14 settembre 2016

Qualche sorriso.

No, non sono magicamente tornato indietro. Non ho smarrito le preoccupazioni espresse a fine luglio, quando il mercato della Samp sembrava un grande punto interrogativo. L'inizio di campionato del Doria, però, lascia qualche sorriso in più di quello che ci si aspettava. Ed esser piacevolmente sorpresi da questa squadra è l'ultima cosa che avrei pensato di commentare a inizio settembre.

Luis Muriel, 25 anni, scatenato in quest'inizio di stagione.

Quando ho valutato il mercato non più di due settimane fa, il mio giudizio era stato positivo. Se escludiamo qualche neo (più in entrata che in uscita), la gestione Ferrero ha messo a punto la miglior finestra della sua presidenza. Un disavanzo di quasi 30 milioni di ricavi, uscite redditizie e tanta prospettiva, con diversi giovani da far crescere e poi rivendere.
Dalla teoria alla pratica spesso, però, ci vuole più tempo. E ho pensato che le prime due avversarie affrontate in Serie A - Empoli e Atalanta - non fossero test probanti per diversi motivi. L'Empoli lotterà per salvarsi e faticherà molto di più delle due precedenti annate, mentre l'Atalanta è in fase di costruzione ed è rimasta in dieci per un'ora a Genova.
Poi è arrivata la gara di Roma: una partita che avrebbe dovuto vederci nel ruolo di sparring partner di una squadra in difficoltà, ma comunque con un gap tecnico notevole a suo vantaggio. E invece dopo 10' di smarrimento, la Samp ha messo insieme la mezz'ora più bella della stagione, dominando il centrocampo giallorosso e facendo pressing alto.
La circolazione della palla della squadra di Spalletti è stata tagliata alla radice, costringendo la Roma a transizioni veloci e in campo aperto per creare un paio di occasioni dopo il vantaggio di Salah. Il gol di Muriel l'ha rimessa in parità, la zampata di Quagliarella ci ha regalato persino il vantaggio prima della fine del primo tempo. E poi?
E poi niente. C'è stata la pioggia, una lunga interruzione e il flow of the game - un concetto che i baskettari avranno certamente a mente - è cambiato. Dal punto di vista psicologico ancor prima che fisico o atletico, perché la Samp ha costretto Viviano al primo miracolo al primo minuto del secondo tempo su Strootman e da lì il copione non è cambiato.
Il portiere ci ha tenuto in vita fino al minuto 92, quando l'arbitro Giacomelli ha valutato erroneamente un contatto che non era passibile di penalty. Potrei dire che Dzeko si era già disimpegnato in simulazione alla prima giornata. Che il contatto veniale (ma ingenuo) di Skriniar si fischia fuori area, non dentro.
Che Álvarez è stato espulso per aver fatto notare che «A noi queste cose non le fischi» e ora salterà due partite, mentre Totti - incensato (giustamente) per la sua stupenda prova da fermo, con il pubblico dell'Olimpico ancora incapace di guardare al futuro - si toglie la maglia e niente giallo. Una volta compresa l'incapacità dell'arbitro, bisogna guardare anche ad altro.

Fino al 92' tutto ok. Poi Giacomelli inciampa.

Le note positive ci sono. A cominciare dal recupero di giocatori che sembravano investimenti sbagliati o pacchi da spedire lontano. Forse è presto per dire che Regini o Muriel saranno così costanti per tutto il 2016-17, ma è confortante vederli parte della squadra in maniera attiva e continua (sebbene la questione capitano andrebbe sistemata diversamente).
E che dire di questi giovani che sembrano esser pronti prima di quanto ci si aspettasse? Linetty è ovunque in queste gare, Torreira sembra il Jorginho di Giampaolo. Sono due protagonisti a sorpresa, ma che la Samp si deve tenere stretti, consentendo loro di crescere ancora sotto la saggia guida dell'ex allenatore dell'Empoli.
In più ci sono giocatori che si stanno rendendo utili in nuove vesti o si sono ritrovati. Al primo caso appartiene Quagliarella, capace di farsi un mazzo così in copertura e segnare comunque due reti in tre giornate. Al secondo, invece, troviamo Silvestre, finalmente tornato il giocatore che avevamo ammirato sotto Mihajlovic.
Note negative? Ce ne sono, eh. La prima è la condizione atletica. Perché quello che mi ha stupito di più è come la squadra abbia risentito anche dal punto di vista fisico dell'interruzione di Roma. L'ora di pausa sarebbe dovuto esser un vantaggio, invece Álvarez ha fatto fatica nel rincorrere gli avversari e Sala è stato vittima di crampi al minuto 80.
Il secondo problema riguarda le fasce di difesa. Sala ha giocato in diversi ruoli a Verona - ala nel 4-3-3, mezzala di centrocampo, esterno destro nel 3-5-2 - ma il terzino è un mestiere più difficile da imparare. Lo si vede nei fuorigiochi mal riusciti, nei tagli concessi agli attaccanti.
Anche Pavlovic sta avendo più di una difficoltà: dopo Empoli e Krunic che grazia Viviano, stavolta Salah ha segnato partendo alle sue spalle e infilandolo in rete da solo. Lo svizzero dovrà migliorare, però mi sento di difenderlo a spada tratta guardando gli interpreti da terzino sinistro negli ultimi anni. E Dodô ha confermato tutti i dubbi su di lui.
Ora c'è attesa per gli altri: Praet ha giocato pochi minuti contro l'Atalanta, Bruno Fernandes è entrato per cinque minuti nella stessa gara. Cigarini ancora non si è visto (e con questo Torreira non fatico a crederlo), mentre Schick ha giocato 20' a Empoli. Poco importa: mancano 35 giornate e 34 punti alla salvezza, ci sarà tempo per tutti. A partire dal Milan venerdì sera.

Karol Linetty, 21 anni, motore della mediana blucerchiata.

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