25 giugno 2016

Tempi bui.

No, tranquilli: non è morto nessuno. Anche se la puzza di cadavere si sente da diverso tempo. Durante quest'estate, sono tutti concentrati sulle competizioni internazionali. Quale migliore distrazione per evitare che si parli di Samp? Anche perché, a guardar bene, non ci sarebbe nulla di cui effettivamente parlare.

Il quadriumvirato a colloquio: non saranno tempi facili.

Nonostante una stagione tragicomica, chiusa con una salvezza appena accennata e con un harakiri da 10 gol subiti nelle ultime tre giornate di campionato, la Samp ha il dovere di ricominciare con altro piglio. Invece, l'impressione che si ha è quella di una società che si prepara a sopravvivere per l'ennesimo anno, magari sperando in un miracolo tecnico dovuto a chissà quali fattori.
A realizzare quel miracolo dovrebbe esser Vincenzo Montella, un altro che ha dimostrato come rimanere non fosse la prima opzione. Si è parlato di Milan, ma le vicissitudini societarie hanno rimandato il tutto. Si è parlato di nazionale, ma Tavecchio aveva già scelto Ventura per la successione a Conte. E quindi? Quindi si rimane a Genova, seppur con tutte le difficoltà del caso.
Il tutto nonostante i rapporti con il d.s. Carlo Osti siano ai minimi storici. Potete raccontarci tutte le cene riparatrici che volete, ma gli sfoghi post-derby hanno parlato chiaro: dirigenza e tecnico sono due cani che si abbaiano contro e Ferrero non ha ancora tirato loro una secchiata d'acqua per separarli definitivamente.
Non solo: Montella è stato confermato, ma anche Osti è rimasto al suo posto. E io che ingenuamente ho sperato nel Bologna - bisognoso di un sostituto come d.s. dopo l'addio di Corvino - che ha poi virato altrove. Del resto, chi prenderebbe un d.s. con così poca prospettiva e capacità di guardare oltre il proprio naso? Giusto qualcuno ai minimi storici.
E infatti eccoci qua. Ferrero va difeso solo su una cosa: per ora, i bilanci non parlano della Samp come un nuovo Parma. Tutto è abbastanza sano, se non fosse che le prospettive sportive invece disegnano scenari incolori. Nessuna intuizione sul mercato, per ora il minimo sindacale in sede di calciomercato.

Com'è finito il nostro 2015-16.

Mentre la società cerca di distrarre i tifosi con l'iniziativa #70diNoi, non si muove una foglia. Gira qualche nome, ma sono persino di meno rispetto alle ultime estati. Questo perché l'impressione è che - nonostante Montella sia rimasto - non ci sia una linea comune da seguire. O meglio una c'è, quella delle cessioni.
Attenzione: io non sono contro. Se arriva lo Spartak Mosca e offre 13 milioni per Fernando, lo DEVI cedere. Sopravvivere con queste operazioni è importante. Mi dispiace che Mr. Porto il cazzo via da qui in due settimane Roberto Soriano sia ancora sotto contratto con la Samp, ma la sua pessima seconda parte di 2015-16 ha condizionato gli eventuali compratori.
De Silvestri è un altro possibile partente, ma anche in quel caso le spalle sarebbero coperte (Pedro Pereira, fatti valere con Vincenzo). Il problema è che dal lato arrivi c'è una desolazione spaventosa. Anzi, nonostante il bilancio sia a posto, la Samp deve ancora pagare il Torino per il riscatto di Fabio Quagliarella, tutto da rivedere nella prossima stagione.
Intanto, con poca lungimiranza, la Samp ha ceduto Pawel Wszolek, autore di un'ottima stagione a Verona. L'Hellas l'ha riscattato per una cifra irrisoria (1,8 milioni di euro), quando l'operazione giusta sarebbe stata rinnovare e aspettare qualcun altro. Proprio questo modus operandi mi spaventa.
Quello che porta a pensare che Castan sia una valida alternativa per la difesa dopo sette presenze in due anni a Roma. Lo stesso per il quale prendere Matias Suarez - attaccante dell'Anderlecht che già da sei mesi aveva dichiarato che avrebbe lasciato Bruxelles - è impossibile, tanto che Suarez ha firmato con il Pescara per sostituire Lapadula.
In tutto questo, alla voce "arrivi" c'è un desolante zero. E il caso Cassano tiene banco: di caso c'è poco, perché l'addio è praticamente certo. Ma siamo sicuri di poter rinunciare a uno che ha comunque sfornato sei assist con una forma precaria, se le alternative non ci sono?
Qualche tempo fa, i Ministri cantavano: "Veramente vivo in tempi bui / e non è per rovinarti il pranzo / che ti dico arriva la marea / e tu la scappi per entusiasmo". Peccato che l'entusiasmo - a un mese dalla celebrazione per i 70 anni della Samp - io non lo veda proprio. Neanche col binocolo.

Antonio Cassano, 33 anni, probabilmente non sarà nella Samp 2016-17.