01 giugno 2015

Europa amara.

Doveva essere un'ultima dell'anno piena di gioia, invece ha rischiato di trasformarsi in uno psicodramma. La Samp aveva bisogno di un punto per festeggiare un probabilissimo ingresso in Europa League. Il punto è arrivato, ma il Parma ha dimostrato di esserci in campo; ben diverso l'atteggiamento blucerchiato, con l'addio di Mihajlovic sullo sfondo.

I supporters blucerchiati, l'unica cosa da salvare ieri sera.

Diversi gli atteggiamenti con cui si sfidano le due squadre per questo finale di campionato. Il Parma ha già salutato i propri tifosi al Tardini nell'ultima gara casalinga contro l'Hellas Verona; la Samp, invece, deve fare meglio rispetto all'ultima uscita al Castellani di Empoli. La condizione fisico-psicologica è a pezzi, ma basta un punto per raggiungere l'Europa League. Per altro, va conquistato contro chi ha vinto la sua unica gara in trasferta a settembre 2014, quando il Parma vinse in rimonta contro il Chievo e con ben altro organico.
La Samp prende possesso del campo nei primi 15', ma senza grande convinzione. L'unico a tirare verso la porta di Mirante è Eto'o, che però non fa correre pericoli al Parma. Al contrario, gli ospiti guadagnano campo e fiducia: Nocerino impensierisce due volte la Samp, prima dalla distanza e poi di testa. I gialloblu hanno una clamorosa doppia occasione al 31': su cross di Cassani, Nocerino viene lasciato libero di colpire di testa e Viviano respinge. Sulla ribattuta, è José Mauri a provare il bolide dai 25 metri: la palla finisce sulla traversa e stavolta il portiere del Doria è fortunato. Arrivano anche i primi fischi di un frastornato pubblico blucerchiato.
Il primo tempo si chiude con l'unica seria occasione della Samp: Eto'o ha il solo sprazzo di classe della sua gara e serve l'accorrente Duncan, che è smarcato ma svirgola di sinistro il pallone del possibile 1-0. Al ritorno in campo, la Samp trova per lo meno il gol del vantaggio, seppur casualmente: al 54', Regini apre per Duncan su una ribattuta. Il ghanese mette in mezzo e Romagnoli la prende di nuca, battendo Mirante. Un bel regalo da parte del difensore, che potrebbe aver giocato la sua ultima gara con la Samp: alla Roma lo aspettano.
Tuttavia, i padroni di casa non spingono più. Una volta ottenuto il vantaggio, in casa Doria si pensa che la gara sia finita. Il Parma è nella sua metà campo, ma non si fa nulla per cercare il raddoppio. Così ci pensano gli ospiti ad approfittare di una distrazione per pareggiare: su rilancio di Mirante, Silvestre è rimasto in attacco e Romagnoli viene saltato da Palladino, che supera Viviano con un pallonetto. L'ex Genoa sente sempre aria di derby al Ferraris e i tifosi blucerchiati non esitano a riservargli cori per lo meno ostili.
Mentre l'Inter vince a San Siro contro l'Empoli, la Samp si tira ancora su con l'ultimo sforzo del suo campionato. Al 77' arriva il 2-1: su corner, Correa centra la traversa, ma la palla rimane in area. Romagnoli la rimette in area piccola, dove Eto'o manca l'intervento ma per fortuna c'è De Silvestri. Quarto gol del suo campionato, il difensore chiama a raccolta tutti per un gesto d'unità. Sarà la rete decisiva per i destini europei della Samp. Nel finale Varela purtroppo pareggia, lasciato colpevolmente solo da Eto'o e libero di battere Viviano di controbalzo. Ma almeno è arrivato ciò che serviva. L'unica cosa positiva di una serata di stanchezza.

I tifosi del Parma ringraziano Donadoni: è stato un anno difficile.

Viviano 6; De Silvestri 6, Silvestre 6, Romagnoli 6, Regini 6; Acquah 5 (dal 1' s.t. Correa 6.5), Obiang 5, Duncan 5.5 (dal 41' s.t. Palombo s.v.); Soriano 4.5; Eto'o 4.5, Muriel 5 (dal 29' s.t. Bergessio s.v.) - già pubblicate su SampNews24

Onestamente non mi aspettavo un'altra prova del genere. Quando Mihajlovic ha rinviato l'ennesimo allenamento in settimana, ho capito che la spia della benzina era finita, almeno a livello fisico. Ma psicologicamente speravo in una reazione: quanti di questi ragazzi ha giocato in Europa? Ve lo dico io: ben venti, ma circa un terzo l'hanno fatto da protagonisti. Pensavo che molti la volessero giocare.
In realtà, la squadra e la società hanno dato l'impressione di non volerci andare, almeno non così. A Ferrero non piace il fatto di partire dal 1° luglio (senza Muriel), alla squadra forse l'idea di vacanze brevi non aggrada. Ora però ci siamo e bisognerà fare del proprio meglio. Ripeto, è solo una sensazione. Ma molto forte, specie dopo aver visto le ultime gare. Il gol di Eto'o a Empoli si è rivelato più importante di quanto avevamo capito domenica scorsa.
Stupisce ancora di più la flemma mostrata ieri dalla squadra di fronte a un Parma che aveva fatto solo sei punti nelle precedenti 18 partite lontano dal Tardini. I gialloblu di Donadoni hanno accumulato una vittoria, quattro pareggi (con quello di ieri al Ferraris) e ben 14 sconfitte fuori casa. Eppure siamo andati vicini a regalare al Parma l'ultima gioia della loro storia in A, nonché il posto in Europa all'Inter. Il 2-2 è persino un risultato bugiardo, se pensiamo che gli ospiti hanno avuto più occasioni pur stando quasi esclusivamente nella loro metà campo.
E allora qualche colpa gravita anche su Sinisa Mihajlovic, che ieri ha salutato tutti. Lo ringrazio per questi 18 mesi, ma due frasi non vanno via dalla mia testa. La prima: «Ho saldato il mio debito con la Samp». Vero, ma di debiti saldati è meglio comunque parlare dopo l'ultima gara della stagione, non prima. Se non si fosse centrata l'Europa, qualcuno avrebbe messo da parte il contesto generale. La seconda: «Dovunque sono andato, chi mi ha preceduto e chi mi ha succeduto ha fatto peggio». Falso. Falso a Firenze, a Bologna, con la Serbia. Falso persino con il Catania, dove Mihajlovic ha fatto bene come alla Samp, ma Montella e Maran han fatto meglio. Forse qualche delirio di onnipotenza andrà evitato a Napoli, possibile meta del tecnico.
Ora il futuro, che (purtroppo) sembra avere il volto di Walter Zenga. C'è da lamentarsi per tre motivi. Il primo: la poca inventiva. Possibile che in Europa non ci sia una scommessa migliore da fare? Il secondo: è una scommessa, visto che Zenga non allena in Italia dal gennaio 2010 e a Dubai non ha fatto bene. Il terzo, il più importante (almeno per me): è l'ennesimo motivatore. L'ultimo tecnico che ha fatto giocare bene la Samp è stato Gigi Delneri. Poi mazzate, tanta organizzazione e grinta, ma di gioco quasi zero. Insomma, l'Europa c'è, ma è un po' amara (salvo sorprese).

La festa della Samp dopo l'1-0 di Alessio Romagnoli, 20 anni.