04 luglio 2016

Parto gemellare.

Una settimana: non ci è voluto molto di più per capire le reali intenzioni del club. No, non sto parlando della Samp, ma del Milan, che ha portato Vincenzo Montella sulla sponda rossonera di Milano. Al di là sulle considerazioni sull'addio dell'Aeroplanino e dell'arrivo al suo posto di Marco Giampaolo, stupisce la poca programmazione in casa Samp.

Vincenzo Montella, 42 anni, lascia la Samp dopo nove mesi.

Oddio, stupisce: personalmente no, ma capisco bene chi s'incazzi per il cambio del proprio allenatore al 28 giugno (deve rappresentare qualche sorta di record). In fondo, siamo al 4 luglio, che fretta volete che ci sia? Con gli Europei ancora in corso, la stagione inizierà ancora più tardi e giustamente in società si sono presi del tempo.
Partiamo da Vincenzo Montella, che ha lasciato il confuso progetto Samp per poi accasarsi in una gabbia di matti forse ancora più grande, quella targata Milan. Difficile esser contenti del suo operato: la colpa non è solamente sua, ma si è dimostrato uno psicologo molto scarso per una squadra fatta di menti fragili e friabili.
Al di là del rendimento tecnico (la squadra è stata stravolta in estate, quando lui non c'era), la cosa che ha colpito di più è la poca voglia con cui Montella si è legato a questo progetto. La lite con Osti nel post-derby è sembrata riguardare più la modalità con la quale Montella ha gestito la squadra più che i risultati della Samp.
E che dire della scelta successiva alla Samp? Finché si è parlato di nazionale, ci potevo stare. A maggio, la sua ombra oscurava quella di Ventura - forse anche spinto dal primo ministro Matteo Renzi, incapace di farsi i fatti suoi - e c'era tempo per rimediare. Ma esser mollati per QUESTO Milan il 28 di giugno no. NO.
Se l'Aeroplanino ha dimostrato la sua poca fedeltà blucerchiata (come quando tornò a Roma nel giugno 2008 per fare la riserva delle riserve, invece di chiudere alla Samp), che dire di Carlo Osti e Massimo Ferrero? Il d.s. è rimasto e di operazioni di mercato neanche l'ombra, mentre il presidente continua a fare la macchietta.
Vede amore dove non c'è n'è alcuna traccia, parla di progetti quando non c'è neanche una prospettiva basilare di ripartenza. Colpisce il modus operandi di questa vaghezza: se non c'è voglia di continuare e neanche la voglia di incassare qualcosa dalla clausola che legava Montella alla Samp, meglio lasciarlo andare prima.
E che dire dei sostituti? Saltato Pioli, ormai il post-Montella sarà certamente Marco Giampaolo, ma è il 4 luglio e non c'è l'ufficialità. IL 4 LUGLIO! Perdonatemi il caps lock, ma se uso il maiuscolo è perché non ho mai visto tanta approssimazione in una dirigenza. E dire che qualcuno ha detto che saremmo stati il nuovo Parma, invece i conti - per ora - sono ok.
La cosa più bella è l'assoluto silenzio che regna. L'ideale sarebbe lasciare vuoto lo stadio, giusto per dare un segnale. C'è che risponde come una mossa del genere danneggerebbe soltanto la squadra. Io personalmente ho un'altra valutazione da fare.
Come può una mossa del genere danneggiare una squadra che l'anno scorso ha visto una media-spettatori di quasi 22mila persone su uno stadio da 36mila posti e comunque ha ottenuto quei risultati? Parliamo della stessa squadra che si è salvata per un punto, che ha registrato alcune delle figure più incolori che la recente storia blucerchiata possa rimembrare?
Non è per dire, ma il periodo post-retrocessione ha visto più orgoglio e rispetto di questa bambagia assoluta. Se andare in B è stata una brutta botta nel 2011, comunque la società si mosse all'epoca. Certo, Bertani, Bentivoglio, Atzori, Piovaccari, la conferma di Maccarone furono mosse sbagliate, ma ci si mosse almeno. E si rimediò a gennaio, tanto da centrare un'incredibile risalita.
Com'è finita lo sappiamo, ma è incredibile vedere come la Samp non si stia muovendo in questo calciomercato. Si parla di nomi - Castan, Schick (che costa cinque milioni), etc. - ma non si muove nulla. Neanche in uscita, dove Soriano e la sua voglia di lasciare Genova sono ancora qui, mentre l'affare Fernando (con i suoi 13 milioni) sembra saltato.
Un peccato, perché è stato pagato otto milioni l'estate scorsa e dopo una stagione così così rivenderlo a quella cifra sarebbe stata una buona idea. Così come sarebbe stato un affare vendere Luis Muriel a 25 milioni allo Spartak nel novembre 2015; invece, in questi giorni girano foto della sua invidiabile forma in Colombia. Mi viene da piangere pensando al fu-erede-di-Ronaldo.
Quale potrà mai essere il futuro per la Samp? Quale può essere la prospettiva di una società che ha rifiutato Sarri nel giugno 2015 per seguire il progetto tecnico di Mihajlovic (palla lunga e pedalare: con modo, ma è quello) e ora si ritrova in mano un allenatore che ha continuato proprio il lavoro di Sarri a Empoli l'anno scorso, cercando di imporre il proprio gioco?
Mi viene il mal di testa solo a pensarci. Se avete una soluzione a questo ingarbugliato rompicapo, fatemelo sapere. Intanto abbiamo questo parto gemellare all'orizzonte: un figlio se n'è andato, un altro arriva. Giampaolo sarà l'UNDICESIMO (!) allenatore doriano negli ultimi sei anni: speriamo solo che non sia l'ennesimo Isacco da consegnare alla recente storia.

Marco Giampaolo, 48 anni, è il successore di Montella.

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