31 dicembre 2017

Una spintarella.

La differenza è tutta in un contatto che nemmeno c'è: dopo una discreta gara e un secondo tempo dominato (ma con occasioni forse monche), la Sampdoria supera la Spal per 2-0, ma solo nel finale. Con un rigore che non esiste e con un contropiede a campo scoperto. I punti avrebbero premiato la Sampdoria, ma vincerla così non è un bel vedere.

Fabio Quagliarella, 34 anni, mette a segno una doppietta nel finale.

La Sampdoria si presenta per la 19° giornata con l'obbligo di vincere per riprendere la corsa all'Europa. Linetty e Zapata sono ancora fuori, così vengono confermati Barreto e Caprari al loro posto. La Spal - squadra dall'identità marcata, ma dalla classifica deficitaria - è alla prima in A al "Ferraris" e spera di strappare un buon risultato.
Il primo tempo è un enorme intervallo. Di occasioni ce ne sono poche, anzi: nei primi 28' non c'è un tiro in porta. Poi la Sampdoria comincia a provarci timidamente, seppur a più riprese tra Caprari e Ramírez: proprio l'uruguayano ha la miglior occasione, ma il suo destro flebile in area di rigore viene respinto da Gomis.
Dall'altra parte, la Spal prova soprattutto a spezzare le eventuali linee di passaggio negli ultimi trenta metri, ma ha l'occasione più solida del primo tempo: su corner, Felipe svetta di testa e costringe Viviano a un vero e proprio miracolo. La goal line-technology conferma: non è gol e si va al riposo sul punteggio ancora di 0-0.
Di contro, la ripresa vede una Sampdoria più arrembante, soprattutto in grado di schiacciare meglio la Spal nella propria area. I padroni di casa tirano moltissimo verso la porta (saranno 20 i tiri contro i 9 degli ospiti a fine gara): Praet, Caprari (due volte) e ancora Praet decidono di testare Gomis, sempre pronto.
La squadra di Semplici produce solo due occasioni e mezza nella ripresa: un tiro di Floccari finito in curva, ma soprattutto quella clamorosa del minuto 72. Palla in profondità di Salamon per Antenucci, che sfugge alla marcatura di Ferrari e calcia da posizione ravvicinata: solo un miracolo di Viviano impedisce agli ospiti di passare in vantaggio.
Con gli ingressi di Bereszynski e Kownacki, la Sampdoria si trova però ancora di più all'attacco: proprio il 99 stimola la risposta di Gomis di testa, mentre Ramírez ha l'ennesima occasione della gara, ma spara malamente sul fondo con il suo mancino. Tutto fino al 90', quando Pairetto e i suoi assistenti commettono un errore clamoroso.
Oikonomou gestisce male un rinvio, la palla finisce in area, dove Ramírez è davanti a Viviani. Il 77 della Spal cade a terra, così come l'uruguayano, ma non sembra esserci un effettivo contatto da esser punito con il penalty. Pairetto fischia, poi si attende il Var. Penso che sia da togliere, ma il Var convalida la visione dell'arbitro.
Dal dischetto, Quagliarella non sbaglia e porta in vantaggio la Sampdoria. La Spal ha giusto un ultimo pulpito, con Floccari che non centra la porta dalla distanza. Su un contropiede a campo ormai aperto, è Kownacki a mettere un assist d'oro per la doppietta del 27 blucerchiato: 2-0 e gara chiusa.

Se mi avessero fischiato un rigore contro così (per giunta rivedendolo al Var), starei inveendo ininterrottamente da 24 ore. Ricordiamoci sempre cosa dissero i tifosi doriani una volta visto il contatto Dzeko-Skriniar in Roma-Samp 3-2 della passata stagione: se non era rigore quello, non può esserlo nemmeno questo.

Viviano 7; Sala 6 (dal 24' s.t. Bereszynski 6.5), Silvestre 6, Ferrari 5.5, Strinic 6 (dal 1' s.t. Regini 6); Barreto 5.5, Torreira 6, Praet 6.5; Ramirez 5.5; Caprari 6 (dal 37' s.t. Kownacki 6.5), Quagliarella 7.

Qualcno dirà che contavano solo i tre punti, ma la prestazione è stata incoraggiante: senza un avversario folle di fronte (come il Napoli sette giorni fa), la Sampdoria ha ritrovato un po' di smalto, soprattutto nella ripresa, quando la pressione è stata costante. Almeno questo ci tira su, pensando che (forse) il peggio è alle spalle.
E la Spal? A oggi rimane in zona pericolosa, ma dopo un girone può dire di essere fuori dai posti riservati alla retrocessione. E mi auguro che ci rimanga, perché la Spal ha un organico abbastanza simile a quello della B e lo stesso tecnico. Se trovasse un paio di aggiustamenti sul mercato invernale, potrebbe salvarsi, sebbene a Genova non abbia brillato.
E poi c'è la Var. Già, la stessa che invochi quando ti senti derubato dal fato e che rifuggi quando ti favoriscono. Perché è questa l'Italia, no? I commenti dei tifosi blucerchiati al contatto Viviani-? sono orrendi. Un errore palese è stato commesso nonostante il Var e questa casistica rientra probabilmente in quel 10% di errori che si commetteranno sempre.
Sapete perché avverrà? Perché il Var è uno strumento, non la panacea di tutti i mali. Il calcio è uno sport diverso da basket o rugby, dove ci sono margini di interpretazioni minori. Ma come si fa però a fischiare un rigore del genere? E soprattutto come si può scrollare il tutto con "tanto meritavano noi"? Che ignoranza.
Allora proviamo ad andare avanti, prendendo spunto dallo stile di Leonardo Semplici, che ha provato a commentare il meno possibile l'episodio. A noi cosa manca, invece? Beh, il primo tempo è sembrato sulla falsa riga di quello visto contro il Sassuolo e della ripresa a Napoli. Manca un po' di continuità, di pericolosità. 
Quando ci sono giornate in cui Ramírez non gira, è un problema. Ormai il link del trequartista è troppo centrale in questa squadra e la mancanza di Zapata in queste gare è sembrata pesante. Il grimaldello colombiano è stato fondamentale per ora e la Sampdoria non può farne a meno.
Ora c'è la prima gara del 2018 e l'ultima prima della sosta invernale - che durerà due settimane -, visto che si va a Benevento per iniziare il girone di ritorno. Fortunatamente la Sampdoria ha vinto e il Benevento pure, perché immaginatevi giocare in casa degli Stregoni con lo spettro di concedere loro la prima vittoria in A. Una spintarella e sarebbe finita.

Emiliano Viviano, 32 anni, fondamentale per salvare la Samp ieri.

24 dicembre 2017

Una riflessione sotto l'albero.

Forse non è proprio destino. Non tanto per il campionato in corso, ma proprio per la trasferta a Napoli: il "San Paolo" rimane uno stadio maledetto e la Sampdoria cade per 3-2, nonostante sia andata due volte in vantaggio. E sebbene ci siano degli episodi dubbi, la gestione di alcune situazioni-chiave e del secondo tempo lasciano più di un dubbio.

Gaston Ramírez, 27 anni, mette dentro una punizione stratosferica per l'1-0.

La Sampdoria deve cercare punti nella tana del peggior nemico, sul cui campo non vince da vent'anni e che comanda la classifica. Giampaolo deve rinunciare per l'ennesima volta a Linetty, sostituito da Barreto. Niente da fare anche per Zapata, sostituito da Caprari; il Napoli, invece, ha quasi tutti gli effettivi, con Mario Rui al posto dell'infortunato Ghoulam.
Due minuti e la Sampdoria va in vantaggio: punizione da 35 metri di Ramírez, che trova un mancino liftato e impressionante. Reina ha le sue colpe, ma gli ospiti sono già avanti dopo 120 secondi e provano a gestire il pallone nonostante l'enorme pressing del Napoli, che produce due occasioni per Callejon e Mertens.
Purtroppo al 14' è già parità: errore in gestione del pallone di Barreto, che si fa pressare efficacemente da Mertens e perde la palla. Il belga mette in mezzo per Callejon, miracolo di Viviano e Allan pareggia sulla ribattuta. Gli ospiti chiedono fallo o fuorigioco, ma non c'è nessuno dei due. Insigne cerca il raddoppio, ma Viviano salva tutto 10' più tardi.
E nel momento di peggior pressione, la Sampdoria trova un altro gol: Ramírez salta prima Albiol e poi Hysaj, che lo stende in area. Fallo netto e... rosso? No, nonostante sia una chiara occasione da gol: solo giallo per l'albanese. Dal dischetto Quagliarella spiazza Reina e mette dentro il 2-1, nonché la sesta rete da ex al Napoli.
Dopo una buona occasione sempre per Quagliarella (destro che Reina osserva finire fuori), i padroni di casa pareggiano immediatamente. Al minuto 32, disimpegno sbagliato di Ferrari, Mertens serve Insigne e il 24 azzurro calcia subito: tiro non potente, ma angolato e immediato, che coglie impreparato Viviano: 2-2.
A coronamento di un primo tempo dai ritmi folli, arriva anche il 3-2 azzurro: altra grande azione di Allan, che in area resiste a diversi contrasti e molla la palla a Mertens, che a sua volta serve in area il solitario Hamsik, che realizza il 3-2 e la rete numero 116 per il Napoli, superando Maradona. Nel finale, anche Insigne e Mertens cercano un altro sigillo, ma senza successo.
Dopo 45' così, il secondo tempo risulta molto più blando. La Sampdoria ha speso parecchio e neanche per il Napoli è facile rientrare sul pezzo. Anzi, per una buona mezz'ora non ci sono occasioni, finché Quagliarella non prova a sorprendere Reina dai 30 metri (palla fuori). La svolta arriva al minuto 76, quando Mario Rui viene espulso per doppio giallo.
Se il neo-entrato Kownacki è bravo a guadagnarsi la sanzione, la Sampdoria prova a spingere, mettendo dentro anche Zapata. Purtroppo gli ospiti non produrranno altre occasioni; anzi sarà il Napoli a sfiorare il 4-2 per ben tre volte con Mertens (bravissimo Viviano su una punizione e un lob in campo aperto, poi il belga spedisce il pallone in fallo laterale).

Al di là dell'orgoglio e dei complimenti di Sarri, Giampaolo deve anche trovare una quadra per il futuro.

Viviano 6.5; Bereszynski 6, Silvestre 5, Ferrari 5.5, Strinic 5 (dal 39' s.t. Zapata s.v.); Barreto 5 (dal 26' s.t. Verre 6), Torreira 6, Praet 6.5; Ramirez  7; Quagliarella 6.5 (dal 30' s.t. Kownacki 6), Caprari 5.5.

Il Napoli è incamminato verso lo scudetto. Come ho già espresso altrove, il mio augurio è che possano spezzare il dominio della Juventus, anche per dare credibilità a una Serie A finalmente combattuta. Ciò che mi ha impressionato di più è il rendimento di Allan, decisivo nella gara di ieri e colonna della squadra azzurra.
Diverso il discorso per la maledizione del "San Paolo": è dal '98 che non si vince sotto il Vesuvio e la cosa comincia a diventare particolarmente frustrante, perché nelle ultime due sfide la Sampdoria è stata a un passo dal portare via almeno un punto e ha perso. Brutta notizia anche il record di Sarri contro la Sampdoria dal suo arrivo a Napoli: sei gare, cinque vittorie e un pareggio.
Bisogna riflettere anche sull'andamento in campionato: dopo la vittoria a sorpresa sulla Juventus, la Sampdoria ha collezionato un punto in cinque gare. Non è stato il più facile dei calendari, ma è anche vero che contro Sassuolo (per la prestazione) e Cagliari (per il risultato finale e com'è maturato) si poteva fare nettamente meglio.
Spiace soprattutto per gli errori gratuiti commessi nella gara di ieri. I primi due gol sono vizi di forma, di esecuzione di una consuetudine in fase di costruzione. Ed è stato spiacevole vedere come la Sampdoria non abbia prodotto NESSUNA occasione negli ultimi 20', nonostante la superiorità numerica. Bisogna migliorare.
E ora c'è il calendario che offre due snodi fondamentali, perché le gare contro Spal (in casa) e Benevento (fuori) saranno questo. Soprattutto la gara del 30 dicembre contro il club di Ferrara sarà fondamentale: immaginate la pressione dell'andare a Benevento ancora senza vittorie, magari con il Benevento ancora a zero... le sorprese sotto l'albero sono bastate.

Allan, 26 anni, decisamente il migliore in campo nella gara di ieri pomeriggio.

18 dicembre 2017

Il peggio.

La sconfitta con la Lazio è stata salutare, ma forse così è troppo. Si può dire che il peggio sia arrivato e ora tocca affrontarlo: ho saltato gli appuntamenti di Cagliari e Firenze, perché la rabbia da sbollire dopo un pareggio (partendo dal doppio vantaggio) e un'eliminazione ingenua dalla Coppa Italia (due legni, un rigore regalato) era tanta. Ma il Sassuolo è uscito vincitore per 1-0 da Genova.

Fabio Quagliarella, 34 anni, spuntato di fronte al Sassuolo.

Dopo l'esclusione last-minute dalla Coppa Italia nella gara persa 3-2 a Firenze, Giampaolo riparte dai titolari, con Linetty però ancora fuori a beneficio di Barreto. Diverse le scelte dell'ex Iachini, che ha rilanciato il Sassuolo con la vittoria contro il Crotone e sceglie il trio Berardi-Falcinelli-Politano per l'attacco.
Il primo tempo è in realtà molto blando, se non per qualche spunto individuale: la Samp manovra meglio il pallone e il Sassuolo lascia fare, provando a sfruttare gli spazi in contropiede. Falcinelli solletica Viviano di testa, poi un cross di Strinic toccato da Goldaniga sfiora il palo. Sul susseguente corner, Silvestre svetta, ma manda a lato di poco.
Da lì, praticamente sale in cattedra il vero MVP di giornata (nonostante il rigore sbagliato nella ripresa): Matteo Politano. Il 16 degli ospiti costringe Viviano a una prima parata al 30', poi è Zapata a mangiarsi una ghiotta occasione da corner su spizzata di Barreto, mandando alto di testa.
Il tutto prima dell'assalto del Sassuolo nel finale di primo tempo: Viviano deve respingere in due minuti le conclusioni di Berardi, Politano e Falcinelli, con Ferrari che salva quasi sulla linea il tiro di Duncan e l'onnipresente Politano che coglie il palo da schema da corner. Un tiro deviato di Quagliarella finito di poco alto è il vagito finale della Samp. E non del primo tempo, ma dell'intera gara. 
Nella ripresa i padroni di casa collezioneranno un paio di conclusioni aeree, ma nulla che costringa veramente Consigli a salvataggi; la stessa punizione di Caprari al 66' va alta. Invece, gli ospiti collezionano occasioni su occasioni, seppur lasciando sapientemente il possesso della palla alla Samp.
Subito Politano sfiora il palo con il suo mancino, poi Viviano interviene su Falcinelli dalla distanza: in mezzo, un gol annullato a Berardi per fuorigioco di partenza dello stesso numero 11 neroverde. Tutto sembra lentamente spegnersi, finché non arriva l'episodio decisivo: rigore (netto) al minuto 81 per un fallo di mano di Ferrari su cross di Politano.
Sembra tutto finito, ma Viviano salva il quinto penalty della sua storia in blucerchiato con un bel balzo. Ci sarebbe un altro rigore sul proseguire dell'azione, perché Torreira - in una scivolata scomposta - in area tocca con un braccio il pallone, lasciando sbigottiti gli ospiti. Ma il cambio per vincere la gara è già stato fatto.
Al minuto 89, un altro bel pallone viene messo in mezzo e il neo-entrato Matri semina Ferrari per segnare l'1-0 e il suo gol numero 90 in Serie A. Niente da fare per Viviano e sconfitta meritata per la Sampdoria, che di fatto non è scesa in campo nella ripresa.

Di Giampaolo bisogna solamente fidarsi. Certo è che questo momento della stagione sarà fondamentale per i conti al termine del 2017-18.

Viviano 7.5; Bereszynski 6, Silvestre 5.5, Ferrari 5, Strinic 5.5; Barreto 5, Torreira 5.5, Praet 6; Ramirez 5.5 (dal 33' s.t. Kownacki s.v.); Quagliarella 5.5, Zapata 5 (dal 11' s.t. Caprari 6).

La partita ha rivelato tutte le difficoltà della Sampdoria di questo momento: di fronte a un avversario che non esalta (se non per i suoi singoli), ma solido, la squadra di Giampaolo si è ritrovata spuntata, stanca e forse a un certo punto persino disorganizzata. Viene da dire che è persino giusto che il Sassuolo si sia portato a casa i tre punti.
E le difficoltà non sono nuove, perché qualche segnale si era intravisto persino nel periodo d'oro. Ora la squadra sta faticando e, proprio come l'anno scorso, la striscia negativa sta arrivando in tutta la sua durezza: un punto in quattro gare, quello racimolato a Cagliari pur essendo sul 2-0 in vantaggio all'intervallo. Serve un segnale di reazione, anche perché i risultati di giornata ci hanno assistito.
Ci sono dei punti deboli che forse andranno aggiustati se si vuole veramente puntare all'Europa. Serve avere Sala e Murru da riserve se - messi in campo - si rivelano inadeguati? Non sarebbe meglio scambiarli per perderci troppo nel bilancio e trovare nuovi interpreti? Quando verrà testato Andersen? E Barreto - in queste gare non di difesa, ma di attacco - serve dal 1'?
Il calendario ora dice che tocca andare a Napoli. Una trasferta maledetta, visto che al "San Paolo" non si vince dal 1998 e virtualmente la squadra di Sarri potrebbe - con una combinazione molto favorevole (e molto remota) di risultati - laurearsi campione d'inverno. Ma bisogna guardare più in là: le gare con Spal e Benevento saranno decisive per capirci di più.

Giuseppe Iachini, 53 anni, soddisfatto per la vittoria da ex al "Ferraris".

04 dicembre 2017

Beffa salutare.

L'avevamo un po' detto. Contro Chievo, Atalanta e Juventus si erano visti alcuni campanelli d'allarme o episodi che poi il karma ci avrebbe restituito. E così è stato: la Sampdoria inciampa per la prima volta in casa, rimontata per 2-1 dalla Lazio. E forse non c'è neanche granché da contestare sul punteggio finale: l'Europa è un sogno da consolidare passo dopo passo.

Felipe Caicedo, 29 anni, match-winner con il suo primo gol in A.

La Sampdoria è reduce dalla pessima batosta di Bologna e spera che la Lazio possa cadere al "Ferraris", come tutte le altre squadre che l'hanno affrontata nell'impianto di casa. Fuori Strinic e Linetty per infortunio, sono Murru e Barreto a sostituirli. Gli ospiti, invece, si schierano con il solito 3-4-2-1, con Immobile supportato da Milinkovic-Savic e Luis Alberto.
Il primo tempo vede la Sampdoria maggiormente al tiro, ma sempre piuttosto imprecisa. La miglior occasione è al 30', quando Praet imbecca Zapata in mezzo all'area: il colombiano incespica nel cambio di direzione, ma riesce a tirare, trovando però la respinta di piede di Strakosha. Per il resto, tante conclusioni dalla distanza.
Mentre però né Praet, né Barreto, né Ramírez trovano la porta avversaria, la Lazio costruisce meno palle-gol, ma di maggior qualità. Parolo si trova solo per lo stacco di testa al 14', ma non centra la porta di Viviano. Immobile sfiora il palo e poi impegna Viviano in una respinta difficile: sul conseguente tiro-cross di Luis Alberto, un super Bereszynski respinge.
Al riposo, la sensazione è che il canovaccio possa esser sbloccato da un episodio. La Lazio non lo trova (palo di Parolo al 51'), la Sampdoria sì: lancio in profondità di Torreira, spondina di testa di Quagliarella e Zapata è solo in area. Senza pietà, il 91 blucerchiato mette dentro l'1-0, ringraziando anche la disattenzione della difesa ospite.
Non è però finita qui: i padroni di casa hanno un'altra mezza occasione con Barreto, ma poi si spegnono lì. Comincia una lunga girandola di sostituzioni, con la Lazio che alza il baricentro (dentro Caicedo accanto a Immobile), ma non crea questi grandi pericoli. Poi però l'episodio che cambia di nuovo la gara lo trovano gli ospiti.
Punizione ingenua concessa da Murru, sulla quale la palla carambola in area: Ferrari è meno lesto di Milinkovic-Savic a raccogliere la contesa e il serbo punisce Viviano in uscita da due-tre metri. L'1-1 dà fiducia alla Lazio, che nel finale trova persino il gol della vittoria con un altro mezzo episodio, stavolta però ben costruito.
Milinkovic-Savic cavalca servito da Luis Alberto e il serbo mette un pallone bellissimo per i due attaccanti, tenuti entrambi in gioco da Murru (male male): Caicedo lascia scorrere il pallone per Immobile, che però non batte Viviano. Il portiere doriano non trattiene la palla e l'ecuadoregno si getta sulla sfera per segnare a porta vuota: l'imbattibilità è finita, la gara pure.

Fino all'80', partita in pieno controllo. Poi il pata-trac degli ultimi 15'.


Viviano 5.5; Bereszynski 7.5, Silvestre 6.5, Ferrari 6, Murru 5; Barreto 6, Torreira 5.5, Praet 6 (dal 38' s.t. Verre s.v.); Ramírez 6 (dal 30' s.t. Álvarez 5.5); Quagliarella 6 (dal 24' s.t. Kownacki 5.5), Zapata 6.5.

E niente, la Lazio ha giocato una grande gara: continua, tenace sul pressing. E sebbene non abbia dominato fino all'1-1, comunque la squadra di Inzaghi ha avuto il merito di non sciogliersi di fronte allo svantaggio. Una possibilità che era sul tavolo, vista la sconfitta nel derby di Roma e il pareggio subito dalla Fiorentina nelle ultime due settimane.
Già, Simone Inzaghi. Un grande allenatore, che finora ha incrociato la Sampdoria quattro volte e ha perso solo la prima sfida contro i blucerchiati, per altro in una maniera che non lo fece felice nel maggio 2016. Invece, contro Giampaolo, siamo a tre successi su tre: due 2-1 a domicilio più la tremenda goleada del maggio scorso.
Mentre bisogna parlare di questo tecnico (che si sta confermando), Giampaolo ha i suoi problemi. Uno di questi è certamente Nicola Murru: è vero che l'assenza di Ivan Strinic avrebbe verosimilmente creato svantaggi, ma sul 2-1 c'è la sua impronta cubitale. Un fuorigioco fatto male, l'ennesimo dopo quello che ha regalato il 3-0 al Bologna al "Dall'Ara". Bisogna lavorare duro.
Anche perché il calendario ora regala delle buone occasioni alla Sampdoria: superate le principali sfide (sebbene si debba ancora recuperare la sfida con la Roma), i blucerchiati si preparano ad affrontare Cagliari, Sassuolo, Spal e Benevento prima della sosta di gennaio. Se togliamo l'impossibile trasferta di Napoli, 8-9 punti sarebbero il minimo per proseguire la corsa europea.

Bartosz Bereszynski, 25 anni, il miglior in campo per la Samp, contro Senad Lulić, 31.

26 novembre 2017

Normalizzarsi.

Dovevamo normalizzarci? Eccola qui, la batosta. Un 3-0 senza storie né recriminazioni in quel di Bologna, un 3-0 che fa male anche per il semplice motivo di esser stati per un tempo con un uomo in più. La Sampdoria torna rapidamente sulla terra, ricordandoci come questa squadra è pur sempre giovane e bisognosa di apprendere sempre di più.


La Samp si presenta a Bologna forte della vittoria sulla Juventus e desiderosa di spezzare il tabù Bologna, dove non vince da più di un decennio. Per farlo, Giampaolo deve rinunciare agli infortunati Linetty e Praet, proponendo così Verre dal 1'. Il Bologna si regge sul nuovo 4-3-1-2, lo stesso che ha permesso di ribaltare la gara di Verona contro l'Hellas.
Pronti, via e la Samp è subito in svantaggio: la manovra bolognese porta la palla in area, con Destro che calcia. Viviano è bravo a respingere, ma Strinic si addormenta del tutto, di fatto spalancando lo specchio della porta a Verdi, che non ha bisogno di incoraggiamenti per metter dentro l'1-0. Sono passati solo tre minuti e il Doria è già sotto.
Mentre Donsah cerca una timide conclusione, il peggio si materializza al 7': si fa male Strinic, dentro Murru al suo posto. Torreira pesca bene al 10' Zapata, con un lancio millimetrico sul quale però il colombiano non trova né lo stop, né la conclusione. Ci prova Pulgar al 15', ma Viviano para in due tempi il destro su schema da corner.
La Samp capitola al 22': su corner di Verdi, Mbaye stacca con un terzo tempo cestistico e sovrasta Zapata, infilando il 2-0 senza pietà. Nell'occasione, la colpa sembra ricadere su Verre, che segue malamente il terzino avversario e lo lascia poi saltare da solo. La Samp non riesce a creare più nulla, ma c'è una fiammella di speranza.
Già ammonito pochi secondi prima, Torosidis si becca un secondo giallo (forse discutibile: Zapata sembra inciampare oltre a esser trattenuto) e lascia il Bologna in 10. La ripresa sembra l'occasione giusta per ribaltare la gara, inserendo Caprari al posto dell'evanescente Ramírez. Anche Donadoni si copre, togliendo Destro e inserendo Masina in difesa.
Il secondo tempo, in realtà, è una grossa delusione: nonostante la superiorità numerica, la Samp non riesce a creare grosse occasioni. Torreira testa Mirante dalla distanza, ma il tiro è centrale; lo stesso accade con il neo-entrato Álvarez, fino al salvataggio del portiere rossoblu sul colpo di testa di Silvestre. La chiusura del match, però, è dietro l'angolo.
Su corner battuto corto, Álvarez gestisce malissimo il pallone: la Samp è scoperta e perde palla, lasciando metri su metri a un corridore come Donsah. Il ghanese ha grande passo e la fortuna di vincere un contrasto. A quest'errore, si aggiunge quello di Murru, che fa male il fuorigioco e lascia in linea Okwonkwo, servito per un facile 3-0 (e per il terzo gol in sei presenze in campionato: grandi numeri).
Da lì, la Samp ha un vagito immediato, con il palo colto da Verre su tiro dai 20 metri e la conseguente sfortuna di Caprari, che incoccia una buona conclusione sulla respinta, ma trova la respinta di Mirante in corner. Il Bologna si chiude saggiamente nella propria metà campo e conquista la seconda vittoria consecutiva; per il Doria, invece, c'è da riflettere.

«Dobbiamo fare tesoro degli errori». Sì, anche perché due delle tre sconfitte in campionato sono arrivate a Bologna e Udine.

Viviano 5.5; Bereszynski 5.5 (dal 20' s.t. Álvarez 5), Silvestre 6, Ferrari 5.5, Strinic 5 (dal 7' p.t. Murru 5); Verre 5.5, Torreira 6, Barreto 5; Ramírez 5 (dal 1' s.t. Caprari 6); Quagliarella 5, Zapata 5.5.

La fatal Bologna rimane tale: l'ultima vittoria della Sampdoria al "Dall'Ara" risale al novembre 2003, ai tempi del primo anno in A con Novellino. Insomma, malissimo: una di quelle trasferte maledette per il Doria, come Napoli o fino a qualche anno fa Bergamo. Bisognerà ripartire subito dalla prossima gara, ma prima o poi a Bologna bisognerà vincere...
Già, l'Emilia. Due delle tre sconfitte della Samp in questo campionato sono arrivate su campi inaspettati e in maniera pesante: al 3-0 subito a Bologna, bisogna aggiungere il 4-0 incassato sul campo dell'Udinese. Un peccato, perché a queste si deve aggiungere solamente lo stop contro l'Inter a "San Siro" e sono sconfitte inusuali per l'attuale rendimento blucerchiato.
Una riflessione va fatta anche su due-tre elementi. Sembra chiaro ormai come Barreto non sia più tagliato per fare il titolare, specie in gare - come quella di ieri - in cui bisogna imporre il proprio gioco con il palleggio. Verre è stato contrastante nella sua prestazione, mentre Murru ha fatto capire perché siede in panchina invece di esser in campo (lo scambio per Cigarini e soldi sta gridando vendetta).
E ora? C'è la Lazio, con un calendario che sarà contrastante. Bisognerà sfidare Lazio, Napoli e recuperare la gara contro la Roma, ma il resto delle gare da qui alla sosta del 6 gennaio proporranno anche le trasferte contro Cagliari, Spal e Benevento, oltre alla sfida interna contro il Sassuolo. C'è lo spazio per chiudere a quota 30 prima della sosta, con la speranza che queste batoste non incidano troppo.


22 novembre 2017

Sognare è possibile?

Ci è voluto un po' per digerire il tutto, perché ero allo stadio - per la prima volta dopo cinque anni e mezzo - e passare dal battere la Reggina in una rincorsa ai play-off di Serie B allo sconfiggere i campioni d'Italia nel tuo stadio è un bel salto. La Juventus cade al "Ferraris" con un 3-2 per mano della Sampdoria: un risultato che dice tanto sui bianconeri e anche sui blucerchiati.

Gian Marco Ferrari, 25 anni, ha giocato forse la miglior gara della sua carriera.

La Sampdoria si presenta quasi con gli stessi undici che hanno vinto il derby: l'unica novità è Barreto, messo al posto di Linetty per garantire una maggior copertura in zona difensiva. La Juventus, invece, lascia a riposo i nazionali Barzagli e Buffon, con il solito 4-2-3-1 degli ultimi tempi, riproposto però senza Dybala.
Tempo 60 secondi e la Juventus rischia di andare immediatamente in vantaggio: bella palla di Bernardeschi in profondità per Higuaín, con l'argentino che però strozza troppo l'angolo di tiro e manca lo specchio della porta. Il primo tempo è piuttosto bloccato, con la Juventus che riesce a creare le poche occasioni dei primi 45'.
Se al tiro di Mandzukic facilmente parato da Viviano risponde una girata larga di Quagliarella, la vera occasione principe della prima frazione arriva sui piedi di Cuadrado: palla principesca di Higuaín, con Strinic un po' distratto nel coprire l'esterno colombiano. Giunto davanti a Viviano, però, Cuadrado mira male e colpisce la natica del portiere avversario.
Al riposo si va con il dubbio di un rigore per la Juventus: c'è la mano di Strinic, ma è comunque attaccata al corpo e la distanza tra la palla crossata da Cuadrado e l'arto del croato sembra minima. Neanche le proteste dei giocatori bianconeri cambiano le cose, ma quello che cambia è il canovaccio della gara nella ripresa.
Dopo un colpo di testa alto di Chiellini, è la Samp a sbloccare la partita: al 51' un cross di Quagliarella viene malamente rinviato da Bernardeschi. La palla schizza in alto, ma rimane in area: troppo facile per Zapata sovrastare Lichsteiner e battere Szczęsny per l'1-0. Da lì, la Juventus - sembra alla ricerca del lato debole in maniera blanda - deve cambiare passo.
Dopo che Zapata sfiora il 2-0 (bell'assist di Quagliarella in profondità, ma Szczęsny in uscita salva tutto), la Juventus trova l'occasione per pareggiare. Sfortunatamente per gli ospiti né Mandzukic né i due tiri successivi trovano la porta della Samp, che si difende con le unghie e i denti. Allo stesso modo, Viviano è fondamentale in uscita sulla zampata di Khedira.
E così i padroni di casa trovano l'episodio giusto per raddoppiarla: al 70', un Ramírez in netta crescita nella ripresa serve Torreira, che era salito da dietro. Il destro secco dell'uruguayano trova l'angolo basso alla destra di Szczęsny: è 2-0, il colpo che forse ammazza la Juventus. 
Nella girandola di sostituzioni, i blucerchiati trovano anche il 3-0: punizione di Torreira, controllo e assist di Quagliarella e zampata di Ferrari, mentre Khedira si perde malamente la marcatura per protestare. Sembra finita, anche perché Viviano trova il modo di fermare pure il neo-entrato Douglas Costa, che aveva saltato mezza difesa doriana.
Invece la Juventus ha un doppio sussulto finale: prima Strinic tira giù Douglas Costa in maniera incauta e Higuaín trasforma dal dischetto, poi è Dybala a partire palla al piede prima di fulminare Viviano con un mancino. Si rischia la rimonta-beffa, ma la partita si chiude: sei su sei in casa, mai successo prima.

Contina l'over-performing del nostro campionato. Se fosse finita 3-0, sarebbe stata praticamente una rapina a mano armata.

Viviano 7; Bereszynski 6, Silvestre 7.5, Ferrari 8, Strinic 6; Barreto 6 (dal 28' s.t. Verre 6.5), Torreira 7.5, Praet 6 (dal 26' p.t. Linetty 7); Ramírez 7; Quagliarella 6.5 (dal 38' s.t. Caprari s.v.), Zapata 7.

Questa vittoria è un enorme passo avanti per la squadra, ma soprattutto per Marco Giampaolo: già, perché il tecnico della Sampdoria non aveva mai sconfitto Allegri nei precedenti tra i due tecnici. Il mister ha dimostrato di esser il vero valore aggiunto della Sampdoria: con la nazionale in bilico, la paura che lasci a giugno 2018 c'è sempre (hashtag #Giampaolo2020 già pronto).
E la Juventus? Come evidenziano anche i dati, non avrebbe meritato di chiudere sotto 3-0 e persino il 3-2 - per alcuni aspetti - è un risultato stretto. Tuttavia, il calcio è fatto anche di un elemento di caso, che può presentarsi sotto forma dell'incornata di Duvan Zapata. Sono convinto che lotteranno per il titolo fino alla fine, nonostante le difficoltà che sta attraversando.
Questa partita ci rivela anche che i tre marcatori sono al momento i migliori giocatori della squadra (ci perdonerà Strinic, in chiaro-scuro contro la Juve): Ferrari ha giocato una gara sontuosa in copertura e nell'impostazione, al di là della rete segnata; Torreira è una sorpresa solo per chi non lo conosce; infine Zapata, che ha dominato la ripresa oltre il gol dell'1-0.
E ora? C'è un calendario contrastante. La Sampdoria deve ancora sfidare Lazio, Roma e Napoli (le prime due al "Ferraris", l'altra in trasferta), ma immediatamente ci sarà la trasferta di Bologna, su un campo che è notoriamente maledetto per la squadra blucerchiata. Tuttavia, se c'è un'annata nella quale tutto sembra possibile, è proprio questa: si va in Emilia per vincere.

Gonzalo Higuaín, 29 anni, a segno, ma forse deludente nella trasferta di Genova.

05 novembre 2017

-17.

Per molti in quel di Genova saranno i punti di differenza tra le due squadre di Genova o il freddo che fa nella zona pericolante della classifica. Per me sono i punti che mancano alla salvezza più che sicura, fermo restando che questa stagione per ora non ha nulla della salvezza. Intanto, però, la Samp trionfa nella stracittadina per 2-0 e vola a quota 23 punti.

Gaston Ramírez, 27 anni, ha segnato l'1-0 sotto la Gradinata Nord.

La Sampdoria si presenta al derby in ottima forma, reduce dalla reazione di San Siro contro l'Inter e dalla vittoria roboante (più nel risultato che nel gioco) contro il Chievo a Genova. Dall'altra parte, per il Genoa e soprattutto Juric è un dentro o fuori, vista la sconfitta a Ferrara contro la Spal e la posizione occupata in classifica.
Il tecnico rossoblu si affida al solito 3-4-3, mantenendo Omeonga in mediana accanto a Veloso e scegliendo Lapadula da punta centrale, affiancata da Rigoni e Taarabt. Giampaolo, di contro, non cambia l'alchimia magica: dentro quasi tutti i soliti noti, con l'unica eccezione della chance per Ramírez al posto dell'entusiasmante Caprari.
Pronti, via e ci sono subito due tentativi a rete: prima Lapadula si libera bene, ma calcia alto in mezza rovesciata; poi è Praet a testare centralmente Perin. Ancora Lapdula e nuovamente in acrobazia ha un'occasione gigantesca, ma la spreca davanti a Viviano. Alla Samp manca un rigore (mano di Laxalt in area al 21': where is Var?), ma l'inerzia cambia rapidamente.
Rinvio di Viviano, spizzata di Zapata e Ramírez si inserisce davanti al titubante Zukanovic: l'ex non sa se buttar giù l'uruguayano, ma non riesce totalmente a sbilanciarlo. Il numero 90 del Doria resiste e beffa Perin in uscita con lo scavetto: 1-0 sotto la Nord e Samp in visibilio. Il primo tempo si chiude con la traversa di Rosi, colpita dopo un tremendo controllo di palla.
La ripresa vede lo stesso canovaccio: la Samp aspetta un Genoa confusionario con l'uscita del pallone al piede, mentre i rossoblu si lanciano in avanti in maniera confusionaria alla caccia del pareggio. Quagliarella ha un'occasione gigantesca per chiuderla, ma mette fuori dopo aver intercettato il retropassaggio di Rossettini.
Risponde al 58' Rigoni di testa, che sfiora la traversa della porta di Viviano. Anche Barreto - neo-entrato al posto di Ramírez - tenta la conclusione, ma è centrale per Perin. Da lì, il Genoa andrà al tiro diverse volte con Lapadula, senza però centrare la porta. Dopo un errore clamoroso di Álvarez davanti alla porta, la Samp chiude la faccenda.
Minuto 83: recupero palla di Torreira, che sale e di fatto serve Zapata in profondità. Qui sbaglia Perin, che non s'intende con Izzo ed esce, nonostante il difensore stia già arrivando sul colombiano. Zapata anticipa entrambi e serve Quagliarella solo in area, che può così depositare il 2-0 e la settima rete personale in campionato.
Il finale è del Genoa, che prova almeno a trovare il gol della bandiera senza riuscirci: un gran mancino di Veloso viene respinto da Viviano e Zukanovic si vede negare la rete dell'ex su colpo di testa. La Samp vince meritatamente, dimostrando che in questo momento storico c'è un gap tecnico notevole tra le due squadre.

La soddisfazione è palpabile.

Viviano 6.5; Bereszynski 7, Silvestre 7.5, Ferrari 7, Strinic 6.5; Praet 7 (dal 31' s.t. Álvarez 5.5), Torreira 6.5, Linetty 6.5; Ramirez 6.5 (dal 14' s.t. Barreto 6.5); Quagliarella 7, Zapata 7 (dal 41' s.t. Caprari s.v.).

Siamo alla terza vittoria di fila nel derby di Genova, dopo la doppietta della passata stagione. Uno strano dominio, che 12 mesi fa era inimmaginabile: la Sampdoria aveva preso Giampaolo dopo l'addio di Montella, mentre il Genoa si cullava sulla (solida) illusione che Juric potesse essere l'erede ideale di Gasperini.
Tuttavia, mentre Gasperson ha trasformato l'Atalanta in una macchina da guerra, il Genoa è affondato. I rossoblu hanno perso oltre il 2-0, che forse è un po' largo: alla fine il Genoa ha avuto le sue occasioni, ma non le ha sfruttate. Ed è la differenza dei particolari che ha portato al secondo esonero di Juric.
Mentre ci si chiede chi possa salvare una squadra in queste condizioni (Ballardini? Ma siamo sicuri?), una cosa va rimarcata. Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: Marco Giampaolo è diventato uno dei migliori allenatori del nostro campionato. Gestione del gruppo, identità tattica e spettacolo: tutto condensato nel tecnico abruzzese.
E non solo quello, perché quando gli hanno ricordato che al ritorno della pausa di Serie A ci sarà la Juventus al "Ferraris", Giampaolo ha mostrato una sincera eccitazione: «Una vittoria nel derby prima della pausa è un risultato straordinario, ti mette l'autostima giusta. Sono contento che ci sarà la Juventus al ritorno dalla pausa». Anche noi non vediamo l'ora.

Fabio Quagliarella, 34 anni, non si ferma più: primo gol nel derby di Genova.

30 ottobre 2017

Bonus.

E siamo a cinque. Cinque vittorie casalinghe, 20 punti in 10 giornate, un passo da Europa semi-sicura. C'è quasi da non crederci, visto che le avversarie non sono state delle più facili, eppure la Sampdoria si gode un altro successo, un 4-1 al Chievo Verona un po' bugiardo nel suo risultato finale. Però i numeri sono quelli che contano e... ci sono.

Duvan Zapata, 26 anni, ancora a segno per la Sampdoria.

Dopo le difficoltà di San Siro, Giampaolo decide di ripartire dalla gestione del gruppo: fuori Bereszynski, Barreto e Ramírez, dentro Sala, Linetty e Caprari, con l'obiettivo di mettere in difficoltà il Chievo. I veronesi - reduci dalla vittoria nel derby, ma anche dalla batosta interna con il Milan - sono un osso duro da affrontare.
Lo dimostra subito Inglese, che testa i riflessi del rientrante Viviano (bentornato: ci serviva). Dopo un fuorigioco inesistente fischiato a Quagliarella (comunque fermato da Sorrentino), il Chievo sfiora due volte il vantaggio: prima Meggiorini, poi Bastien sprecano delle ottime occasioni per gli ospiti, non centrando neanche la porta.
Lì viene fuori l'elemento-bonus: la fortuna. Al 19' Linetty serve Quagliarella in area, che tenta il tiro: conclusione rimpallata e il polacco mette in rete su rimpallo. Siamo alla sua terza rete in stagione, ma è una momentanea illusione. Il Chievo reagisce subito: Birsa sfiora il gol di testa, poi è Cacciatore a pareggiare al 23' di testa su corner (facile il mismatch con Torreira).
Proprio in quel momento, l'uruguayano tira fuori il jolly di questa giornata: la solita punizione dai 30 metri, quella che solitamente il 34 mette in mezzo. Invece Torreira sorprende tutti e si coordina, trovando una traiettoria a uscire che beffa Sorrentino: 2-1 e "Ferraris" in delirio per il 1° gol del ragazzo con la Sampdoria.
Il Chievo ha almeno altre due occasioni buone: prima Meggiorini salta mezza difesa e trova la parata da hockey di Viviano, poi è Inglese a stuzzicare il numero 2 blucerchiato con una girata, costringendolo in corner. Tuttavia, è il preambolo al trionfo: il 3-1 arriva con l'ABC del calcio.
A centrocampo, Caprari aiuta Praet nel pressing di Birsa, togliendo il pallone allo sloveno. Palla di Caprari immediatamente in profondità per Quagliarella, che vede Zapata in mezzo: il colombiano finta di andare sul primo palo e sta largo, il cross del capitano è perfetto e il centravanti segna un 3-1 bugiardo, ma bellissimo.
Il Chievo non merita quel passivo, anzi... ma il calcio è così. E la stanchezza prevale. Dopo una bella azione di Inglese (conclusione parata da Viviano), gli ospiti si sgonfiano. Anzi, Caprari, Quagliarella e Zapata sfiorano il 4-1, mentre Doveri si dimentica due volte il secondo giallo a Castro (mano e fallo).
La girandola di sostituzioni non cambia niente: quando la partita è congelata, è anzi Torreira a trovare la doppietta. Il 34 raccoglie la respinta da corner e calcia al volo: Ferrari fa velo sulla traiettoria, per cui il Var controlla la posizione del difensore. Tutto regolare e gara finita con l'ennesimo trionfo: sorprendente, ma trionfo è.

Ci sono voluti 4000' per trovare il primo gol in blucerchiato.

Viviano 6; Sala 6, Silvestre 6,5, Ferrari 6, Strinic 6; Linetty 7.5 (dal 42' s.t. Verre s.v.), Torreira 7.5, Praet 6.5 (dal 21' s.t. Barreto 6); Caprari 6.5 (dal 15' s.t. Ramírez 6); Quagliarella 7, Zapata 7.

Prima cosa: complimenti al Chievo Verona. Qualunque analista saprebbe ammettere e dimostrare che i clivensi meritavano di più in questa gara. Anzi, a fine primo tempo - mentre la Samp si godeva il 3-1 -, il Chievo avrebbe probabilmente dovuto godere del vantaggio. Purtroppo per loro, è andata diversamente e nel calcio succede.
Non solo questo, però, perché la Sampdoria colleziona cinque vittorie di fila in casa dall'inizio del campionato per la prima volta. Non era mai successo, neanche nell'anno dello scudetto. E diventano sei contando anche il successo sul Foggia: come negli anni più belli, il "Ferraris" sembra un catino che porta fortuna.
Io ho finito le parole per Lucas Torreira. Gli mancava solo una cosa, la rete. E nessuno se le aspetta da lui, perché il suo compito è un altro. Ma proprio in una delle giornate meno brillanti della sua stagione - meno brillanti vuol dire comunque sufficienti (!) -, l'uruguayano ha trovato una gemma e un altro destro per il 4-1.
Mentre mi auguro che all'Atlético Madrid stiano preparando una valigetta gonfia e che Óscar Tabárez abbia buttato un occhio sul ragazzo (sarebbe l'ora), la Sampdoria si concentra sul prossimo impegno: ci sarà il derby di Genova. Il Genoa è nei guai e in queste ore la conferma di Juric è all'esame della dirigenza rossoblu. 
Personalmente spero in una permanenza: non tanto per il tecnico (travolto dall'assoluto disastro che è stata la gestione del Genoa negli ultimi 18 mesi), ma perché i rossoblu sono 19°, reduci da una sconfitta a Ferrara e in chiara difficoltà psicologica. Questa situazione va tenuta per il derby: sarebbe un altro bonus, oltre il +14 in classifica.


26 ottobre 2017

Chiaroscuro d'epoca.

Per una sera, mi è sembrato di rivedere la Sampdoria della passata stagione, ancora più accentuata nei suoi pregi e difetti. La squadra di Giampaolo esce con una sconfitta per 3-2 sul campo dell'Inter, ma il punteggio non racconta tutta la verità. Se da una parte c'è la soddisfazione per la reazione, dall'altra si spera che la prima ora di nulla sia stato solo un brutto episodio.

Marco Giampaolo, 50 anni, e Luciano Spalletti, 58, negli abbracci pre-partita.

La Sampdoria è reduce dal 5-0 al Crotone e contro l'Inter si gioca la solida candidatura di outsider del campionato. Pensate all'Atalanta 2016-17: solo dopo le vittorie casalinghe contro Napoli e Roma si cominciò a pensare ai nerazzurri come la vera rivelazione della stagione. Allo stesso modo, le chance blucerchiate passano da San Siro.
Spalletti propone il solito undici, ormai consolidato nelle ultime settimane; diverso l'atteggiamento di Giampaolo, che ripone sia Linetty che Caprari, preferendo il rientro tra i titolari di Barreto e Ramírez per la partita a San Siro. Cambio anche sui terzini, dove Bereszynski e Murru sono i titolari per la gara meneghina.
Il primo tempo è un'illusione: i primi 10' degli ospiti sono incoraggianti, con il pressing alto e il un paio di tiri. Poi l'uragano Inter: prima Candreva sfiora il vantaggio, poi è D'Ambrosio a riprovarci con poca fortuna. L'ennesimo tiro di Candreva finito in corner - deviato da Puggioni - è il preludio al vantaggio nerazzurro.
Sul corner, infatti, la spizzata in area porta Skriniar solo davanti a Puggioni: lo slovacco - ex della gara - viene perso e batte Puggioni in scivolata. Non bastano 10' di pausa a calmare l'Inter: prima Puggioni rinvia male e regala un tiro a porta vuota a Perisic (il palo lo salva), poi Icardi impegna il portiere blucerchiato di testa.
Anche qui, è il preludio a un'altra rete nerazzurra: su cross di Candreva, Silvestre respinge e Bereszynski stringe senza motivo su Perisic. Alle spalle, Icardi raccoglie la respinta e calcia al volo: 2-0 e partita in salita. Prima dell'intervallo, è ancora Icardi a cogliere il palo da corner con un bel colpo di testa. Un massacro.
Giampaolo si gioca la carta Caprari al posto dell'invisibile Ramírez: funziona, ma non subito. Il 9 ospite sfiora subito il gol su punizione, ma l'Inter trova il 3-0: bell'azione in profondità e Perisic serve Icardi, non tagliato fuori da Bereszynski. Sembra il game over, con Perisic che coglie la traversa al 62'. Eppure, qualcosa succede.
Scampato il pericolo del 4-0, la Samp trova subito il 3-1 con Kownacki, ben servito da Quagliarella: è il secondo gol consecutivo per il polacco. Da quel momento, l'Inter - forse anche stanca per lo sforzo profuso tra Napoli e l'ottima ora di calcio appena proposta - cala e trova solo un paio di tiri, su cui Puggioni fa gli straordinari (specie su Icardi all'86').
Di contro, la Samp prende in mano il gioco, con Quagliarella che spreca un'importante chance e poi trova il 3-2 su assist pennellato di Praet. L'ultima occasione per un clamoroso pari in rimonta è sui piedi di Caprari, ma il cross di Murru è difficile da mandare in porta. Finisce con la vittoria dell'Inter e in fondo è giusto così.

Un 3-2 con (poche) note positive e molto su cui lavorare con le grandi.

Puggioni 5; Bereszynski 5, Silvestre 5, Ferrari 6, Murru; Barreto 4.5 (dal 20' s.t. Linetty 6), Torreira 6.5, Praet 6.5; Ramírez 5 (dal 1' s.t. Caprari 6.5); Quagliarella 6.5, Zapata 5.5 (dal 12' s.t. Kownacki 6.5)

Prima nota: complimenti a Luciano Spalletti. Tecnicamente, l'Inter gioca con la stessa coppia di terzini e l'attacco dell'anno scorso, eppure le aggiunte di Skriniar, Vecino e Borja Valero - unite al suo sapiente gioco - hanno fatto la differenza. Il lavoro del tecnico di Certaldo è già da MVP e dimostra come certi uomini della panchina sappiano fare la differenza.
Che dire invece della Sampdoria? Qualche nota positiva c'è: l'opzione Caprari trequartista ha funzionato anche contro una delle due squadre imbattute nel campionato. Una volta data la palla al 9 alle spalle di Vecino e Gagliardini, si è visto molto. Ferrari continua a integrarsi, anche se per lui non è stata comunque una serata facile.
Le notizie cattive, però, sono molteplici. Era dall'ultima gara dello scorso campionato - quella casalinga contro il Napoli - che non vedevo la Samp così schiacciata e dominata. Non era successo nemmeno a Udine, neanche con l'uomo in meno e sotto 3-0. Evidentemente la differenza tecnica tra i due avversari ha pesato.
Malissimo Barreto e Murru, male Puggioni e anche Bereszynski. Saranno serate, ma ci sono un paio di questioni tecniche che andranno risolte. 1) Vista la necessità di arrivare a Strinic il 30 di agosto, i 12 milioni per Murru sono un investimento fallito? 2) Forse serve Viviano per manovrare meglio il pallone? 3) Linetty merita un posto da titolare senza se e ma?
Ci pensa il calendario a darci occasioni per rispondere a tali domande: domenica la Samp ospiterà il Chievo Verona, che - nonostante la brutta batosta con il Milan - rimane un bel test. Battere il "Pandoro meccanico" non sarà facile e forse definirà le prospettive della Samp per il prossimo futuro. Lo farà più chiaramente che a Milano.

Mauro Icardi, 24 anni, ancora a segno (due volte) contro la sua ex squadra.

22 ottobre 2017

Volare.

Si sapeva che sarebbe stato importante vincere, ma forse nessuno si aspettava un'affermazione così facile: la Sampdoria travolge il Crotone per 5-0 sul terreno del "Ferraris" e vola a 17 punti in classifica. Una vittoria netta, senza storia, segnata da cinque reti provenienti da altrettanti marcatori: sono 12 punti in quattro gare giocate in casa.

Fabio Quagliarella, 34 anni, ha appena realizzato il 2-0 dal dischetto.

Il Crotone si presenta a Genova dopo aver preso quattro punti alla Sampdoria nella sua prima annata in A (pareggio in casa, vittoria al "Ferraris" in rimonta), mentre i ragazzi in blucerchiato devono dare continuità al risultato ottenuto contro l'Atalanta. Riposa Ramírez, mentre Caprari è di nuovo scelto nella posizione di trequartista.
Gli ospiti sono orfani di due giocatori importanti come Simy e Rohdén, che potranno sembrare portatori d'acqua, ma sono fondamentali per salvarsi. E lo si vede nei primi 10', quando la Samp indirizza la partita: al 3', su punizione di Torreira, è l'ex Ferrari a staccare in area per battere Cordaz. 1-0 dopo 180 secondi, nessuna esultanza per il difensore.
Sette minuti e Zapata sfugge in velocità ad Ajeti: l'albanese atterra nettamente il colombiano e l'arbitr non ha alcun dubbio. Per lui è rigore, a me è sembrata punizione dal vertice alto dell'area; Quagliarella si presenta dal dischetto e la mette all'angolino per il 2-0. Il Crotone prova un paio di tiri con Mandragora e Ajeti, ma non spaventa Puggioni.
Il Crotone rischia di farsi il 3-0 da solo, con Budimir che coglie la propria attraversa per allontanare la punizione di Strinic. Al 37', il triplo vantaggio è realtà: su un pallone sporco, Zapata resiste al duro intervento in area di Ceccherini e tira una mina in mezzo: a un metro dalla porta, Caprari deposita in posizione regolare. Partita finita.
C'è ancora il tempo perché Budimir colga la traversa nel minuto di recupero della prima frazione: Puggioni battuto, ma la palla rimbalza fuori e non entra. al ritorno in campo, il ritmo è blando e ci sono molte sostituzioni (Giampaolo dà spazio a Murru e Ramírez, con Quagliarella leggermente infortunato). Tuttavia, i padroni di casa non hanno chiuso il conto.
Una splendida combinazione Caprari-Praet porta il belga all'assist per l'accorrente Linetty: secondo gol consecutivo per il centrocampista, che non sarà però l'unico polacco a realizzare una rete. Nel giro di 30 secondi, Kownacki entra in campo al posto di Caprari e sfrutta un rinvio malandato di Cordaz: di fronte al portiere, lo giustizia per il 5-0.
Il finale è molto tranquillo: la Sampdoria ha avuto ciò che voleva, il Crotone prova a cercare il gol con il solito Budimir, che in questa gara ha dimostrato perché non solo non sia adatto al gioco di Giampaolo, ma perché la A gli stia larga. Altri due tentativi del croato più uno di Trotta non portano nemmeno il gol della bandiera: è la prima vittoria in A contro i calabresi.

«Abbiamo giocato bene rispetto ai nostri avversari. A fine anno vedremo dove siamo arrivati»: testo e musiche di Dawid Kownacki.

Puggioni 6; Sala 6, Silvestre 6, Ferrari 7, Strinic 6.5 (dal 22' s.t. Murru 6); Linetty 6.5, Torreira 7, Praet 7.5; Caprari 7.5 (dal 29' s.t. Kownacki 6.5); Quagliarella 6.5 (dal 10' s.t. Ramírez 6), Zapata 7.

Nessuno l'avrebbe mai detto dopo le cessioni estive, ma è bastato poco per dare a questa squadra la stessa consapevolezza della scorsa stagione. Se la squadra del 2016-17 sembrava più dotata tecnicamente e piena di hype, questa sembra più matura, nonostante le tante partenze e gli arrivi ancora da scoprire.
Gli arrivi di Strinic e Zapata, per esempio, hanno riempito due buchi importanti. In attacco la Sampdoria aveva perso tanto, adesso ha trovato un colombiano che è un attaccante a metà strada tra gli ex e Quagliarella: una prima punta a tutti gli effetti, ma dotata di forza fisica e accelerazione poderosa. Il croato, invece, è un terzino sinistro vero.
Fermo restando che c'è da chiedersi perché si sono spesi 12 milioni per Murru (a bilancio sono quelli... 7 + il cartellino di Cigarini), c'è da fermarsi un attimo anche sulla crescita di alcuni ragazzi: Linetty e Praet avevano fatto vedere qualche cosa l'anno scorso, ma questa stagione stanno strabordando, di fatto dominando queste gare.
Soprattutto il belga sembra incamminato verso il Mondiale se continuerà a giocare così. La Sampdoria ha vinto tutte e quattro le gare casalinghe, in attesa di recuperare quella contro la Roma. E non c'è nulla da dire: sono state tutte vittorie meritate. Anzi, quella più sofferta è stata la prima contro il fanalino Benevento.
E ora? Ora c'è l'Inter. A Milano si andrà per un infrasettimanale di piacere. La Sampdoria non deve porsi obiettivi più grandi della sua realtà, ma solo giocare con la testa sgombra. Se farà così - nonostante la stanchezza: Zapata e Praet hanno fatto 90' ieri -, la squadra di Marco Giampaolo potrà dire la sua. Volare è possibile.

I giocatori festeggiano a fine gara: una prova maiuscola contro il Crotone.

16 ottobre 2017

Riscoprirsi grandi (e fortunati).

Una domenica europea: la Sampdoria batte in rimonta 3-1 l'Atalanta e all'improvviso si trova sesta, in piena zona Europa League. E per giunta con una partita da recuperare, quella con la Roma, che ora dista un solo punto. Sembra quasi uno scherzo a scriverlo, ma Marco Giampaolo ci potrebbe aver fatto un altro scherzo, nonostante la squadra indebolita.

La Sampdoria esulta per il 3-1 con Ilicic sullo sfondo: lo sloveno ha rifiutato il Doria per passare all'Atalanta nell'ultima sessione di mercato. Miglior fotogramma non potrebbe esistere.

Non ci sono enormi novità in casa Sampdoria: la sostituzione obbligata è quella di Barreto, ma a sorpresa viene scelto Valerio Verre e non Linetty. Giusto così comunque, perché l'ex Pescara ha bisogno di minuti nelle gambe. Torna (ahimè) anche Regini in difesa, che panchina Ferrari; Gasperini, a sorpresa, lascia riposare Gomez.
Il primo tempo è tutto di marca atalantina, ma l'unico rischio è corso all'inizio: un retropassaggio distratto costringe Berisha a un controllo difficoltoso. Quagliarella si avventa e ruba palla al portiere albanese, ma il tiro è respinto in corner. Da lì, è un assolo degli ospiti, consci di saper coprire benissimo il campo e poter aggirare gli ostacoli.
Ilicic è il primo a tentare dalla distanza, poi ancora Freuler a impegnare Puggioni. Il terzo al tiro è Cristante, che spreca un buon assist dello sloveno con un tiraccio a lato. Al 21', il vantaggio ospite: Spinazzola mette un bel pallone in mezzo, Regini lascia tutti in linea e Cristante svetta di testa, con Puggioni che esce male. 1-0 meritato.
Solo l'imprecisione atalantina non permette loro di concludere il tempo in doppio vantaggio: Puggioni è costretto a diversi interventi almeno fino alla mezz'ora, quando la Sampdoria si sveglia e trova una piccola reazione prima dell'intervallo con Zapata, due volte al tiro. Al ritorno in campo, Giampaolo opta per il doppio cambio: fuori Verre Ramírez, dentro Caprari e Linetty.
Saranno decisivi: dopo 10' di studio, la Sampdoria pareggio con Zapata. Bell'inserimento in profondità di Quagliarella, che aggira Berisha lateralmente e prova il tiro; con il pallone respinto, il 27 rimette in mezzo e trova il colombiano, che realizza il terzo gol in cinque partite. Sembra un episodio, ma è solo l'inizio.
Quattro minuti più tardi, è Caprari a portare in vantaggio la Sampdoria: bel recupero palla di Strinic, uno-due del croato con Zapata e scatto in profondità. Il cross dell'ex Napoli è perfetto per l'incornata bassa di Caprari, che si sblocca anche al "Ferraris". L'Atalanta dà una prima risposta con l'entrata di Gomez, che subito va due volte al tiro.
Ma è al 68' che arriva il colpo del k.o.: bel recupero palla di Praet e filtrante per Linetty. La palla è interessante, ma la finta del polacco - che fa finta di andare incontro al pallone per poi lasciarlo scorrere - di fatto è un ankle-breaker stile NBA su Masiello. Solo e in area, Linetty mira all'angolo opposto e trova il 3-1 che chiude la gara.
Da lì inizia una girandola di sostituzioni e ammonizioni, con le occasioni a intervallare il tutto: ci provano Praet, Quagliarella e Gomez, ma nessuno di loro trova il gol. Clamorosa l'ultima occasione per Cornelius, solo davanti a Puggioni: non bastano tre tiri a botta sicura per trovare la rete del 3-2. Quando la fortuna ti arride...

La conta degli xG non spiega il risultato. Ogni tanto capita.

Puggioni 5.5; Bereszynski 7, Silvestre 6, Regini 6.5, Strinic 7; Verre 5 (dal 1' s.t. Linetty 7.5), Torreira 6.5, Praet 7; Ramírez 5 (dal 1' s.t. Caprari 6.5); Quagliarella 6, Zapata 7.5 (dal 41' s.t. Kownacki s.v.)

Beh, che dire: è stata una domenica fortunata. Soprattutto nei primi 45', la Sampdoria è sembrata totalmente fuori dal gioco, con giusto 2-3 giocatori a salvarsi da una debacle totale. Ha spaventato l'identità degli ospiti, che sono - assieme al Napoli capolista - la squadra che più ha una sua organizzazione di gioco riconoscibile.
D'altro canto, al primo affondo, gli ospiti sono crollati. Probabilmente l'Europa League è per l'Atalanta il vero obiettivo stagionale. In fondo, anche senza El Papu Gomez, Gasperini e i suoi ragazzi sono stati in vantaggio per 55' e hanno giocato un primo tempo di ottima fattura. Poi però ci sono i gap d'esperienza da colmare.
In quei gap si è infilata la Sampdoria, capace di segnare tre reti in 13' e chiudere la gara. Anzi, la Sampdoria avrebbe potuto persino realizzare la quarta rete con maggior precisione: la pressione del secondo tempo è stata folle e dimostra come a volte un po' un cambio di rotta - anche leggero - modifichi l'inerzia di un'intera gara.
Due le cose impressionanti: a) l'impatto di Caprari, che deve avere più spazio accanto a Zapata. Per quanto Quagliarella sia fondamentale, va pur sempre verso i 35 anni; b) Bartosz Bereszynski. Del ragazzo si è detto di tutto, ma i sei mesi d'ambientamento sembrano conclusi e la differenza con Sala - ovvero con uno che non fa il terzino - sembra ormai lampante.
Potenzialmente, la Samp potrebbe avere cinque titolari su 11 al prossimo Mondiale: Linetty e Bereszynski con la Polonia, Zapata con la Colombia e (si spera) Praet con il Belgio, più la possibilità che Viviano venga ricompensato con un posto in Russia. Ora però si deve pensare al futuro prossimo: un'altra vittoria con il Crotone ci farebbe volare altissimo.

Bryan Cristante, 22 anni, festeggia il momentaneo 1-0. Non durerà.

03 ottobre 2017

Giovani e rimandati.

Si può lasciarsi andare sul campo di una squadra che non ha ancora dimostrato nulla in questo campionato, vincendo appena una partita su sei? Sì, si può. Soprattutto se sei un club dall'età-media piuttosto giovane e non impari dagli errori della passata stagione. In un risultato bugiardo (almeno per la mole del risultato), l'Udinese travolge la Sampdoria per 4-0.

Numerosi i tifosi blucerchiati alla Dacia Arena, ma il supporto non è bastato.

Tanti i supporter blucerchiati a Udine, che spingono la squadra a mantenere la propria imbattibilità (la Sampdoria è l'unica rimasta in questo esclusivo club assieme alle tre di testa). Giampaolo propone la coppia di ex Zapata-Quagliarella in avanti, confermando Ferrari e Bereszynski in difesa. Strana invece la parziale bocciatura di Scuffet in casa friulana, con Bizzarri tra i pali.
Il primo tempo - in realtà l'intera partita, ma ci arriveremo dopo - è stato un enorme sbadiglio. 25' di nulla assoluto, con un tiro di Barak facilmente parato da Puggioni e un giallo inesistente a Barreto per fallo su Samir. Al 27', però, ecco l'ingenuità che sblocca la gara: il portiere blucerchiato spinge Maxi Lopez in area e gli offre l'assist per un rigore facile da guadagnare.
L'argentino non esita a dimostrare di aver sentito la spinta e Fabbri non può che fischiare il rigore per un'ingenuità simile: dal dischetto si presenta De Paul, che spiazza Puggioni per l'1-0. Non succede praticamente nulla fino al 39', quando Barreto si dimentica di esser ammonito e stende Lasagna in contropiede a 60 metri dalla porta: secondo giallo, gara finita.
Nonostante ciò, è stato incredibile testimoniare come per mezz'ora - a cavallo tra primo e secondo tempo - la Samp sia rimasta in partita. Al 43' Ramírez costringe Bizzarri a deviare un suo colpo di testa in corner, mentre Barak impegna Puggioni un minuto più tardi. Al rientro dal riposo, però, il canovaccio non è cambiato.
L'Udinese cerca di chiudere la gara sfruttando le ripartenze con un uomo in più, ma sono gli ospiti a giocare la palla a terra, a produrre effettive trame di gioco. Un miracolo di Puggioni salva la Samp dalla capitolazione su Lasagna e Quagliarella produce un paio di tiri, uno dei quali impensierisce Bizzarri dalla distanza.
Tuttavia, al 65' la gara è al capolinea: Fofana entra in area e Torreira tocca il centrocampista avversario, che cade. Il contatto c'è, ma sembra forzato per fischiarlo in area; eppure per Fabbri non ci sono dubbi. Dal dischetto, Maxi Lopez realizza il raddoppio e di fatto chiude la partita. Non del tutto, perché la Samp gioca comunque meglio dell'Udinese.
In doppio vantaggio e con un uomo in più, i friulani rischiano comunque di incassare il gol: Caprari e Kownacki creano un po' di panico, senza però centrare effettivamente la porta avversaria, schermati dalle respinte avversarie. Al minuto 84, game over: bel lancio di De Paul per Maxi Lopez, in linea e lasciato solo da Silvestre: cucchiaio d'esterno e Puggioni battuto.
Nel finale, però, l'arbitro Fabbri ci tiene a prendersi un po' di ribalta. A contesa ampiamente finita nel punteggio e con il cronometro al minuto 94 (mancano 30" alla fine), Fofana entra in area e Strinic lo scherma con il corpo. Non sarebbe calcio di punizione, eppure il direttore di gara vede in quel contatto il terzo rigore della serata: Fofana realizza e di fatto il match si chiude.

Un disastro solo nel punteggio.

Puggioni 4.5; Bereszynski 5.5, Silvestre 5, Ferrari 5.5, Strinic 5; Barreto 4.5, Torreira 5.5, Praet 5.5; Ramírez 5 (dal 9' s.t. Linetty 5); Quagliarella 6 (dal 27' s.t. Kownacki 5.5), Zapata 5 (dal 25' s.t. Caprari 5.5).

Ribadisco quanto già detto nell'intro: mai visto un risultato così bugiardo. La conta degli xg è nettamente in favore dell'Udinese, ma rimane il fatto che i friulani non abbiano chiuso la gara in superiorità numerica per un'ora se non con i rigori. Fossi in loro, sarei preoccupato per il resto della stagione in vista della lotta per la salvezza.
Già, Fabbri e i rigori. Il primo è una bestialità di Puggioni, che - se proprio deve uscire così alto per coprire Maxi Lopez - non deve lanciarsi in spinte che possano giustificare la caduta dell'attaccante. Il secondo è sembrato forzato, perché NON tutti i contatti in area sono passibili della massima punizione. Il terzo è uno show personale dell'arbitro, quindi passiamo oltre.
Forse è un peccato perdere l'imbattibilità così, su un campo dove la Sampdoria era attesa dal salto di qualità, per capire se veramente parlare di Europa fosse così impossibile. L'impressione ricavata dal pomeriggio friulano - al netto dell'espulsione di Barreto (il primo giallo è un'altra invenzione) e delle ingenuità commesse - è che no, ancora non ci siamo.
Ora si attende la ripresa dopo la pausa per le nazionali, che bloccherà la Serie A per le prossime due settimane. Al ritorno da questo break, la Sampdoria è attesa dal ritorno al "Ferraris", dove sfiderà un'Atalanta in stato di grazia. I bergamaschi penseranno anche all'Europa League (sfideranno l'Apollon Limassol il giovedì successivo), ma sarà una sfida ben diversa dalla vittoria per 2-1 della passata stagione.

Seko Fofana, 22 anni, esulta dopo aver realizzato il rigore del 4-0.

25 settembre 2017

Manifesto identitario.

«La miglior partita da quando sono qui per intensità, continuità, capacità d'attenzione e fastidio all'avversario»: le parole di Marco Giampaolo sono chiare e non posso che condividerle. La Sampdoria annichila per cattiveria il Milan e vince 2-0, con un punteggio che rispecchia il pomeriggio straordinario dei ragazzi del tecnico blucerchiato.

Ricky Álvarez, 29 anni, segna il 2-0 appena entrato dalla panca.

La Sampdoria torna all'assetto consuetudinario dopo lo sfortunato pari di Verona contro l'Hellas: la novità vera è l'esordio di Ferrari, che avevo caldeggiato e finalmente i tifosi hanno avuto modo di vedere con i propri occhi. Zapata stavolta parte dall'inizio, mentre il Milan persegue il 3-5-1-1, con Suso dietro l'unica punta Kalinic.
Il primo tempo (in realtà, tutta la gara) ha raccontato di una squadra ospite spuntata, incapace di superare le linee di pressing della Sampdoria, sempre pronta a schiacciare il possesso palla degli ospiti e a renderlo complicato, se non impossibile. Il Milan ha avuto una sola occasione, con Abate al tiro ampiamente largo al 1'.
Poi la Sampdoria ha applicato una pressione costante e ha rischiato di vedersi assegnare un rigore con la Var, ma l'intervento di Valeri - insensato, la palla non colpisce la mano di Kessié sul cross di Strinic - viene cambiato dalla tecnologia. Ciò nonostante, inizia la personale sfida di Duvan Zapata con Donnarumma.
Il colombiano ha ben tre occasioni da rete solo nei primi 45': prima ci prova due volte di testa (sulla prima Donnarumma para, sulla seconda la palla sfila a lato di poco), poi sfugge via di velocità a Bonucci (come in Udinese-Juve della passata stagione) e rientra sul destro, trovando però il portiere rossonero sulla propria strada.
Anche Ramírez e Torreira provano a scaldare i guantoni di Donnarumma, ma non trovano la porta con le loro conclusioni. L'incredibile è che il copione rimane lo stesso nella ripresa, con il Milan spesso colto in fuorigioco e Montella che ha operato i primi cambi solo dopo 77 minuti. Un tiro mancino di Suso è il massimo prodotto dagli ospiti nella ripresa.
Ramírez e Praet combinano al 63', ma il belga non impensierisce il 99 rossonero. Poi al 71' arriva il gol-chiave: su un cross piuttosto brutto di Bereszynski, Cristian Zapata respinge male, Bonucci si addormenta e Zapata punisce Donnarumma da posizione ravvicinata. Vantaggio meritato e giallo per il portiere, lo stesso fato di Bonucci qualche minuto più tardi.
Il Milan si butta in avanti, ma non riesce a creare nessun pericolo. Anzi, è la Sampdoria a raddoppiare nel finale dopo la girandola di cambi: Álvarez prende il posto di Praet e ruba palla dopo un retropassaggio orrendo di Borini. Zapata scivola, Bonucci è nuovamente in ritardo e l'argentino incrocia sul palo opposto da fuori area: 2-0 e match chiuso.


Puggioni 6.5; Bereszynski 7, Silvestre 6.5, Ferrari 6.5, Strinic 7; Barreto 7, Torreira 7.5 (dal 47' s.t. Capezzi s.v.), Praet 7.5 (dal 45' s.t. Álvarez  6.5); Ramírez 6.5 (dal 38' s.t. Verre s.v.); Quagliarella 6.5, Zapata 7.5

Erano sette anni che la Sampdoria non batteva il Milan sul proprio terreno di gioco. Quel pomeriggio, i gol della premiata ditta Cassano-Pazzini ribaltarono il risultato, con i rossoneri andati in vantaggio grazie a Borriello. A qualcuno piace cercare analogie europee; io mi limito a dire che sono contento di aver sfatato il tabù.
E il Milan? Semplice: non erano fenomeni prima, né scarsi ora. Molti media - soprattutto quelli della bubble rossonera - hanno provato a venderci una squadra in grado di lottare per lo scudetto, dimenticando però due dettagli. Primo: Montella ha vinto solo una Supercoppa Italiana e non ha mai allenato in Champions. Secondo: per assemblare una squadra, ci vuole tempo.
La Sampdoria può invece concentrarsi sulle note positive. Che portano i nomi e i voli di Duvan Zapata, Ivan Strinic e Dennis Praet. I tre hanno disputato una gara maiuscola, al di là del gol del colombiano: presenza, puntalità e tanta concentrazione han fatto sì che il Doria portasse a casa un risultato di prestigio (il Milan sarà pure in costruzione, ma...).
E ora ci sarà la tappa di Udine prima della sosta. Una tappa significativa, se non altro perché vincere di nuovo porterebbe la Sampdoria a quota 14 punti: un percorso netto, sfruttando al meglio il calendario. Inoltre, l'Udinese è sembrata tutto tranne che entusiasmante in quest'inizio ed è ancora alla caccia della giusta identità: l'opposto della Sampdoria.

La festa dei giocatori e del presidente Ferrero a fine gara.