentina. La mossa sembra fatta apposta per limitare Cuadrado e reggere bene di fronte al grande talento del centrocampo viola. Quindi dentro un trio di centrali del tutto inedito: Cacciatore, capitan Palombo e Regini. Sulle fasce confermato De Silvestri e dentro Mesbah, mentre Rizzo è titolare dal 1' per sostituire Palombo, passato in difesa. Davanti chance per Bergessio al fianco di Okaka. La Fiorentina non si snatura e conferma un 3-4-2-1, con Borja Valero e Ilicic in appoggio a Babacar, in gran forma.
L'inizio è buono per gli ospiti, che ci provano con Marcos Alonso e Babacar, ma in entrambi i casi il pallone non va in porta. Dall'altra parte, prima Bergessio manca la deviazione su un tiro di Soriano, poi Rizzo salta mezza difesa viola, ma tira a lato. Comincia subito a distinguersi l'arbitro Giacomelli, che nega un rigore solare a Okaka. Il centravanti salta Neto con uno stop, ma l'ostruzione del portiere ospite è considerata regolare. Va meglio al 27', quando Aquilani sgambetta Soriano sulla corsa e l'arbitro fischia il rigore: l'intervento è involontario, ma a velocità normale il rigore è fisiologico. Dagli undici metri si presenta Palombo, che spiazza Neto e trasforma per l'1-0.
Da quel momento, la gara impazzisce. Pochi minuti e Giacomelli concede un altro penalty, stavolta inesistente, per la Fiorentina: Babacar e Palombo si strattonano a centro area per la posizione, ma alla fine l'attaccante viola riesce a tirare, seppur a lato. L'arbitro fischia il rigore e ammonisce Palombo. Fortunatamente la premiata ditta Romero-Gonzalo Rodriguez ci pensa a rimediare al torto subito dai blucerchiati: brutto il tiro del centrale della Fiorentina, l'argentino della Samp azzecca l'angolo e para. Ancora Marcos Alonso sfiora la porta con un colpo di testa su corner, ma poi è Rizzo a prendersi il palcoscenico: finta a tre giocatori viola, rientra sul mancino quasi sulla linea di fondo e tira. La palla entra e la Sud è in visibilio per il ragazzo con il cuore blucerchiato, al primo gol in A. Sarebbe un perfetto primo tempo, ma la Samp fa in tempo a concedere il 2-1. Savic sovrasta Regini e svetta su corner: la Fiorentina accorcia le distanze e per il montenegrino è il terzo gol contro la Samp in carriera.
Il secondo tempo è un tentativo continuo della Fiorentina di cuocere a fuoco lento la Samp, tramite il possesso palla e la convinzione che prima o poi la palla entrerà. Ma la squadra di Mihajlovic sa soffrire e gli ospiti non creano grandissimi occasioni, nonostante il possesso palla maggiore. Una punizione di Babacar impensierisce Romero, che però blocca. Dall'altra parte, Okaka in contropiede ci prova almeno tre volte, ma trova sempre Neto sulla sua strada. In una girandola di sostituzioni e cartellini gialli (saranno ben sette a fine gara), ci pensa Eder a chiudere la partita. Al 77', dopo esser entrato da una decina di minuti, fugge dalla sua metà campo ed evita gli interventi di Savic e Gonzalo Rodriguez. Il 3-1 permette al brasiliano di sbloccarsi e finisce la Fiorentina, che mette dentro Mario Gomez ma non crea praticamente più nulla. Giacomelli trova ancora il modo di distinguersi, non espellendo per seconda ammonizione Babacar (che stende Soriano lanciato in porta). Finisce così e la Samp festeggia il terzo posto in graduatoria e in solitaria.

La gioia della Samp per il primo gol di Rizzo in A: è 2-0.

Romero 7 - Solido come già visto contro Roma e Inter, ha il merito di neutralizzare il penalty di Gonzalo Rodriguez. Bella soddisfazione per lui, che comunque deve incassare la rete di Savic.
Cacciatore 7 - Sembra strano a dirlo, ma è sembrato il migliore in campo. Da terzino corre troppi rischi, ma da centrale destro in una difesa a tre è ovunque. Fa almeno due chiusure fondamentali.
Palombo 6.5 - Rigore trasformato e tempi buoni da centrale difensivo. Non merita il giallo per il (presunto) rigore su Babacar.
Regini 6 - Un paio di sbavature ci sono. E in difesa si perde Savic sul corner che porta i viola ad accorciare le distanze a fine primo tempo.
De Silvestri 6.5 - Tiene bene le distanze e quando può sale a destra.
Rizzo 7 - Il suo gol è una meraviglia, ma in generale dimostra di aver qualcosa in più di quanto aveva dimostrato sinora. Contentissimi i tifosi, contento lui.
Obiang 6.5 - Primo tempo bruttino, ripresa da mostro: il voto è la giusta media.
Soriano 6.5 - Sempre dinamico, si guadagna con furbizia il rigore dell'1-0.
Mesbah 6.5 - In attacco si fa vedere poco, ma in difesa ha il merito di annullare Cuadrado.
Bergessio 6 - Personalmente ho apprezzato l'impegno e mi sembra che la condizione stia migliorando. Speriamo di vederlo in rete presto: se lo merita.
Okaka 7 - Commovente la sua gara: fa a sportellate con tutti e non c'è una volta in cui riescano a buttarlo giù. Gli manca solo il gol.

Eder 7 - Solo per il gol prende mezzo voto in più. Una fuga mai rallentata, ma veramente efficace.
Krsticic 6 - Deve riprendere il ritmo-partita. Servirà anche lui più in là.
Duncan s.v. - Entra nel finale per concedere la passerella a uno stremato Soriano.

Una grande gara. Forse la certificazione definitiva che la Samp - per mentalità e organizzazione - può ripetere quanto fatto da Parma e Torino la scorsa stagione. Ora bisogna vedere se il fisico accompagnerà questa scalata o ci sarà qualche stop, vista la lunghezza dell'annata. E se ci sarà qualche arbitro che avrà manie di protagonismo, perché la direzione targata di Giacomelli è stata sicuramente insufficiente. Il Milan di sabato prossimo sarà l'ultimo test prima del break internazionale. Speriamo sia un'altra bella serata, che consacri qualcuno in ottica nazionale (Italia-Albania si gioca a Genova: chissà...). E speriamo di rivedere la stessa dedizione mostrata in questa gara. Specie da ragazzi come Luca Rizzo: genovese, sampdoriano e faticatore dai piedi buoni.

La festa a fine gara per il successo ottenuto: è ancora terzo posto.

26 ottobre 2014

Un buon punto (solo quello).

Di positivo c'è solo il punto. A Genova la sfida con la Roma era più attesa dai giallorossi che dai blucerchiati, ma il finale è uno 0-0 che probabilmente fa contenta solo la Samp di Sinisa Mihajlovic (nonostante la parole di Garcia a fine gara). Un pareggio tutto sommato giusto, che ha evidenziato la forma difensiva dei padroni di casa e le difficoltà degli ospiti, ancora un po' sotto tono dopo il 7-1 rimediato in Champions contro lo stellare Bayern Monaco di Pep Guardiola.

Roberto Mancini, 49 anni, e Gianluca Vialli, 50, in tribuna al Ferraris.

La Samp si presenta a questa gara al terzo posto, a tre punti proprio dalla Roma di Rudi Garcia. Mihajlovic ha da affrontare l'emergenza in difesa, dove Silvestre e Fornasier sono fuori per infortunio e Cacciatore per squalifica. Rientra Romagnoli dal 1' (prima gara per lui contro i colori giallorossi) e Regini sulla fascia mancina. Anche Soriano torna dall'inizio, mentre davanti è tutto invariato. La Roma, dal canto suo, fa un po' di turn-over dopo la cocente delusione di Champions e schiera un quartetto difensivo forse inedito, con Holebas al posto di Cole e Astori al posto dello squalificato Manolas.
Nel primo tempo, la Samp decide di contenere la Roma creando ben poco. Soriano ci prova al 6', ma il suo tiro è centrale per De Sanctis. Quello è l'unico spunto degno di nota dei padroni di casa nel primo tempo: si fa fatica a impostare il gioco, Gabbiadini e Okaka sembrano contratti. Anche gli ospiti non sono i soliti, ma di fronte a una Samp rinunciataria in fase d'impostazione ci provano. Nainggolan tenta all'8', ma trova una deviazione che porta a un corner. Al 16' è il turno di Holebas dal vertice alto sinistro dell'area di rigore, ma è facile per Romero. Poi al 30' l'occasione più nitida: lancio in profondità per Gervinho. All'ivoriano è accoppiato Gastaldello, che non può ovviamente tenerlo. Lanciato in profondità, l'ex Arsenal aspetta troppo per tirare e viene contrato da Regini. La palla però prosegue la sua corsa, supera Romero e Gervinho ha una ghiotta occasione per rimettere in mezzo dal fondo. Ma l'ivoriano tenta il tiro impossibile e centra il palo, sprecando una buona chance.
Il primo tempo è questo. Fortunatamente nella ripresa i blucerchiati si svegliano un po' e hanno un sussulto d'orgoglio. L'impostazione rimane carente - specie dai 30 metri dalla porta di De Sanctis in poi - ma qualche occasione comincia ad arrivare. Ancora Romero si deve impegnare su Gervinho al 46', ma l'allungo garantisce il corner ai giallorossi. C'è un gol annullato - giustamente - a Gabbiadini per fuorigioco, ma al 64' finalmente la Samp c'è: percussione centrale di Soriano fermata da Yanga-Mbiwa, palla a Obiang che ci prova ma trova i guantoni di De Sanctis. Al 69' i padroni di casa hanno la chance della vita: solita punizione di Gabbiadini a scavalcare la difesa, ma Okaka non ha la giusta reattività a due metri dalla porta e la spizza alta. La girandola di cambi produce poco per la Roma: entra Destro, ma è Florenzi ad avere una grande occasione su cross di Torosidis. L'incornata in contro-tempo non coglie impreparato Romero, che vola e devia il colpo di testa del giallorosso. Infine, la Samp ha la palla del match-point: altra punizione di Gabbiadini, Gastaldello è solo ma spara a lato da pochi metri. Lo 0-0 forse è giusto nel conto delle occasioni, ma la Samp deve imparare a unire coesione difensiva e gioco offensivo.

Gervinho, 27 anni, si mangia clamorosamente l'1-0 giallorosso.

Romero 6.5 - Rientra da titolare a Marassi e tira fuori una buona prestazione: sempre attento Gervinho, ottimo su Florenzi.
De Silvestri 5.5 - Gervinho gli crea qualche problema. Lui potrebbe crearne tanti all'ivoriano sgroppando sulla fascia, ma lo fa poco durante la gara.
Gastaldello 5.5 - Male pure lui: passaggi sbagliati, leggerezze e l'occasione mancata per l'1-0 su punizione di Gabbiadini.
Romagnoli 6.5 - Meno preciso di altre volte, ma ugualmente efficace.
Regini 6.5 - Dalle sue parti Llajic non crea molto. Fondamentale nel salvataggio su Gervinho. Esce per infortunio: speriamo non sia niente di serio.
Soriano 6 - Primo tempo volenteroso ma pasticcione, meglio nella ripresa.
Palombo 5.5 - Vero che il gioco della Roma è quasi tutto sulle fasce, ma lui fa poco filtro e imposta ancora meno.
Obiang 5.5 - Leggasi Palombo: il pomeriggio di Cagliari sembra lontano. Anche se è la sua prima gara difficile in questa stagione...
Gabbiadini 5.5 - Punizione a parte per il quasi-assist a Gastaldello, c'è poco da notare della sua prestazione. Un gol annullato (giustamente) per fuorigioco e l'urlo strozzato in gola.
Okaka 5 - La prima partita veramente insufficiente di Stefano Okaka in questa stagione. Yanga-Mbiwa lo mette in difficoltà più di quanto sarebbe stato previsto. E si mangia l'occasione dell'1-0, anche se era difficile da metter dentro.
Eder 6 - Il migliore dei tre davanti. Mette in difficoltà Torosidis e costringe Llajic ad arretrare. Nel finale esce per far spazio a Rizzo e mantenere il punto.

Mesbah 5.5 - Entra per l'infortunato Regini e cominciano a sfondare sulla destra.
Rizzo s.v. - L'obiettivo era fare legna a centrocampo nel finale di gara.
Bergessio s.v. - Qui le colpe vanno a Mihajlovic: non si capisce cosa possa fare l'argentino in una partita così brutta in cinque minuti più recupero. Un ingresso tardivo.

Non è stata affatto una gran gara quella della Samp. Così come la Roma non era al suo massimo: i giallorossi hanno avuto tre nitide palle-gol, ma sono abituati a far meglio di così. Se da una parte la Samp ha mantenuto la vocazione "Atlético" - ovvero quella di far giocare l'avversario peggio di come potrebbe - dall'altra ha creato molto poco con il gioco. Le tre occasioni blucerchiate sono arrivate da calci piazzati o spunti individuali: si può fare meglio di così. Anche perché mercoledì si va a Milano per giocare contro la pericolante Inter dell'ex Mazzarri, in grande crisi. Vedo grande ottimismo in giro dopo questa gara perché si è affrontata la Roma, ma si è deciso - sopratutto nella prima frazione - di non giocare questa partita, ma di contenere la Roma. Spero di non vedere più uno scenario del genere. Dobbiamo giocarcela con tutti, anche a costo di perdere le gare. Meglio così che prendere una rete dopo aver visto 45' senza un tiro in porta. O forse no?

Il rientro sfortunato di Vasco Regini, 24 anni, costretto a uscire per infortunio.

20 ottobre 2014

Due palle così.

Spiace essere così rudi in un articolo di calcio, ma alla Samp ieri sono mancate le palle. Precisamente due. Quelle che i blucerchiati avevano tramutato in gol nel primo tempo - Gabbiadini e Obiang i marcatori - e quelle trasformate in gol dal Cagliari nella ripresa. Quelle sprecate su altrettante e clamorose occasioni da gol, che avrebbero chiusa la gara. Quelle che sembrano mancare a un gruppo così giovane per veleggiare in alta classifica con consapevolezza dei propri mezzi.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, molto deluso dopo il pari di Cagliari.

La sensazione - dopo il 2-2 di Cagliari - è proprio questa. Tanto che Mihajlovic non ha nascosto la propria delusione per il risultato. I blucerchiati al Sant'Elia devono rinunciare a Regini e Romagnoli: il primo fuori fino a mese, il secondo acciaccato dopo il passaggio in Under 21. All'ultimo momento, anche Soriano è out e al suo posto esordisce Duncan dal primo minuto. Davanti confermato il solito tridente. Per i padroni di casa modulo speculare, ma diverso è il modo di interpretare il calcio. Manca il capitano Daniele Conti , davanti i pericoli sono Sau e Ibarbo. Dopo un colpo di testa debole di Dessena, Gabbiadini scalda le mani a Cragno con un destro, parato facilmente dal portiere rossoblu. Al 21' un altro problema per Mihajlovic: Viviano passa il pallone a un compagno e si tocca il ginocchio. L'ex Arsenal è costretto a uscire, lasciando spazio a Romero: incredibile come  l'argentino sia passato dall'addio a giocare nuovamente con la maglia della Samp. Intanto, però, l'argentino vede subito sfilare a poco dal suo palo il colpo di testa di Ibarbo.
Fortunatamente la Samp passa un minuto dopo: punizione dal limite di Palombo, scavetto per l'inserimento di Gabbiadini e il numero 11 del Doria batte Cragno in uscita. L'1-0 giunge a sorpresa e spacca la partita: il Cagliari, già timoroso, spinge di meno. La Samp ci riprova con Okaka, ma l'attaccante viene anticipato da Cragno sul cross di Gabbiadini. Tuttavia è il preludio al 2-0: sponda di De Silvestri su rinvio di Romero, Obiang prende il pallone e arriva ai 20 metri, da dove spara un gran sinistro all'angolo per il 2-0. Il primo tempo si conclude con questo risultato, che issa la Samp a -2 dalla Juve.
La ripresa continua sulla stessa falsariga dei primi 45': il Cagliari ci prova, ma senza convinzione. I blucerchiati hanno subito la palla del 3-0: Gabbiadini coglie il palo da pochi metri, sulla ribattuta né Eder né Okaka sono abbastanza decisi da riuscire a mettere dentro il terzo gol. Probabilmente lì si decide la gara: anche in eventuale inferiorità numerica, il 3-0 sarebbe stato un bel bottino da gestire. Invece, dieci minuti più tardi, Cacciatore commette un'ingenuità: su passaggio dalle retrovie, ha un'esitazione e lascia passare il pallone. A quel punto, sia la sfera che Ibarbo sono irraggiungibili per il terzino della Samp. L'ex Hellas ha due scelte possibili: lasciar tirare il colombiano o atterrarlo, pur avendo già un giallo sul groppone. Cacciatore sceglie la seconda alternativa: rosso e rigore sono inevitabile. E il Doria rovina la gara con una mossa da principianti. Sul rigore, Avelar è perfetto: Romero intuisce, ma il pallone è calciato benissimo.
Da quel momento, la Samp si chiude e prova a tenere il vantaggio, non creando quasi nulla. Tanti i cartellini (manca un rosso ad Avelar per un intervento brutto su Palombo), poche le occasioni del Cagliari. I sardi premono, ma creano un paio di occasioni al massimo. Romero fa un miracolo a una mano su Pisano, ma è Sau a pareggiare al 76'. Su una palla messa rasoterra in area dal solito Avelar, l'ex Juve Stabia controlla e riesce a calciare. Forse Silvestre e in generale la difesa potevano chiudere meglio. I padroni di casa spingono, ma non creano più nulla. Invece, è la Samp a mangiarsi il 3-2: su perfetto cross di Obiang, Mesbah - avanzato a centrocampo - manca la porta e aumenta i rimpianti di Mihajlovic. Finisce 2-2, ma sono due punti buttati.

Manolo Gabbiadini, 23 anni, a segno per la quarta volta quest'anno in A.

Viviano 6 - Finché è in campo, è attento ai rossoblu. Poi il ginocchio fa gli scherzi ed è costretto a uscire.
De Silvestri 6.5 - Molto bene sulla fascia: Cossu non appare mai pericoloso e mette lo zampino sul 2-0 di Obiang.
Silvestre 5.5 - Il gol del 2-2 di Sau è sulla sua coscienza: è vicino all'attaccante sardo, ma lo lascia stoppare e tirare nel giro di pochi secondi. Peccato, altrimenti sarebbe stata l'ennesima prestazione sufficiente.
Gastaldello 6 - Senza grossi problemi il suo rientro.
Cacciatore 4 - Se nel primo tempo commette una vaccata, comunque i primi 45' sono buoni. Poi l'episodio del rigore non può che esser tutto sulle sue spalle. Meglio lasciare tirare Ibarbo che rimanere in inferiorità numerica.
Duncan 6 - Meglio nella ripresa, qunado esce fuori nelle difficoltà e si sacrifica da esterno sinistro.
Palombo 6 - Lotta e mette l'assist dell'1-0. Poi manca quella funzione da frangiflutti che dovrebbe esercitare.
Obiang 6.5 - Gol e sostanza. Avrebbe anche messo l'assist del 3-2 a Mesbah, ma l'algerino spara alto.
Gabbiadini 6.5 - Quarto gol in A quest'anno, tanto sacrificio e quel rammarico del palo all'inizio della ripresa: probabilmente la gara si sarebbe chiusa.
Okaka 6.5 - Solite spallate, solite botte. Anche lui manca il 3-0 in un'azione rocambolesca, ma si fa un mazzo così.
Eder 5.5 - Continua a essere l'unico del tridente blucerchiato ad avere qualche problema.

Romero 6 - Fa quel che può. Non è che possa far molto sui due gol: su Avelar intuisce, mentre Sau è troppo libero e rapido.
Mesbah 5.5 - Ha sulla coscienza l'errore sotto porta del 3-2.
Romagnoli s.v. - Entra e fa in tempo a beccarsi un giallo per fallo su Ibarbo.

Un vero peccato quanto accaduto al Sant'Elia: tutto quello successo ieri pomeriggio nella ripresa dimostra che la Samp non ha ancora la mentalità da grande. Gruppo troppo giovani, ragazzi che mancano delle granitiche palle di cui si avrebbero bisogno per navigare così in alto a lungo. Vedremo se cresceranno durante il campionato, ma se Mihajlovic è deluso, può solo che aver ragione. Anche perché il Cagliari di Zeman non si è fatto quasi mai vedere per sessanta minuti. Con l'uomo in più, invece, ha creato parecchi pericoli. Fatto sta che QUESTO Cagliari non sembra aver assimilato nulla dal boemo: la vittoria di Milano è un'eccezione e la B non è un rischio così lontano. Intanto, la Samp si concentra su sabato sera, quando al Ferraris arriverà la Roma. Per uno scontro d'alta classifica che nessuno si aspettava di vedere.

I giocatori del Cagliari in festa: è 2-2 finale, un punto per i sardi.

06 ottobre 2014

Come l'Atlético.

Mai avremmo immaginato uno scenario del genere a inizio giugno. Dopo la vittoria per 1-0 contro l'Atalanta, la Samp si ritrova solitaria al terzo posto. Merito anche del Cesena che pareggia a Udine, ma i blucerchiati si regalano la gloria dopo un altro pomeriggio di sofferenza misto a un ottimo primo tempo. La Roma è a un punto, la banda di Mihajlovic è attualmente in zona Champions. Il campionato è lungo, ma queste due settimane saranno piacevoli da passare.

Alessio Romagnoli, 19 anni, controlla German Denis, 33.

Dopo la goduria post-derby, la Samp si presenta nuovamente concentrata. L'unica novità rispetto alla stra-cittadina è l'esclusione di Regini, fuori per tre settimane a causa di un problema muscolare. Dentro al suo posto Cacciatore invece che Mesbah, nonostante l'ex Hellas Verona sia un destro naturale. Dall'altra parte, Colantuono cerca di prendersi la vittoria dopo tre stop di fila contro Fiorentina, Inter e Juventus: per questo si affida al solito 4-4-1-1, con Molina promosso titolare e Boayke alle spalle del capitano Denis.
Il primo tempo è un monologo blucerchiato. Anzi, la Samp gioca forse i 45' migliori al Ferraris di questa stagione. L'Atalanta si vede al massimo con un tiraccio di Cigarini dai 30 metri, che finisce in Gradinata Sud. Al contrario, i blucerchiati si impongono con il gioco, tenendo un ritmo blando e dalle pulsazioni basse. Poi si cerca l'accelerazione all'improvviso. Come al 14', quando Okaka tenta dalla distanza dopo aver vinto un contrasto: Sportiello para facile. Nel giro di cinque minuti, ci provano anche Soriano (dopo un numero niente male) ed Eder, ma il portiere avversario non deve intervenire. La partita si sblocca al 35', quando Obiang trova Gabbiadini con uno stupendo lancio di prima lungo 30-40 metri. Il numero 11 blucerchiato ha il campo spalancato e deve solo battere Sportiello: 1-0 meritato. Ed Eder potrebbe arrotondare al 42' dopo aver saltato meravigliosamente Zappacosta, ma il suo destro è impreciso.
Il secondo tempo è ben diverso. La Samp, dopo aver dominato il primo, comincia a gestire il risultato. Un errore, perché l'Atalanta è squadra che va pressata, non gestita. E così pian piano gli ospiti controllano il possesso palla e provano a creare qualcosa. Colantuono toglie gli esterni Molina ed Estigarribia per Baselli e Moralez: il tecnico nerazzurro punta sul 4-3-1-2 per recuperare lo svantaggio. Tuttavia, ci sono tanti gialli, ma poche occasioni. Due sono quelle notevoli. La prima è al 63': Moralez completa l'uno-due con Denis e si presenta davanti a Viviano, ma spara malamente a lato. Al 69', invece, Dramé mette in mezzo per Denis: sarebbe gol a colpo sicuro, ma Romagnoli ci mette una pezza clamorosa e chiude in corner. Il resto è una lunga attesa verso il fischio finale, inframezzata al 90' dalla clamorosa chance per Okaka. Il numero 9 blucerchiato brucia Benalouane e vola verso la porta, ma si fa ipnotizzare da Sportiello. Si chiude con Ferrero in festa e la Sud trepidante per il terzo posto. Inoltre, c'è un dato da non sottovalutare: la Samp è la squadra meno battuta in Serie A insieme alla Juve campione d'Italia. Solo due le reti subite dalla banda di Mihajlovic: non è poco come record alla pausa per le nazionali.

Manolo Gabbiadini, 23 anni, oggi match-winner contro l'Atalanta.

Viviano 6.5 - Continuo a dire una cosa: non sembra uno che ha passato un anno in tribuna. Non ha dovuto fare parate, ma nelle uscite è sempre puntuale e deciso.
De Silvestri 6 - Un po' pasticcione, non ha difficoltà a contenere le salite di Molina ed Estigarribia. Poi Dramé comincia a creargli qualche problema.
Silvestre 7 - Di testa sono tutte sue: una roccia.
Romagnoli 6.5 - Un filino più rozzo rispetto al suo solito stile elegante, ma è efficace.
Cacciatore 6 - Non eccelle in fase offensiva, ma non rischia mai troppo.
Soriano 6.5 - Dinamicità al servizio della squadra. A volte si fa prendere dai nervi (vedi contatto con Cigarini), però è fondamentale per questa Samp.
Palombo 6 - Il piede e l'impostazione sono da rivedere. Però non molla e non indietreggia.
Obiang 6.5 - Il lancio per l'1-0 di Gabbiadini è qualcosa di fantastico. Uno dei suoi pezzi di repertorio da troppo tempo assenti.
Gabbiadini 6.5 - Gol a parte (hai detto poco), l'attaccante blucerchiato compie il solito grande lavoro di sacrificio in copertura.
Okaka 6.5 - Solite sportellate. Nel finale avrebbe l'occasione per il 2-0, ma spara contro Sportiello.
Eder 6.5 - Esce per un dolorino a una costola all'inizio del secondo tempo. Peccato: questa è stata probabilmente la sua migliore gara in A quest'anno. Da sogno il numero su Zappacosta.

Fedato 5.5 - Inizia come ala e finisce come rifinitore in un 4-3-1-2. Non proprio la sua giornata: il suo pensiero viaggia più veloce delle gambe.
Rizzo 5.5 - Troppo arruffone: nei primi trenta secondi della sua gara perde due palloni facili. Poi si aggiusta e tiene con i compagni nel finale.
Bergessio 6 - Tanto impegno, ma il vero Bergessio è ancora lontano dalla sua condizione ideale.

Con il terzo posto conquistato in maniera netta oggi, la Samp può sognare. Certo, la sosta fermerà il momento della squadra di Mihajlovic, ma va bene così. Fa bene godersi questo parziale risultato, che darà ulteriore autostima ai giocatori. Anche perché al ritorno della sosta per le nazionali, i blucerchiati affronteranno prima il Cagliari in trasferta e poi avranno un complicato trittico contro Fiorentina, Inter e Roma. In ogni caso resta un'impressione. La Samp di Mihajlovic ricorda tantissimo l'Atlético Madrid di Simeone: è una squadra che ti fa giocare male, che sa difendersi bene e soffrire. Ma quando può, ti punge come uno scorpione. Se sarà questa l'attitudine della squadra durante tutto il campionato, i blucerchiati potrebbero sognare qualcosa in più della parte sinistra della classifica.

Massimo Ferrero, 63 anni, festeggia a fine gara la vittoria.