25 maggio 2015

Tecnicismi senz'anima.

Sono anche stanco di ripetermi. Comincio a pensare che ci sia un fraintendimento sul concetto di "gara della vita". Già, perché chi gioca una partita come quella del Castellani non può aver mai sentito quelle parole: la Samp acciuffa in extremis un pareggio nell'ultima trasferta della stagione contro un Empoli tutt'altro che in vacanza. E Sarri si prende i suoi meritati applausi.

Massimo Ferrero, 63 anni, in festa prima della gara del Castellani.

Per l'ultima uscita in trasferta del campionato, Sinisa Mihajlovic si affida come al solito al 4-3-1-2, ma stavolta cambia un uomo davanti. La condizione di Samuel Eto'o è pessima, perciò il tecnico punta sulla sorpresa: dentro dal 1' Luka Djordjevic, montenegrino classe '94. Una mossa che personalmente ho approvato. Con il centrocampo statico di questi tempi, mettere un attaccante mobile è un'alternativa migliore di Okaka o Bergessio. L'Empoli fa qualche cambio negli uomini, ma conferma il 4-3-1-2 marchio di fabbrica.
Il primo tempo della Samp è inesistente. Non si può dire che non sia mai capitato che gli uomini di Mihajlovic abbiano regalato 45 minuti agli avversari, ma così brutti non era ancora capitato. L'Empoli ha l'occasione subito per passare in vantaggio: un indisturbato Rugani stacca di testa su corner, ma fortunatamente becca Pucciarelli. Un minuto dopo, è Vecino a centrare la traversa con un bel piatto dal limite dell'area. La Samp osserva, mentre la squadra di Sarri mantiene il pallino del gioco e avanza a fiammate. Viviano interviene su Saponara e Maccarone, poi Romagnoli e Regini spazzano due situazioni pericolose. Nel finale, Maccarone ha una palla d'oro al centro dell'area, ma spara clamorosamente alto.
Se il primo tempo è stato una tragedia greca, il secondo - almeno all'inizio - non cambia lo scenario. L'Empoli è sempre padrone del campo, seppur con meno intensità rispetto alla prima frazione. Al 57' arriva il vantaggio dei padroni di casa: Maccarone lancia in velocità Pucciarelli, che supera in corsa Romagnoli e batte Viviano per l'1-0. Da lì l'Empoli finisce la benzina e molla l'intensità avuta fin lì. La Samp effettua tre cambi, ma non accade nulla fino ai 20' finali: comincia un vero e proprio assalto alla porta empolese.
La prima occasione arriva al 76', quando Correa (abbastanza ispirato) centra Bassi su un "rigore in movimento" creato da Duncan. Poi è De Silvestri di testa su corner a impensierire il portiere dell'Empoli, così come fa Soriano qualche minuto dopo. Eto'o avrebbe la palla del pareggio su un ottimo assist di Correa, ma il camerunense manca l'appuntamento di qualche centimetro. Solo al 91' arriva la zampata vincente: Muriel serve Eto'o al limite dell'area e il numero 99 blucerchiato si gira dal limite. Barba è ancora inesperto e Bassi non vede la palla: sfera in rete per l'1-1 definitivo. Il punto è importante, ma non cancella una prestazione sconcertante al Castellani.

Sinisa Mihajlovic, 46 anni, e Maurizio Sarri, 56: pareggio tra i due.

Viviano 6; De Silvestri 5.5, Romagnoli 5.5, Silvestre 6, Regini 5.5; Acquah 5 (dal 30' s.t. Correa 6.5), Palombo 5.5 (dal 20' s.t. Duncan 6.5), Obiang 5.5; Soriano 5.5; Muriel 5, Djordjevic 5 (dal 10' s.t. Eto'o 6).

Al fischio finale del Castellani, mi rendo conto che il pensiero di molti tifosi blucerchiati è corso al Genoa: sorpasso definitivo, -4 dai rossoblu ormai imprendibili. Vero che la licenza Uefa non arriverà mai, però il cruccio rimane. Rimane sopratutto il paragone di due situazioni simili ma con risultati diversi. Mihajlovic ha visto partire Gabbiadini, Sansone e Fedato a gennaio, lamentandosi molto e ricevendo Muriel ed Eto'o. Gasperini ha visto partire Matri e Pinilla, ma si è rimboccato le maniche e ha lavorato su Niang e Borriello. Non credo di esser stato l'unico ad aver avuto questa sensazione dopo la gara di ieri.
Ora la corsa per l'Europa League è praticamente segnata: il Torino non può raggiungere più la Samp dopo la sconfitta per 3-0 contro il Milan a San Siro. Questo vuol dire che i blucerchiati arriveranno almeno ottavi ed eviteranno un turno di Coppa Italia in più. Se mi avessero pronosticato quest'arrivo a fine anno, avrei messo la firma con il sangue. L'Inter ha ancora una possibilità di agganciare la Samp: se il Parma vince al Ferraris e l'Inter batte l'Empoli, ci sarà il sorpasso per differenza reti. Tuttavia, la possibilità è ridotta al lumicino: più facile che Sarri fermi Mancini, perché il Parma ha fatto sei punti quest'anno in trasferta.
La cosa incredibile è questa: la Samp - dopo la vittoria con l'Inter a metà marzo - aveva 11 punti sui nerazzurri e il quarto posto in mano. Oggi piangiamo per un settimo e per la sola vittoria con l'Udinese ottenuta in nove gare. Non meritiamo l'Europa sul campo: è stata una buonissima stagione, ma gli ultimi due mesi l'hanno rovinata. Forse molti dei ragazzi erano poco pronti per questi obiettivi. Forse l'allenatore ha pensato più al futuro lontano che a quello prossimo. Forse si è puntato al sole per cadere inesorabilmente (ricordo Mihajlovic nel pre-Cesena: «La Samp non ha una rosa da Champions, ma battendo il Cesena possiamo provarci»). Chissà.
Ora c'è il Parma. Forse poco importa a molti, ma serve un punto per confermare il settimo posto. Mi aspetto una gara decente - non straordinaria - per l'ultima di campionato. Sarà probabilmente Europa League, ma da esultare ci sarà fino a un certo punto. Il futuro? Spero si chiami Maurizio Sarri, applaudito ieri da un intero stadio con il quale ha vissuto una quasi retrocessione in Lega Pro, la promozione dalla B e poi un anno straordinario in A. Ieri persino Samuel Eto'o si è fermato a complimentarsi: chissà che non l'abbia scambiato per il nostro allenatore dal 1° luglio.

Samuel Eto'o, 34 anni, al secondo gol in blucerchiato.

17 maggio 2015

Per demeriti altrui.

Cosa non si fa per evitare quest'Europa League? Pare fatto apposta. L'Inter viene fermato dalla Juve-B, il Genoa rischia di non poterla disputare per mancanza di licenza Uefa e la Samp non vuole esser da meno. Solo così si può spiegare l'1-0 della Lazio al Ferraris, la seconda sconfitta consecutiva in casa e una prestazione sconcertante dei blucerchiati nella ripresa.

Felipe Anderson, 22 anni, devastante come suo solito.

La Samp si presenta in un Ferraris carico per quella che dev'essere la gara dell'anno. L'hashtag lanciato dalla società - #IoCiSono - dimostra come tutti capiscano che questa partita conta più delle altre. Il 4-3-1-2 delle ultime uscite è confermato, con Soriano dietro al duo Muriel-Eto'o; fuori Duncan, rientra Obiang dalla squalifica, così come Romagnoli e De Silvestri. La Lazio, incerottata e con quattro assenze importanti, punta su Ciani e Gentiletti come coppia centrale di difesa. Davanti i soliti tre: F. Anderson, Candreva e Klose.
I primi 20' sono a marca ospite: di occasioni veramente pericolose non ce ne sono, ma la Lazio tiene spesso il pallone, mentre la Samp fatica a recuperarlo. Prima Parolo, poi Candreva cercano di impensierire Viviano senza riuscirci. La Samp ha il primo spunto al 22', quando un colpo di testa di Soriano va alto di poco. L'ultimo lampo ospite è al 30' ed è di quelli che fa male: contropiede in campo aperto, Felipe Anderson mette in mezzo e Romagnoli rinvia male. Fortunatamente Viviano ha un buon riflesso e salva prima che la palla finisca in porta.
Da lì, è solo Samp. Un minuto dopo, Muriel serve in profondità Soriano, ma il destro del numero 21 blucerchiato è largo di poco. Ancora Samp al 38', quando su un'azione dei padroni di casa Gentiletti rischia il clamoroso autogol. La più clamorosa occasione per la squadra di Mihajlovic arriva al 43': grande discesa di De Silvestri, cross in mezzo e Obiang ha lo specchio della porta spalancato, ma riesce a mandare alto. È la seconda grossa chance da gol che si mangia dopo quella contro il Genoa nel derby di ritorno.
Al riposo, l'inerzia cambia. La Samp ha altri cinque minuti di vita, con un'altra gigantesca chance. Al 47' Eto'o viene lanciato in campo aperto, sfruttando il fuorigioco sbagliato da Ciani. Il camerunense è solo davanti a Berisha, ma riesce a non centrare la porta. Disperazione della Gradinata Sud e del 99, che spreca quella che è l'ultima occasione della gara. Da quel momento in poi, la Samp non tirerà più in porta per tutto il resto del secondo tempo.
Sei minuti dopo, l'episodio incriminato dell'1-0 ospite. Su corner, Regini si perde ingenuamente Gentiletti: il terzino blucerchiato prova a raddoppiare Ciani, già controllato da De Silvestri. Un errore grave, che lascia l'argentino della Lazio libero di colpire (male) verso la porta. Viviano potrebbe tentare la parata, se non fosse che è trattenuto da Klose al centro dell'area piccola. Quando il pallone è praticamente sulla linea di porta, il portiere di casa viene lasciato dal tedesco e non può intervenire. Non basta un intervento alla disperata di Eto'o: 1-0 Lazio.
Nonostante la girandola di cambi (dentro Rizzo, Bergessio e Okaka), non c'è nulla da fare. La Lazio gestisce il vantaggio da grande squadra e potrebbe raddoppiare a più riprese. Al 69' Candreva spara un gran destro di controbalzo, ma il pallone è fuori di poco. Quattro minuti più tardi, un'altra ingenuità di Palombo (pessimo ieri sera) regala a Felipe Anderson la chance del 2-0, ma Silvestre ci mette una pezza. Infine, anche Djordjevic potrebbe fare 2-0 in contropiede, ma la sua conclusione a botta sicura viene salvata dal provvidenziale fianco di Rizzo. Finisce 1-0 per la Lazio, che sogna ancora la Champions. Per la Samp c'è da pensare a Empoli.

Samuel Eto'o, 34 anni, alla peggior prestazione con la Samp.

Viviano 6; De Silvestri 5.5, Silvestre 6.5, Romagnoli 6.5, Regini 5; Acquah 6 (dal 16' s.t. Rizzo 6), Palombo 4.5 (dal 36' s.t. Okaka s.v.), Obiang 5; Soriano 6; Muriel 5, Eto'o 4.5 (dal 16' s.t. Bergessio 5.5) - già pubblicate su SampNews24

La partita è stata quindi molto amara. La Samp ha tenuto bene nei primi 45', sebbene una Lazio incerottata abbia fatto vedere come ci siano comunque galassie di distanza tra la squadra di Mihajlovic e quella di Pioli. Dopo il clamoroso errore di Eto'o, la Samp è sparita dal campo: non si registra un tiro a favore dei blucerchiati in tutta la ripresa. Una vergogna, specie se ti giochi l'Europa e carichi la partita dicendo che è quella dell'anno.
Non posso nemmeno schierarmi con i miei tifosi in questo caso. Ma questo è un discorso rivolto più in generale ai tifosi di calcio, che sto cominciando a capire sempre meno. Incredibile l'onda di lamentele in seguito al vantaggio della Juve nella partita d'andata, ottenuto battendo un corner fuori dalla lunetta. Ricordo dei «Ladri!» e vari insulti. In questa gara, invece, nonostante il fallo di Klose su Viviano nell'azione del gol-vittoria, c'è anche chi si arrabbia se glielo ricordi. Come se il fatto che la Lazio abbia giocato meglio implica che la rete dell'1-0 possa esser segnata irregolarmente... allargo le braccia e proseguo.
Nulla da dire, invece, sulla Lazio. All'andata mi avevano impressionato e avevo già detto come fosse una delle squadre che meglio si esprimeva in questo campionato. A 19 giornate di distanza, confermo quanto detto. Nonostante le assenze di Biglia, De Vrij, Mauricio e Marchetti, i biancocelesti hanno giocato compatti. Hanno rischiato nel primo tempo, ma dopo il gol irregolare hanno legittimato il vantaggio avendo almeno tre occasioni gigantesche per chiudere la pratica.
E qui veniamo alla Samp: come può sperare di andare in Europa League una squadra che non riesce a superare il "roccioso" duo Ciani-Novaretti con Muriel-Eto'o? O una compagine che ha vinto l'ultima gara in casa due mesi fa, facendo due punti nelle ultime quattro al Ferraris? Nessuno vuole l'impossibile da Sinisa Mihajlovic. Mi sono già accorto da tempo che questa squadra è in questa posizione europea perché è stata impostata in una certa maniera. Certo che cadere a cento metri dal traguardo farebbe male. Troppo male.
La corsa all'Europa League prosegue. L'Inter ieri ha perso contro la Juventus, dimostrando la fragilità in casa (11° in questa graduatoria: 25 punti in 18 gare a San Siro!). Ora i nerazzurri sono attesi dal Genoa fuori casa e dall'ultima contro l'Empoli al Meazza. Sei punti non sono impossibili, ma potrebbero non bastare più. Il Genoa, come detto, è al centro di un caso: la licenza Uefa non è stata concessa e potrebbe non arrivare mai. Oggi c'è la possibilità del sorpasso rossoblu a Bergamo, ma all'Atalanta serve ancora un punto per festeggiare la salvezza. E noi? Abbiamo la trasferta di Empoli e il Parma in casa. Chissà, forse finiremo in Europa League, ma per demeriti altrui.

Il gol (irregolare) di Santiago Gentiletti, 30 anni, che vale la vittoria ospite.

11 maggio 2015

Finalmente.

Ci sono volute sei partite, ma alla fine ce l'abbiamo fatta: la Samp torna alla vittoria in quel di Udine, proprio nel campo sul quale non vinceva da ben cinque anni. Il 4-1 finale è persino troppo stretto per quanto fatto dal Doria contro l'Udinese, ma alla fine l'importante è aver riabbracciato i tre punti in un momento così importante della stagione.

Alfred Duncan, 22 anni, al primo gol in blucerchiato.

La Samp si presenta dopo sei partite senza vittoria: una striscia così in A non era mai capitata alla squadra di Sinisa Mihajlovic, che opta per il solito 4-3-1-2, con Soriano dietro la coppia Eto'o-Muriel. Le squalifiche di De Silvestri, Romagnoli e Obiang costringono a diversi correttivi: dentro Wszolek, Muñoz e Acquah. Diverso lo scenario dell'Udinese di Stramaccioni, ormai salva dopo la vittoria sul campo dell'Hellas e intenzionata a celebrare i 206 gol di Di Natale.
Lo si vede nel primo tempo, quando in campo c'è solo la Sampdoria. Al 17' Palombo spaventa Karnezis dalla distanza, poi il portiere greco è costretto a salvare due volte su Eto'o. Ma il gol è dietro l'angolo: al 24', grande percussione di Wszolek, che salta Guillherme e mette in mezzo, dove Soriano appoggia facile facile l'1-0. Vantaggio meritato, nonché legittimato dal resto del primo tempo: Duncan di testa sfiora il 2-0. L'Udinese si vede solo con una conclusione dalla distanza di Guillherme e un colpo di testa alto di Geijo.
La ripresa inizia con un altro tono. La Samp è sempre pericolosa quando i padroni di casa lasciano tanti spazi, ma l'Udinese - complice l'entrata in campo di Thereau per Geijo - ha un passo migliore. Gli ospiti hanno una tripla occasione al 50': Karnezis devia la conclusione di Muriel, Duncan coglie il palo sulla ribattuta e il colombiano tira centralmente, ma trova Domizzi sulla linea. Lì l'Udinese ha l'unica finestra in cui pareggiare: viene annullato un gol a Thereau e Widmer centra il palo da buona posizione. Intanto Eto'o ha lasciato spazio a Djordjevic, che con un passo di danza non castiga Karnezis a campo aperto.
Fortunatamente per gli ospiti, il 2-0 è dietro l'angolo. Su corner, Djordjevic stoppa la palla, salta Danilo con una finta e mette in mezzo per Soriano, che raddoppia il bottino personale e quello della Samp. Lì la partita finisce e l'Udinese non crea più un pericolo che si possa definir tale. Ancora Djordjevic potrebbe triplicare, ma stavolta è Karnezis a superarsi, mettendo in corner la conclusione del 27 blucerchiato. Poi è Acquah a sprecare il 3-0 con una conclusione larga dal dischetto del rigore in area friulana.
Gli ultimi 10', però, la Samp si decide finalmente a dilagare. Al 79', Duncan serve in campo aperto Acquah, che corre fino da Karnezis senza opposizione e lo fulmina per il 3-0. All'88', invece, Duncan sfrutta un corridoio centrale e conclude dopo l'assist di Muriel: l'esultanza infastidisce anche Totò Di Natale, che nel frattempo ha segnato il gol del momentaneo 1-3 su un rigore discutibile concesso dall'arbitro. Finisce qui: per l'Udinese si prevedono tre giornate difficili (con quest'atteggiamento), per la Samp continua la corsa europea.

Luka Djordjevic, 20 anni, entrato bene ieri al Friuli al posto di Eto'o.

Viviano 6; Wszolek 6.5 (dal 29' s.t. Cacciatore s.v.), Muñoz 6, Silvestre 7, Regini 6.5 (dal 35' s.t. Coda s.v.); Acquah 7.5, Palombo 6, Duncan 7; Soriano 7; Eto'o 6 (dal 10' s.t. Djordjevic 6), Muriel 6 - già pubblicate su SampNews24

Grande vittoria, ma c'è da fare una precisazione. L'Udinese vista ieri al Friuli è sembrata una squadra talmente molle che l'appellativo "in vacanza" è forse un complimento. Quasi mai pericolosa per tutto il primo tempo, si è svegliata solo dopo l'entrata in campo di Thereau, sicuramente il migliore tra i friulani. Il gol annullato al francese forse è regolare, ma la verità è che un risultato diverso dalla vittoria blucerchiata sarebbe stato ingiusto.
C'è da rallegrarsi sopratutto perché finalmente ci sono state tante occasioni da gol: almeno 20 i tiri della Samp nella gara di ieri, di cui 11 in porta. Peccato che l'imprecisione sia costata almeno un paio di gol, sopratutto nella ripresa e dopo il 2-0 di Soriano. In quel momento, l'Udinese si è aperta e ha lasciato diversi contropiedi alla Samp, che non ne ha saputo approfittare. Clamorosa la molteplice occasione sprecata al 50', dove Muriel ha dimostrato perché - nonostante capacità tecniche spaventosa - latiti in cattiveria.
Tra i giocatori, voglio lodare Luka Djordjevic: non era facile entrare a gara in corso, alla seconda in campionato, sapendo che in panchina stanno tenendo Bergessio e Okaka al tuo posto. Ma la verità è che Mihajlovic aveva probabilmente capito che l'Udinese avrebbe lasciato spazio importanti nel tentativo di recuperare e il montenegrino ha sfruttato l'occasione. Ok, si è mangiato due gol, ma il 2-0 di Soriano è per metà suo. Impressionante anche il duo ghanese: Acquah ha giocato la miglior partita con la Samp, mentre Duncan è destinato a un grande futuro.
Ora sabato ci sarà la Lazio al Ferraris. I biancocelesti sono reduci da un'altra sconfitta, 2-1 in casa contro l'Inter. La partita dei capitolini è stata comunque lodevole, perché ha resistito nonostante la doppia inferiorità numerica. Molti sperano di vincere, ma anche un punto andrebbe bene. Anche perché poi le due gare più importanti arriveranno dopo: trasferta a Empoli il 24 maggio, ultima in casa contro il Parma il 31. Lì ci si gioca l'Europa League: attendendo Genoa-Torino di stasera, penso di esser ragionevole se dico che con sette punti saremo in Europa l'anno prossimo. Intanto godiamoci questa vittoria. Finalmente!

Afriyie Acquah, 23 anni, devastante nel secondo tempo di Udine.

03 maggio 2015

All'ultimo scatto.

Dovevano arrivare dei punti, invece è giunta un'altrasconfitta: la terza nelle ultime sei gare, con un bilancio di tre punti nell'ultimo mese. La Samp si allontana ancora dalla zona Europa League dopo l'1-0 contro la Juve al Ferraris: i bianconeri sono campioni d'Italia per la quarta volta consecutiva, mentre i blucerchiati attendono i risultati odierni delle avversarie per la corsa all'Europa.

La Gradinata Sud, ancora una volta presente ieri per la sfida alla Juve.

Diverso dalla vigilia l'atteggiamento della Juve: con il Real Madrid da sfidare martedì, Allegri rischia tutto. Nonostante gli basti un punto per vincere lo scudetto, il tecnico della Juve schiera praticamente tutti i titolari, con solo Pirlo in panchina. Mihajlovic si affida al 4-3-1-2 già visto contro l'Hellas, con molti cambi e la coppia Muriel-Eto'o davanti, per la prima volta dall'inizio come centravanti. Soriano agisce alle spalle del duo d'attacco.
L'inizio è nettamente a favore della Samp, che pressa alto e prova a metter pressione agli ospiti. Bastano 29 secondi a Soriano per andare subito al tiro, ma il suo destro è alto. Di poco fuori anche la conclusione di Obiang al 9', con Buffon che valuta il pallone fuori. Al 12', la Samp ha un'occasione clamorosa: contropiede due contro due, Eto'o serve Muriel leggermente lungo in area e il colombiano non c'arriva. Da quel momento, la Samp sparisce dalla zona offensiva e lascia l'iniziativa ai campioni d'Italia uscenti.
Llorente ci prova un paio di volte di testa, ma non impensierisce Viviano. Anche Vidal ha una buona occasione al 31', ma il suo tiro è centrale. Purtroppo, il gol bianconero è dietro l'angolo. Al 31', Lichtsteiner viene lasciato colpevolmente libero di crossare da Mesbah: Rizzo si perde Vidal e anche Llorente è solo al centro dell'area. La palla arriva al cileno, che insacca sull'altro palo il gol del definitivo 1-0 ospite. La Samp non ha nessuna reazione e si va all'intervallo con i padroni di casa in svantaggio.
Il tanto nervosismo produce un secondo tempo peggiore dei primi 45': la Samp è contratta e non riesce a gestire il pallone in avanti, mentre la Juve fa un gran giro-palla per far passare il tempo. Ciò nonostante, fioccano le occasioni per i bianconeri: Tevez costringe Viviano ad allungarsi in corner e anche Marchisio ha spazio per provarci. Dal canto suo, la Samp ha una mega occasione con Bergessio al 64': l'argentino - neo-entrato al posto di Rizzo - è lanciato da Eto'o in area, ma tarda la conclusione e Bonucci lo costringe in corner.
Più passano i minuti, meno la Samp sembra avere la possibilità di pareggiare. La girandola di cambi non produce nulla, se non un sinistro di Duncan dalla distanza (bloccato da Buffon) e un mancino di Muriel (fuori). Tanti gialli, con la Samp che perde tre squalificati in vista della prossima partita a Udine. Intanto, la Juve può festeggiare al triplice fischio dell'arbitro: con questa vittoria, i bianconeri festeggiano il quarto titolo consecutivo.

La rabbia di Sinisa Mihajlovic, 45 anni, durante la gara.

Viviano 6; De Silvestri 5.5, Silvestre 6, Romagnoli 6, Mesbah 5.5 (dal 35' p.t. Regini 6); Rizzo 5 (dal 9' s.t. Bergessio 6), Palombo 5.5, Obiang 6 (dal 27' s.t. Duncan 6); Soriano 6.5; Eto'o 5, Muriel 5.5 - già pubblicate su SampNews24

Prima di qualsiasi analisi, voglio fare i complimenti alla Juve e anche una piccola critica al suo allenatore. Quando Conte ha mollato tutto nel luglio scorso, molti hanno pensato che fosse il momento buono per chiudere la dinastia bianconera. In effetti, nel contestato 3-2 dello Juventus Stadium contro la Roma a ottobre 2014, la sensazione c'era stata. Poi il resto del campionato ha cancellato quella speranza. La piccola critica ad Allegri è per la formazione schierata ieri. Bastava un punto, ma lui ha deciso di schierare (quasi) tutti i titolari. Era proprio necessario, con la sfida al Real Madrid a tre giorni da quella di Genova?
Intanto la Samp ha i suoi problemi. Tre punti in sei gare, nessuna vittoria: un digiuno così non c'era mai stato quest'anno in A. Eppure stavolta Mihajlovic ha schierato Eto'o e Muriel davanti, disimpegnandoli dai compiti da terzino che i due hanno svolto diligentemente durante queste ultime gare. Tuttavia, il risultato finale è stato pessimo. Il camerunense è sembrato escluso dalla manovra e lontano dal gioco, mentre il colombiano va a sprazzi e deve trovare continuità. Altrimenti il rischio è che rimanga un eterno incompiuto.
Ora la corsa all'Europa League si complica. Oggi il Torino ospita l'ottimo Empoli, il Genoa va a Roma, la Fiorentina aspetta il Cesena al Franchi e persino l'Inter - tornata in corsa - può approfittarne giocando contro il Chievo a San Siro. Insomma, le concorrenti sono agguerrite e alcune di loro hanno un calendario migliore della Samp (leggi Torino e Fiorentina). Sarà durissima e per questo un'inversione di tendenza è necessaria.
A partire dal prossimo impegno, quando la Samp andrà a Udine per giocarsela contro la squadra di Stramaccioni. All'andata ci fu un 2-2 che portò la squadra di Mihajlovic al terzo posto, nonché l'ultimo gol di Gabbiadini in blucerchiato. Ora la Champions è un sogno impossibile da realizzare, ma c'è ancora spazio per l'Europa League. A patto di cambiare marcia. Perché cadere all'ultimo scatto sarebbe un'amarezza insopportabile.

Arturo Vidal, 27 anni, regala il 4° scudetto alla Juve con un suo gol.