29 settembre 2014

Concretezza e terzo posto.

Come recita un famoso spot degli anni '90: è stata dura, ma alla fine ce l'hanno fatta. La Samp porta a casa il derby numero 109 con una punizione di Gabbiadini. Voleva essere un cross, ma va bene così. La gara era un pareggio scritto, ma alla fine i blucerchiati hanno trovato l'episodio giusto. Dall'altra parte, Pinilla ci ha provato, ma non è bastato. Ora la Samp vola al terzo posto e sogna l'Europa, mentre Ferrero si gode un primo derby da ricordare (almeno per il risultato).

La gioia dei blucerchiati sotto la Sud al fischio finale.

Intendiamoci: chi si aspetta dal derby di Genova una partita piena di spettacolo è fuori strada. La Samp si presenta con la squadra titolare quasi al completo: l'unica eccezione - di rilievo - è l'esclusione di capitan Gastaldello per far spazio al giovane Romagnoli, in forma contro il Chievo. Il Genoa di Gasperini non si modifica e punta sempre sul 4-3-3: davanti c'è il solito trio formato da Pinilla, Perotti e Kucka. Il primo tempo è una sorta di anti-calcio, che inghiotte ogni buon intento da parte delle due squadre. Giusto il Genoa spaventa un filino Viviano, con un colpo di testa di Pinilla al 19', ben parato dal portiere blucerchiato. Tante botte, la sostituzione dopo 10' di Regini con Mesbah e un quasi-autogol sempre di Pinilla (fa tutto lui per i rossoblu) su cross calibrato di Gabbiadini al 41'. Se fosse uno spot per la Serie A, il derby della Lanterna assomiglia tanto a una pubblicità pregresso (la "e" non è casuale). Di calcio non si è vista la traccia.
La ripresa inizia senza cambi e con un copione leggermente diverso: la Samp comincia a prendere campo, sebbene non tiri effettivamente nella porta avversaria. Dal canto suo, il Genoa è stanco del predominio e comincia a cercare diverse soluzioni da lontano per impensierire Viviano. Senza per altro riuscirci, visto che le conclusioni di Rincon, Kucka e Perotti sono tutte facili per l'estremo difensore del Doria. Tanti i gialli da una parte e dall'altra, mentre a cambiare qualcosa è solo Gasperini: dentro Matri, Bertolacci e Iago Falqué, fuori Kucka, Burdisso e Rincon. Il tecnico rossoblu vorrebbe l'assalto, ma il Genoa non produce nulla.
La Samp, dal canto suo, sfrutta l'unico tiro in porta della gara. Al 75' Gabbiadini centra dalla destra un pallone che nessuno sfiora (anche se la Lega assegna l'autogol a De Maio): la palla entra e Perin non può farci nulla. Esultanza sfrenata: Eder prende possesso della macchina fotografica di qualcuno e la panchina travolge gli undici in campo. Mihajlovic sorride, ma fino ad allora la Samp non era sembrata certo entusiasmante. Basti un dato: Perin ha avuto una media di 5.25 parate nelle prime quattro di campionato. Ieri ne ha dovuta fare una su un rinvio di testa di Palombo al minuto 80. Insomma, si poteva schiacciare il Genoa, ma si è scelta una strada.
Fortuna che è andata bene. Nel finale ci ha provato ancora Pinilla con un'altra incornata, ma Viviano non ha voluto correre rischi e ha salvato in angolo. Gli assalti finali della squadra di Gasperini sono stati inutili, anzi Okaka è stato commovente nel tenere palla con forza e capacità, cercando un paio di volte il raddoppio. Al fischio finale è grande gioia per la Samp, che vince un altro derby dopo quello di febbraio: sempre in casa del Genoa, sempre con Mihajlovic, sempre contro Gasperini. Il gioco latita (già visto contro Sassuolo e Torino), ma i risultati non mancano.

Manolo Gabbiadini, 23 anni, è il match-winner del derby numero 109.

Viviano 6.5 - Risponde ancora presente alle poche chiamate di questa gara. Pinilla lo impegna due volte di testa e lui - sopratutto sulla seconda - c'è.
De Silvestri 6 - Non ha grosse difficoltà con Kucka, ma non spinge moltissimo.
Silvestre 6 - Buona gara per lui, ma non al livello delle altre sontuose prestazioni.
Romagnoli 7 - Spiace dirlo in una gara vinta, ma è il migliore per distacco. Un mostro: qualunque anticipo, intervento, pallone è di sua competenza. Ed è un classe '95.
Regini s.v. - Non fa in tempo a godersi il derby che prima prende una capocciata in uno scontro con Perotti, poi esce per un problema fisico.
Soriano 6.5 - La seconda frazione tiene da solo il centrocampo blucerchiato: ripartenze a gettito continuo e tante difficoltà per il Genoa nel tenerlo.
Palombo 5.5 - Primo tempo difficile, nella ripresa trova qualche spunto. Ma rimane un derby negativo.
Obiang 6 - Si accende all'inizio e alla fine, mentre nel mezzo scompare un po' dalla gara.
Gabbiadini 6 - Mezzo voto per il gol partita, altrimenti la sua gara è un manifesto del nulla. Dice di non star bene fisicamente, ma non si capisce allora perché Mihajlovic lo impieghi dall'inizio.
Okaka 6.5 - Altra partita monstre del centravanti blucerchiato. Manca il gol, ma si porta via gli avversari, specie nella ripresa. Roncaglia tenta di fargli da zainetto: tentativo non riuscito.
Eder 5.5 - Vedi Gabbiadini, anche se nel finale rimedia parzialmente per sacrificio ed esultanza particolare all'1-0.

Mesbah 5.5 - Può fare di meglio. Nel secondo tempo si aggiusta, ma nel primo perde banalmente due palloni senza nessuno che lo pressi.
Sansone s.v. - Sgridato da Mihajlovic in settimana, è bravo a far passare il tempo in campo.
Krsticic s.v. - Entra solo per evitare a Obiang il secondo giallo nel finale.

Si sta bene in alto: undici punti che non si vedevano dai tempi di Ciro Ferrara. Sono passati solo due anni, ma era un'altra Samp, neo-promossa e comunque con poco entusiasmo a circondarla. Le cose che più mi ha impressionato sono due: a) si vincono anche le partite dove si gioca male: un segnalino non da poco; b) questo è un GRUPPO. Lo si è visto prima, durante e dopo la gara. Si partecipa insieme alle sofferenze e alle gioie e questo è un ottimo segnale per il proseguo del campionato. Intanto, godiamoci la concretezza e il terzo posto. In attesa dell'Udinese, ma sopratutto del prossimo impegno: ci attende la pericolosa Atalanta al Ferraris.

Massimo Ferrero, 63 anni, festeggia sotto la Sud con la squadra la vittoria nel derby.

22 settembre 2014

Via al trittico.

Un pareggio che non fa male a nessuno. La Samp riparte dallo 0-0 di Reggio Emilia contro il Sassuolo per continuare la propria scalata alla classifica. Mentre le altre si tolgono punti a vicenda, la squadra di Mihajlovic rimane imbattuta e nelle zone alte della graduatoria. Se la partita contro il Torino aveva forse illuso troppo i tifosi, quella di oggi non deve buttar giù le potenzialità di Gastaldello e compagni.

Massimo Ferrero, 63 anni, presente anche a Reggio Emilia per la Samp.

La Samp giunge a Reggio Emilia con quattro punti nel sacco, sicura di aver le armi giuste per scardinare la resistenza dei neroverdi. Solito 4-3-3 per Mihajlovic, con la conferma dell'undici che aveva battuto i granata: l'unico cambio è rappresentato dal rientro di Regini sulla fascia mancina della difesa al posto di Cacciatore. Dal canto suo, Di Francesco sa che il suo Sassuolo deve riscattarsi dopo il 7-0 subito nella San Siro nerazzurra e mette in campo un modulo speculare a quello del tecnico della Samp. Senza Berardi, gli ospiti possono comunque temere uno spauracchio di vecchia data come Antonio Floro Flores.
Pronti, partenza e la Samp ha almeno due chance ottime per passare in vantaggio, per giunta nella stessa azione. Sugli sviluppi di un calcio d'angolo, la palla arriva a Soriano, che batte un rigore in movimento ma trova Consigli prontissimo. Sulla respinta del portiere di casa, Silvestre prova di testa ma la sua incornata è ben alta sopra la traversa. La Samp chiede un rigore che in realtà non c'è. Subito risponde il Sassuolo, con un destro di Floro Flores dalla distanza non lontano dal palo alla sinistra di Viviano. Lo stesso portiere blucerchiato fa un miracolo su una bella conclusione dai 30 metri di Magnanelli, dimostrando prontezza di riflessi. La Samp risponde con una combinazione Soriano-Okaka che porta Eder alla conclusione, ma il destro del brasiliano è sporco e finisce a lato. Ancora Okaka prova di tacco a ispirare Eder, ma la difesa del Sassuolo blocca l'attaccante blucerchiato sul più bello.
Il primo tempo si trascina alla fine e la ripresa vede una Samp ancora più spenta della prima frazione. Il Sassuolo riesce finalmente a gestire palla e crea una chance con Brighi, che però da pochi metri sparacchia sul fondo. La girandola di sostituzioni non cambia la sostanza della gara: Rizzo esordisce in A e Sansone dovrebbe spaccare il mondo, ma non è così. Anzi, sono più i padroni di casa a farsi vedere in avanti: Viviano deve tirare fuori un altro miracolo sul neo-entrato Floccari. Entra anche Bergessio per Eder e l'argentino prova a costruirsi un'occasione: purtroppo il suo tiro mancino è debole e centrale per Consigli. La gara si conclude sullo 0-0: se per il Sassuolo è una boccata d'ossigeno meritata, per la Samp è un'occasione persa di spiccare il volo.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, in panchina dopo l'aggressione di sabato.

Viviano 7 - Finalmente decisivo. Non che nelle altre partite fosse stato impreciso, ma gli altri avversari lo avevano impegnato relativamente.
De Silvestri 5.5 - Scende tanto, ma conclude poco. In più, Floro Flores qualche grattacapo glielo crea.
Silvestre 6.5 - Anche oggi prestazione spaventosa dell'ex Inter. Unico peccato la palla gol sprecata nei primi minuti di gioco.
Gastaldello 6.5 - Zaza era un cliente difficile, ma la palla l'ha vista poco.
Regini 6 - Leggermente meglio di De Silvestri: scende di meno, ma non soffre affatto l'altro Sansone.
Obiang 6 - Compitino oggi.
Palombo 6 - Senza grossa fatica, tiene il centrocampo.
Soriano 5.5 - Dopo i botti contro il Torino, oggi paga un po'. L'inizio flash è un preludio a una gara forse troppo compassata per uno come lui.
Gabbiadini 6 - Se ogni tanto usasse anche il destro, avrebbe un filino d'imprevedibilità in più. Corre tanto per il campo.
Okaka 5.5 - Si è sbattuto molto, ma non è bastato.
Eder 5 - Chiede un rigore invano, ma è impalpabile. Alla fine tocca sostituirlo per Bergessio.

Rizzo 6 - Primo gettone con la Samp ed esordio in Serie A: tutto insieme, ma il buon Luca - cresciuto con i colori blucerchiati addosso - non ha sfigurato.
Sansone 5 - Assolutamente inesistente. Si vede poco e male. Non a caso Mihajlovic si lamenterà di lui a fine gara.
Bergessio s.v. - Pochi minuti per lui: giusto il tempo di provare a dar fastidio a Consigli. Ma ci sarà una chance per l'argentino contro il Chievo mercoledì.

Già, il Chievo. Reduce dalla sconfitta di Parma, ma capace di sorprendere il Napoli al San Paolo. Squadra umorale ma solida quella di Corini, che spera di fare uno scherzetto alla squadra che lo ha lanciato nel calcio che conta quando giocava. Dal canto suo, Mihajlovic non è così sicuro di fare turn-over: i cambi lo hanno deluso e non vede la giusta cattiveria. Bisognerà solamente aspettare tre giorni, poi sarà Samp-Chievo. Infine, domenica prossima c'è il derby. Intanto è stato dato il via al trittico di fuoco. Con un pareggio che non sa di nulla.

Stefano Okaka, 26 anni, marcato duramente dai difensori neroverdi.

15 settembre 2014

Energia al potere.

Viene da dire: "Buona la prima". La Samp esordisce in A al Ferraris e si porta a casa una meritata vittoria sul Torino per 2-0. Un risultato quasi mai in discussione, sebbene la Samp non abbia spinto al 100% per portarla a casa. Prima una punizione di Gabbiadini ha sbloccato il risultato, poi l'assolo di Okaka ha chiuso la contesa. Un successo che infonde fiducia nella truppa di Mihajlovic e che, invece, ridimensiona la squadra di Ventura, inesistente a Genova.

Manolo Gabbiadini, 23 anni, al primo gol in questa Serie A con la Samp.

La Samp si presenta al Ferraris senza Vasco Regini, squalificato. Per sostituirlo, Mihajlovic pensa a Silvestre dall'inizio, visto che Romagnoli non ha ancora molti allenamenti alle spalle con i suoi nuovi compagni. A centrocampo confermato il trio di Palermo, mentre davanti rientra Gabbiadini dopo l'assenza per infortunio alla prima di campionato. Dall'altra parte, Ventura sceglie un 3-5-2 con davanti la coppia Larrondo-Quagliarella.
La partita si muove sui binari della Samp, che è la squadra che in campo può accelerare e frenare il ritmo della partita. I blucerchiati muovono bene la palla e si fanno notare per tenacia (guarda il giallo di Obiang per fallo su Nocerino), mentre il Torino attende che i padroni di casa facciano qualche errore per sfruttarlo. Ci vuole un episodio ed è il momento di Manolo Gabbiadini. Se pochi minuti prima tenta la botta della distanza (parata da Padelli), al 34' il numero 11 blucerchiato trova il primo centro in campionato su punizione dal limite. Palla piazzata sul palo di Padelli, che non appare prontissimo. Il vantaggio della Samp arriva proprio sul finire di un primo tempo che aveva visto poche emozioni.
Diverso lo scenario della ripresa: continua a non accadere molto, ma il Torino finalmente prende possesso della palla e comincia a farla girare, nella vana speranza di creare qualcosa. Quagliarella vorrebbe un rigore, ma l'intervento di Cacciatore è pulito. Anzi, è la Samp a ripartire bene e a creare il pericolo più grande: su altro calcio da fermo, Gabbiadini centra la traversa, facendo sussultare la Sud. Ma il capolavoro è dietro l'angolo. Minuto 79: Okaka prende palla a tre quarti, si libera di Moretti e s'invola verso la porta. Quando Glik si oppone, il numero 9 blucerchiato lo salta di slancio e si prepara alla conclusione in scivolata dal vertice alto dell'area di rigore: palla all'angolino, niente da fare per l'incolpevole Padelli. Un gol alla George Weah che certifica la crescita di Okaka. Il finale è un lungo attendere il fischio finale dell'arbitro, visto che neanche l'entrata dello spauracchio Amauri crea effettivi problemi a Viviano e compagni. Al triplice fischio, grande gioia per la Sud e per Ferrero, che festeggia la prima vittoria in A da presidente della Samp.


Viviano 6 - Non vive grandi pericoli nella sua prima al Ferraris da portiere blucerchiato: il Torino fa poco per impensierirlo.
De Silvestri 6.5 - Darmian è un osso duro, ma Lollo tiene bene lo scontro.
Silvestre 7 - Impressionante. Se a Palermo aveva un solo allenamento nelle gambe, dopo due settimane diventa Beckenbauer. Dalle sue parti non passa nessuno: cura Sinisa ok?
Gastaldello 6.5 - Qualcosina in meno del suo compagno, ma non ha problemi. Esce per un acciacco.
Cacciatore 6 - Non spinge, non rischia, non dà fastidio e non sporca. Tutto a posto.
Soriano 6.5 - Il più vivace nel primo tempo, si becca anche un giallo per il troppo dinamismo. Si prepara al salto di qualità che da anni a Genova attendevano.
Palombo 6.5 - Prima frazione da Palombo dei bei tempi, con tanta lotta e il piede sempre preciso. Nella ripresa declina, ma mantiene dei buoni standard di rendimento.
Obiang 6.5 - Più cattivo, più deciso. Anche a costo di prendersi il giallo dopo uno scontro con Nocerino. Insomma, il Pedro che avevamo imparato ad apprezzare in B.
Gabbiadini 7 - Concretamente, è il più pericoloso della compagnia: un tiro dalla distanza, un gol su punizione e una traversa su calcio da fermo. Torna di meno. Forse cerca un filino troppo il tiro, ma è la sua indole...
Okaka 7 - Sportellate ovunque, fino al capolavoro del gol del 2-0.
Eder 6 - Tanto impegno, ma di fronte ai suoi due compagni di reparto è un po' in ombra. Maksimovic aiuta Bovo e allora il brasiliano è sufficiente, ma non straripante.

Krsticic 6 - Si vede poco: il necessario.
Bergessio s.v. - Giusto il modo per fargli prendere un applauso alla prima al Ferraris.
Romagnoli s.v. - Sostituisce l'acciaccato Gastaldello negli ultimi 10' e se la cava bene.

Ora ci sarà la trasferta di Reggio Emilia, dove la Samp troverà il Sassuolo. I neroverdi sono reduci da un'altra batosta con l'Inter (sempre per 7-0) e saranno senza Berardi, che attende una lunga squalifica dopo la gomitata a Juan Jesus. Guai a sottovalutare comunque gli emiliani, che hanno fatto un buon mercato e che non credo soffriranno come l'anno scorso per salvarsi. Intanto, la Samp tenta il volo: l'energia è al potere, per l'immaginazione ci sarà tempo.

La Samp esulta dopo il 2-0 contro il Torino: prima vittoria in campionato.

07 settembre 2014

Quanto tempo.

Il campionato è iniziato, ma nel frattempo abbiamo detto arrivederci al calciomercato estivo. Si ritornerà a parlare di trasferimenti in inverno. Anzi, in realtà non si smette mai, ma tant'è che la Serie A e il campo ora chiedono spazio. E dopo il pareggio raggiunto in inferiorità numerica a Palermo, ora si può tentare di fare un bilancio sul mercato della Samp. Un buon mercato, come quelli che non si vedevano da anni: i migliori risultati sono stati ottenuti sopratutto in uscita.

Gonzalo Bergessio, 29 anni, arrivato per tre milioni di euro dal Catania.

MOVIMENTI IN ENTRATA - voto 6.5
La giusta media tra il 6 del mercato per la prima squadra e l'8 per quello della Primavera. Lasciatemi subito lodare Riccardo Pecini, tornato alla Samp dopo l'esperienza al Monaco. La Primavera blucerchiata sarà una delle favorite per la prossima stagione: gli acquisti di Barry, Blanco (dal Real Madrid...) e Baumgartner saranno utilissimi. Se avesse anche riportato Manaj all'ovile e Babic da subito, sarebbe stato un mercato giovanile con i botti.
In entrata si è fatto tanto. Magari con poca inventiva - tranne i colpi Campaña e Djordjevic - ma si è rimediato ciò che Mihajlovic aveva richiesto. La Samp ha innanzitutto un nuovo portiere, quell'Emiliano Viviano che ha passato l'ultimo anno in tribuna all'Emirates Stadium. La formula prevede un prestito con diritto di riscatto a quattro milioni: tanti, ma Mihajlovic crede nel ragazzo. Dietro sono arrivati anche Alessio Romagnoli, centrale della Roma, e Matias Silvestre, difensore dell'Inter. Entrambi sono arrivati in prestito, sebbene per Romagnoli è un'opzione per valorizzare l'investimento su di lui. Silvestre vedrà scadere il suo contratto a giugno, perciò potrebbe legarsi alla Samp da febbraio prossimo. Il nuovo vice-De Silvestri sarà Fabrizio Cacciatore, lasciato libero inspiegabilmente dopo un buon campionato con l'Hellas Verona.
Diverso il discorso a centrocampo, dove c'erano già interpreti fissi. Si è deciso di puntellare il tutto con il ritorno di Luca Rizzo dal Modena: un sogno per il ragazzo, genovese e doriano. In più, la Samp si è assicurata anche il prestito biennale di Alfred Duncan dell'Inter: un peccato che non ci sia un qualche riscatto sul ghanese, che ha fatto bene nell'anno e mezzo a Livorno. Davanti, visti gli intoccabili Eder e Gabbiadini, pochi i ritocchi. Mancava un centravanti alternativo a Okaka ed è arrivato Gonzalo Bergessio: tre milioni di euro al Catania e un usato sicuro per la Samp, visto che l'argentino ha realizzato già 35 gol in A con la maglia degli etnei. Poi il ritorno di Francesco Fedato dal Catania e l'arrivo all'ultimo minuto di Luka Djordjevic (interessante, ma chissà quanto spazio potrà mai trovare...).
Il buon lavoro è stato fatto nella fase di comproprietà: riscattati Cacciatore e Regini, preso Salamon nell'affare Poli, acquistata la metà di De Silvestri (finalmente!). In più, Gabbiadini è stato trattenuto, nonostante la Juventus forse avrebbe voluto riportare l'attaccante a Torino. Ma il numero 11 blucerchiato voleva giocare e ha prevalso il rinnovo della compartecipazione. Il doppio scambio con il Parma ha portato Djamel Mesbah e Marco Marchionni: saranno utili nella turn-over. Rimane il rimpianto Balanta: venti giorni per arrivare a un buco nell'acqua. Peccato: sarebbe stato una plusvalenza sicura.

Shkodran Mustafi, 22 anni, ha salutato la Samp ed è approdato a Valencia.

MOVIMENTI IN USCITA - voto 8
I veri botti sono stati qui. L'uscita principale è stata quella di Shkodran Mustafi, che ha salutato la Samp dopo esser diventato campione del Mondo con la Germania. Un buon affare quello realizzato con il Valencia: otto milioni più due di bonus. Senza contare un'amichevole la prossima estate con il club spagnolo e una percentuale sulla prossima vendita. Mi aspettavo una squadra della Bundesliga pronta a prelevare il ragazzo, ma alla fine è andata comunque bene.
Il vero capolavoro di Osti è stato liberarsi di tutti quei pesi rimasti e di riuscire a mandare quasi tutti i giovani in prestito. Addio immediato a Massimo Maccarone ed Emanuele Testardi, entrambi lasciati liberi di scegliersi una prossima destinazione. Fiorillo è diventato bianconero per metà, ma il prestito al Pescara gli farà bene: sarà protagonista. Via per una stagione anche Falcone al Como, Tozzo e Corazza al Novara, Salamon al Pescara, Lombardo jr. alla Cremonese, Martinelli e Beltrame al Modena e Sampietro all'Ancona. Tutte operazioni che faranno crescere questi ragazzi, sebbene mi sarei tenuto Corazza in B: il ragazzo ha fatto molto bene al Sud Tirol, meritava qualcosa in più della Lega Pro.
Nei prestiti sono rientrati anche giocatori che non hanno trovato una sistemazione definitiva: Eramo e Gavazzi alla Ternana, Volta al Cesena, Rodriguez al Gremio (quanti rimpianti su questo ragazzo: non sapremo mai se era veramente un pacco). Due casi particolari tra le cessioni temporanee. Il primo è quello di José Campaña: lo spagnolo era arrivato dal Crystal Palace per poco più di un milione di euro, ma alla fine è andato al Porto in prestito con diritto di riscatto a tre milioni. Un modo soffice per sottolineare la bocciatura di Mihajlovic o semplicemente il sacrificato tra gli otto a centrocampo per tre posti? Chi lo sa. Fatto sta che tutti ci guadagnano qualcosa. Infine Federico Piovaccari: niente ritorno in Romania per lui, visto che la Steaua non poteva permettersi un riscatto. E così è arrivata la proposta dell'Eibar in Liga, buona per tutti. Il club spagnolo pagherà quasi tutti i 700 mila euro dell'ingaggio di Piovaccari, il giocatore farà un'esperienza importante e la Samp risparmierà molto dell'ultimo anno di contratto con l'attaccante.
Sulle cessioni definitive, si è accumulato un gruzzoletto con i giocatori che non erano più nei piani di Mihajlovic: Berardi al Leeds, Rossini al Sassuolo, Signori al Modena, Bjarnason di ritorno a Pescara, Gentsoglou all'Ertegolis, Renan all'Al-Nasr. Poli riscattato definitivamente dal Milan, così come Icardi dall'Inter e Biabiany dal Parma. Con i ducali si sono intavolati anche i due scambi di sopra, che hanno portato Costa e Juan Antonio in Emilia. Perché allora non un bel 10 a questo mercato in uscita? Perché è mancata la risoluzione del caso più spinoso: Sergio Romero rimane a Genova, insieme al suo contratto da un milione e 700 mila euro fino a giugno 2015. E così la mossa di cederlo al Monaco in prestito con diritto di riscatto nell'estate 2013 si è rivelata un clamoroso autogol, che l'argentino - inssieme al suo procuratore Mino Raiola - han sfruttato per rifiutare qualunque proposta poco vantaggiosa (tecnicamente o economicamente). Peccato, altrimenti Osti l'avrebbero santificato.

Sergio Romero, 27 anni: alla fine l'argentino è rimasto a Genova.

02 settembre 2014

Ripartenza col botto.

L'estate 2014 sarà ricordata come rivoluzionaria per la Sampdoria. Cambiata la proprietà, con l'uscita di scena della famiglia Garrone e l'ingresso di un istrionico e misterioso Massimo Ferrero. Cambiate alcune facce in squadra, dove sono arrivati sopratutto Bergessio, Viviano e Silvestre, più una serie di acquisti complementari. Sarà l'ultima stagione per molti "pesi" di mercato. La garanzia? Sinisa Mihajlovic, sempre in panchina. E la prima di campionato si è conclusa con un pareggio allo scadere a Palermo.

Massimo Ferrero, 63 anni, è il nuovo presidente della Samp da giugno.

La partita di Palermo ha dimostrato che la Samp per lo meno avrà una nuova dote nella stagione 2014-15: la grinta, che è sembrata mancare nell'ultima parte della scorsa annata, quando la Samp si è sciolta nel finale del campionato. Scesi in campo con pochi difensori (Romagnoli non era ancora arrivato e Silvestre aveva alle spalle un solo allenamento), i ragazzi di Mihajlovic affrontavano nuovamente Beppe Iachini, il tecnico della promozione ai play-off nel 2011-12. Dal canto suo, il Palermo era e probabilmente rimane un cantiere aperto, in attesa di una salvezza che appare l'unico obiettivo possibile quest'anno. Troppi volti nuovi in Sicilia per sperare in qualcosa di più del mantenimento della categoria.
Partiti piano, i blucerchiati hanno subito il gol del vantaggio rosanero da parte di Dybala. Curiosità: l'attaccante argentino ha segnato solo quattro gol in Serie A, ma tre di questi contro la Sampdoria e tutti al Barbera. Un Dybala scatenato e che ha fatto scattare in Mihajlovic il paragone con Messi, vista la forma del numero 9 del club siciliano. Una Samp un po' contratta, che poi ha perso anche Regini, schierato per l'occasione da difensore centrale. L'ex Empoli si è reso protagonista di due gialli in pochi minuti, prima per un fallo su Dybala e poi per un involontario, ma chiaro fallo di mano. Un inizio non brillante quello del terzino della Samp.
Al riposo sotto 1-0, i blucerchiati non sono riuscito a spezzare di molto l'andamento della gara. Silvestre per Sansone è servito a dare più equilibrio alla difesa, ma il cambio Bergessio per Palombo aveva l'intenzione di ribaltare il risultato. Anche perché il Palermo non ha spinto molto, nonostante il vantaggio sia nel punteggio che negli uomini in campo. Poi la Samp ha trovato il guizzo di grinta nel finale: su corner De Silvestri ha spizzato il pallone sul secondo palo, dove Gastaldello ha concluso in rete. Un pareggio raggiunto al 91', seguito da un grande abbraccio di gruppo, a manifestare come la squadra remi tutta nella stessa direzione. Una situazione molto differente rispetto a quanto verificatosi lo scorso anno, quando la compagine blucerchiata partì in panchina con Delio Rossi e i giocatori - mesi dopo - dimostrarono come fosse complicato seguire l'ex allenatore di Lazio e Palermo.


Il mercato, chiusosi ieri, ha portato qualche novità. La Samp ha soddisfatto tutte le esigenze di Sinisa Mihajlovic, che voleva una squadra completa e ha ricevuto in cambio ciò che aveva chiesto al neo-presidente Ferrero. I due si stimano: sopratutto è il numero uno blucerchiato ad ammirare il tecnico serbo, come ha ribadito più volte durante quest'estate. Si parla di amore puro. Se la stagione andrà come sperano in società (Ferrero ha parlato apertamente di Europa, Mihajlovic di parte sinistra della classifica), è probabile che l'allenatore blucerchiato lasci Genova e si alzi di livello. Del resto, Mihajlovic era il candidato a sostituire Conte a maggio sulla panchina della Juventus.
Del mercato parlerò meglio nei prossimi giorni, ma tante situazioni sono state risolte. Specie in uscita, si è fatto un grande mercato: è mancata la sistemazione di Sergio Romero, ma a questo ha contribuito l'argentino, che ha rifiutato tutte le destinazioni proposte. Nonostante gli sforzi di Mino Raiola (c'è sempre lui dietro queste situazioni), il portiere della Selecciòn non ha trovato un altro "posto di lavoro" degno della sua grandezza. Che andrebbe un filino ridimensionata. Quando è arrivato alla Samp, Romero è stato effettivamente un grandissimo colpo. Ma dopo il finale della stagione 2012-13 e l'anno di panca al Monaco, onestamente non si capisce cosa pretenda l'estremo difensore della nazionale argentina. Romero ora farà il terzo portiere a Genova: sarà contento lui, un po' meno la società, costretta a pagare un milione e 700 mila euro d'ingaggio a un giocatore che probabilmente neanche vedrà la panchina.
Infine, Massimo Ferrero. Quando arrivò in quel pomeriggio di metà giugno in cui rilevò la Samp da Edoardo Garrone, fu tutto molto improvviso. Pochi conoscevano il suo profilo e ciò che faceva nella vita: produttore cinematografico, gestore di multisale romane ed ex attore. Ma sopratutto un personaggio istrionico e tutto da scoprire. Personalmente non ne sono entusiasta. I tifosi della Samp hanno visto la questione in maniera dicotomica: meglio un Ferrero che scatena le risate di quelli di Sky, ma fa un ottimo mercato e costruisce la squadra per il volere di Mihajlovic, o un Garrone signorile, ma incredibilmente sintetico nelle operazioni di mercato? Qui manca la terza opzione: la verità è che io avrei preferito un presidente alla Tommaso Ghirardi, una persona misurata ma capace di riportare il Parma in Europa (sebbene poi il Torino abbia beneficiato del posto in Europa League). Evidentemente l'Italia è destinata a rimanere un paese di scontri da all or nothing, anche su queste misere questioni. In ogni caso, è stata una ripartenza con il botto. Con la speranza che i fuochi d'artificio di questa stagione non siano finiti qui.

Sinisa Mihajlovic, 45 anni, seconda stagione da tecnico blucerchiato.