31 marzo 2014

Il giusto percorso.

Più che rabbia, c'è rammarico. Un bicchiere più mezzo vuoto che mezzo pieno: questo rappresenta il pareggio di ieri della Samp contro la Fiorentina. Al Ferraris, i viola si sono fatti vedere sopratutto nel finale, mentre i blucerchiati hanno gestito bene la gara e hanno punto più volte la difesa avversaria. Negli ultimi minuti, è arrivata l'espulsione di un esasperato Mihajlovic, poco contento dell'arbitraggio di Russo e soci. Peccato: con una vittoria il sogno Europa League sarebbe stato meno lontano.

Contrasto fra Eder, 27 anni, e Borja Valero, 29: entrambi sottotono ieri.

Dopo il doppio successo contro Hellas e Sassuolo, la Samp si presenta contro la Fiorentina con Maxi Lopez davanti dal 1', Palombo nuovamente in campo, così come Eder e Gabbiadini, tenuti a riposo contro i neroverdi. La vera novità è il ritorno in campo di Gaetano Berardi, che sostituisce lo squalificato Regini e torna a giocare dal primo minuto dopo un intero girone: l'ultima volta era stata proprio a Firenze nella gara d'andata. Dal canto suo, Montella deve fare i conti con turnover e assenze: Tomovic a sinistra, Cuadrado terzino e davanti Matri, sostenuto dal duo Ilicic-Wolski.
Subito Samp aggressiva, con molti recuperi palla ai danni dei palleggiatori della squadra di Montella. E così la squadra di casa si rende subito pericolosa: la caparbietà di De Silvestri lo porta all'assist per Eder, che in area aggancia, ma spara a lato da cinque metri. Il primo tempo vede una serie di tiri dalla distanza da una parte e dall'altra, ma nulla che metta seriamente in pericolo Da Costa e Neto. Almeno fino al 33', quando il portiere viola è costretto al miracolo sulla punizione di Gabbiadini, che aggira la barriera e si piazza all'angolino basso. Stesso volo per Da Costa sul tiro di Mati Fernandez, sul quale però l'estremo difensore blucerchiato non sarebbe mai arrivato: fortunatamente, il tiro del cileno va a lato di poco. Queste le occasioni migliori, in un primo tempo a basso contenuto e con un ritmo un po' blando.
Si va al riposo, ma la ripresa vede una Samp più continua nel mettere pressione ai viola. Maxi Lopez - quasi inesistente nella prima frazione - riesce finalmente a liberarsi un po' dalla marcatura di Diakitè e spara un bel destro che Neto devia in angolo. Passa un minuto e c'è un contatto dubbio in area tra Mati Fernandez e Krsticic; sulla prosecuzione dell'azione, De Silvestri spara alto da buona posizione. La Fiorentina si rende veramente pericolosa al 57': cross in mezzo di Cuadrado e Mustafi rinvia. Purtroppo il tedesco spazza sui piedi di Borja Valero, che va al tiro a botta sicura: ancora il numero 8 blucerchiato salva sulla linea. Al 60', enorme occasione per la Samp: passaggio in mezzo dove Maxi Lopez fa velo e lascia la palla a un Gabbiadini solo. L'attaccante blucerchiato ci mette troppo a tirare e viene recuperato dalla difesa viola. Ancora Doria dalla distanza, quando Palombo ci prova dai 25 metri e il suo tiro finisce a lato di pochissimo; stessa sfortuna per Soriano, che trova Neto pronto. Da lì, la Samp finisce la spinta offensiva e lascia campo a una Fiorentina rinvigorita dagli innesti di Vargas e Ambrosini. Il peruviano colpisce la traversa con una punizione dai 30 metri: un destro potentissimo salvato dal legno, Da Costa non ci sarebbe mai arrivato. Infine, la grande occasione finale: punizione di Borja Valero, spizzata di Matri, non abbastanza precisa da trovare la porta. Finisce 0-0: due punti persi diventano quasi un punto guadagnato, ma la rabbia non passa per quella che è sembrata un'occasione sprecata.

Alessandro Matri, 29 anni, cancellato dal campo da un ottimo Mustafi.

Da Costa 6; De Silvestri 6.5, Mustafi 7, Gastaldello 6.5 (dal 30' s.t. Fornasier 6), Berardi 6.5; Palombo 7, Krsticic 6 (dal 36' s.t. Renan s.v.); Gabbiadini 6.5, Soriano 7, Eder 6; Maxi Lopez 6 (dal 22' s.t. Okaka 5.5) - già pubblicate su SampNews24

Il nervosismo di Mihajlovic, espulso dall'arbitro per proteste, si associa a quello della squadra: l'impressione è che ieri la Samp meritasse più della Fiorentina sul piano del gioco e della continuità. I viola, stanchi e in un periodo difficile, stanno subendo molto l'assenza dei suoi due bomber, Mario Gomez e Pepito Rossi. Matri non segna neanche con la porta spalancata e solo l'inserimento di Ambrosini e Vargas ha dato un po' di spinta agli ospiti. Dal canto suo, il Doria può esser soddisfatto: la strada è quella giusta.
Sì, ma per cosa? Leggo nella rete di sogni per l'Europa League. Innanzitutto, la prossima gara con la Lazio ci dirà qualcosa a riguardo. Detto questo, la classifica è corta e, con sette partite da giocare, è normale che la gente blucerchiata sogni un incredibile ritorno a livello continentale. Da parte mia, rimango realista: la Samp non riesce a vincere tre partite consecutive - è la terza volta che succede in campionato, la quarta se contiamo anche il periodo con Delio Rossi - e serve una striscia come quella dell'Atalanta per sperare nell'Europa.
Il sesto posto è lì. Forse anche il quinto, se l'Inter continua ad andare così piano (vedremo cosa faranno stasera a Livorno). Fatto sta che l'obiettivo giusto potrebbe esser quell'ottavo posto, in modo da evitare qualche turno di Coppa Italia e una preparazione estiva anticipata. Più calma per sistemare il gruppo, concordare con Mihajlovic le strategie di mercato e sperare in una squadra ancora più forte. Perché questo serve alla Samp per tornare veramente in Europa: una squadra più forte (e più matura). Se il condottiero rimarrà il serbo, allora forse si sarà trovato il giusto percorso. Quello che il famoso "progetto" aveva delineato molto tempo fa.

Un nervoso Sinisa Mihajlovic, 45 anni, espulso dal campo nel secondo tempo.

24 marzo 2014

Datemi una manita.

Mamma, che giornata. Mi dispiace aprire in modo così informale il mio commento alla partita di ieri, ma la Samp tira finalmente fuori le "palle" richieste da Mihajlovic la scorsa settimana e schianta l'Hellas al Ferraris con un punteggio che non lascia spazio ad alcuna replica. Il 5-0 ai gemellati butei è uno score che non lascia molto spazio alla fantasia. Forse gli scaligeri avrebbero meritato almeno il gol della bandiera, ma Mihajlovic ha ottenuto quello che voleva.

Domenico Maietta, 31 anni, e Fabrizio Cacciatore, 27, sfidano Maxi Lopez, 29.

Dopo la debacle di Bergamo, la Samp si presenta con qualche cambio all'appuntamento con l'Hellas al Ferraris: dentro Renan e Sansone per Krsticic ed Eder, apparsi spompati e confusi nella gara della scorsa settimana. Inoltre, niente più 4-2-3-1, ma un più offensivo 4-3-3, da sempre il modulo preferito da Mihajlovic. L'Hellas, in caduta libera nel girone di ritorno dopo la cessione di Jorginho, si presenta con una formazione speculare, con il trio Iturbe-Toni-Jankovic davanti. Pronti, via e la Samp passa subito: gran sinistro di Renan dalla distanza, il palo ferma il brasiliano ma sulla respinta Sansone la butta dentro da rapinatore d'area. 1-0 e l'attaccante si è già riscattato agli occhi del pubblico blucerchiato dopo tre minuti di gioco.
I padroni di casa gestiscono la gara, mentre gli ospiti tentano di trovare subito la via del pareggio: prima Toni trova Da Costa pronto su un suo tiro, poi il mancino di Iturbe sfiora il palo dal limite dell'area. Nei primi 20', l'Hellas ci prova ancora con Romulo e Toni (su cui salva Regini), mentre la Samp si fa vedere sopratutto grazie a Sansone, due volte minaccioso con il suo mancino, su cui Rafael è attento. Ma nulla può il numero uno gialloblu sul 2-0 al 22': angolo di Gabbiadini, che scarica fuori area per il mancino letale di Renan. La leggera deviazione dell'arbitro Calvarese cambia i piani del brasiliano, che calcia di destro e trova comunque la via della rete. Da lì, l'inerzia della gara finisce in mani blucerchiate: Gabbiadini testa un paio di volte Rafael, ma il 3-0 è nell'aria. E arriva al 37', con un'azione da applausi: lancio di Palombo per Sansone, che scarica sulla corrente Regini. Il terzino Samp salta l'avversario e mette in mezzo: Lopez fa da schermo, Soriano anticipa Albertazzi e segna il terzo gol dei padroni di casa. Grande festa e partita virtualmente chiusa.
Se mai servisse la conferma, Soriano apre la ripresa con un coast to coast concluso con il 4-0: gran sinistro dal limite dell'area e Rafael battuto per la quarta volta. Mandorlini non vede l'ora che finisca, mentre i suoi ragazzi sembrano disorientati. Iturbe impegna Da Costa un paio di volte, ma è più Maxi Lopez a impensierire Rafael. Che al 58' regala il 5-0 agli avversari: la punizione dal limite di Palombo è sul palo del portiere dell'Hellas, ma l'intervento di Rafael è tutt'altro che impeccabile. Festa anche per il vice-capitano, che torna al gol in A dopo tre anni. La partita sembra chiusa, ma lo è solo per la Samp: con gli ingressi di Rabusic e Cacia, l'Hellas vuole almeno salvare la faccia. E così parte un'altra gara, quella di Da Costa contro l'attacco ospite. Ferma Toni, stoppa due volte il neo-entrato Rabusic, fa disperare Cacia e s'improvvisa dribblomane nel finale. Una prestazione maiuscola quella dell'estremo difensore blucerchiato, che chiude una partita dominata in lungo e in largo. E' la vittoria casalinga più larga di questo campionato: eguagliato il 5-0 della Roma contro il Bologna a settembre e Samp virtualmente salva. Mancano forse un paio di punti, ma il più è fatto. Ora ci si chiede quali possano essere gli obiettivi di un Mihajlovic visibilmente soddisfatto: la risposta dopo Bergamo c'è stata. Eccome se c'è stata.

La gioia di Renan Garcia (a destra), 27 anni, dopo il 2-0 segnato nel primo tempo.

Da Costa 7; De Silvestri 6.5, Mustafi 6, Gastaldello 6.5, Regini 7.5; Soriano 8, Palombo 7 (dal 35' s.t. Salamon s.v.), Renan 7.5; Gabbiadini 6.5 (dal 17' s.t. Eder 6), Maxi Lopez 6.5, Sansone 7.5 (dal 25' s.t. Bjarnason 6) - già pubblicate su SampNews24

Non c'è che dire: forse è stata la migliore partita della Samp nell'ultimo anno. Era dal doppio impegno contro Juventus e Pescara nel gennaio 2013 che non vedevo una squadra così coesa e sull'attenti a ogni minimo stimolo. Erano i primi tempi di Delio Rossi. La giusta concentrazione è l'antidoto migliore contro gli avversari: oggi quasi tutti sono stati attenti dal primo all'ultimo minuto, sempre sul pezzo. Ora la salvezza è cosa praticamente fatta: diciamo che una vittoria o un pareggio in quel di Reggio Emilia, nella prossima gara contro il Sassuolo, metterebbe la parola fine al discorso.
Il problema ora è un altro: con nove giornate alla fine, quale può essere l'obiettivo di questa Samp? Gli incontentabili sognano l'Europa League, gli ottimisti si vedono nella parte sinistra della classifica. Io voglio esser ancor meno ambizioso, a differenza di Mihajlovic. Il discorso è che quando la Samp ha tentato la scalata si è fatta male: ricordiamoci le dichiarazioni prima delle gare contro Roma, Milan o Atalanta. Appena la Samp ha alzato la testa più del dovuto, ha preso botte forti. Insomma, bisogna evitare una fine alla Icaro: volare troppo vicini al sole fa male.
E allora è meglio sperare in un buon finale di stagione, magari con l'obiettivo della parte sinistra, ma senza esser troppo pressanti al riguardo. Personalmente, 45 punti e l'evitare altre "figure di merda" (cit. Mihajlovic) sarebbero due obiettivi sufficienti per il resto della stagione blucerchiata. Il calendario propone altre nove gare, di cui cinque in trasferta e quattro in casa. Vorrei la rivincita sul Sassuolo dopo la gara d'andata, mi piacerebbe un bel colpo all'Olimpico domenica prossima e far dispetti a Inter e Napoli quando verranno a Genova per le rispettive gare di campionato. In sintesi, divertirsi.
Se fosse possibile, dare una chance anche a coloro che si sono visti di meno in questo campionato. Ieri Renan e Sansone hanno brillato, ma dare qualche minuto anche ad altri sarebbe bello. Capire se Sestu vale un eventuale riscatto. Vedere se Salamon può esser utile a questa Samp, centrocampista o difensore che sia. Dare qualche altra gara a Obiang, ai margini in questo scenario felice, e a Fiorillo. Continuare a crescere Fornasier in casa (la classifica lo permette) e vedere se Rodriguez è da mettere su un aereo per il Sud America a giugno. Per far tutto questo, ci vorrà una mano da tutti: allenatore, giocatori e società. I tifosi l'hanno già data. In cambio, la manita è servita.

La festa della squadra blucerchiata dopo l'1-0 di Gianluca Sansone, 26 anni.

17 marzo 2014

Il paradiso può attendere.

Sinisa Mihajlovic aveva sfoggiato citazioni dantesche, parlava di paradiso e sembrava sempre più convinto che questa squadra potesse fare di tutto e di più. Specie dopo aver rimontato due gol al Livorno nella bolgia del Ferraris la scorsa settimana. La verità è che questa squadra sta esattamente dove deve stare: il 3-0 subito in casa dell'Atalanta ricorda a tutti che l'Europa o anche la parte sinistra della classifica sono obiettivi che non competono la Samp. Almeno, non certo quella discontinua vista quest'anno.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, ne ha avute da dire dopo la gara con l'Atalanta.

Mihajlovic ci ha provato: a Bergamo se l'è giocata con il solito 4-2-3-1, ha riproposto Okaka davanti e ha fatto giocare Palombo, nonostante fosse stato influenzato quasi tutta la settimana. Una bocciatura per Obiang, che era dato per sicuro titolare alla vigilia. L'Atalanta, dopo aver violato l'Olimpico di Roma, puntava a vincere per chiudere il discorso salvezza, come detto da Denis e compagni alla vigilia. Curiosa la presenza di Estigarribia tra gli avversari (alla quarta squadra diversa in tre anni di Italia), mentre Del Grosso ha preso il posto di Brivio, infortunato dopo lo stage della nazionale.
Pronti, via e la partita promette bene: le squadre sono aggressive, vogliono fortemente il gol e sono molto lunghe. Tutto a favore degli spettatori neutrali, contenti del ritmo della gara. Al 12' la prima emozione: Mustafi libera sul destro di Maxi Moralez a cinque metri dalla porta. Sul capovolgimento di fronte, Eder non è in grado di servire Okaka, solo in area. Gabbiadini raccoglie la respinta della difesa atalantina e calcia dal limite, ma il suo sinitro è alto. Ancora Samp due minuti dopo: Eder tarda il passaggio e Okaka mette un cross inarrivabile per tutti in area di rigore nerazzurra. E' allora che i padroni di casa escono dal guscio: Denis costringe Regini a un recupero provvidenziale, poi manda alto di testa su corner. Gli ospiti hanno un'ultima fiammata alla mezz'ora, quando Soriano di spalla e Regini con un bel sinistro costringono Consigli al doppio intervento. Da lì, inizia un'altra gara: la Samp arretra e l'Atalanta va subito in vantaggio con un bel destro di Carmona, bravo a tirare al volo su sponda di Denis. Da Costa non è esente da colpe: non tanto sulla conclusione del cileno, quanto sul rinvio che dà il là all'azione di ripartenza dei bergamaschi. Brasiliano poco attento anche sul 2-0: su corner di Moralez, Bonaventura svetta da solo di testa e realizza il raddoppio. L'incornata era centrale, seppur da due passi. E Palombo ha la grave responsabilità di mollare la marcatura sul numero 10 nerazzurro. Certo, il pugno di Benalouane a Regini - oltre che da prova tv - è l'episodio che dovrebbe invalidare il 2-0 dei padroni di casa. Ma se dorme la difesa blucerchiata, perché non dovrebbe fare altrettanto la terna arbitrale?
Con queste due mazzate, la Samp abdica sostanzialmente in favore della Dea, che non si fa pregare. Mihajlovic toglie l'infortunato Gastaldello per Fornasier, ma la sostanza non cambia. Soriano tenta un timido sinistro dalla distanza, ma è solletico sui duri fianchi dell'Atalanta. E i padroni di casa triplicano al 55': bell'uno-due Moralez-Deniz, con l'ex Velez che mette in mezzo per il capitano dei nerazzurri. Ci sarebbe Krsticic a chiudere sulla linea di passaggio, ma il serbo buca clamorosamente l'intervento. Per il bomber, è un gioco da ragazzi: 3-0 e partita chiusa. Denis potrebbe anche raddoppiare il bottino personale, ma il palo gli nega la gioia dell'11° gol stagionale. La Samp tenta di pungere con Maxi Lopez, che entra bene nella gara nonostante il risultato sfavorevole. Mihajlovic gioca persino la carta Sansone, ma non sortisce alcun effetto. Un sinistro potente di Gabbiadini e un'acrobazia di Palombo sono gli unici pericoli prodotti nell'ultima mezz'ora, con De Luca che anzi sfiora (l'ennesimo) gol alla Samp. Una brutta figura, che deve far riflettere molti.

Carlos Carmona, 27 anni, ha sbloccato la partita con il gol del momentaneo 1-0.

Da Costa 5; De Silvestri 5, Mustafi 5, Gastaldello 5.5 (dal 1' s.t. Fornasier 5), Regini 6; Palombo 5.5, Krsticic 4.5; Gabbiadini 5.5, Eder 4.5 (dal 26' s.t. G. Sansone 5), Soriano 6; Okaka 5 (dal 10' s.t. Maxi Lopez 6) - già pubblicate su SampNews24

Il commento di Mihajlovic al termine della gara è stato piuttosto lapidario: «Questa era una Samp senza palle, la stessa Samp che ho trovato cinque mesi fa. Ci credevamo dei fenomeni, da oggi giocheranno prima gli uomini che i giocatori». Non ha tutti i torti il tecnico blucerchiato, che si aspettava un ulteriore passo avanti dopo i successi a Torino e contro il Livorno. La Samp di Mihajlovic è così: al grande test, sembra destinata a fallire. E' una squadra che l'ex tecnico della Serbia ha rimesso a posto dal nulla, con gli stessi giocatori di Delio Rossi e senza grossi innesti nel mercato invernale. Sestu è sparito dal radar, Maxi non si è visto (derby a parte).
Sono contento di aver rivisto Sansone, un giocatore che deve metterci le famose palle che Mihajlovic ha richiesto ai suoi. Tuttavia, il numero 12 della Samp ha le doti giuste per emergere e si spera che abbia più spazio in questo finale di campionato. Consliamoci con un dato: ieri Colantuono, dopo aver vinto, ha detto che la salvezza è cosa fatta. L'Atalanta ha 37 punti, appena tre in più dei blucerchiati.
Mi accodo al pensiero dell'allenatore bergamasco e dico che alla Samp mancano tre-quattro punti per chiudere il discorso. Facciamoli e poi diamo più spazio a chi ne ha bisogno. I vari Renan, Obiang, Fornasier, Fiorillo, Sansone e - perché no - Rodriguez necessitano di minutaggio per integrarsi e dimostrare che possono esser utili in qualche modo alla causa blucerchiata. E poi tutti concentrati su Gabbiadini e De Silvestri: il loro arrivo al Mondiale è ciò che di più vicino ci può essere alla soddisfazione. Lo scudetto della Samp è la salvezza tranquilla. E' stato detto in tutte le salse: ci siamo, è quasi fatta. ll paradiso può attendere: l'anno prossimo si potrà puntare più in alto. Con Mihajlovic e senza Dante.

Maxi Lopez, 29 anni, uno dei pochi sufficienti a Bergamo.

03 marzo 2014

Finalmente la sveglia.

Ci voleva una gara del genere per scacciare via ogni timore di caduta libera: la Samp vince a Torino contro la squadra di Ventura per 2-0, contro una delle rivelazioni sin qui di questo campionato. La vittoria dell'Olimpico, targata dai gol di Okaka e Gabbiadini, è il giusto viatico per ripartire. Si è sofferto, ma bene; si è tirato poco, ma si è concretizzato. Ora la Samp è sempre più vicina alla salvezza, con l'obiettivo che dista (teoricamente) solo nove punti.

Blucerchiati in festa dopo il 2-0 di Gabbiadini su calcio piazzato.

La Samp si presenta all'Olimpico di Torino con il miracoloso recupero di capitan Gastaldello, in dubbio per tutta la settimana. Mancano Costa, Palombo e Maxi Lopez per squalifica, così Mihajlovic deve reinventare la squadra: Renan-Obiang a centrocampo, Okaka davanti dal 1', come contro il Cagliari. Ventura, invece, deve sostituire Masiello e Moretti (infortunati), più lo squalificato El Kaddouri. Assenze pesanti per i granata, che sognano un posto nella prossima Europa League.
E' la Samp a stupire nella prima mezz'ora: il Torino fatica persino a farsi spazio, mentre i blucerchiati guadagnano campo e confidenza. Al 7', subito ospiti in vantaggio: su mischia, Mustafi spizza per Okaka. In leggero fuorigioco, il centravanti del Doria si ritrova solo davanti a Padelli e lo batte con un bel destro per il momentaneo 1-0. Un ottimo inizio, con i padroni di casa imbrigliati dalla fitta rete di maglie blucerchiate, mentre la Samp si propone ancora: Okaka, non pago della rete iniziale, centra anche la traversa con un pallonetto che scavalca Padelli. Dalla mezz'ora, l'inerzia della gara cambia, con il Torino più insistente e sempre più pericoloso dalle parti di Da Costa. Il brasiliano disinnesca il destro di Immobile al 34', mentre compie un vero e proprio miracolo su Cerci al 37', quando il nazionale azzurro viene ben pescato da Farnerud in area, ma trova l'ottimo intervento del numero 1 ospite.
Al riposo con l'1-0, la Samp non cambia registro nella ripresa: soffre di meno, ma soffre sempre in maniera intelligente, con il giusto patema d'animo, senza rischiare grossi rischi. Glik di testa al 61' cerca di spaventare la difesa della squadra di Mihajlovic, così tentano senza successo sia Farnerud che Immobile. La partita diventa così una lunga girandola di falli, cartellini gialli e sostituzioni: Ventura si gioca le carte Barreto e Meggiorini, ma non cambia nulla. Anzi, è la Samp a chiudere la gara al 78': Gabbiadini su punizione dai 30 metri batte un incolpevole Padelli e porta a sette le sue marcature personali in questa Serie A. Nel finale, Barreto e Basha testano ancora la resistenza di un buon Da Costa, ma il brasiliano chiude ogni spiraglio. 2-0 e ritorno alla vittoria in casa del Torino dopo ben cinque anni di astinenza (erano arrivati un pareggio l'anno scorso e una sconfitta in B).

Alessio Cerci, 26 anni, bloccato da Renan Garcia, 27.

Da Costa 6.5 - Decisamente ripresosi dopo la brutta prova della scorsa settimana, sfoggia diverse parate utili per il risultato finale.
De Silvestri 6.5 - Dalle sue parti, pochi pericoli. Pasquale non lo fa faticare troppo.
Mustafi 7 - Una roccia. Meno male che non rovina la propria giornata con un leggero infortunio: avrebbe saltato l'impegno in nazionale...
Regini 6 - E' quello che soffre di più: dalle sue parti c'è Cerci, che lo punta automaticamente.
Renan 6.5 - Tanta sostanza: la giusta soluzione per una partita tosta.
Obiang 6 - Becca il solito giallo, ma lotta contro il centrocampo granata.
Gabbiadini 6.5 - La gara sarebbe sufficiente, ma illumina la giornata con un gran sinistro su calcio piazzato. E' l'episodio che chiude la porta a una possibile rimonta del Toro.
Soriano 6.5 - Corre tanto e nel secondo tempo fa ripartire spesso la squadra.
Eder 6.5 - Quando le squadre si allungano, i suoi scatti diventano utilissimi per tenere palla. Le sue accelerazioni fanno male sia a Darmian che Pasquale.
Okaka 7 - Decisamente il migliore. Non solo un gol e una traversa, ma tanta sostanza e la capacità di beccarsi molte botte per la squadra.

Fornasier 6 - Non corre grossi rischi e sostituisce bene Gastaldello.
Krsticic 6 - Fa il minimo sindacale entrando a partita in corso.
Bjarnason s.v. - Entra a partita ormai decisa. Bello sapere che è vivo, almeno.

E ora è tempo di pensare al Livorno: la partita di domenica prossima diventa un lasciapassare per il mantenimento della categoria. Due risultati su tre, ma vincere contro i labronici vorrebbe dire quasi salvezza. Con una vittoria, si prenderebbero due piccioni con una fava: si andrebbe a -6 dall'ipotetica quota di 40 punti e si lascerebbe il Livorno fermo in zona pericolante. All'andata, arrivò la prima vittoria della Samp in campionato: quanto è cambiato da quel pomeriggio di ottobre... è arrivata una sveglia. E la gara contro il Torino non fa che certificarlo.

Stefano Okaka, 24 anni, batte Padelli per l'1-0 della Samp.