25 gennaio 2018

Esser giovani (e ingenui).

Da giovani, capita di sbagliare. Questo discorso devo averlo già pescato due-tre volte nella passata stagione, nei momenti più brutti del 2016-17 blucerchiato. E tocca ripescarlo anche in quest'occasione: la Samp ha sofferto, ma stava per portare a casa tre punti preziosi. Invece l'1-1 di Dzeko (quarto gol in tre gare di A contro il Doria) ha rovinato la festa.

Fabio Quagliarella, 34 anni, ancora a segno.

La Sampdoria si presenta al recupero con tutti i titolari, conscia che probabilmente la miglior chance di strappare qualche punto è a Genova. Niente Kownacki, ma torna Zapata dal 1', mentre gli altri sono tutti confermati. Sorprese nella Roma, che invece opta per il turn-over: accanto a Dzeko, Di Francesco sceglie Cengiz Under e Defrel.
Il bosniaco ha subito una buona palla-gol, ma la spreca calciando in precario equilibrio e spendendola fuori. Ci vogliono 15' perché la Samp si faccia avanti: bel lancio di Ramírez per Zapata, che mette a sedere Manolas in area e serve l'accorrente Linetty, il cui tiro viene respinto da Fazio. Al 19', è il turno di Pellegrini: destro potentissimo, ma centrale per Viviano.
La Roma ha un buon quarto d'ora, in cui crea diverse occasioni: ci vuole un miracolo di Viviano per evitare il gol di Nainggolan, ben servito da Pellegrini in area. Sul susseguente corner, Under mette in mezzo e il colpo di testa di Strootman viene stoppato. Ancora Roma al 38', con un colpo di testa di Manolas che finisce alto.
Gli ospiti hanno la chance migliore al 41', quando Dzeko serve Defrel in profondità: l'ex Sassuolo salta Silvestre in corsa, ma calcia altissimo dal limite dell'area. Al 45', l'episodio-chiave del primo tempo: Strootman cerca di saltare Ferrari, ma accentua il contatto e vola via. Orsato non vede alcun fallo e l'azione riparte.
Sulla prosecuzione, un cross messo in mezzo trova la mano netta di Kolarov, che tenta di rinviare in maniera acrobatica, ma finisce per centrare il pallone con l'arto. Orsato non assegna, poi riguarda al Var: è rigore e dal dischetto è un'altra gioia per Fabio Quagliarella, che batte Alisson con un destro secco. 1-0 all'intervallo.
La ripresa presenta una Roma meno dominante, ma comunque pericolosa. La Samp però ha le occasioni migliori a inizio secondo tempo: al 47' Zapata è ben servito da Praet in area, ma il colombiano non centra nemmeno la porta. Poi al 62' è Caprari - entrato al posto dell'infortunato Quagliarella - a spaventare Alisson su punizione, con il portiere brasiliano costretto al miracolo in corner.
La Roma sfiora subito il pareggio con il neo-entrato e giovane Antonucci, che trova la porta spalancata su un cross deviato da Murru, ma si scontra con Dzeko e non chiude in gol. Subito dopo, la Samp risponde con un destro di controbalzo di Caprari, calciato da buona posizione, ma alto di poco sugli sviluppi di un corner.
All'81' Nainggolan spreca e calcia debolmente davanti a Viviano, mentre cinque minuti dopo un uno-due Caprari-Torreira porta il 9 blucerchiato al calcio da 10 metri, ma Alisson compie un miracolo. Da lì, gli ospiti premono e sfiorano il pareggio ancora una volta, stavolta con un destro di Florenzi al volo, leggermente deviato in corner.
Alla fine la Roma trova il (meritato) pareggio nel finale: al 91', Bereszynski rinvia bene su cross, ma Barreto dovrebbe stringere su Antonucci, che trova il cross per Dzeko. Ferrari non marca per nulla il bosniaco e l'1-1 è facile facile. Due punizioni nel finale di Ramírez non cambieranno il destino finale del match: è pareggio.

A giugno si sacrificheranno due-tre pedine: una sarà sicuramente Torreira, l'altra potrebbe esser questa.

Viviano 6.5; Bereszynski 6.5, Silvestre 6, Ferrari 5.5, Strinic 6.5 (dal 28' s.t. Murru 6); Praet 7 (dal 34' s.t. Barreto 5.5), Torreira 6.5, Linetty 7; Ramirez 6.5; Quagliarella 6.5 (dal 6' s.t. Caprari 6.5), Zapata 6.

La Roma non mi ha fatto una buona impressione: si è visto il gap tecnico una volta che la squadra ospite è stata in grado di saltare la linea mediana della Samp, ma con in campo Under e Defrel la squadra è sembrata slacciata. Perotti è un giocatore vitale per questa squadra, così come Alisson (che portiere!). E l'assenza di Dzeko peserà sul resto della stagione, se firmerà per il Chelsea.
Piccola nota su Patrik Schick. Vivo a Roma e vedo spesso la rassegnazione dei tifosi della Roma di fronte a un ragazzo che pensano sia un bluff. Personalmente non l'ho trovato diverso dall'anno scorso: il problema mi sembra tutto tattico. Anche se al ceco piace defilarsi in campo e spaziare, il suo ruolo è di seconda punta. E quel ruolo non c'è nel 4-3-3. Tutto qui.
Siamo sempre a lodare - giustamente - l'essenza di gioco di Lucas Torreira, ma dobbiamo spendere due parole per Praet e Linetty. Il belga ha giocato una gara mostruosa, di fatto mettendo in difficoltà il connazionale Nainggolan e spiegando perché meriterebbe il Mondiale. Il polacco, invece, ha 15 polmoni, perché non ha mai smesso di correre.
Ho visto molte critiche sulle prestazioni di Zapata e Caprari. Personalmente la vedo in maniera diversa. Per quanto riguarda il colombiano, è vero che non trova la rete da un po' di gare, ma è un tronco che non si sposta: ho visto Manolas scrollato come un ragazzino. Caprari ha mancato un paio di occasioni-chiave, ma è entrato bene sia oggi che contro la Fiorentina.
Il calendario ora propone un altro viaggio, a Roma, per sfidare nuovamente i giallorossi nel giro di quattro giorni. I tre punti sarebbero stati vitali qui, perché a Roma - storicamente - facciamo fatica. Se escludiamo il 2-0 a domicilio del 2015, son sempre stati dolori. E l'anno scorso ci fu una decisione sbagliata con il rigore inesistente del finale, trasformato da Totti. Non sarà facile.


23 gennaio 2018

Rinascere.

«Basta un giorno così a cancellare 120 giorni stronzi», cantava Max Pezzali nel 1997. Erano ancora i tempi degli 883, quelli in cui Marco Giampaolo non era nemmeno un allenatore e Fabio Quagliarella doveva esordire da professionista. La frase viene comunque buona per la partita contro la Fiorentina: ci voleva un 3-1 contro la Fiorentina e un pomeriggio così per rinascere.

Fabio Quagliarella, 34 anni, alla miglior stagione di sempre in Serie A.

La Sampdoria si presenta alla gara contro la Fiorentina in uno stato d'emergenza: sono sì tornati Linetty e Zapata (il primo gioca dal 1', il secondo dalla panchina), ma è anche vero come manchi un passo da Europa. Vittoria con la Spal a parte, la Sampdoria non ha dato segnali positivi: Kownacki è tra i titolari, accanto a Quagliarella.
La Fiorentina parte forte: Simeone va al subito al tiro, ma per Viviano è una facile parata. Potrebbe andar peggio dieci minuti più tardi, quando l'argentino sfrutta un buco clamoroso di Ferrari e avrebbe la palla del vantaggio, ma la mette a lato. La Sampdoria risponde con un'occasione clamorosa, che ha i crismi della chance mancata.
Al 16' cross di Ramírez, primo tentativo al volo di Quagliarella e parata di Sportiello. Sulla respinta, Kownacki è solo e potrebbe appoggiare in rete a porta sguarnita, ma stringe troppo l'angolo di tiro e trova ancora il portiere della Fiorentina. Dopo una chance per Babacar (centrale per Viviano), ancora Kownacki viene pescato da Torreira, ma non aggira Sportiello.
Al 30', però, i padroni di casa passano: cross ancora di Ramírez, Quagliarella controlla e giostra Pezzella, trovando lo spazio per concludere a cinque metri dalla parta. Gol del capitano e grande festa al "Ferraris", smorzata dall'occasione capitata a Babacar, che è solo, ma calcia a lato. Il primo tempo si chiude con il vantaggio blucerchiato.
Di fatto, la ripresa si trasformerà in un monologo. Gli ospiti ci provano più volte nei primi 10' - Benassi il più pericoloso con un mancino in solitaria: Viviano è immobile, ma la palla non va fuori di molto -, ma la Sampdoria regge e trova l'occasione per chiuderla. Intanto, Giampaolo ha cambiato Kownacki per l'acclamato Zapata.
Al 60' è 2-0: Linetty si mangia l'aria e Benassi, recuperando due volte palla. Servizio per Ramírez, che aspetta un tempo di gioco, ma trova il passaggio filtrante per Quagliarella, solo in area: puntata sull'uscita di Sportiello e raddoppio. Da qui in poi, sostanzialmente, gli ospiti spariscono dal campo, nonostante gli ingressi di Saponara e Gil Dias.
Anzi, la Sampdoria trova il 3-0 al 67': Praet in profondità per Ramírez, l'uruguayano serve di tacco Quagliarella, lasciato solo in area da Laurini. Il 27 ci pensa un attimo, poi scarica un destro terrificante sotto la traversa: da distanza così ravvicinata, Sportiello non può far nulla. Tripletta per l'attaccante, che continua a stupire.
Il finale è un po' interlocutorio: gli ospiti trovano sì il gol con Carlos Sanchez (male la difesa su corner, con Bereszynski che non segue il colombiano sulla sponda di Saponara), ma la Sampdoria rischia di fare il quarto con Zapata, devastante nei contrasti. I padroni di casa ritrovano la vittoria e (chissà) la fiducia in sé stessi.

Una partita senza eguali. L'avversario non era la Juventus o il Napoli, ma è una grande soddisfazione.

Viviano 6; Bereszynski 6.5, Silvestre 6.5, Ferrari 6, Strinic 6.5; Linetty 8, Torreira 7.5, Praet 7.5; Ramirez 8 (dal 38' s.t. Barreto s.v.); Quagliarella 9 (dal 29' s.t. Caprari 6), Kownacki 6 (dal 12' s.t. Zapata 6.5).

Una rinascita così non la immaginavo. Ci speravo, ma non lo credevo possibile. Sicuramente è presto per dirlo, ma la sconfitta di Benevento potrebbe esser stato il fondo. Questa gara con la Fiorentina ricorda un altro 3-1 recente, quello ottenuto nel novembre 2014 sotto Mihajlovic, nonché una delle migliori gare della sua gestione.
Mi ha stupito in negativo la Fiorentina: il 4-3-3/4-4-2 costruito da Pioli - con Chiesa ed Eysseric a spostarsi spesso sul campo e di posizione - non ha funzionato. Soprattutto Simeone e Babacar hanno sprecato delle ottime chance nel primo tempo; una volta subito il 2-0, la gara è praticamente finita e la Viola si è fatta vedere solo per il gol della bandiera.
La prova del centrocampo blucerchiato è stata mostruosa. Si parla di Praet e Torreira, si cita giustamente Ramírez e i suoi assist, ma vogliamo parlare di Linetty? La differenza tra una Samp con il polacco e una senza è gigantesca, come hanno anche dimostrato i pochi minuti giocati da Barreto (seppur con il punteggio ormai a favore).
Poco da dire su Fabio Quagliarella. A quasi 35 anni, l'attaccante sta giocando la miglior stagione della sua carriera. Giampaolo ci aveva avvertito su come il 27 avesse raggiunto la maturità fisica e tecnica (lo dimostra il primo gol, in cui manda al bar Pezzella), ma la tripletta contro i viola dimostra ancor di più tale assunto.
E ora? Back-to-back con la Roma, con prima il recupero della terza giornata d'andata a Genova e poi la gara di domenica all'Olimpico. Storicamente non è facile con la Roma, specie in trasferta, per cui la gara d'andata andrà sfruttata al massimo. Qualora uscissero tre punti da una delle due sfide contro i giallorossi, sarebbe veramente una rinascita completa.

Marco Giampaolo, 50 anni, può esser contento della prestazione della squadra.

07 gennaio 2018

Tabula rasa.

Io ne ho vissute diverse da tifoso sampdoriano. Ho vissuto due retrocessioni, una quasi discesa in C e una sconfitta in un pomeriggio autunnale a Nocera Inferiore. Però perdere 3-2 in casa del Benevento - ultimo e senza vittorie per 18 giornate - era qualcosa che non mi aspettavo: lo scivolone in casa dei giallorossi lascia la Sampdoria puntata su suoi 30 punti.

La squadra si stringe attorno a Massimo Coda, 29 anni, l'eroe di giornata.

La Sampdoria deve ancora rinunciare a due pezzi fondamentali dello scacchiere di Giampaolo, ovvero Linetty e Zapata, entrambi in panchina. Se ci aggiungiamo la mancanza di Strinic, gli ospiti sono piuttosto depotenziati; diverso il discorso per il Benevento, che vuole ripartire dalla vittoria contro il Chievo per risalire.
Il primo tempo è blando: pochissime occasioni, tutte per gli ospiti. Il Benevento aspetta la Samp, ingolfando le traiettorie di passaggio e piazzando Brignola su Torreira. La Samp produce qualche conclusione dalla distanza - Torreira, Quagliarella, Ramírez -, ma solo quella dell'uruguayano impegna effettivamente Belec.
Poi però, alla fine del primo tempo, gli ospiti trovano il vantaggio: uno-due tra Quagliarella e Ramírez, tiro del capitano e respinta di Belec, sulla quale si avventa Caprari per la quarta rete personale in campionato. Gioia contenuta e vantaggio con il minimo sforzo, per una Samp comunque scolastica nei primi 45'.
La ripresa cambia il canovaccio: a non scendere in campo è la Sampdoria, ma il Benevento spinge in maniera ossessa. Tre minuti e trova la traversa con Coda, perso da Ferrari su un cross; dopo un salvataggio a corpo morto di Silvestre, arriva anche il palo, sempre a firma di Coda, andato alla conclusione rasoterra da 25 metri.
Dopo un tiro dalla distanza di Ramírez, il copione riprende. Anzi, l'entrata in campo di D'Alessandro spinge il Benevento ancora più dentro l'area degli ospiti: Brignola ha un'ottima occasione, ma spara addosso a Ferrari; poi Regini lascia solo pure Lombardi, che però tenta un'acrobazia difficile e non centra la porta.
Alla fine il pareggio arriva: tenta e tenta, al minuto 69 Coda trova il sinistro magico sotto l'incrocio e impatta il risultato. Lo stadio campano è in visibilio e spinge la squadra, con D'Alessandro che costringe Viviano a un super-salvataggio un minuto dopo. Il pata-trac arriva all'82', con Sala espulso per fallo da ultimo uomo contro lo scatenato D'Alessandro.
Due minuti e dalla seguente punizione arriva il 2-1: ancora Coda l'eroe di giornata, ma stavolta Viviano ha delle colpe enormi su un piazzato che sembra ragionevolmente nelle sue corde. La Samp è stesa e solo Quagliarella ci prova, costringendo Belec alla parata in due tempi.
Nel finale c'è ancora tempo per due gol: quello di Brignola al 91' - il primo in A, servito dall'onnipresente Coda - e quello di Kownacki al 94', con il polacchino che continua a crescere in maniera silenziosa. Una sconfitta tremenda, ma meritata.

Male è dir poco.

Viviano 5; Sala 4.5, Silvestre 6, Ferrari 5, Regini 5; Barreto 5, Torreira 5.5 (dal 30' s.t. Verre 5.5), Praet 6 (dal 13' s.t. Linetty 6); Ramírez 5; Caprari 6 (dal 23' s.t. Kownacki 6), Quagliarella 5.5.

Non c'è da nascondersi: questa partita ha rappresentato una delusione totale, per approccio, contenuti sul campo e persino determinazione nel momento più brutto della gara. E pensare che la trasferta di Benevento rimane un punto piuttosto basso proprio perché i primi 45' avevano detto altro: i padroni di casa erano stati inesistenti.
Come si è saliti di tono, i problemi sono usciti fuori. Purtroppo sono gli stessi di sempre. Ci sono quelli cronici - Barreto in calare di condizione e di rendimento, la costante mancanza di copertura difensiva di Regini, gli svarioni di Sala nell'applicazione difensiva - e ci sono quelli nuovi, che spaventano di più.
Già, perché Barreto e Regini non sono dei titolari, mentre per Sala si cercherà una collocazione a gennaio. Viviano invece? L'errore sulla punizione di Coda è piuttosto pesante. Caprari? Non è un titolare a tutti gli effetti, ma stenta a brillare. E che dire di Ferrari, forse l'uomo che più sta risentendo di questo calo della Samp?
In tutto questo, i complimenti vanno a Roberto De Zerbi. Per me il Benevento retrocederà comunque con giornate d'anticipo e la sua stagione assomiglia sempre più a quella dell'Ancora 2003-04 (anch'esso vinse una gara 3-1, ma a marzo), con giocatori sempre più random. L'unica differenza è che un gioco c'è, almeno questo.
Dall'altra parte, sono convinto che Marco Giampaolo avrà vissuto questa sconfitta con più e meno sofferenza del solito, al tempo stesso. "Meno" perché ha perso contro un collega che stima molto, "più" perché perdere in casa dell'ultima in classifica fa malissimo, specie quando vieni dominato per tutta la ripresa.
Qualcuno ha parlato persino di esonero e consigliamo un giro in montagna per queste due settimane. L'aria d'alta quota dovrebbe rinfrescare le idee, perché siamo sempre a trenta punti e a pari punti con l'ottima Atalanta, con una gara in meno. Tutttavia, ci vuole una tabula rasa per questi 15 giorni, perché al rientro ci sono tre gare difficilissime - Fiorentina e back-to-back con la Roma - ad attenderci.

Enrico Brignola, 18 anni: terza gara in A, prima rete di sempre contro la Sampdoria.