25 settembre 2017

Manifesto identitario.

«La miglior partita da quando sono qui per intensità, continuità, capacità d'attenzione e fastidio all'avversario»: le parole di Marco Giampaolo sono chiare e non posso che condividerle. La Sampdoria annichila per cattiveria il Milan e vince 2-0, con un punteggio che rispecchia il pomeriggio straordinario dei ragazzi del tecnico blucerchiato.

Ricky Álvarez, 29 anni, segna il 2-0 appena entrato dalla panca.

La Sampdoria torna all'assetto consuetudinario dopo lo sfortunato pari di Verona contro l'Hellas: la novità vera è l'esordio di Ferrari, che avevo caldeggiato e finalmente i tifosi hanno avuto modo di vedere con i propri occhi. Zapata stavolta parte dall'inizio, mentre il Milan persegue il 3-5-1-1, con Suso dietro l'unica punta Kalinic.
Il primo tempo (in realtà, tutta la gara) ha raccontato di una squadra ospite spuntata, incapace di superare le linee di pressing della Sampdoria, sempre pronta a schiacciare il possesso palla degli ospiti e a renderlo complicato, se non impossibile. Il Milan ha avuto una sola occasione, con Abate al tiro ampiamente largo al 1'.
Poi la Sampdoria ha applicato una pressione costante e ha rischiato di vedersi assegnare un rigore con la Var, ma l'intervento di Valeri - insensato, la palla non colpisce la mano di Kessié sul cross di Strinic - viene cambiato dalla tecnologia. Ciò nonostante, inizia la personale sfida di Duvan Zapata con Donnarumma.
Il colombiano ha ben tre occasioni da rete solo nei primi 45': prima ci prova due volte di testa (sulla prima Donnarumma para, sulla seconda la palla sfila a lato di poco), poi sfugge via di velocità a Bonucci (come in Udinese-Juve della passata stagione) e rientra sul destro, trovando però il portiere rossonero sulla propria strada.
Anche Ramírez e Torreira provano a scaldare i guantoni di Donnarumma, ma non trovano la porta con le loro conclusioni. L'incredibile è che il copione rimane lo stesso nella ripresa, con il Milan spesso colto in fuorigioco e Montella che ha operato i primi cambi solo dopo 77 minuti. Un tiro mancino di Suso è il massimo prodotto dagli ospiti nella ripresa.
Ramírez e Praet combinano al 63', ma il belga non impensierisce il 99 rossonero. Poi al 71' arriva il gol-chiave: su un cross piuttosto brutto di Bereszynski, Cristian Zapata respinge male, Bonucci si addormenta e Zapata punisce Donnarumma da posizione ravvicinata. Vantaggio meritato e giallo per il portiere, lo stesso fato di Bonucci qualche minuto più tardi.
Il Milan si butta in avanti, ma non riesce a creare nessun pericolo. Anzi, è la Sampdoria a raddoppiare nel finale dopo la girandola di cambi: Álvarez prende il posto di Praet e ruba palla dopo un retropassaggio orrendo di Borini. Zapata scivola, Bonucci è nuovamente in ritardo e l'argentino incrocia sul palo opposto da fuori area: 2-0 e match chiuso.


Puggioni 6.5; Bereszynski 7, Silvestre 6.5, Ferrari 6.5, Strinic 7; Barreto 7, Torreira 7.5 (dal 47' s.t. Capezzi s.v.), Praet 7.5 (dal 45' s.t. Álvarez  6.5); Ramírez 6.5 (dal 38' s.t. Verre s.v.); Quagliarella 6.5, Zapata 7.5

Erano sette anni che la Sampdoria non batteva il Milan sul proprio terreno di gioco. Quel pomeriggio, i gol della premiata ditta Cassano-Pazzini ribaltarono il risultato, con i rossoneri andati in vantaggio grazie a Borriello. A qualcuno piace cercare analogie europee; io mi limito a dire che sono contento di aver sfatato il tabù.
E il Milan? Semplice: non erano fenomeni prima, né scarsi ora. Molti media - soprattutto quelli della bubble rossonera - hanno provato a venderci una squadra in grado di lottare per lo scudetto, dimenticando però due dettagli. Primo: Montella ha vinto solo una Supercoppa Italiana e non ha mai allenato in Champions. Secondo: per assemblare una squadra, ci vuole tempo.
La Sampdoria può invece concentrarsi sulle note positive. Che portano i nomi e i voli di Duvan Zapata, Ivan Strinic e Dennis Praet. I tre hanno disputato una gara maiuscola, al di là del gol del colombiano: presenza, puntalità e tanta concentrazione han fatto sì che il Doria portasse a casa un risultato di prestigio (il Milan sarà pure in costruzione, ma...).
E ora ci sarà la tappa di Udine prima della sosta. Una tappa significativa, se non altro perché vincere di nuovo porterebbe la Sampdoria a quota 14 punti: un percorso netto, sfruttando al meglio il calendario. Inoltre, l'Udinese è sembrata tutto tranne che entusiasmante in quest'inizio ed è ancora alla caccia della giusta identità: l'opposto della Sampdoria.

La festa dei giocatori e del presidente Ferrero a fine gara.

21 settembre 2017

Rimpianti.

Le grandi volano, le piccole affondano. E la Sampdoria? La Sampdoria galleggia. Con destrezza e persino qualche rimpianto, a dir la verità, vista la prestazione di Verona. Un Hellas ridotto piuttosto male - due esordienti in A ieri in campo - strappa un punto prezioso per la salvezza, mentre il Doria deve rimpiangere un primo tempo asettico e le occasioni sprecate.

Duvan Zapata, 26 anni, centra il palo di testa al minuto 92: sfiga.

La Sampdoria si presenta a Verona contro un Hellas in condizioni pessime. Tuttavia, Giampaolo fa (giustamente) turn-over, sperando che chi gioca meno possa mostrare il suo valore. Regini confermato titolare, Murru ha una chance sulla sinistra, così come Linetty a centrocampo. C'è anche Alvarez in campo, dietro la coppia Caprari-Quagliarella.
La partita è stata in generale a ritmo blando, soprattutto finché l'Hellas ha avuto le occasioni più pericolose. Il primo tempo ha visto i gialloblu un paio di volte al tiro, soprattutto con Verde e Valoti: quest'ultimo ha avuto la chance principale al minuto 23 su cross di Bessa, ma per fortuna Puggioni ha tirato fuori un buon salvataggio per evitare il peggio.
La Sampdoria del primo tempo? Riassunta in un possesso palla esasperato, senza però trovare i giusti varchi: solo Caprari e Quagliarella hanno trovato la porta dalla distanza, ma il primo ha però trovato un miracolo di Nicolas, che ha deviato in corner. Una volta giunti a riposo, la partita ha trovato un andamento diverso per gli ospiti.
L'Hellas si è ritratto nella sua metà campo, di fatto concedendo diversi spazi alla Sampdoria per andare in vantaggio. Gli ingressi di Ramirez e Zapata al posto degli spenti Alvarez e Quagliarella hanno aumentato il ritmo del Doria: la dimostrazione subito al 56', con Caprari che ha trovato Zapata in area, ma il suo colpo di testa finisce fuori di pochi centimetri.
Replica di cinque minuti tra il 69' e il 73': un tiro centrale di Ramirez, un salvataggio sulla linea di Heurthaux su colpo di testa a porta vuota sempre dell'uruguayano e un miracolo di Nicolas su Caprari, capace di saltare mezza difesa e poi tirare da distanza ravvicinata. Uno sforzo che, però, non ha prodotto l'1-0.
Anzi, l'Hellas si è reso pericoloso con un doppio tiro di Valoti e Romulo, salvati da Puggioni. Nel finale, l'incredibile beffa: prima Nicolas trova un super-salvataggio su un gran mancino di Ramirez, poi è Caracciolo a immolarsi (con l'aiuto del palo) per negare il vantaggio agli ospiti dopo un colpo di testa di Zapata.

Giampaolo soddisfatto a metà.

Puggioni 6.5; Bereszynski 6.5, Silvestre 6, Regini 6, Murru 6.5; Linetty 6 (dal 46' s.t. Verre s.v.), Torreira 6, Praet 6.5; Alvarez 5 (dal 6' s.t. Ramirez 6.5); Caprari 6.5, Quagliarella 5.5 (dal 6' s.t. Zapata 6.5)

Un pensiero me lo voglio togliere subito sull'Hellas Verona: giocando così, con questa poca intensità e con uno schieramento schiacciato (ieri Verde e Valoti erano sostanzialmente altri centrocampisti centrali), la retrocessione pare scontata. Vista la storia della società e il potenziale del club di Setti, l'Hellas è una delusione maggiore di Crotone e Benevento.
Il rendimento delle squadre di bassa classifica ha riaperto la discussione sulla Serie A, se debba essere ancora a 20 squadre o esser ridotta nuovamente a 18. Fermo restando che nessuno nell'estate 2004 ha alzato muri su questa cosa (fermando il Tar sul caso Catania), il problema risiede più nel livello e nelle risorse economiche (e non) della cadetteria.
Le note negative della Sampdoria in quel di Verona sono state molteplici: il primo tempo è stato mollo e onestamente persino il Verona è sembrato più pericoloso (non però meglio disposto in campo, quello è un altro discorso). Diverso il discorso per le note positive, viste appena la Sampdoria ha accelerato il ritmo nella ripresa.
Mancati i tre punti al "Bentegodi", ora la Sampdoria si concentrerà sul prossimo impegno, forse il più difficile di questo mini-ciclo iniziato dopo l'impegno contro il Torino. Il Milan ha vinto, ma non ha convinto contro la Spal e deve trovare ancora la quadratura del cerchio, con Montella incerto se schierarsi con il 3-5-2 e il 4-3-3.
Quel che è certo è che la Sampdoria è - per ora - una delle cinque squadre imbattute in questo campionato ed è certamente una partenza che tutti ci saremmo augurati. Meno trentadue, ma soprattutto qualche rimpianto, che speriamo di veder svanire nel week-end.

Giampaolo Pazzini, 33 anni, forse l'unica speranza di un Hellas nei guai.

19 settembre 2017

Loading.

Uscire imbattuti da Torino - per la Sampdoria - non è facile. La città della Mole è stata negli ultimi anni sede di brutte ripassate o cocenti delusioni. Qualche vittoria, ma soprattutto difficoltà. Perciò è bello sapere che i ragazzi di Giampaolo sono rimasti imbattuti, strappando al Toro un punto che in realtà peserà nell'economia del campionato.

Dennis Praet, 23 anni, è tra le note più positive di quest'inizio di stagione.

La Sampdoria si presenta a Torino con Duvan Zapata in campo dal 1': una sorpresa, visto che il colombiano era in condizione, ma lasciare in panchina questo Caprari è complicato. Confermato il resto della squadra, con Regini ancora titolare da centrale. Il Toro, dal canto suo, prosegue sulla linea del 4-2-3-1 dettata da Mihajlovic.
Tempo 15 secondi netti e la Samp è in vantaggio: su cross innocuo di Ramirez, Moretti controlla male e ne approfitta Zapata, con l'ex Napoli che trova il primo gol blucerchiato praticamente al primo pallone toccato su azione. Tuttavia, la Samp - che imperversa con Praet e può reclamare per un contatto da rigore Strinic-Iago Falque - molla dopo 15'.
La squadra blucerchiata si prende una pausa di 20', nella quale amministra il palleggio (Mihajlovic, del resto, non ha interesse in questo fondamentale), ma viene travolta dal Torino. Gli spazi concessi sulle ripartenze portano a diverse occasioni granata, tra cui l'uno-due che fa rientrare in gara i padroni di casa, che sembravano tramortiti.
Al 12' è Baselli a trovare un gran jolly dalla distanza, con un destro poco contrastato da Torreira che trova l'angolo sotto l'incrocio dei pali. Puggioni è incolpevole e non può nulla nemmeno due minuti più tardi, quando Belotti incrocia di sinistro sul palo opposto. L'azione parte da un errato controllo di Sala, con il pallone recuperato da Llajic, l'assist-man per il 2-1.
La Sampdoria riprende a giocare e trova prima un gran destro di Quagliarella a fil di palo, poi il 2-2: benissimo la catena di sinistra, con Praet che invita Strinic alla salita e al cross. La difesa del Toro si dimentica di Quagliarella e il numero 27 trova il quarto gol in questo campionato, confermando un'ottima partenza nel 2017-18.
Belotti ha un grande chance prima della fine del primo tempo, ma il suo numero su Regini non è seguito da un adeguato tiro, che finisce fuori. Al riposo, l'impressione è che si continuerà su questi ritmi, ma il secondo tempo è stato molto più blando, tanto che le occasioni si possono contare sulle dita di una mano per entrambe le squadre.
Le più clamorose ce l'ha avute il Torino: Niang ha centrato un palo di fronte a Puggioni, Edera è stato contrastato da Murru sul più bello e Belotti ha sprecato un tap-in (non facilissimo, a dir la verità) a porta praticamente spalancata. La Samp si è fatta vedere con un paio di conclusioni di Quagliarella, ma nei secondi 45' ha gestito il risultato.

Un pareggio tutto sommato giusto: pieno di occasioni, soprattutto nei primi 45'.

Puggioni 5.5; Sala 5.5 (dal 1' s.t. Bereszynski 6), Silvestre 6, Regini 5.5, Strinic 6.5 (dal 21' s.t. Murru 6); Barreto 5.5, Torreira 6, Praet 6.5; Ramirez 6 (dal 36' s.t. Linetty s.v.); Quagliarella 6.5, Zapata 6.5. 

A mio modo di vedere, questo è un buon punto: con un po' di fortuna e attenzione (soprattutto nei primi 45'), l'impressione è che la Samp avrebbe potuto vincerla. Ma alla fine lo stesso Toro recrimina un paio di sprechi clamorosi nella ripresa: il pareggio è forse il risultato più giusto per due squadre che devono ancora perfezionare certi meccanismi (anche se mantengo l'opinione che il Toro sarà nelle Top 8).
Le notizie buone per Giampaolo arrivano soprattutto dai due esordienti: se Zapata ha segnato e lottato con il fisico, Ivan Strinic è stato una rivelazione. Non è atleticamente dotatissimo, ma ha senso della posizione e una buona visione di come l'azione si sviluppa, più un ottimo controllo motorio: potrebbe esser stato un colpo a basso costo, ma con ottimi risultati.
Dall'altra parte, proseguono però le perplessità. Anche contro il Torino, Murru e Ferrari si sono accomodati in panchina: l'ex Cagliari è entrato in campo solo per l'infortunio di Strinic, mentre il centrale è rimasto seduto per l'intera gara. Il fatto che potenziali 38 milioni di euro di spese stiano in panca mi fa riflettere. C'è accordo tra società e tecnico in sede di mercato?
Infine, le prospettive a medio termine. La Samp ha raccolto sette punti nelle prime tre gare (quella contro la Roma andrà recuperata a dicembre), ma ora il Doria è atteso da un buon calendario nelle prossime cinque giornate: trasferte a Verona e Udine, più Milan, Atalanta e Crotone in casa. Già la gara contro l'Hellas dirà parecchio sulla capacità di gestire le forze (e gli uomini).

Andrea Belotti, 23 anni, ancora in gol con il Torino.

04 settembre 2017

Alla prova del campo.

Finita. Finalmente, direi: è stata una sessione di mercato abbastanza provante. Per le cifre, per il solito moralismo da risparmiarsi (vi rimando a questo come guida per la prossima estate), ma soprattutto perché la Sampdoria ha fatto alcune cose bene e altre meno. Siamo qui apposta per rivederle (anche se in ritardo).

Marco Giampaolo è sembrato parecchio scontento della situazione fino al 27 agosto, giorno di Fiorentina-Samp.

MOVIMENTI IN ENTRATA - Voto 7+

Cosa serviva a questa Sampdoria? Parecchio, vista la volontà - non manifesta, ma manifesta - di smontare la squadra e monetizzare il momento d'oro di diversi giocatori. In più, c'erano da considerare alcuni buchi della scorsa stagione: la situazione terzini, un altro centrale da cambio, un nuovo vice-Torreira e un reale vice-Quagliarella.
Parte di queste problematiche sono state risolte con largo anticipo. A centrocampo - l'unico reparto non toccato dalle rivoluzioni - sono rimasti tutti e sono pure rientrati sia Valerio Verre dal Pescara che Leonardo Capezzi dal Pescara. A questi, si sono aggiunti gli arrivi dei giovani Joachim Andersen e Božo Mikulić, con la speranza che possano seguire la strada di Skriniar e Mustafi.
Sui terzini, non si è trovata una soluzione uniforme. Senza le cessioni di Sala e Bereszynski a destra, lo scenario è rimasto invariato. Diverso lo sviluppo a sinistra, dove la Sampdoria si è ritrovata al 31 di agosto con QUATTRO terzini mancini. Nicola Murru è arrivato per una cifra spropositata (7M + Cigarini: una follia, forse l'unico grande errore in entrata), salvo esser bocciato dopo un mese sotto Giampaolo.
Così, la Sampdoria ha dovuto mettere una pezza al 31 agosto, approfittando del contratto in scadenza tra il Napoli e Ivan Strinic. Il croato non è un fulmine di guerra, ma è un giocatore esperto arrivato a poco (2M) e sicuramente è un upgrade rispetto a chiunque potesse esser provato in quella posizione: quindi, bene così.
Sui centrali si è speso pesantemente, ma ne è arrivato solo uno. La cessione di Vasco Regini non solo non si è concretizzata (Spal e Cagliari esultano), ma è arrivato pure il rinnovo di contratto fino al 2021 (perché era quello di cui c'era bisogno...) e la sua ricollocazione al centro. Così, niente Lorrenzo Tonelli, che è il vero rimpianto di questa sessione estiva, perché sarebbe stato un acquistone.
Invece, ad agosto è arrivato Gian Marco Ferrari, centrale interessante e in ascesa dopo l'annata al Crotone. Tornato al Sassuolo (proprietario del suo cartellino), è arrivato alla Sampdoria in prestito con diritto di riscatto (e contro-riscatto per il club emiliano): un'operazione che costerà 15M (avete letto bene) al Doria. Una cifra abnorme, ma potenzialmente Ferrari potrebbe valere quest'investimento. In fondo, è sempre il mercato in cui Skriniar è stato valutato 35 milioni...
Infine, l'attacco. Partiti quasi tutti, servivano nuovi interpreti. Gianluca Caprari è costato tanto (13M a bilancio dall'Inter, ma per me non ne valeva più di 6-7), ma rimane una buona opzione, perché finalmente potrà allargarsi e fare quei movimenti che tanto Giampaolo apprezza negli attaccanti, in modo da aprire il campo agli inserimenti delle mezzali e del trequartista.
C'è anche un nuovo "10": si sperava in un nome meno costoso per età e storia recente, ma Gastón Ramírez è un usato sicuro. Classe '90, a Bologna ha fatto benissimo, in Inghilterra molto meno, complici anche l'infortunio. Nonostante i cinque anni di lontananza dall'Italia, sembra essersi ben inserito nella Samp, specie a Firenze.
E poi c'è il "9". Qualcuno che insidi Quagliarella e gli eviti altre 37 partite quest'anno. Dawid Kownacki è interessante, ma avrà bisogno di un biennio per emergere; Duván Zapata è invece una solida certezza, uno da doppia cifra. Dovrà giocare in modo diverso da Udine ed è sembrato una soluzione d'emergenza per Giampaolo al 31 d'agosto: lo dimostra anche la cifra spesa (3M di prestito + riscatto a 17M = acquisto più costoso nella storia del club).

Dopo il 2-1 al Benevento, stesso punteggio per cogliere una vittoria soffertissima a Firenze.

MOVIMENTI IN USCITA - Voto 8,5

La Sampdoria è andata in full mode e ha deciso di monetizzare tutto e subito, complice anche le volontà dei giocatori. Quasi tutti i gioielli della scorsa annata hanno preso la porta d'uscita, anche quelli meno pronosticati. E c'erano un paio di giocatori attorno a cui giravano i destini della Sampdoria 2017-18.
Partiamo dalle operazioni minori: Šimić e Leverbe in prestito, così come Baumgartner e Bonazzoli (ma alla Spal troverà spazio? Ho dei dubbi...). Pavlovic ha scelto di lasciare Genova per Crotone (peccato che sia andata male), così come Martinelli, Fedato e De Vitis hanno lasciato il Doria. La notizia del ritiro di Angelo Palombo è stata inaspettata, ma ci stava dopo la scorsa stagione.
Molto girava attorno a Patrik Schick: sarebbe dovuto essere il primo a partire, è stato l'ultimo, tanto che l'accordo con la Roma è arrivato solo il 30 agosto. Doveva essere della Juve, l'Inter l'ha sognato tutta l'estate e alla fine si è vestito il giallorosso. Visto il conguaglio - 5M ora + 37 fino al giugno 2020 e una percentuale sulla futura rivendita -, è un affare.
Luis Muriel ha scelto Siviglia, una piazza che può finalmente consacrarlo anche in Liga, e la Sampdoria ne ha ricavato 20M. Forse la cessione che DOVEVA arrivare per eccellenza. Anche Bruno Fernandes ha scelto le latitudini iberiche, tornando in patria allo Sporting Lisbona dopo che la Samp l'aveva appena riscattato dall'Udinese (7M di spesa, 8,5 di ricavo).
E mentre i reietti Cigarini e Budimir hanno scelto di ripartire altrove (il regista a Cagliari nell'affare Murru, l'attaccante in prestito con diritto di riscatto a Crotone), la Sampdoria ha fatto un altro affare clamoroso con Milan Skriniar. Non sarebbe dovuto partire, ma di fronte a 23M + il cartellino di Caprari, anch'io l'avrei portato in spalla nella Milano nerazzurra.
Rimpianti? Ce ne sono. Come al solito, in questa categoria le cessioni sono sempre più facilmente oggetto di discussioni rispetto ai potenziali nuovi volti. Detto di Regini, Dodô è ancora incredibilmente a Genova (il riscatto nel giugno 2018 appare una chimera), così come Sala e Álvarez, che non hanno trovato le offerte giuste per salutare il Doria.
Come l'anno scorso, a sorridere è il bilancio: mettendo insieme i ricavi delle varie cessioni assieme alle spese, il saldo è positivo (77,5 M le seconde, 87 i primi = +10 M). Quest'anno la Samp ha scelto di investire di più e scendere a patti con un mercato folle per cifre e valutazioni. Magari l'anno prossimo ci saranno cambiamenti, chissà.

Gianluca Caprari può migliorare, ma la partenza è stata promettente.